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Navi E Poltrone


pacelle

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Buonasera a tutti i Comandanti,

ho comprato su internet, in ottime condizioni, il libro di Antonino Trizzino " Navi e poltrone", in cui si leggono cose veramente disdicevoli, nei confronti dei vertici della Regia Marina durante la II G.M.

Mi piacerebbe sapere se le cose sono andate veramente in questo modo.

 

grazie e saluti.

Pacelle :Italy:

 

p.s. ho cercato nel forum ma non ho trovato nulla.

 

 

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Io non l'ho letto...

ma, non me ne hanno parlato bene... e mi fermo quì. :rolleyes::angry:

Forse, devi riformulare la domanda... tipo: Mi potreste consigliare un libro (o più di uno) che mi racconti cosa (realmente) ha fatto la Marina nel corso della WWII?? O meglio: Cosa hanno fatto gli Uomini (Ufficiali, Sottufficiali e Marinai) della nostra Marina per essere passati dalla storia alla legenda??

Sono sicuro che ti si aprirà un mondo... :smile:

Buon divertimento

Navy :smile:

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In sostanza... no.

Trizzino era un giornalista postfascista (peraltro - vado a memoria - arrabbiato con le forze armate da quando, nel 1938, era stato espulso dalla Regia Aeronautica a seguito di una disputa sulla paternità dell'invenzione di un apparato per il lancio di siluri da aerei), che s'inserì in una corrente nata ai tempi della Repubblica Sociale Italiana, quando la propaganda mussoliniana, per giustificare la sconfitta - semplicemente dovuta all'inferiorità industriale italiana rispetto agli Alleati, ed alla palese disparità di forze in campo - di quella guerra avventata lanciata nel 1940 da chi s'illudeva di finire in fretta, e poi invece protrattasi per tre anni con le conseguenze che sappiamo, si inventò che la sconfitta fosse dovuta al tradimento dei vertici delle forze armate, e specialmente di quelli della Marina.

Trizzino dà a intendere, nel libro, che spie italiane rivelassero ai britannici informazioni su rotte ed orari dei convogli italiani: ma vent'anni dopo, grazie all'apertura degli archivi britannici, si seppe che queste informazioni non erano frutto di spie, ma di intercettazione e decifrazioni dei messaggi italiani e tedeschi, da parte dell'organizzazione britannica "ULTRA".

Anche così, comunque, va rimarcato che le perdite tra il naviglio furono elevate, ma l'86 % dei rifornimenti inviati in Libia (tra cui l'80 % del carburante) ed il 91 % del personale vi giunsero a destinazione nonostante gli attacchi. (Ed anche il 71 % dei materiali e 93 % del personale mandato in Tunisia). Vi furono periodi estremamente critici: il periodo ottobre-dicembre 1941, quando la temporanea cessazione dei bombardamenti su Malta permise ai britannici di potenziarne i mezzi offensivi, con anche una forza navale di superficie (la Forza K) che inflisse pesantissimi danni (nel novembre 1941 le perdite dei carichi inviati sfiorarono il 70 %, percentuale mai raggiunta né prima né dopo); ed il periodo dal novembre-dicembre 1942 alla caduta della Tunisia, quando la preponderanza dei mezzi aeronavali britannici ed anche statunitensi, nonché le nuovi basi conquistate dagli Alleati nel Nordafrica francese, permisero agli angloamericani di sottoporre i convogli italiani ad un martellamento pressoché ininterrotto. Ma vi furono anche periodi in cui le perdite furono pressoché nulle (dal giugno 1940 alla primavera del 1941, ed i primi mesi del 1942) o estremamente contenute (la primavera-estate del 1941 e l'estate del 1942).

Trizzino, e gli autori che hanno scritto nella sua scia (tanto per esempio, Pietro Baroni ed Alfio Caruso), sono semplicemente disonesti nell'esposizione dei fatti, perché evidenziano le perdite, ma non menzionano mai quali e quante navi, nello stesso periodo, giunsero invece a destinazione intatte. Le critiche poi mosse sono spesso fini a se stesse: uno stesso autore critica un convoglio fatto scortare "solo" da qualche cacciatorpediniere e torpediniera perché (secondo lui) insufficienti, e poi critica anche quando a protezione dei convogli venivano invece fatte uscire in mare corazzate ed incrociatori, perché così si consumava carburante (se non va bene né una cosa né l'altra, verrebbe da pensare, cosa si dovrebbe mai fare?).

La condotta di un ammiraglio come Brivonesi è più criticabile per imperizia che non per "tradimento". Da notare che Brivonesi fece una pessima figura contro i britannici, col convoglio "Duisburg", e poi ne fece una analoga contro i tedeschi (quando a La Maddalena, dopo l'armistizio, venne catturato da un reparto tedesco inferiore a quello da lui comandato): si era venduto ad entrambi i contendenti, o più semplicemente non aveva grandi qualità come ammiraglio? (Non me ne vogliano, ma i fratelli Brivonesi hanno congiuntamente causato più danni di Cunningham...)

Modificato da LColombo
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Mi piacerebbe sapere se le cose sono andate veramente in questo modo.

 

p.s. ho cercato nel forum ma non ho trovato nulla.

NAVI & POLTRONE è recensito in Biblioteca.

