marcellodandrea Report post Posted December 21, 2015 ciao a tutti sto cercando qualche informazione modellistica sul mercantile Bethia del 1782, più famoso con il nome successivo di HMAV Bounty (quello dell'ammutinamento). In rete non riesco a trovare assolutamente niente salvo dedurre, da quanto capisco, che il Bethia (rispetto al Bounty) era disarmato e quindi non aveva né colubrine né cannoni e, perciò, neppure i sabordi relativi. Altre modifiche erano interne (il Bounty aveva gli alloggi ufficiali più piccoli per fare posto al trasporto delle piante degli alberi del pane), ma all'esterno queste sono invisibili. Ho trovato una breve discussione nel forum di Fine Scale Modeler dove si accenna ad alcune caratteristiche del Bethia che, credo, sono state ricavate dal libro di J. McKay sul Bounty della Conway, serie Anatomy of the ship. http://cs.finescale.com/fsm/modeling_subjects/f/7/t/130965.aspx Per caso qualcuno ha quel libro? Eventualmente, sareste così gentili da farmi sapere se c'è qualche notizia sulle caratteristiche esterne del Bethia? ciao grazie e buone Feste a tutti Marcello d'Andrea Share this post Link to post Share on other sites
Iscandar Report post Posted December 21, 2015 Hai posta Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted December 22, 2015 Grazie, ho ricevuto le informazioni. Sei gentilissimo. Nelle mie intenzioni, questo sarà il prossimo wip qui nel forum. E di nuovo, w i forum auguri di buone Feste a tutti Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted December 26, 2015 (edited) Nel libro di John McKay sul Bounty (The armed transport Bounty (Anatomy of the ship), Conway Maritime Press) compaiono anche i disegni relativi al Bethia (cioè il Bounty all'inizio della sua vita operativa). Questo permette di lavorare sulla sua configurazione originale con un minimo di sicurezza. Mi frullava per la testa l'idea di fare un modellino (piccolo) del Bethia waterline e di mostrare la nave in porto mentre sta caricando carbone. Non trovo però in rete immagini di attrezzature relative al carbonamento nei porti della metà del '700. In linea di massima, potrei fare una piattaforma sopraelevata sul molo per il carbone e uno scivolo che faccia arrivare il carbone nel boccaporto centrale della stiva della nave, ma non sono proprio convinto che andasse così. Lo scivolo va bene per caricare, ma mi chiedo poi come facessero a scaricare a terra il carbone. Questa è una immagine abbastanza "antica" che ho trovato (la terza dall'alto nella pagina) http://www.lostbrig.net/latest_news_2011.html e mostra appunto degli scivoli: credo sia del 1817, ma forse a fine '700 era lo stesso. Ma c'è anche questa (la quinta della sezione "early collieries in Britain") http://members.kos.net/sdgagnon/sydb.html che invece mostra un sistema più complesso. Capisco che è un argomento un po' inconsueto ma... qualcuno può aiutarmi in merito ? Edited December 26, 2015 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted December 30, 2015 (edited) Bene, credo che per la banchina con il carico-carbone mi orienterò sullo scivolo, se infine farò il diorama, dal momento che non riesco a trovare informazioni ulteriori e gli scivoli, tutto sommato, mi sembrano ragionevoli per caricare. La nave sarà tratta dal modellino Revell in scala 1:110 del Bounty, ordinato via mail al negozio 2TModellismo di Foligno, che gentilmente me lo ha trovato a tempo di record. Dovrei riceverlo la prossima settimana. Così a occhio vedo, come prevedevo, che dovrò rifare il ponte perché i boccaporti del Bethia - in quanto carboniera - erano diversi. L'idea è quella di allestire lo scafo (waterline) in plastica utilizzando la base Revell, MA di fare tutta l'alberatura in legno e lavorarla come un qualsiasi modello di veliero "convenzionale", esattamente come ho fatto a suo tempo per il Beagle (Revell, 1:96): (http://www.modelshipgallery.com/gallery/misc/sail/beagle-96-mda/mda-index.html) Questo wip lo farò anche sul forum di modellismopiù e mi piacerebbe che, vedendolo, qualche modellista navale "in plastica" si convincesse che in fin dei conti una nave in legno non è così difficile da fare come sembra. Certo mancherebbe ancora lo scafo (in legno), ma spero che una volta fatto il primo passo, il successivo possa essere quello (di fare anche lo scafo). ciao e buon anno nuovo a tutti Marcello PS PREGHEREI UN MEMBRO DELLO STAFF DI CAMBIARE IL TITOLO DEL TOPIC IN : "cantiere di costruzione nave carboniera Bethia 1783, scala 1:110" grazie Edited December 30, 2015 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
