Leopard1 Inviato 3 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 3 Novembre, 2014 A quasi un secolo dall'affondamento, il relitto del piroscafo Tripoli, adibito al trasporto postale (ma anche, non ufficialmente al trasporto truppe), è stato localizzato a circa 20 miglia da Capo Figari, nel golfo di Olbia, dal cacciamine Vieste della Marina militare. Il piroscafo, al comando del Tenente di Vascello Giuseppe Paturzo, venne silurato nella notte fra il 17 e il 18 marzo 1918 da un sommergibile tedesco, mentre faceva rotta tra Golfo Aranci e Civitavecchia.. Morirono circa 300 persone fra cui anche militari della Brigata Sassari. Non sapevo che le ricerche del relitto (risalenti al 29 e 30 ottobre) fossero state effettuate nell'ambito del Progetto di commemorazione della Prima Guerra Mondiale. Chi ne sa di più di questo progetto? Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.Piergiorgio Inviato 3 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 3 Novembre, 2014 link alla news MMI: http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/notizie/Pagine/20141103_vieste.aspx L' interesse locale ci sta, dato il considerevole numero di Caduti della Sassari; l' interesse per i relitti della Grande Guerra è più o meno generalizzato per il mondo (lasciando da parte la mitologica cassaforte di bordo del Seeadler, che la vulgata vorrebbe sepolta nell' isola ove naufragò, ma è una leggenda comprensibile trattandosi dell' ultima Nave combattente a vela, e corsaro per di più) quindi a me sembra naturale cooperare a questo programma di celebrazioni, sul quale sto per scandagliare il web... (webmaster MMI: link all' Ente organizzatore ? ) una vocina nella mia testa, però, suggerisce (profondità ed aerea generale) che potrebbe essere in origine il "piano B" nel caso l' Ing. Gay e il Pluto Palla fallissero... e si tratta di una vocina nella mia testa, eh !!! Personalmente mi chiedo: questi sensori possono penetrare il ponte di coperta, che da quanto so, è quanto resta, insieme alle torri, sepolte nella sabbia del fondale, dopo i recuperi subacquei postbellici) sopra i 254 e 190 dell' Amalfi, che mi risulta giacente capavolto sul fondo ? l' effetto del sedime marino sui grandi spessori mi risulta essere ancora sconosciuto nell' ambito sempre più incalzante della forensica Navale.... (DISCLAIMER: ho da sempre il dente molto avvelenato nei riguardi dell' università Parthenope di Napoli.... il conflitto d' interessi nella forma che vedo volentieri il dirottamento di fondi MURST dal Parthenope alla MMI esiste.) Saluti, dott. Piergiorgio. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
danilo43* Inviato 4 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 (modificato) OT con il quesito posto da Leopard1, replico ugualmente al dottore: .....lasciando da parte la mitologica cassaforte di bordo del Seeadler......Personalmente mi chiedo: questi sensori possono penetrare il ponte di coperta, che da quanto so, è quanto resta, insieme alle torri, sepolte nella sabbia del fondale, dopo i recuperi subacquei postbellici) sopra i 254 e 190 dell' Amalfi, che mi risulta giacente capavolto sul fondo ? l' effetto del sedime marino sui grandi spessori mi risulta essere ancora sconosciuto nell' ambito sempre più incalzante della forensica Navale.... Mi incuriosisce il motivo di questa domanda. Cosa suggerisce la tua vocina possa essere celato sotto il ponte di coperta dell'Amalfi ? Il fantomatico oro contenuto nelle cassaforti di bordo è una leggenda metropolitana. Di questo “tesoro” se ne riparlò a marzo del 1940 quando il Ministero della Marina, Direzione generale Commissariato decise di fare delle verifiche circa il contenuto della cassa di bordo della Regia Nave, affidata al momento del tragico evento al Colonnello Commissario Luigi De Gasperis, ancora vivente ed all’epoca Direttore al Ministero Agricoltura e Foreste. Quest’ultimo con nota in data 18 marzo 1940 espose nel dettaglio al Ministero della Marina il contenuto della cassa dell’Amalfi a suo tempo da lui conservata, contenuto che viene di seguito