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Ricerca Sommergibilista Dinucci Francesco


Marco Dinucci

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In famiglia abbiamo sempre ricordato lo zio Francesco disperso in guerra, abbiamo un quadro con una foto in divisa da Marinaio e purtoppo poche delle cartoline postali che inviava frequentemente.

Col passare degli anni e la perdita dei nonni e degli zii più grandi è andato perduto anche il nome del sommergibile e altre informazioni sui suoi ultimi giorni di vita.

Vorrei col vostro aiuto riuscire a ricostruire gli ultimi anni di mio zio

 

1zgyfte.jpg

 

Il fratello maggiore Dinucci Francesco è nato nel 1920,partito volontario da Lucca,si è arruolato in Marina credo nel 39 e non ne ha fatto più ritorno.

 

143p0r5.jpg

 

in questa cartolina del 42 che è tornata al mittente mia nonna scrive al Cannoniere P.M. Che grazie a questo forum ho capito il significato, e la spedisce da Trapani

Sul porto di Trapani ho trovato poche informazioni, doveva essere un porto di passaggio per tanti mezzi!

Lui scrive di non trovarsi bene ,mia nonna gli risponde di lasciar stare le ragazze! Ne deduco che a Trapani c'è stato un bel po' di tempo!

 

5arfvp.jpg

 

Molti punti interrogativi gli ho sull'ultima cartolina che ha spedito ho che perlomeno si è conservata ad oggi

 

708ew1.jpg

 

Da qui si può restringere il cerchio dei sommergibili,sicuramente è affondato dopo febbraio..

Il timbro è 10°gruppo sommergibili, io non riesco a trovare nessuna informazione su questo gruppo... non credo si tratti della x mas

per di più mi sembra di leggere dopo la firma del mittente e l'abbreviazione smg, roma? Ma che base c'èra a roma?

 

nella stessa ,sul fronte scrive, Bordo? e la data

 

vpawkh.jpg

 

Penso l'abbia scritta a bordo e spedita appena attraccato

 

Purtroppo non ne ho altre con data più recente o con informazioni che possano condurmi da qualche parte, ho letto di un libro "L'epopea dei Sommergibili" dove è possibile reperire tutti i nomi dei caduti e dei sommergibili, ho visto nel forum che un tempo erano presenti delle scansioni ma adesso il link è scaduto

Mi farebbe piacere nel caso poterne vedere una pagina col suo nome. Mi stò muovendo anche per reperirne una copia.

Penso di aver scritto tutto, non vi allego la lista dei sommergibili affondati nel 43 che sicuramente li sapete a memoria, purtroppo di quelli recensiti con equipaggio, se ne trova pochi.

Vi ringrazio in anticipo per l'interessamento e per ogni piccola informazione che potete darmi per ricostruire la carriera oltre al sapere il nome del sommergibile!

 

Grazie

 

 

 

 

 

 

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Il comune Francesco Di Nucci (o più correttamente, a questo punto, Dinucci) risulta fra i Caduti del R. Sommergibile Flutto, affondato senza superstiti l'11 luglio 1943 al largo di Catania da siluranti nemiche

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In realtà, i sommergibili sono forse le uniche unità della Regia Marina per le quali sia possibile reperire al completo gli elenchi dei caduti senza doversi sobbarcare una ricerca all'USMM.

Aggiungo qualcosa sul Flutto, ottenuto mettendo insieme tutto quello che recentemente ero riuscito a trovare da pubblicazioni, libri ed Internet:

 

All’alba del 10 luglio 1943, mentre gli Alleati sbarcavano in Sicilia, il Flutto, al comando del tenente di vascello Francesco Caprile, salpò da Bonifacio per la sua prima missione, un agguato da compiere al largo di Augusta proprio a contrasto dell’operazione “Husky”. Nell’impossibilità, per la flotta di superficie, di prendere il mare per battersi contro un nemico avente ormai una superiorità schiacciante ed il controllo dei cieli, non restava che inviare i sommergibili a tentare non certo di fermare – obiettivo ormai impossibile – ma almeno di infliggere qualche perdita alle forze Alleate impegnate nello sbarco. (La situazione fu comunque tale che la perdita di 6 sommergibili ed il grave danneggiamento di altri due, nelle operazioni di contrasto allo sbarco, fu controbilanciata solo dal grave danneggiamento dell'incrociatore leggero HMS Cleopatra e dall'affondamento della motocannoniera MGB 641). Il Flutto fu il primo ad andare perduto in tali operazioni.

Alle 17.05 (le 15 per altre fonti) dell’11 luglio il sommergibile, procedendo in superficie, attraversò lo stretto di Messina, poi scomparve con i 49 uomini del suo equipaggio. Il 6 agosto 1943 il battello, continuando a non rispondere alle chiamate, venne dichiarato disperso.