Totiano* Report post Posted December 30, 2015 fatto, Marcel, Buon lavoro! Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted December 30, 2015 (edited) Grazie mille Totiano Comunque, ci sarà da aspettare qualche giorno perché ancora non ho il kit. Per il momento, buon Anno nuovo a tutti Edited December 30, 2015 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted January 2, 2016 (edited) Riguardo la documentazione per "trasformare" il Bounty nel Bethia, come dicevo in precedenza attingerò all'unica fonte che conosco (grazie anche a Iscandar che mi ha mandato una copia) che accampa qualche titolo di autenticità, e cioè il libro di John McKay :The armed transport Bounty, Anatomy of the ship, Conway Maritime Press (al momento non sono in grado di dire quale edizione sia). In fondo a pg 7 si specifica l'origine dei disegni del libro: " I disegni dello scafo del Bounty sono basati su due set di disegni contemporanei; la prima preparata per illustrare il Bethia all'Ammiragliato e la seconda, basata sulla prima, per mostrare i cambiamenti proposti. Il primo set è datato 25 giugno 1787 e mostra il Bethia così come fu acquistato, il secondo è datato 19 novembre 1787, illustra le modifiche richieste dall'Ammiragliato e fu usato dai cantieri Deptford (nota mia: per modificare il Bethia nel Bounty). I due disegni messi a confronto qui sotto sono quelli del libro di McKay, riuniti assieme (si vedono le linee verticali di giunzione tra le due parti di ogni disegno - ho datato il Bethia al 1783 ma in effetti sarebbe più giusto l'anno di acquisto): Nel caso del nostro modello partiamo dalla situazione del Bounty e la riportiamo a quella del Bethia, quindi dal disegno in alto a quello in basso. La maggior parte del lavoro riguarderà tre aspetti principali: i boccaporti da chiudere o modificare, la mancanza dei cannoni e relativi sabordi, il camino della cucina da spostare a sinistra (dalla posizione 9 a quella 8, proprio dietro le gru di capone). Comunque, tanto per far vedere che era una nave carboniera, volevo tenere aperto il boccaporto grande centrale (e anche le due scale naturalmente) e rendere visibile il ponte inferiore (sporco di carbone), pure quello con il portellone aperto e con il carico di carbone visibile nella stiva. Quindi vedrò anche come arredare sottocoperta, almeno per quello che potrà essere visibile. L'idea infatti sarebbe di farla waterline e di sistemarla accanto ad una banchina, con una piattaforma sopraelevata per il carbone ed uno scivolo per scaricare il carbone nella stiva della nave. Edited January 3, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted January 3, 2016 (edited) In pratica per l'eventuale diorama intendo qualcosa del genere (collier brig Elizabeth Jane, varata 1817, su www.lostbrig.net): Nel disegno del post precedente si può anche notare che le tavole dei ponti sono sistemate 1 ogni 5 (cioè se si assume una giunzione tra due tavole sulla linea 1, le altre si trovano nella stessa posizione alle linee 6-11-16 etc.) Edited January 3, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
giampyg Report post Posted January 8, 2016 Ciao Marcello, Se ti può servire ho il libro Anatomy of ship sul Bounty in pdf Ciao Giampiero Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted January 8, 2016 (edited) Grazie ma Iscandar mi ha cortesemente fornito una copia Il kit di partenza è in arrivo a giorni. Edited January 8, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
giampyg Report post Posted January 10, 2016 Ciao Marcello, Ok allora aspettiamo le foto dei lavori ;-) Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted February 25, 2016 (edited) Il kit del Bounty, da cui ricavare il Bethia, è vecchio del 1958 circa... ed è abbastanza scadente per gli standard attuali (anche per quelli di allora mi sa...) d'altra parte quello che mi serve è lo scafo e il ponte di coperta, poco più. Come dicevo sopra, l'idea è quella di fornire una soluzione a quei modellisti che vorrebbero costruire una nave in legno ma non trovano mai il coraggio, oppure a quelli che fanno navi in plastica ma poi rimangono delusi dalla resa dell'alberatura e del cordame, fin troppo irrealistica e giocattolosa. In pratica, possiamo provare ad usare lo scafo (con le modifiche necessarie) e costurire alberi e pennoni in legno, con sartie e manovre in corda, come su un normale modello in legno. La prima modifica è ovvia. Il Bethia era disarmato, perciò i sabordi dei cannoni vanno chiusi e, già ci siamo, si tolgono alcune lunghissime cavigliere interne del tutto di fantasia. In pratica si liscia tutto il cassero. Poi si liscia il ponte, togliendo quanto fu aggiunto dopo la trasformazione in Bounty (le croci rosse) e lasciando quello che invece fu mantenuto (le frecce verdi). Utilizzo il ponte lisciato come fosse una sfoglia di compensato da 0.5, ricoprendolo con listelli di tiglio da 0,5x3. Le giunture tra le tavole sono del tipo "ogni cinque". Edited February 25, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted March 28, 2016 (edited) E' passato un po' di tempo ma eccomi qua di nuovo con alcuni progressi. Per cominciare, ho completato il ponte di coperta con il tavolato "ogni cinque". poi ho attrezzato una parte della sottocoperta sempre in legno, per mostrare aperto il boccaporto della stiva da riempire con carbone (qui sassolini da modellismo ferroviario poi dipinti in nero), i sacchi sono di milliput, le colonnine in legno Sempre in legno sono le scale di accesso alla coperta poi ho montato la sottocoperta Il passo successivo è stato di chiudere lo scafo, tagliare i parapetti del cassero, rimodellare la prua seguendo il disegno del libro di McKay (aggiungendo i fori per la trincatura del bompresso e per le briglie) e rimettere il capodibanda con un listello di plasticard. Tutto quanto non è in legno naturale (in pratica solo il ponte e poi, successivamente, una parte delle alberature) e dipinto in nero (o blu) e ocra, quindi si può lavorare liberamente con la plastica. Ricordo che ho cominciato questo modello come una sorta di "invito", a chi non ha pratica di modellismo navale in legno, a dettagliare un po' più realisticamente una nave in plastica, magari facendo l'alberatura in legno, prima di fare l'ultimo passo e provare a fare in legno anche lo scafo. Dunque ho scelto una nave che desse pochi problemi nella resa del legno naturale (da parti in plastica, essendo queste parti nella maggior parte dipinte). Continuando, ho sistemato anche le murate del cassero chiudendo i sabordi dei cannoni, lisciando tutto e rivestendo con listelli 0,5x2, infine completando con centine e capodibanda in plastica. Ho aggiunto una serie di bittoni fino a poppa e le battagliole a centro nave (ogni colonnina ha un perno in acciaio). Si vede anche la prima parte della serpe sullo sperone di prua. Ho fatto le gru di capone in legno perché non avevo un listello in plastica adeguato. Le carrucole sono ricavate da un tondino di plastica. A prua ho sistemato anche il trincarino e quella sorta di guanciale interno su cui scorreranno le gomene delle ancore. Qui ci sarebbe da fare un discorso sul percorso delle gomene e sulla dotazione di argani del Bethia (e quindi del Bounty). McKay nel suo libro riporta direi correttamente l'argano orizzontale per le ancore del Bethia/Bounty (nei mercantili le ancore erano leggere) ma aggiunge pure un argano verticale sul ponte dietro l'albero di maestra. Questo argano nei disegni non prosegue sottocoperta ma è ovviamente una assurdità, se fosse sistemato solo sulla coperta non servirebbe a nulla. Comunque, McKay propone che l'argano verticale servisse solo per carichi leggeri (evidentemente più leggeri delle ancore). Ma anche questa mi sembra una cosa improbabile, perché l'argano verticale semmai era usato per lavori assai pesanti. Sulle grosse navi da guerra c'era solo l'argano verticale per le ancore (magari arrotolava il cavo di collegamento della gomena, il messaggiere mi sembra si chiami in italiano, invece della gomena vera e propria) , il Victory per esempio (per dirne una famosa del medesimo fine secolo) aveva solo l'argano verticale. Dunque come arrotolavano le gomene delle ancore sul Bethia/Bounty? Se gli occhi di cubia fossero situati all'altezza del ponte di sottocoperta (come si vede in diversi modelli e come "non" si capisce da diversi piani, compresi quelli di Lusci ad esempio) e quindi le gomene avessero avuto un messaggiere all'argano verticale, allora l'argano orizzontale in coperta non avrebbe avuto senso. Ma nei mercantili di quell'epoca - vedi, ad esempio, l'Endevour - gli occhi di cubia arrivano in coperta ed è l'argano orizzontale che manovra l'ancora. Dunque ho deciso di attenermi alla logica e all'uso per le navi mercantili coeve e di mantenere l'argano orizzontale con gli occhi di cubia che danno direttamente sulla coperta. Non so se metterò l'argano verticale qui nel Bethia, vedremo. Nella foto sotto si vedono anche i listelli superiori della serpe in opera (plasticard 2x2). Edited March 28, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
