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Cento Anni Fa La Tragedia Del Benedetto Brin


chimera

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Alle 08.00 del 27 settembre 1915 la città di Brindisi, il cui porto era divenuto uno dei tre strategicamente più importanti per la condotta della guerra marittima in Adriatico, fu scossa da una tremenda esplosione.

 

Dalla zona poppiera corazzata pre-Dreadnought Benedetto Brin, alla fonda nel porto esterno della città pugliese, fu vista levarsi una colonna di fumo bianco-giallastro alta quasi 200 metri, mentre la torre poppiera da 305 mm, insieme all'albero e al fumaiolo della zona posteriore della nave, venivano proiettati in mare, insieme a centinaia di altri detriti di dimensioni minori, dalla violentissima esplosione.

 

In pochi minuti la nave si adagiò su fondo con l'acqua all'altezza dei pezzi da 152 mm che risultavano completamente sommersi. Della parte poppiera, completamente sfasciata dall'esplosione niente emergeva dalla superficie del mare.

 

Ecco le minute originali dei primi rapporti che l'ammiraglio Presbitero, comandante in capo della seconda Squadra, inviò al Ministero della Marina nell'immediatezza del grave sinistro:

 

DSC02890_zps4ddufhqz.jpg

 

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(Fonte: U.S.M.M. - Ufficio Storico della Marina Militare)

 

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(Fonte: U.S.M.M. - Ufficio Storico della Marina Militare)

 

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L'istante dell'esplosione a bordo del Brin ripresa da bordo della torpediniera francese 309 (Fonte: fototeca U.S.M.M.)

 

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ll Brin adagiato sul fondo con l'incendio causato dall'esplosione che sta ancora ardendo. A lato l'unità gemella Regina Margherita. (Fonte: fototeca U.S.M.M.)

 

Nel disastro perirono, oltre al contrammiraglio Ernesto Ferdinando Rubin de Cervin, comandante della 6ª divisione, anche il comandante dell'unità, capitano di vascello Gino Fara Forni, e altri 454 tra ufficiali sottufficiali e marinai oltre che un civile.

 

Onoriamo dunque, oggi, la memoria di quei valorosi marinai, al cui sacrificio va tributato lo stesso rispetto e devozione attribuito ai molti altri che ebbero il più luminoso destino di cadere in battaglia fronte al nemico.

 

Per non dimenticare.

 

C.

Modificato da chimera
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Mi scuso per non aver potuto inserire prima di quest'ora il mio pensiero...

Grazie Chimera per i documenti eccezionali che hai inserito... :smiley19::smiley19:

Onori a quanti perirono in quel disastro...

:Italy: :Italy:

 

 

P.S. Nella Cronistoria documentata della guerra marittima italo-austriaca, che tu sappia, si parla del Brin e del Leonardo Da Vinci? nel caso, su quale fascicolo?

Modificato da Visitatore
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onori hai caduti.

ieri è stato pubblicato un piccolo articolo sull'affondamento.

http://www.cefalunews.net/2014/?id=46796

 

L’affondamento della Benetto Brin.

il 27 settembre 1915, affondava all’interno del porto di Brindisi la nave da battaglia Benetto Brin, la guerra era iniziata da quattro mesi e anche se alcune località della costa pugliese erano state bombardate dalle navi Austriache, queste non osavano avvicinarsi alla citta in quanto in quel porto, vi era una forte concentrazione di navi militari Italiane, Inglesi e Francesi impegnate nel blocco del Canale d’Otranto al fine di evitare il passaggio della flotta nemica in Mediterraneo. Quella mattina, verso le 8.00 mentre chi era libero da impegni, si portava sul lungomare cittadino, per assistere al rito dell’alzabandiera, rito suggestivo, in quanto dalle navi ammiraglie delle rispettive flotte intonavano i rispettivi inni nazionali a cui seguivano le marce d’ordinanza, proprio mentre questo rito aveva inizio, si ode una violenta deflagrazione, con l’innalzarsi di una grossa colonna di fumo. I testimoni, intravedono fra questa, la torre poppiera scaraventata in aria e ricadere in acqua mentre altri pezzi della nave, ricadono tutto intorno. Al dissiparsi del fumo, si vede la nave da battaglia Benedetto Brin, che affonda lentamente nelle acque del porto, data l’ora, tutti i 943 uomini dell’equipaggio si trovavano a bordo, nell’esplosione ne muoiono 456, compresi 23 ufficiali fra cui il comandante della Nave Capitano di Vascello Gino Fara Forni ed il comandante della Divisione navale NAVI SCUOLA. Contrammiraglio Ernesto Rubin de Cervin. Subito iniziano i soccorsi, rimorchiatori, le lance delle navi in porto, si avvicinano alle nave ed ispezionano le acque del porto per evacuare i feriti e recuperare le salme dei caduti, le centinaia di feriti, vengono trasportati presso il Grande Albergo Internazionale, approntato per l’occasione in ospedale militare. Il comandante della piazzaforte, Vice Ammiraglio Ettore Presbitero, ordina l’uscita dei cacciatorpediniere, per cercare l’eventuale sommergibile nemico che ha provocato la tragedia, ricerca vana, in quanto le ostruzioni retali del porto, risultano chiuse ed ad un ispezione dei palombari completamente integre. Si avanzò allora la possibilità di un atto di sabotaggio causato dalla rete di spionaggio austriaca, che reclutava civili ripagandoli ampiamente dei servigi resi. Cosa che portò il servizio informazioni della Regia Marina a effettuare il famoso colpo di Zurigo. I caduti, molti dei quali irriconoscibili, furono sepolti presso il cimitero di Brindisi, in una apposita zone dedicata ai caduti di guerra.

