danilo43* Inviato 24 Agosto, 2015 Segnala Share Inviato 24 Agosto, 2015 (modificato) Quella che riporto a seguire è parte di un capitolo de “la Marina Italiana di Napoleone” di V.Ilari e P. Cruciani. Viene spontaneo un raffronto con i fatti purtroppo di attualità.Per chi volesse leggere il testo dell'intera opera, a mio avviso di grande interesse in quanto, oltre al particolare contesto storico, rappresenta i prodromi di altre più moderne marinerie, ho risistemato il pdf peraltro reperibile on line, massacrato però da un sistema automatico di copiatura ocr, privo di revisione.E' a disposizione di chi sia interessato e me ne farà richiesta.......Gli ufficiali caduti, decorati, fucilati e prigionieri Manca un elenco completo degli ufficiali caduti. Tra i morti della battaglia di Lissa ne figurano almeno tre, l'insegna Pietro Matticola di Perasto e il tenente di fregata Giovanni Michiavich caduti a bordo della fregata Corona e l'eroico comandante della fregata Bellona, tenente di vascello Giuseppe Antonio Duodo di Codroipo, figlio di un ebreo convertitosi nel 1743 e già primo pilota sulla Fama, la nave che nel 1792 aveva riportato a Venezia le spoglie di Angelo Emo. Cadde eroicamente nel 1812, al comando del brick Mercurio, anche il tenente di vascello Giovanni Palicucchia. Furono insigniti del cavalierato della Corona Ferrea dieci ufficiali di stato maggiore: Paolucci (il 1° maggio 1806), Tizian (22 agosto 1809), Costanzi e Rodriguez (8 febbraio 1810), Duodo, Pasqualigo e Palicucchia (7 novembre 1810) e gli ufficiali dei marinai della Guardia Reale Tempie (24 agosto 1812) e Alberti e Marsi (12 febbraio 1813). Numerosi ufficiali, incluso Duodo per la resa del Nettuno, furono deferiti al consiglio di guerra, ma soltanto due, il tenente di fregata Pietro Stalimeni e l'alfiere di vascello ausiliario Simone Abeille furono fucilati il 10 marzo 1809 a Venezia per aver abbandonato al nemico il brick Ortensia. Nel 1809 erano prigionieri degli inglesi o liberati sulla parola 16 ufficiali (1 capitano e 3 tenenti di vascello, 2 tenenti di fregata, 7 alfieri di vascello trattenuti e 5 ausiliari) catturati a bordo delle navi Fried/and, Ronco, Nettuno, Teulie e delle scialuppe cannoniere Saffo e Leda. Tra costoro erano Paolucci, Duodo, Ulloa, L'Espine e sette francesi, uno dei quali ausiliario. Catturato il 26 marzo 1808 presso Fano dal vascello Standard, condotto a Malta e tenuto perfino, per qualche tempo, a bordo dei pontoni, Paolucci dichiarò di non voler fuggire, ma in seguito, avendo il governo italiano negato ogni possibilità di scambio, ottenne dagli inglesi il permesso di recarsi in Italia a curare il proprio scambio, impegnandosi a tornare a Malta in caso di insuccesso. Rientrato il 27 gennaio 1812, la sua liberazione fu negoziata da Duperre con il contrammiraglio Freemantle, comandante delle forze inglesi in Adriatico, e conclusa contro il rilascio di 15 prigionieri inglesi.Ammirato dall'eroico comportamento di Pasqualigo, comandante della fregata Corona a Lissa, già il 19 aprile 1811 il viceré incaricò il ministro di informare la consorte dell'ufficiale catturato dagli inglesi che intendeva occuparsi personalmente della sua liberazione. II 19 maggio fu formalmente proposto lo scambio col generale Samuel Graham (da non confondere col più famoso sir Thomas). In attesa della decisione del governo inglese, il comandante a Malta accordò a Pasqualigo il permesso di rimpatriare via Lissa e a proprie spese assieme a due aspiranti, a condizione di rientrarvi se entro sei mesi non si fosse provveduto allo scambio. II 27 luglio il viceré ne dava notizia all'imperatore, rimettendogli il rapporto di Pasqualigo sulle forze nemiche a Malta, nelle Ionie e in Adriatico e chiedendogli di promuoverlo capitano di vascello e di consentire il rilascio, alle medesime condizioni, di tre inglesi detenuti in Italia e richiesti dal comandante inglese. Pasqualigo rimase a Venezia anche se alla fine di novembre arrivo la notizia che gli inglesi avevano rifiutato lo scambio con Graham ... Cose d'altri tempi ... Modificato 24 Agosto, 2015 da danilo43 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
malaparte* Inviato 24 Agosto, 2015 Segnala Share Inviato 24 Agosto, 2015 Sì, ma, per quanto le trattative fossero "sull'onore", si tratta di SCAMBI... come sempre si sono fatti e si fanno in caso di guerra. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Squadrag54 Inviato 25 Agosto, 2015 Segnala Share Inviato 25 Agosto, 2015 Sì, ma, per quanto le trattative fossero "sull'onore", si tratta di SCAMBI... come sempre si sono fatti e si fanno in caso di guerra. chi era lasciato libero sull'onore, si impeganva a non combattere o compiere atto ostili contro la nazione che lo aveva fatto prigioniero, sino allo scambio o al pagamento di un riscatto, dopodochè poteva riprendere le propie attività militari. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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