Squadrag54 Report post Posted March 28, 2016 bel lavoro Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted March 28, 2016 (edited) Grazie Squadrag :-) Finisco di aggiungere gli aggiornamenti, oggi non ho fatto in tempo a completare. Dunque sono andato avanti con la serpe aggiungendo poi anche i guanciali esterni degli occhi di cubia. Ho terminato la serpe e sistemato gli apostoli ai lati dell'alloggiamento del bompresso. Nei disegni non c'è traccia della polena, cioè di una eventuale piattaforma triangolare sopra la serpe (spesso per estensione si usa il termine polena per la statua di prora ma quella, appunto, è solo la statua di prora). A questo punto ho messo i parasartie. Ho utilizzato quelli del kit revell (tanto per usare qualcosa del modellino originale) lisciandoli a nudo (avevano le landre stampate ma erano bruttissime) fino ad avere una semplice lamina di plastica rigida da modellare. Ho fatto gli alloggiamenti delle landre, paranchi e paterazzi seguendo i disegni del libro di McKay e i piani originali del Bounty disponibili sul sito web del National Maritime Museum di Greenwich. Un dettaglio dei disegni è questo qui: Il numero delle landre corrisponde ma vanno aggiunti i paranchi segnati con la freccia rossa e i paterazzi con la freccia celeste. Devo presumere che la situazione fosse identica o quasi tra Bethia e Bounty perché i parasartie disegnati in pianta da McKay sono uguali (le eventuali aggiunte alla velatura per attrezzare il Bounty non credo abbiano comportato modifiche sostanziali a queste manovre, stando anche a quanto dice il capitano del Bounty sul suo diario, ma ne parleremo a proposito delle vele). Sul parasartie di mezzana mancano i paterazzi, ma secondo McKay questi scendevano all'interno della murata sul ponte. I disegni di McKay hanno un altro punto poco chiaro, dal momento che in pianta e di profilo mettono un altro paranco tra la quarta e la quinta landra di maestra che però è assente nel disegno in isometria. Questo paranco non lo vedo neppure nei piani NMMG e quindi dovrò decidere poi se ci va oppure no. Per finire ho messo anche il timone dopo aver leggermente modificato il dritto di poppa sempre seguendo i disegni originali della nave. Il timone è di legno e la guaina in pelle che chiudeva il foro sotto la poppa è simulata con stucco. Edited March 28, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted April 18, 2016 (edited) Ho rifatto i giardinetti in plastica, perché quelli del modello Revell sono bruttini. Il quadro di poppa invece va quasi bene, salvo qualche dettaglio seguendo il libro di McKay. I riccioli in alto sono sagomati in resina , ricavati da materozze di figurini. L'argano del modello Revell è abbondantemente sottodimensionato, in ogni caso va rifatto. Ho lavorato indifferentemente con legno e plastica, comunque le parti in plastica saranno poi dipinte. Il libro di McKay suggerisce questa forma per la campana, abbinata all'argano orizzontale, una sistemazione d'altra parte comune sui mercantili di quell'epoca. L'argano non è fissato al ponte, solo appoggiato. Il casottino davanti al timone, più a poppa, di legno rivestito in plastica. Anche questo è solo appoggiato. La barra del timone, a poppa, di legno alloggiata sotto una tettotia di plastica da dipingere. Anche questa è solo appoggiata. Il tronco maggiore del bompresso. Nei vari disegni che si vedono del Bounty, e anche nel libro di McKay, il bompresso finisce sopra il ponte, incastrato nella base di due grosse bitte che reggono una cavigliera (è così anche sulle due copie del Bouynty in grandezza naturale, fatte per i vari film). A mio parere è improbabile (ogni volta che lo guardo mi dico che non è possibile...): come fanno la trincatura e le briglie da sole a reggere la trazione verso l'alto del bompresso data dagli stragli e dai fiocchi? perché per le continue sollecitazioni verso l'alto (e quelle verso il basso date di contraccolpo dalle briglie) l'albero finirebbe per fare fulcro sul dritto di prora (dove appoggia tra i due apostoli) e si scardinerebbe alla base (a sinistra). Normalmente il bompresso finisce sottocoperta e va ad incastrarsi sull'albero di trinchetto. Magari sbaglio, ma insomma mi sono fatto coraggio e anche qui nel Bethia ho fatto finire il bompresso sottocoperta. Sì è vero tra la base del bompresso e il trinchetto c'è un piccolo paiolato: non so se lo lascio o lo tolgo, con il bompresso che passa al di sotto non avrebbe molto senso, ma d'altronde contribuirebbe comunque a dare aria alla sottocoperta. Certamente sul ponte, là dove il bompresso va sotto, metterò le due grosse bitte e la cavigliera, perché è ovvio che contribuiscono a bloccare tutta la struttura, ma io penso che non fossero quelle il blocco principale, per così dire. NATURALMENTE SE AVETE DATI CHE CONFERMANO O CONTRADDICONO QUESTA SISTEMAZIONE, VI SARO' GRATO SE ME LI FORNITE (finché il bompresso non è montato si fa presto a rifarlo). per ora è tutto, ciao a presto Mi hanno appena segnalato, sul forum di modellismo+, questo link ad una corvetta di metà '700 e in particolare il post n. 197 http://modellistinavali.forumattivo.com/t2532p175-l-amarante-corvetta-12-cannoni-136-g-delacroix Modello molto bello, in scala "un tantino" più grande di questo e a vista (arsenale). Una nave abbastanza piccola da essere (parzialmente) comparabile con un mercantile. Il bompresso va sottocoperta e finisce su un robusto tavolone verticale tenuta