 

Le cose andarono come descritto nel libro? Trattandosi di un' opera del 1952 molti documenti non eran ancora stati scoperti e/o divulgati per cui il libro è superato. anche se ancora interessante.

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Io, e credo tutti quelli della mia stessa generazione (sono nato nel 1947) abbiamo trascorso gli anni '60 e '70 consultando sempre la rivista AVIAZIONE & MARINA e libri come NAVI E POLTRONE, SETTEMBRE NERO e TRAMONTO DI UNA GRANDE MARINA.

Ricordo un numero speciale del NOTIZIARIO DELLA MARINA, sempre anni '60, su cui l'allora Capo di Stato Maggiore, in polemica con un autore, così iniziava il suo editoriale.

"Una Grande Marina non tramonta mai........"

 

Se interessa lo ritrovo in archivio perchè era una ufficiale risposta alle polemiche innescate.

Cordialità

Peppe - F21

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Tra l'altro questi testi (come detto sopra, di matrice ideologica più che storica) propagandano all'interno dell'Italia molti luoghi comuni della propaganda di guerra anglosassone, oltre a non essere frutto di ricerca storica. La semplice esistenza di ULTRA, notizia della fine anni '70 relega tutto quanto si è scritto come "spiegazione" dei fatti a livello di aneddoto. Potresti leggere il Sadkovtch "the italian navy in world war II" e pensare che stanno parlando di due conflitti diversi :D.

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In sostanza... no.

Trizzino era un giornalista postfascista (peraltro - vado a memoria - arrabbiato con le forze armate da quando, nel 1938, era stato espulso dalla Regia Aeronautica a seguito di una disputa sulla paternità dell'invenzione di un apparato per il lancio di siluri da aerei), che s'inserì in una corrente nata ai tempi della Repubblica Sociale Italiana, quando la propaganda mussoliniana, per giustificare la sconfitta - semplicemente dovuta all'inferiorità industriale italiana rispetto agli Alleati, ed alla palese disparità di forze in campo - di quella guerra avventata lanciata nel 1940 da chi s'illudeva di finire in fretta, e poi invece protrattasi per tre anni con le conseguenze che sappiamo, si inventò che la sconfitta fosse dovuta al tradimento dei vertici delle forze armate, e specialmente di quelli della Marina.

Trizzino dà a intendere, nel libro, che spie italiane rivelassero ai britannici informazioni su rotte ed orari dei convogli italiani: ma vent'anni dopo, grazie all'apertura degli archivi britannici, si seppe che queste informazioni non erano frutto di spie, ma di intercettazione e decifrazioni dei messaggi italiani e tedeschi, da parte dell'organizzazione britannica "ULTRA".

Anche così, comunque, va rimarcato che le perdite tra il naviglio furono elevate, ma l'86 % dei rifornimenti inviati in Libia (tra cui l'80 % del carburante) ed il 91 % del personale vi giunsero a destinazione nonostante gli attacchi. (Ed anche il 71 % dei materiali e 93 % del personale mandato in Tunisia). Vi furono periodi estremamente critici: il periodo ottobre-dicembre 1941, quando la temporanea cessazione dei bombardamenti su Malta permise ai britannici di potenziarne i mezzi offensivi, con anche una forza navale di superficie (la Forza K) che inflisse pesantissimi danni (nel novembre 1941 le perdite dei carichi inviati sfiorarono il 70 %, percentuale mai raggiunta né prima né dopo); ed il periodo dal novembre-dicembre 1942 alla caduta della Tunisia, quando la preponderanza dei mezzi aeronavali britannici ed anche statunitensi, nonché le nuovi basi conquistate dagli Alleati nel Nordafrica francese, permisero agli angloamericani di sottoporre i convogli italiani ad un martellamento pressoché ininterrotto. Ma vi furono anche periodi in cui le perdite furono pressoché nulle (dal giugno 1940 alla primavera del 1941, ed i primi mesi del 1942) o estremamente contenute (la primavera-estate del 1941 e l'estate del 1942).

Trizzino, e gli autori che hanno scritto nella sua scia (tanto per esempio, Pietro Baroni ed Alfio Caruso), sono semplicemente disonesti nell'esposizione dei fatti, perché evidenziano le perdite, ma non menzionano mai quali e quante navi, nello stesso periodo, giunsero invece a destinazione intatte. Le critiche poi mosse sono spesso fini a se stesse: uno stesso autore critica un convoglio fatto scortare "solo" da qualche cacciatorpediniere e torpediniera perché (secondo lui) insufficienti, e poi critica anche quando a protezione dei convogli venivano invece fatte uscire in mare corazzate ed incrociatori, perché così si consumava carburante (se non va bene né una cosa né l'altra, verrebbe da pensare, cosa si dovrebbe mai fare?).

La condotta di un ammiraglio come Brivonesi è più criticabile per imperizia che non per "tradimento". Da notare che Brivonesi fece una pessima figura contro i britannici, col convoglio "Duisburg", e poi ne fece una analoga contro i tedeschi (quando a La Maddalena, dopo l'armistizio, venne catturato da un reparto tedesco inferiore a quello da lui comandato): si era venduto ad entrambi i contendenti, o più semplicemente non aveva grandi qualità come ammiraglio? (Non me ne vogliano, ma i fratelli Brivonesi hanno congiuntamente causato più danni di Cunningham...)

Complimenti Comandante Colombo ....mirabile sintesi ...almeno per me

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