La corazzata Benetto Brin, era la seconda unità della classe Regina Margherita, una delle ultime pre-Dreadnuoght, costruite per la Marina Italiana e progettate dallo stesso Brin, fu impostata nel 1899, varata nel 1901 ed entrata in servizio il 1° aprile 1906, dislocava a pieno carico 14.574 tonnellate, era lunga f.t. 138.8 metri, la larghezza a centro nave era di 23.8 metri ed aveva un immersione di 8.9 metri. L’apparato motore era composto da 28 caldaie alimentate a cardone, che fornivano vapore a due motrici alternativa a triplice espansione della potenza di 2000 CV, che tramite le due eliche permettevano una velocità massima di 20 nodi, 1000 tonnellate di carbone, gli assicuravano un autonomia di 10.000 miglia a 10 nodi. La nave era protetta da una corazzatura di 150mm sul piano verticale ed al torrione, 80mm sul piano orizzontale, mentre le artiglierie erano protette da ben 220mm di acciaio. L’armamento era composto da 4 cannoni da 305/40 Mod.1901, alloggiati in torri corrazzate una a prua ed una a poppa ( armamento principale), 4 cannoni da 203/45 Mod.1897, alloggiati in casematte in coperta, 12 cannoni ( sei per lato) da 152/40 Mod. 1892, alloggiati nel ridotto lungo le fiancate, per la difesa antisiluranti la nave era dotata di: 20 pezzi da 76/40 Mod.1897, disposti parte nel ridotto e parte in coperta, 2 pezzi da 47/40 modello Hotchkiss, due pezzi da 37mm QF1 e due mitragliere. Completavano l’armamento 4 tubi lanci siluri da 450mm, due sopra e due sotto la linea di galleggiamento. L’equipaggio era formato da 797 uomini, ma poteva arrivare a superare i 900, nel caso la nave fosse impiegata come comando complesso.

La nave partecipò alla guerra Italo-Turca, come ammiraglia della 2^ squadra navale, partecipò ai bombardamenti di Tripoli, Dardanelli, Tobruch. Squadre da sbarco formate dai suoi marinai, concorrono all’occupazione di Rodi e Tobruch e Bengasi.

Allo scoppio della 1^ Guerra Mondiale, l’unità viene inviata a Brindisi, come ammiraglia della Squadra delle navi scuola. Dopo l’esplosione, la nave, viene riportata a Galleggiare, ma gli eccessivi danni ne sconsigliano la rimessa in servizio.

La campana della corazzata, recuperata dalle acque del porto, è stata posta nel Monumento Nazionale ai Marinai di Brindisi, assieme ad una targa che ricorda i caduti della nave.

Benetto Brin, fu una importante figura per la Marina post unitaria. Nasce a Torino il 17 maggio 1833,laureatosi in ingegneria non ancora ventenne, entra nella Marina Sarda nel 1853, con il grado di allievo ingegnere, su interessamento di Cavour, viene inviato per due anni a Parigi presso la scuola di applicazione del genio marittimo. Dal 1863 al 1876, lavora come consulente delle costruzioni navali presso i vari ministri della Marina, in questo periodo, progetta le corazzate della classe Duilio e Italia e Lepanto. Dal 1876, fino alla sua morte 24 maggio 1898, ricopre ripetutamente il ruolo di Ministro della Marina, in questi anni, il Brin, unisce i due istituti di formazione degli ufficiali della Regia Marina, facendo nascere l’Accademia di Livorno. Si adopera per l’affrancamento dalle industrie private estere, sviluppando l’industria nazionale, prima con le acciaierie di Terni e poi con lo stabilimento Amstrong di Pozzuoli, per la fabbricazione dei cannoni, sviluppa inoltre i cantieri Navali presenti sul territorio nazionale e l’Ansaldo per la costruzione delle caldaie. Quindi ben si capisce perché la Marina gli rese omaggio intitolandogli la seconda corazzata da lui progettata, impostata ad un anno dalla sua morte.

Bibliografia:

Navi e Mariani

Storia della Marina (Fabbri Editori)

notiziario Centro studi tradizioni Nautiche N°37 (settembre 2015)

sito Marina Militare.

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Bell'articolo ! Peccato per quel refuso che non credo proprio sia tuo ma dei correttori di bozze automatici ....

...due motrici alternativa a triplice espansione della potenza di 2000 CV...

Modificato da danilo43
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Nella nostra Pozzuoli il centenario è stato ricordato intensamente con varie manifestazioni.

a - mostra presso il Polo Culturale Palazzo Toledo;

b - benedizione e lancio corona in mare:

c - cerimonia liturgica in cattedrale;

d - articoli commemorativi, tra cui uno mio su vari fogli: http://giuseppe-peluso.blogspot.it/search/label/73%20R.N.%20Benedetto%20Brin

e - manifesti congiunti comune di Pozzuoli e comune di Brindisi: http://www.palazzotoledo.comune.pozzuoli.na.it/images/pdf/informaticomultimediale/Manifesto%20comuni%20di%20Brindisi%20e%20Pozzuoli.pdf

f - manifesti comune Pozzuoli e Associazione Naz Marinai; http://www.palazzotoledo.comune.pozzuoli.na.it/images/pdf/informaticomultimediale/Manifesto%20marinai%20dItalia.pdf

g - varie altre commemorazioni

 

Ciao. Peppe - F21

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visitando il sito della Marina Militare, ho riscontrato che l'affondamento della Brin, viene riportato in data 26 settembre, qualcuno può segnalare la cosa?

 

Come ho già riferito in bassa frequenza all'amico Squadrag, mi anno assicurato che l'artico è già stato corretto... non solo, credo che sia stato anche in parte (se non tutto) sostituito con uno di diversa veduta della immane tragedia...

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