in posto da due grossi bittoni (e dai rispettivi bagli , sopra e sotto). Non è chiaro se prosegue dietro fino al trinchetto ma forse no, se si osserva il foro di incastro del bompresso nel tavolone verticale (foro più piccolo del diametro del bompresso) in una foto precedente.L'insieme però ha l'aria assai più robusta di quello che potrebbe essere il semplice allestimento "sul ponte" del bompresso del Bethia/Bounty: per i bagli che bloccano la tavola, e quindi l'incastro, sia sopra che sotto; per l'altro grosso baglio che blocca ulteriormente il bompresso appena a proravia del tavolone di incastro (infine perché il bompresso entra in un foro sul dritto di prora, non è semplicemente appoggiato sopra, anche se questo poi conta poco nella resistenza complessiva).Che dire... in ogni caso, il bompresso finisce sottocoperta anche in quella nave Edited April 18, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted April 24, 2016 Qualche aggiornamento sul resto dell'alberatura (le misure di coffe e alberi sono quelle del libro di McKay). Nelle foto gli alberi sono semplicemente calati dentro gli alloggi ma non sono fissati ovviamente. Le foto sono autoesplicative, più o meno... E veniamo ora al problema del bompresso. Per scrupolo ho riesaminato la questione. I piani del Bounty sul sito web del NMM di Greenwich danno questo allestimento. La linea del ponte è quasi a livello del capodibanda e il bompresso finisce sopra il ponte, appunto come avevo descritto in precedenza. Nel medesimo sito del NMM di Greenwich ci sono diversi altri piani di mercantili. A dir la verità non li avevo guardati bene. Se si ingrandiscono, ecco quello che si vede in due di questi:(dettaglio di disegno di mercantile senza nome del 1790, tre alberi da 90 piedi) La linea del ponte di coperta è quella rossa sottile che corre orizzontale a livello delle landre. Il bompresso finisce sopra il ponte, a ridosso di due grosse bitte che, probabilmente, reggono il solito tavolone dove si incardina la base dell'albero. C'è infine un altro piano:(dettaglio di disegno di nave mercantile, Pilgrim, 1787, tre alberi da 90 piedi) La situazione è identica a quella della nave precedente.A questo punto sono costretto a fare il bompresso del Bethia come risulta dal disegno. Ma continuo ad avere tutti i miei dubbi sull'effettiva tenuta della struttura. Più ci penso e più sono convinto che dovessero riparare continuamente lo scasso alla base del bompresso. Comunque, ho rifatto tutto quanto. Intanto il blocco orizzontale della cavigliera tra i due bittoni. Per farla precisa, ho incollato tre pezzi di listello tagliati a misura su un altro listello intero (poi si liscia etc. infine tutta la struttura è verniciata). Qui c'è solo il foro della caviglia centrale. Qui è appoggiata sulla struttura a cui si incardina il bompresso. I due bittoni laterali hanno una carrucola (un tondino di plastica) all'interno. Appoggiato in posizione, a prua. ciao a presto Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted September 19, 2016 (edited) Sono rimasto molto indietro con questo wip, scusandomi con tutti cercherò di rimediare e aggiornarvi fino alla fine del lavoro :-) Ho messo le landre e dipinto tutto lo scafo con un fondo grigio a smalto come primer. Ho aggiunto le pompe di sentina e le cavigliere (le caviglie sono tondini di metallo, su cui poi aggiungo una goccia di vinavil in testa per simulare la forma corretta). Non avevo una ruota di timone abbastanza piccola e quella del kit Revell era decente dopo una ripulitura, così ho rifatto tutti i sostegni in plastica ed utilizzato la ruota del kit (anche la chiesuola è in plastica). Ho utilizzato un'anima di plastica (un tondino di sprue) e un rivestimento in carta indurita con attack e lisciata per costruire il camino della cucina, che nel Bethia è a sinistra del trinchetto (nel Bounty era a destra). Ovviamente le due parti (quella verticale e quella orizzontale) sono state fatte separatamente, poi incollate e connesse assieme con stucco e lisciatura. Ho abbozzato il diorama, con una parte di molo (dove troverà alloggio la rampa per il carico del carbone sulla nave) e un magazzino (anima in cartoncino, rivestimento con listelli di legno). A questo punto ho preparato la bacheca in plexiglass (era troppo grossa per farla in vetro). La parte esterna del molo è stata dettagliata con listelli (orizzontali) e tondini (verticali) in legno, seguendo disegni e dipinti di strutture d'epoca. Il "mare" del porto è cartoncino piuttosto alto (sia la nace che la lancia a prua a destra devono arrivare alla linea di galleggiamento, che per la nave, caricando carbone, è piuttosto alta) con le onde in gel acrilico. Il mare lo dipingo prima, per ridurre al minimo operazioni che potrebbero sporcare i modelli