Dagli archivi Alleati emerse, nel dopoguerra, che alle 21.30 (o 21.15) dell’11 luglio il Flutto era stato attaccato nel punto 37°34’ N e 15°43’ E/all’estremità meridionale dello Stretto di Messina, 25 miglia al largo della costa siciliana tra Catania ed Acireale, a nordovest di Catania, dalle motosiluranti britanniche MTB 640, MTB 651 e MTB 670, che si trovavano in quelle acque proprio in funzione antisommergibile, per impedire attacchi alle navi alleate che trasportavano i rifornimenti. Ne era seguito un violento combattimento in superficie: le unità britanniche avevano bersagliato il sommergibile con il lancio di siluri, il fuoco delle proprie mitragliere ed il lancio di bombe di profondità; il Flutto aveva risposto al fuoco con l’intenso tiro delle proprie mitragliere, che avevano ucciso o ferito 17 uomini tra gli equipaggi delle tre motosiluranti, soprattutto sulle MTB 640 e 651 (sulla MTB 670 fu ferito solo un mitragliere, non gravemente).

La MTB 670 (comandante Ian McQuarrie; non ho trovato il suo grado), dopo aver avvistato il Flutto, si era lanciata a tutta velocità verso il sommergibile, che da parte sua aveva iniziato un fuoco furioso con cannone e mitragliere, per poi iniziare l’immersione. La MTB 670 aveva a sua volta aperto il fuoco sul sommergibile con tutte le mitragliere che era in grado di puntare, tentando di affiancarlo prima che si potesse immergere; gli artiglieri del Flutto avevano continuato a sparare contro le motosiluranti anche mentre il battello s’immergeva, per poi, presumibilmente, scendere sottocoperta all’ultimo minuto. Il Flutto era riuscito ad immergersi ed a sottrarsi all’attacco delle motosiluranti, ma subito dopo la MTB 670 aveva gettato in mare, nel punto in cui il sommergibile era scomparso, tutte e quattro le bombe di profondità in dotazione, regolate per scoppiare a 15 e 30 metri. L’unità britannica era poi rimasta brevemente sul posto per verificare i risultati del lancio, ma non c’erano stati “segnali” – emersione di rottami, bolle d’aria, chiazze di nafta – che indicassero l’avvenuta distruzione del sommergibile. Non potendo trattenersi a lungo in zona ad aspettare, dovendo ancora raggiungere il settore assegnato per il pattugliamento, le motosiluranti avevano ripreso la navigazione senza aver accertato nulla.

A conclusione dello scontro, le motosiluranti avevano rivendicato solo il danneggiamento del sommergibile nemico (che si presumeva essere il Flutto), non l’affondamento.

Se il Flutto sia stato effettivamente affondato dalle motosiluranti britanniche, oppure solo danneggiato e poi affondato in seguito (magari per altra causa), è probabilmente destinato a rimanere un mistero: d’altra parte, nessun’altra unità alleata rivendicò l’affondamento di un sommergibile in quella zona e periodo, ad eccezione di quelli identificati con certezza perché vi furono superstiti.

 

 

L'equipaggio del Flutto, scomparso al completo:

 

Domenico Alessi, sottocapo

Salvatore Arru, comune

Giuseppe Avilla, sottocapo

Girolamo Bagnasco, sergente

Nicola Bausani, sottocapo

Roberto Bellando, sottocapo

Quinto Besate, sergente

Enrico Boccacci, guardiamarina altri corpi

Vladimiro Boccaccini, comune

Luigi Boidi, sergente

Primo Boina, comune

Alessandro Brasi, comune

Geremia Busini, comune

Vincenzo Caponetti, secondo capo

Francesco Caprile, tenente di vascello (comandante)

Menennio Cargagnin, sergente

Paolo Cestari, aspirante guardiamarina

Orlando Cosma, sottocapo

Paolo D’Amato, comune

Luciano Delle Fratte, sottocapo

Vito Diana, guardiamarina

Francesco Dinucci, comune (non riuscivo prima a trovarlo perché, come detto da GM Andrea, viene sempre indicato come "Di Nucci")

