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Blocco Inglese A Suez Per Traffico Diretto In Italia


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Enrico Cernuschi, nel suo "Contro amici e nemici - La guerra fredda della Marina Militare" afferma che "Nel settembre 1918 gli inglesi bloccarono improvvisamente tra Gibilterra e Suez il traffico mercantile diretto in Italia...Dopo due settimane di affannose e discrete trattative i britannici ottennero infine quello che avevano chiesto all'inizio del blocco: la cessione a titolo gratuito di importanti partecipazioni in capo a diverse tra le maggiori imprese italiane".

Non avevo mai sentito parlare di questa azione posta in essere dalla Royal Navy nei nostri confronti, in un momento della guerra in cui eravamo alleati.

C'è qualcuno che ha informazioni in proposito?

 

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da base artica, marco

 

http://it.cultura.storia.militare.narkive.com/5s2ylJ7J/neutralita-nella-prima-guerra-mondiale........................!!!!!!!!!!!!!

 

saluti marco

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Non ho mai sentito parlare di questo blocco, cosa che mi risulta strana, in quanto in quel periodo, erno presenti in Italia sia truppe Inglesi che statunitenzi, ed un eventuale blocco avrebbe provocato problemi di rifoenimenti anche a loro. ho letto link di Bussolino, in effetti, dipendevamo dal carbone Tedesco, ma questo viaggiava per la quasi totalità per ferrovia, basti pensare che all'entrata in guerra, furono requisiti piu di 4000 carri Tedeschi presenti in Italia ed adibiti al trasporto di carbone. inoltre, dopo un primo periodo di approvvigionamento dagli Stati Uniti, ci si rivolse alla Francia, ciò comportò un pesante aggravio sulle FS, gia duramente impegnate per rifornire il fronte,in quanto un certa aliquota di macchine e macchinisti,dovettero essere inviati presso la rimessa di Ventimiglia al fine di garantire tale trasporto, con il prelievo dei treni in territorio francese.

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Ho letto anch'io il link citato da Bussolino (link che, per inciso, ad un certo punto riporta la stessa frase di Cernuschi da me citata), ma vi si parla di controlli di navi battenti bandiera di Paesi neutrali, cosa che non era certo la situazione dell'Italia nel settembre 1918.

Posso anche immaginare che nel 1914 e 1915, quando l'Italia era in una situazione di neutralità, la Gran Bretagna abbia pensato al blocco sia per evitare che materie prime e semilavorati potessero arrivare in Germania attraverso l'Italia e l'Austria, sia per fare pressione sull'Italia affinchè denunciasse il Trattato della Triplice Alleanza e si schierasse con gli Anglo-francesi, ma che il blocco sia stato effettuato nel 1918, danneggiando oltre che l'alleato italiano anche quello statunitense mi pare davvero incredibile.

Da non dimenticare poi che, sempre secondo Cernuschi, in cambio della revoca del blocco navale la Gran Bretagna avrebbe ottenuto " la cessione a titolo gratuito di importanti partecipazioni in capo a diverse tra le maggiori imprese italiane": di quali imprese? Forse l'Ansaldo? la Fiat? La Terni? qualche cantiere navale?

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dal pdv ferroviario in connessione agli Stati Uniti, devo rilevare le 393 locomotive del gruppo 735, le Wilson...

 

Comunque, di recente il Cernuschi si occupa di economia in relazione alla Marina, ma temo che sia ancora ben distante dal livello del Corbino (il cui "La battaglia dello Jutland" è stato oggetto di 20 anni di caccia nelle librerie antiquarie...) ed è in una posizione in cui potrebbe ottenere accesso agli archivi economistici (è funzionario di banca) ed in effetti avrebbe dovuto specificare quali Aziende Italiane erano nelle mire inglesi; per me (ma forse sono influenzato dall' attualità, anche se la vicenda della doppia vendita dei 381/40 dei Caracciolo darebbe validità all' ipotesi) nella loro previsione di un anno intero di preparazione per la spallata finale pianificata per il 1919 avevano un interesse a monitorare da vicino le pratiche industriali e commerciali Italiane, cosa possibile nel modo migliore sendendosi nei vari CdA.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

Modificato da dott.Piergiorgio
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Premetto che nel testo citato, in nota, sono menzionate le fonti: F. Galassi - M. Harrison, Italy at war, Università di Warwick 2004, e D. J. Forsyth, The crisis of Liberal Italy, Università di Cambridge 1993. Le stesse fonti sono indicate nel suo recente Navi e quattrini, p. 171.

 

Grazie ai potenti mezzi di cui disponiamo ho contattato l'Autore, il quale riferisce che "si trattò del 22 per cento delle ferrovie, poi rinazionalizzate dallo Stato. Londra voleva anche una quota di controllo delle dogane, come in Turchia e in Grecia, ma su questo il governo non cedette di un palmo, spalleggiato dagli USA. Ci fu un equivalente economico di pari valore alle ferrovie, ma i documenti britannici non forniscono altri dettagli. Dopo aver dichiarato di accontentarsi gli inglesi tornarono alla carica in ottobre, un po' come quanti oggi continuano a minacciare il commissariamento dell'Italia, anche se in realtà sono messi peggio di noi. Non esiste differenza, in economia, tra pace e guerra e la lotta è sempre di tutti contro tutti. Dà le vertigini, ma è così. Le Marine sono uno di pochissimi punti di riferimento in questa lotta dentro un tunnel senza uscite."

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Battuto sul tempo! (stavo appunto indicando le fonti citate da Cernuschi e cioè L.. Galassi - Mark Harrison, Italy at war, Università di Warwick 2004, e Douglas. J. Forsyth, The crisis of Liberal Italy, Università di Cambridge 1993, pagg. 149-192....)

GM Andrea ha aggiunto un tessera a questo strano mosaico, ma, visto che ha questo filo diretto con Cernuschi, può domandargli qualche info più precisa sul blocco navale del settembre 1918 "tra Gibilterra e Suez del traffico mercantile diretto verso l'Italia"?

Più specificamente: in cosa si concretizzò questo blocco, quanti mercantili e di quale nazionalità furono fermati dalle navi di Sua Maestà?

Certo che, data per vera la notizia, la frase di Appelius di una ventina di anni dopo ("Dio stramaledica gli Inglesi!") perderebbe qualche connotato ideologico e ne assumerebbe altri più condivisibili...

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dal pdv ferroviario in connessione agli Stati Uniti, devo rilevare le 393 locomotive del gruppo 735, le Wil

 

le loco 735, iniziarono ad arrivare in Italia, nel 1917, ma il loro ordine era del 1916, quando a causa dell'eccesiva usura a cui erano sottoposti i mezzi di trazione ed il continuo incremento del traffico, portarono le FF,SS. alla decisione di rimodernare ed ampliare il parco. essendo l'industria sia nazionale che europea, completamente assorbite dallo sforzo bellico, ci si rivolse all'industria americana.

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