al momento di sistemarli sulla base (in ogni caso andranno "connessi" al mare con altro gel acrilico che sarà dipinto, ma sarà un lavoro minimo). Le due lanterne a prua sono in legno e metallo, saranno rifinite in plastica. Il Bethia con lo scafo dipinto. Ho scelto il nero (anche il blu era ammissibile) e il giallo ocra, perché sono i colori comuni alla marina inglese dell'epoca. Ho preferito il nero al posto del blu perché ho pensato che per una nave carboniera sarebbe stato più conveniente, così da nascondere lo sporco. La statua di prua davanti alla polena e alle serpi è ugualmente ocra, perché nel diario del cap. Blight (Bounty) si legge che la statua fu ridipinta in colori naturali per suo ordine, quindi nel Bethia doveva essere gialla. Nel prossimo post inserirò tutta l'alberatura Edited September 19, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
Squadrag54 Report post Posted September 19, 2016 veramente un bel lavoro. Share this post Link to post Share on other sites
pennabianca Report post Posted September 20, 2016 Carissimo Marcel complimenti per il lavoro Pennabianca Share this post Link to post Share on other sites
marinaru_ro Report post Posted September 20, 2016 Molto bello. Complimenti. Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted September 27, 2016 (edited) Grazie a tutti Continuo con l'alberatura. In scala 1:110 e per una nave così piccola è tutto abbastanza minuscolo, ma comunque si possono inserire molti dettagli. Tutti i bozzelli bianchi sono fatti in plastica perché non avevo niente di così piccolo con una forma decente (in ogni caso sono poi dipinti in nero). Il bompresso colorato con le briglie (B) e i venti (V) qui ancora non colorati. In questa fase ho aggiunto anche le (? come si chiamano ?) lamine che bloccano la ruota dentata dell'argano orizzontale. Per le attrezzature mi sono rifatto alla serie di articoli "La vela quadra" di Sergio Bellabarba e Giorgio Osculati, pubblicato molti anni fa sulla rivista "Navi e modelli di navi" di Vincenzo Lusci, utilizzando quel poco che c'è per le navi di settimo rango e il naviglio minore. Comunque, siccome non sono del tutto esaustivi, anche i modelli del Bounty presenti sul sito del Museo di Greenwich, insieme a quelli di qualche altro mercantile di fine '700, possono essere utili. Ho messo le candelizze (una coppia per ogni albero) e le sartie basse. Le bigotte sono accessori in legno da 3 mm di diametro. Quelle per i paterazzi e per le sartie di gabbia saranno da 2 mm. Prima di dimenticarmene ho inserito tutte le attrezzature della timoneria... Ma ho tolto e ripulito dietro le lanterne, perché montarle a questo punto è sbagliato, danno troppo fastidio. Le rimonterò in fondo al lavoro. Ho messo gli stragli e i controstragli (il controstraglio di maestra arriva solo fino al trinchetto), le sartie di gabbia e quelle di velaccio. Per finire per il momento, un abbozzo del diorama finale. Edited September 27, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted October 2, 2016 (edited) Continuiamo... ho montato le ragne sui controstragli (frecce gialle) e i bozzelli delle drizze di trinchetto e maestra (frecce rosse), anche questi da dipingere in nero. Stando al succitato articolo di Bellabarba e Osculati, per il naviglio minore di questo arco temporale le 2 drizze partivano dal colombiere per scendere ad un bozzello doppio sul pennone, poi risalivano al bozzello singolo controlaterale e scendevano al ponte. Lo stesso accadeva per le gabbie. Sui modelli del Bounty del Museo di Greenwich la disposizione è la medesima. I bozzelli delle drizze sono sostenuti da legature controlaterali (frecce rosse) "alla maniera" inglese. Nel diorama volevo inserire anche una imbarcazione in acqua: così, seguendo la filosofia iniziale del modello (partire da un kit in plastica per invogliare altri modellisti a provare a costruire, in seguito, un modello completamente in legno), ho utilizzato lo scafo di quella del kit Revell, dettagliandolo poi in legno (con scalmi e barra del timone in plastica). Passiamo alle vele. Per cominciare, nella filosofia di cui sopra, ho utilizzato i pennoni del kit Revell, dopo averli lisciati, verificato la lunghezza e riattrezzati con i bozzelli giusti delle manovre al pennone. Qui sotto alcuni, poi da dipingere interamente in nero. Per chi non se la sente di complicare a questo punto, si può montare i pennoni a secco (di vele). Non è una soluzione scorretta, ma solo se in modello non è inserito in un diorama o, nel caso, se è mostrato durante una sosta molto lunga (allora smontavano le vele). Nel diorama che ho immaginato io la nave sta caricando carbone e poi riparte, quindi le vele è meglio metterle. Questo comporta qualche difficoltà di resa realistica, perché il modello è