Luigi Esposito, comune

Antonio Fiori, sottocapo

Franco Franchi, sergente

Stefano Frangipane, comune

Irmo Furini, comune

Luciano Gandini, sergente

Lino Gheroni, secondo capo

Giacomo Lerici, comune

Bruno Lodi, comune

Luigi Miniotti, comune

Liberantonio Papagno, comune

Romeo Pascottin, comune

Nicola Passiatore, comune

Giuseppe Perillo, sergente

Enrico Pisa, capo di seconda classe

Roberto Pontieri, sottocapo

Clemente Ponziani, comune

Tarcisio Redaelli, comune

Lucio Sandri, sottotenente di vascello (comandante in seconda), 21 anni, da Roma

Enrico Severgnini, sottotenente del Genio Navale di complemento

Assuero Segalini, comune

Otello Serini, comune, da San Vincenzo

Ferdinando Siesto, sergente

Angelo Torretti, comune

Antonio Valenza, capo di terza classe

Luigi Vinetti, sottocapo

Guido Volpato, sergente

 

Così Ian McQuarrie, il comandante della MTB 670, ricordò l'attacco al Flutto:

 

“We increased to full speed, the submarine still on the surface and guns blazing on both sides. We could only assume that our SO's signals had confused the U-boat into believing us to be an Italian unit, as never before had British forces been sighted so close to Sicily in broad daylight. The attack appeared to be unsuccessful, though.
We turned directly towards the U-boat at full speed and opened fire with every gun that would bear, striving to get alongside her before she disappeared below the surface. Her gunners, brave fellows, were still firing at us and presumably took a last minute dive down her conning tower hatch or not, we would never know. Even so, they managed to score the odd hit and wounded one of my young gunners, not seriously, but quite painfully. The sea around the enemy bubbled as the air was forced out of her ballast tanks and she disappeared below us. We dropped our four charges, set at 50 and 100 feet, close around her ... and then waited.
In a hurry to press on and reach our patrol area, we could not stay long looking for signs of damage or destruction, and we saw none. Later we learned that we had, in fact, sunk the [italian] submarine Flutto.”

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ggiungo: guardando la cartolina, credo che ciò che tu hai visto come "Roma" sia "R. Smg." (la "o" è in realtà un punto, la "a" è una "g"), cioè "Regio Sommergibile", la dicitura per tutti i sommergibili della Regia Marina.

Il X Gruppo Sommergibili credo avesse base ad Augusta, forse qualcun altro saprà darti più delucidazioni. Non so quali altri battelli lo componessero; uno di essi era il Malachite. Io conosco i seguenti gruppi, oltre al X: I: La Spezia; II: Napoli; III: Messina; IV: Taranto; V: Lero; VI: Tobruk; VII: Cagliari; VIII: Trapani; IX: Brindisi; XI: Bordeaux (Betasom); XII: Fiume.

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Reputo della massima importanza etica e morale che si faccia il massimo per avere l' assoluta certezza dell' equazione Di Nucci = Dinucci, in quanto l' ultima azione palesa un ruolo diretto e di valore del Caduto (che risulta essere cannoniere)

 

Dalla banca dati delle sepolture dei caduti: Francesco Di Nucci, nato a Lucca il 22 marzo 1922, luogo decesso e sepoltura sconosciuto, data decesso 6 agosto 1943 (che è quella indicata per tutti i caduti del Flutto: suppongo sia la data di morte presunta in seguito al mancato rientro alla base). Credo che "Di Nucci" sia un frutto delle non infrequenti storpiature/errori di trascrizione che affliggono gli elenchi dei Caduti.

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Grazie di cuore per le risposte e l'interessamento

Sono ,non so,non riesco a decifrare lo stato d'animo nel leggere la lista dei nomi e del Flutto

A volte era bello immaginare che si fosse allontanato volontariamente e si fosse fatto una nuova vita chissà dove, magari in Brasile,si fantastica sempre per dare una spiegazione su un disperso e l'assenza in famiglia di notizie rendeva l'argomento ormai "leggero" anche se è brutto dirlo.

Questa scoperta cambia le cose, l'umore e il ricordo

 

Dovrò trovare l'occasione per dirlo in famiglia, ormai i fratelli e sorelle sono sopra i 70 anni e non sarà facile

 

Voglio cercare tutto quello che posso sul Flutto!

 

Per il cognome sbagliato, sono ormai abituato a trovarmi scritto al tavolo di un ristorante, Di Nucci dopo una prenotazione telefonica..