riportato: nella cassa principale lire 3000 in argento in pezzi da 5 lire, nonché un centinaio di lire circa in francobolli. nella cassetta della Segreteria del Commissario: a) lire 1795,81 appartenenti alla coop.equipaggi; b) lire 1000 circa fra argento, nichelio, rame, marche da bollo e tre vaglia bancari di piccolissime somme, costituenti il fondo del commissario; c) un pacchetto di cartamoneta, argento, nichelio e rame corrispondenti alla somma spettante agli spuntati del foglio assegni di giugno 1915 (lire 337,65). In quanto all'altro quesito di Piergiorgio osservo che: La strumentazione che si avvale dell principio della riflessione ultrasonora, side scan sonar, o la più recente tecnica multibeam che lo implementa, non è in grado di penetrare nei corpi solidi. In modo trascurabile nei sedimi di fondo per i quali viene impiegato, con ottimi risultati, il subbottom profiler (uniboom). Peraltro la rielaborazione dei segnali multibeam è in grado di offrire una ricostruzione del rilevato, verosimilmente a livello fotografico: cfr le immagini computerizzate dei sensori del veicolo AUV del Vieste. Premetto che non ho esperienza diretta del suo impiego in alto fondale, ma mi sono avvalso fino a tempi recentissimi del multibeam per rilevare le quote di estradosso di grandi fondazioni subacquee (- 26 m dal l.m.m.) riscontrando una precisione centimetrica, tale da poter limitare l'impiego dei sommozzatori per le verifiche. L'estrema precisione della rappresentazione grafica è ottenuta dal software, georeferenziando la posizione di ogni singolo segnale di ritorno tramite un sistema satellitare differenziale, DGPS sovente integrato al sistema GLONASS per aumentare ulteriormente la costellazione rilevabile e di conseguenza la precisione. A profondità elevate, per ottenere una tale discriminazione, i sensori devono lavorare in prossimità, nello specifico, del relitto, immersi e a quota costante dal fondale. Presumo e mi interesserebbe aver conferma da chi è esperto in tecnologie militari, che in tale caso le posizioni relative vengano ricavate da triangolazioni di segnali di trasponder di fondo. Per quanto riguarda la storia e cronologia dello smantellamento e lo stato attuale dell'Amalfi ti posso inviare tutte le delucidazioni che desideri. Anticipo che le uniche parti residue a non aver subìto corrosione apprezzabile, oltre ai pochi metalli nobili sfuggiti ai demolitori, sono alcune corazze da 200 mm (Vickers-Terni di acciaio al nichel cromo, inox ante litteram) e la sezione sottoponte delle virole, di grosso spessore, che ora guardano in direzione della superficie. Ad alta profondità ove la percentuale di ossigeno disciolta è inferiore, l'ossidazione è visibilmente ridotta. Cfr: Roma, Bismark, Titanic ed altro. Modificato 4 Novembre, 2014 da danilo43 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
lazer_one* Inviato 4 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 (DISCLAIMER: ho da sempre il dente molto avvelenato nei riguardi dell' università Parthenope di Napoli.... il conflitto d' interessi nella forma che vedo volentieri il dirottamento di fondi MURST dal Parthenope alla MMI esiste.) ... è da un po' che non si chiama più MURST... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Leopard1 Inviato 4 Novembre, 2014 Autore Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 Ritornando al Tripoli, le ricerche si sono svolte il 29 e 30 ottobre nell'ambito di un programma di collaborazione tra la MMI e il ministero dei Beni culturali attuato per il Progetto di commemorazione della Prima Guerra Mondiale. Il relitto - "correlabile" con quello del piroscafo Tripoli - è stato localizzato a 20 miglia da Capo Figari, adagiato su un fondale di circa 1.000 metri di profondità, "grazie all'impiego di sistemi di ultima generazione con i quali è stato possibile condurre attività di ricerca ad alte profondità". Di tali sistemi (In particolare, i sensori di cui è dotato il robot sottomarino AUV (Autonomous Underwater Vehicle) HUGIN 1000), con i quali è stato possibile esplorare un'area di