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Sommergibile Velella,ultima Tragica Missione


Redleader

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Un saluto cordiale alla Comunita' di Betasom. Nel corso di una mia ricerca ad ampio spettro su fatti accaduti nel periodo 1943-45 ,sono finito su poche righe riguardanti il Regio Sommergibile Velella, e la sua tragica fine . Le notizie da me rinvenute farebbero ,anzi danno per certo ,il fatto che questo Battello e soprattutto il suo Valoroso equipaggio ,siano stati inviati in missione di guerra al contrasto di unità delle forze alleate, per eludere i comandi tedeschi, dall'imminente armistizio che verrà annunciato di lì a poche ore,(tra l'altro già firmato alcuni giorni prima). La cosa mi ha fatto molta impressione. Vorrei, se possibile avere il Vostro parere, scusandomi se questa questione fosse già stata posta in precedenza.

Nel ringraziare anticipatamente la cortesia e la pazienza che mi sarà concessa , nuovamente saluto cordialmente

Redleader.

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Non solo del Velella, ma di molti altri sommergibili; era il "Piano Zeta". Da questo saggio del Bollettino d'Archivio dell'USMM:

 

“Fin dal 23 marzo 1943 Maricosom mise a punto un piano di schieramento in larga scala di sommergibili (detto Zeta) a protezione delle coste più vulnerabili dell’Italia meridionale, della Sardegna e della Sicilia. Il piano comprendeva una parte generale uguale per tutti, e buste sigillate, una per sommergibile, che riportavano i lucidi, da sovrapporre alle carte nautiche, con le posizioni da assumere e i campi minati esistenti. I plichi, per motivi di sicurezza, furono consegnati a mano ai Gruppi sommergibili e ai battelli interessati. Tale piano ebbe vari aggiornamenti o riedizioni, con modifiche in genere relative al possibile bersaglio delle forze nemiche. Successivamente fu inviato anche un altro piano, il Gamma, nel quale erano anche inseriti i tre sommergibili tascabili tipo CB, della 2° Squadriglia Sommergibili CB, che si trovavano a Crotone. Il 3 settembre 1943, come detto, Maricosom diede il via al piano Zeta inviando nel Tirreno meridionale i sommergibili Alagi e Brin nel Golfo di Salerno, e Diaspro e Marea in quello di Policastro. Sei sommergibili di Taranto e Brindisi (Luciano Manara, Vortice, Ciro Menotti, Onice, Luigi Settembrini e Zoea) furono inviati nello Ionio, i primi due lungo le coste della Sicilia, gli altri, nell’ordine, dal Golfo di Squillace allo Stretto di Messina. Con il piano Gamma-Cb, Maricosom inviò i tre sommergibili della 2° Squadriglia di Crotone (CB 8, asp. guardiamarina Giuseppe Sanseverino, CB 9, sottoten. vasc. Eolo Lorenzetti, CB 10, sottoten. vasc. Alfredo Perioli) fra Capo Colonne e Punta Alice. Il Manara (ten. vasc. Gaspare Cavallina) lasciò Brindisi il 3 alle 20:02, e cominciò ad avere problemi: dapprima prese fuoco il motore di sinistra, poi ebbe altre avarie che provocarono infiltrazioni varie; dalle 06:10 alle 17:30 del 4 furono fatte riparazioni alle diverse avarie, senza raggiungere risultati soddisfacenti, e alle 20:15 il sommergibile diresse per il rientro, raggiungendo la banchina del IX Gruppo Sommergibili di Brindisi il 5 alle 04:20. Qui rimase fino a quando non fu impiegato per la prima missione speciale a favore degli anglo-americani.

Una volta appurato che l’operazione Baytown aveva obiettivi limitati alle coste della Calabria e non era seguita da altri sbarchi, Maricosom fece rientrare i sommergibili del basso Tirreno e i tre CB, e lasciò in operazione solo i quattro sommergibili dello Ionio schierati nei settori più occidentali: Zoea, Settembrini, Onice e Vortice. Il Giada (ten. vasc. Mario Barazzuoli) il 3 settembre, alle sei, si spostò da Villamarina (Santo Stefano, La Maddalena) a Bonifacio.

Il 7 settembre Maricosom, a seguito della localizzazione di formazioni navali anglo-americane in navigazione verso le coste dell’Italia meridionale, mise nuovamente in atto il piano Zeta, schierando 2 sommergibili (Giada, e Turchese) a ponente della Sardegna, 9 battelli (Alagi, Brin, Diaspro, Galatea, Marea, Nichelio, Platino, Topazio e Velella) nel Tirreno meridionale, a copertura delle coste fra i golfi di Gaeta e di Paola, e altri 4 sommergibili (Fratelli Bandiera, Marcantonio Bragadin, Jalea e Squalo) nello Ionio, estendendo lo sbarramento già in atto in tale mare, fino al Golfo di Taranto. L’invio in mare dei sommergibili era stato concordato con gli anglo-americani, per non destare allarme nei tedeschi.”

Modificato da LColombo
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Sentitamente ringrazio il Sottocapo L.Colombo per la sua sollecita e gentile risposta .Anch'io anni fa leggevo Bollettino D'Archivio, che trovavo molto utile ,ma per le cattive condizioni in cui versava il recapito di tale pubblicazione mi fece stancare di ricevere l'edizione a mesi di distanza dalla data di pubblicazione. Mi scuso anche per il modo arcaico in cui scrivo e mi pongo nel forum, spero di esprimermi nei modi dovuti, nuovamente ringrazio il Sottocapo Colombo per l'attenzione prestatami.

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