 

Grazie

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La breve storia del Flutto:

Impostato nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (numero di costruzione 1281) il 1.12.41, varato il 19.11.42, entrato in servizio il 20.3.43. Le prove in mare posero in luce l’inferiorità, rispetto alle aspettative, delle qualità del sommergibile: l’autonomia in superficie, alla velocità di crociera, risultò di 1123 miglia inferiore a quella di progetto, quella in immersione (a 4 nodi) era a sua volta minore del previsto, la velocità in immersione era più bassa di quanto progettato, per giunta con maggiori consumi di carburante per miglio (sempre alla velocità di crociera), e le eliche a passo costante presentavano seri problemi, tanto da dover essere rimpiazzate da altre a passo variabile. Tutto ciò era dovuto al deterioramento delle condizioni dell’industria italiana dopo tre anni di guerra. Da marzo a giugno del 1943 il battello fu impegnato in intenso addestramento per divenire rapidamente operativo. Svolse soltanto 6 missioni di trasferimento ed una offensiva (quella in cui fu affondato), percorrendo 1923 miglia in superficie. Altre informazioni e dati tecnici: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=31949

 

Foto del Flutto, oltre che nella pagina sopra linkata:

 

http://www.associazione-venus.it/galleriafotografica/index.php/Maurizio-Brescia/01---Italia-Italy-Regia-Marina/07---Sommergibili/57-copia

http://www.naviearmatori.net/ita/foto-160414-4.html

http://www.naviearmatori.net/fra/foto-137710-1.html

http://www.naviearmatori.net/fra/foto-168461-1.html

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Bè, Marco, la tua risposta mi mette alquanto in imbarazzo, però dalla mia prospettiva morale, va riconosciuto che la narrazione dell' ultima azione del Flutto implica che il tuo parente, qualunque fosse il ruolo (di cannoniere) a bordo, ha combattuto con estremo Valore, riconosciuto anche dal nemico.

 

E per me conta ancora di più che il Valore venga riconosciuto e rammentato dai posteri, cosa notoriamente estremamente difficile in ambito subacqueo, e ogni occasione di riconoscerlo e rammentarlo deve, secondo me, essere riconosciuta e tramandata.

 

Non mi permetto certo di poter dare consiglio su come affrontare il tuo dilemma, però scrivo quello che mi sento in dovere di dire.

 

Saluti all' attenti,

dott. Piergiorgio.

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Mi sono espresso male.

Mai mi permetterei di sminuire un qualunque operato, non mi stavo assolutamente riferendo alla vicenda.

Sono perfettamente in linea coi suoi pensieri Piergiorgio

 

Tutta questa ricerca sò che riaprirà una ferita nei cuori

è per me un onore sapere la storia di mio zio e sarà sicuramente un piacere anche per i miei parenti scoprire queste nuove informazioni

Sarà sicuramente un brutto colpo per loro riaprire con date e foto (ringrazio Lcolombo) una ferita data dalla mancanza in età cosi giovane del loro fratello maggiore

Erano 13 fratelli,ad oggi sono rimasti in 4,di lutti ne hanno avuti gia tanti

Il mio dilemma è solo nel trovare la maniera più dolce per dargli queste informazioni delle quali ne faranno sicuramente tesoro.

 

Edito il post per aggiungere una cosa che ho appena trovato

 

Esiste un libro pubblicato nel 2012 riguardante in parte il Flutto

Riporto l'articolo de Il Tirreno datato 25 aprile 2012

 

SAN VINCENZO. San Vincenzo ricorderà la tragica scomparsa dei fratelli Otello ed Ernesto Serini avvenuta nel corso del secondo conflitto mondiale mentre prestavano il servizio militare nella Regia Marina Italiana.

Stamani alle 11,30 nella sala del consiglio comunale sarà presentato il volume dello storico sanvincenzino Lorenzo Bientinesi “Otello ed Ernesto Serini fra gli eroi della regia Marina italiana durante la seconda guerra mondiale” scritto su sollecitazione del Comune sul quadro storico generale e le alterne vicende che portarono alla morte dei due fratelli Serini.

Da alcuni anni a loro è stata dedicata la piazza principale del porto ma la loro storia è forse sconosciuta alla maggior parte dei sanvincenzini. Anche per questo è importante il libro puntuale e ricco di informazioni. Otello morì sul sommergibile Flutto l’11 luglio 1943 in un’azione di contrasto dello sbarco alleato in Sicilia; Ernesto morì il successivo 9 settembre nell’affondamento della corazzata Roma nelle acque della Sardegna mentre la flotta stava navigando verso l’isola di Malta per consegnarsi alle forze alleate secondo le clausole armistiziali. Il periodo storico nel quale si inseriscono queste due tragiche esperienze coincide con l’approssimarsi e del verificarsi della caduta del fascismo e della firma dell’armistizio. Il 25 luglio e l’8 settembre 1943sono infatti due date intorno alle quali si dipanarono scelte politiche, strategie militari e sociali che registrano tutt’oggi molti interrogativi e “buchi neri”, oggetto dell’attuale dibattito storiografico.

La copertina del volume riproduce un dipinto, appositamente affrontato dall’artista professor Daniele Govi, che ritrae il volto di Otello ed Ernesto Serini.

Modificato da Marco Dinucci
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