circa 4 miglia quadre a largo del golfo di Olbia, con un ottimo livello di definizione è dotato il cacciamine Vieste, unità della Classe Lerici, che è stato di recente sottoposto ad un programma di ammodernamento, divenendo la prima unità della Marina Militare ad essere equipaggiata con un veicolo autonomo di ultima generazione, capace appunto di effettuare ricerche su alti fondali. Il Vieste, che mi risulta imbarchi anche un nucleo di palombari, è dotato di camera iperbarica e sarà utilizzato sia in campo militare che a supporto della collettività civile nella ricerca e monitoraggio ambientale e nella ricerca e soccorso in mare. Con l'aiuto di Malaparte, dovrebbe essere postata la "foto" del relitto Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
malaparte* Inviato 4 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 dovrebbe essere postata la "foto" del relitto Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
danilo43* Inviato 4 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 E' significativa anche questa seconda "foto", con il cono d'ombra sul lato opposto che lascia visibile il cratere d'impatto. La serie completa si trova nel sito della MM richiamato da Piergiorgio http://www.marina.di...103_vieste.aspx Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
danilo43* Inviato 4 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 (modificato) ....Il relitto - "correlabile" con quello del piroscafo Tripoli - è stato localizzato a 20 miglia da Capo Figari, adagiato su un fondale di circa 1.000 metri di profondità, "grazie all'impiego di sistemi di ultima generazione con i quali è stato possibile condurre attività di ricerca ad alte profondità". Di tali sistemi (In particolare, i sensori di cui è dotato il robot sottomarino AUV (Autonomous Underwater Vehicle) HUGIN 1000), con i quali è stato possibile esplorare un'area di circa 4 miglia quadre a largo del golfo di Olbia, con un ottimo livello di definizione è dotato il cacciamine Vieste........ Ecco il veicolo di produzione della danese Kongsberg: http://www.km.kongsberg.com/ks/web/nokbg0240.nsf/AllWeb/B3F87A63D8E419E5C1256A68004E946C?OpenDocument EDIT: mi chiedevo quale fosse il sistema adottato per il posizionamento: State of the art Aided Inertial Navigation System (AINS) Modificato 4 Novembre, 2014 da danilo43 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Leopard1 Inviato 4 Novembre, 2014 Autore Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 Peccato solo che sia danese e non italiano... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
STV(CP) * Inviato 4 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 4 Novembre, 2014 Da LA NUOVA SARDEGNA on Line.. : http://lanuovasardegna.gelocal.it/olbia/cronaca/2014/11/03/news/il-cacciamine-vieste-trova-il-relitto-del-tripoli-1.10238115 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
STV(CP) * Inviato 6 Novembre, 2014 Segnala Share Inviato 6 Novembre, 2014 Le 2 pagine della Nuova Sardegna dedicate al ritrovamento. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
danilo43* Inviato 26 Maggio, 2017 Segnala Share Inviato 26 Maggio, 2017 (modificato) L'ottima scansione della MM mostra senza ombra di dubbio un piroscafo a cinque stive con cassero centrale spostato a poppavia rispetto al centro nave, attrezzato con tre imponenti bighi di carico, di cui due ubicati a proravia del cassero. Il Tripoli (e gemelli Derna e Bengasi) avevano una sistemazione classica: cassero centrale, quattro stive e due alberi. Come ho già premesso in altro post, non è farina del mio sacco: le accurate osservazioni sono dell'amico Giorgio Spazzapan che nutrendo fondati dubbi sull'identità del Tripoli, ipotizza trattarsi di una nave di costruzione più moderna di cui non sono conosciute le circostanze dell'affondamento. . Immagine tratta da http://www.pietrigrandeguerra.it/voci-e-volti-dal-fronte-2/piroscafo-tripoli-17-18-marzo-1918-2/ Modificato 26 Maggio, 2017 da danilo43 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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