troppo piccolo per usare la stoffa. Le vele in plastica del kit Revell è meglio buttarle via. Siccome avevo già provato in precedenza, ho deciso di usare la pellicola trasparente per cucina che, incollata con il vinavil, può essere modellata in minuscole piegoline in scala. Per aumentare il peso, ho aggiunto dei pezzettini di armi (qui sono lance) in piombo di figurini 27 mm, ma si può usare qualsiasi altra cosa. Il risultato sono dei "salsicciotti" da legare provvisoriamente al pennone fino ad asciugatura del vinavil (qualche giorno), così che mantengano la forma. Poi si dipinge tutto. A differenza di quanto si farebbe su un modello in legno con vele di stoffa, è meglio inserire i marciapiedi a questo punto, dopo aver verniciato tutto, così da lasciarli puliti. Anche le manovre alle vele (mure, scotte, boline, carica etc.) è meglio aggiungerle ora incollandole alla vela (e ritoccando con il trasparente opaco ovviamente). I punti di arrivo delle manovre sulle cavigliere o sulle gallocce sono poi "rifiniti" (diciamo così...) con una serie di cordami. Le boline delle varie vele hanno bozzelli troppo minuscoli anche per farli in plastica, così li ho semplicemente simulati con una goccia di vinavil (qui ancora non dipinta in nero). L'andamento delle boline (e di tutto il resto... sob) è diverso per le varie vele (e anche per le varie marine e le varie epoche... è inevitabile fare riferimento a testi affidabili, come appunto l'articolo di cui parlavo prima). Ora qui non posso discutere dell'andamento di ogni manovra, ma se ci sono domande cercherò di rispondere. A questo punto, dopo aver sistemato le manovre sui ponti, ho messo anche mure, scotte e bracci dei pennoni bassi, almeno sul lato destro. Su quello sinistro, essendo affiancato al molo e dovendo mettere la rampa per il carico del carbone, ho preferito aspettare e prendere le misure sulla rampa già fatta. Qui è tempo di fare la rampa e lo scivolo, in legno, ispirati alla stampa inserita al post n. 9 di questo wip. E' piuttosto grande, ma appunto sulle stampe d'epoca queste rampe sono grandi. Una foto d'insieme del diorama, con la rampa appoggiata sul molo. Finisco il post con il nome della nave. Ho utilizzato una decal gentilmente fattami da kicco64, del forum di modellismo+. Dal momento che mai nessuno ha raffigurato il nome del Bethia da qualche parte, colore e font sono ispirati a quelli di altre navi inglesi di fine '700. Edited October 2, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
Squadrag54 Report post Posted October 4, 2016 un lavoro stupendo, non ero a conoscenza del uso della pellicola trasparenti per le vele, gentilmente puoi dettagliarlo meglio?. grazie. Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted October 4, 2016 (edited) al post n. 5 di questo wip puoi vedere il mio primo tentativo di utilizzo della pellicola (il Beagle, sempre Revell: ponte e alberatura sono in legno). In quel caso avevo dipinto le vele prima di montarle, ma le "piegoline" non erano venute benissimo perché la vela era diventata troppo rigida. Così in questo secondo tentativo ho provato a incollarle prima, e infatti le pieghe sono buone, e dipingerle dopo. Il che significa anche che, per il momento, sono in grado di fare vele ammainate con la pellicola, ma non ho ancora trovato un sistema per replicare in modo gradevole una vela almeno parzialmente spiegata. Per quanto ne so, l'utilizzo della pellicola per le vele è una cosa mia originale, non ho mai visto niente del genere altrove. Comunque, non posso escludere che la pellicola sia stata usata almeno per fare teli di copertura o simili, dal momento che in precedenza questo era l'uso che ne facevo anche io. La tecnica è del tutto empirica. Prima taglio un quadrato di pellicola piuttosto grande e lo incollo al pennone con il vinavil. Si arrotola la pellicola con un po' di vinavil all'interno, in modo da mantenerla morbida, io tendo ad arrotolare verso il centro della vela, per dargli la forma che vedi nelle foto (più massa al centro). Ho aggiunto un peso nella massa centrale per far calare un pochino meglio il pennone, che qui è di plastica e pesa niente. Poi ho legato per fare il "salsicciotto" che ho mostrato sempre in foto. Eventualmente si può fare qualche piccolo foro con un ago nella pellicola per agevolare l'asciugatura, che richiede diversi giorni. La vela a questo punto si può modellare con la punta delle pinzette, le pieghe vengono come vuoi, basta farci un po' di pratica. Una volta asciugata la colla, tolgo le legature provvisorie e dipingo, prima con smalto, poi ad acrilico. Faccio le ombreggiature semplicemente con lavaggi leggeri ripetuti sempre più in basso. Ogni tanto riprendo un poco a pennello secco con toni più chiari. Infine dipingo i ferzi con un pennello sottile, uno 0 va bene. Anche le legature della vela al pennone sono dipinte. A questo punto metto le legature definitive. Poi si può incollare i marciapiedi, poi le manovre alle vele, infine si riprende con trasparente opaco. Edited October 4, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
Squadrag54 Report post Posted October 5, 2016 Grazie della spiegazione mi eserciterò Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted October 17, 2016 Ho aggiunto l'ancora di sinistra, è un accessorio in metallo bianco per modellismo navale (ma non ricordo la marca, le avevo nelle mie rimanenze), leggermente modificata nella forma per renderla più simile all'ancora del Bounty (come conservata a Pitcairn, presumendo che avesse le medesime ancore del Bethia), mentre l'ancora di destra sarà calata in acqua. Le boe di grippia delle ancore sono in legno. Si noti che la nave e la scialuppa sono ora incollate alla base e "collegate" al mare con la necessaria quantità di gel acrilico (da riverniciare). Tutto viene poi ricoperto da due mani di vernidas. Per l'imbarcazione ho preparato un altro "salsicciotto" di pellicola per alimenti incollata con vinavil, per fare la vela. Le legature sono provvisorie, finché non asciuga la colla. Il carrello del carbone da sistemare sulla rampa è di cartoncino e legno. Il carbone è ghiaia per fermodellismo. La rampa dipinta. tra i vari sistemi (complicati) illustrati nei disegni d'epoca ho scelto il sistema più semplice possibile per manovrare lo scivolo: due paranchi per tirarlo indietro e un paranco sullo straglio di maestra della nave per tirarlo in avanti fin sopra il boccaporto della stiva. I figurini del kit Revell sono brutti e solo 5, ma ho cercato di tirarci fuori qualcosa di gradevole. Il tizio con il tricorno l'ho dipinto con colori civili: non ho idea se i comandanti delle navi carboniere avessero una divisa propriamente detta, così ho preferito metterlo a terra. Ho cominciato anche a fare le bandiere, in carta dipinta ad acrilico. Per le insegne ho seguito le indicazioni date da Timothy Wilson nel suo libro "Flags at sea" ( https://www.amazon.com/Flags-at-Sea-Timothy-Wilson/dp/155750296X ) a proposito delle navi mercantili di metà '700. Ed ecco il diorama completato. Nel prossimo post inserirò alcune foto più di dettaglio del diorama. Ciao a tutti Share this post Link to post Share on other sites
Ocean's One* Report post Posted October 18, 2016 Lavoro eccelso, Marcel. Complimenti! Dai, deliziaci con le foto dei particolari... Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted October 21, 2016 (edited) Ecco qualche altra foto finale. Una precisazione. In varie foto (anche qui sotto) si sarà notato che mancano i paranchi di terzaruolo sulle gabbie. Il fatto è che non ho la minima idea se navi così piccole avessero questa manovra oppure no, così non l'ho messa. Edited October 21, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
marinaru_ro Report post Posted October 22, 2016 Bellissimo!!!!! Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted October 27, 2016 (edited) Grazie :-) Ora qualche foto per concludere il lavoro. E per finire un grazie a tutti quelli che hanno seguito questo lavoro :-) Spero, come ebbi a dire all'inizio di questo wip, che chi fino ad oggi ha fatto solo navi esclusivamente in plastica possa essere invogliato a provare qualche strada alternativa, almeno parzialmente in legno come questo Bethia, oppure perché no completamente in legno. Edited October 27, 2016 by marcel Share this post Link to post Share on other sites
Ocean's One* Report post Posted October 28, 2016 Eccola!!! La meravigliosa ultima foto in b/n! È la mia preferita. Ne avevi già postata una simile in un tuo precedente lavoro, e anche qui il realismo raggiunge livelli impressionanti. Grazie di averci reso partecipi del tuo operato, e complimenti ancora. Share this post Link to post Share on other sites
Iscandar Report post Posted October 28, 2016 Complimenti Marcel.... Share this post Link to post Share on other sites
bussolino Report post Posted October 30, 2016 Da base artica,i marco. Complimenti davvero un lavormo notevole sia per idee che realizzazione e spiegazioni. Continua a dare tuoi lavori in visione. Saluti marco. Share this post Link to post Share on other sites
Squadrag54 Report post Posted November 3, 2016 i miei più vivi complimenti Share this post Link to post Share on other sites
marcellodandrea Report post Posted November 10, 2016 Grazie a tutti, a cominciare da chi mi ha fornito il materiale documentario sul Bethia (vi ricordo che è nel libro sul Bounty della serie "Anatomy of the ship") e a tutti gli altri che hanno seguito, commentato, criticato, dato suggerimenti etc. :smile: Share this post Link to post Share on other sites