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Skipjack Moebius Rc


andreavcc

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Salve gente

 

eccomi con la mia ultima conversione rc, il modello dello skipjack in scala 1/72. Un lavoro che mi ha tenuto impegnato per ben nove mesi (siamo al livello gestazione.... :unsure: ). Con questo post (diviso in più parti per poter caricare tutte le immagini) vi mostrerò come ho agito per rendere rc questo modello e poter valutare con voi le mie scelte e perché no, discuterle, allo scopo di fornire a coloro i quali eventualmente si sentano ispirati da questo lavoro delle soluzioni tecniche migliori delle mie. È doveroso far notare come il mio lavoro sia ispirato al lavoro di merriman nella sua conversione del modello in questione.

 

Un paio di ringraziamenti sono d’obbligo….

 

- al “dottor Ocean’s One” che con i suoi preziosi insegnamenti forniti in questo post mi ha insegnato a ragionare in “volumi” e non in “pesi” ed a provare a valutare “a priori” la stabilità di un modello.

- al mastromaestro dasboot sempre pronto a valutare il mio operato e sempre disponibile nei suoi preziosi consigli.

- ai Cti Gepard, Navy60 e Bobb Napp, il primo per avermi suggerito un’idea favolosa (per ora solo accantonata), i secondi per avermi messo nelle condizioni di non fare un errore modellisticamente “madornale”.

 

Iniziamo quindi con dei cenni sul sottomarino…

 

 

Sottomarino statunitense classe Skipjack:

La classe Skipjack era una classe di sottomarini nucleari della marina degli Stati Uniti, unità che furono i più veloci sottomarini nucleari statunitensi fino all’introduzione in servizio dei sottomarini classe Los Angeles. Questa classe di battelli aveva lo scafo a goccia e adottava il reattore nucleare S5W per la produzione dell’energia necessaria al funzionamento dell’intero sottomarino.

Il design dello Skipjack si basava sulle linee dei sottomarini classe Barbel che si basavano a loro volta sul disegno dell’USS Albacore. A differenza dei classe Skate, questo nuovo design è stato massimizzato per la velocità subacquea ponendo la massima cura nel disegno dello scafo. Ciò ha richiesto un elica disposta a poppavia dei timoni e piani orizzontali ed una riduzione dell’opera morta, accorgimenti essenziali per aumentare le prestazioni in immersione. Lo scafo degli Skipjack era a “singolo scafo” per la maggior parte della lunghezza dell’unità. I piani orizzontali di prua sono stati disposti nella vela per allontanare e quindi ridurre il rumore indotto dal flusso dell’acqua, percepibile dal sonar passivo posto sulla prua. Questa caratteristica si sarebbe ripetuta su tutti i sottomarini nucleari statunitensi fino all’introduzione del sottomarino classe Los Angeles. Gli Skipjack inoltre adottarono il reattore S5W che fu utilizzato su ben 98 sottomarini nucleari americani, nonché dal primo sottomarino nucleare britannico HMS Dreadnought.

Il primo battello della classe venne commissionato nel mese di aprile del 1959. Ogni scafo aveva un costo di circa 40 milioni di dollari. Gli Skipjack vennero impiegati attivamente in Vietnam e durante la Guerra Fredda per poi essere ritirati dal servizio tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, tranne per lo Scorpion (SSN 589), che affondò il 5 giugno 1968 a sud-ovest delle Azzorre, mentre era di ritorno da una missione nel mediterraneo. Lo Shark (SSN 591) fu l’ultimo sottomarino classe Skipjack ad essere ritirato dal servizio, nel settembre del 1990 dopo aver operato nell’ambito della sesta flotta nel mar mediterraneo.

 

 

Veniamo ora al modello:

 

ho usato il modello in scala 1/72 della moebius fattomi arrivare dagli states, in seguito la revell ha proposto il suo kit, che in buona sostanza sembra essere identico al predetto ma a dei costi ahimè inferiori se non altro per via delle spese di spedizione. Il modello doveva essere a “doppio scafo”, ed il wtc è stato pensato per un sistema d’immersione statico mediante pistone ed una propulsione con motore a spazzole a presa diretta. La dimensione del tubo doveva essere da 80mm esterni 74 interni per poter avere spazio interno a sufficienza ma allo stesso tempo avere il wtc sotto il galleggiamento con il battello emerso. Tutto il necessario sarà montato su una tech rack composta da frames.

La lunghezza in origine era di 55 centimetri, aumentati poi a 65cm in fase di collaudo. Inoltre ho previsto l’uso di tre servi per poter muovere i piani di direzione, ed “indipendentemente” i piani orizzontali di poppa e della vela. Ciò a seguito di alcune considerazioni sull’uso dei piani orizzontali fatti tempo fa con Totiano riguardo i sottomarini veri....

Mi spiegò infatti che sui sottomarini reali i piani orizzontali di poppa vengono usati “normalmente” per il controllo dell’assetto orizzontale del battello, mentre quelli prodieri vengono usati per il controllo della profondità.

A questo scopo volendo adottare lo stesso sistema su questo modello, in fase di progettazione ho previsto dei servi indipendenti per i piani orizzontali dove quelli prodieri, vengono comandati tramite radio per il controllo della quota, mentre quelli poppieri vengono gestiti da un pitch controller per l’assetto del battello. Ovviamente quando lo stick dei piani orizzontali viene portato “tutto a salire” o “tutto a scendere” il pitch controller si esclude portando il servo a fine corsa permettendomi così di variare la quota in maniera più rapida. I timoni di profondità in questo caso lavorano “discordi”.

 

L’adozione del pistone avrebbe comportato l’uso dell’elettronica di controllo del pistone commercializzata da bruggen, che ci dà il controllo tramite switch sulla radio a tre posizioni, fail safe in caso di perdita di segnale e presenza di acqua all’interno del wtc. L’alimentazione viene data da una singola batteria lipo 2s da 5,8 ampere con la ricevente (multiplex sinterizzata) alimentata dal regolatore di velocità. Dopo aver tracciato queste “linee guida” mi son divertito a squartare il kit :devil: .

 

Lo scafo del kit è formato da quattro parti ed è stato letteralmente tagliato in due punti (prua inferiore, poppa superiore) per poter ottenere la separazione, a modello completato, della parte superiore dello scafo lasciando il cono di poppa e la prua estrema assemblati, lo stesso sistema che ho adottato sul seawolf. Così facendo si ha un comodo accesso al cono di poppa per i linkaggi nonché un agevole disposizione del wtc all’interno dello scafo avendo nel contempo una chiusura dello scafo molto solida. Dopo di che ho aperto le griglie stampate nella parte inferiore dello scafo per ottenere delle buone aperture per la libera circolazione dell’acqua all’interno del falso scafo.

 

 

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scafo inferiore

 

 

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aperture sotto lo scafo

 

 

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dettaglio foro del piedistallo occluso

 

 

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scafo superiore

 

 

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apertura fori dell'MBT

 

 

 

 

Sulla torretta ho allargato i fori dei piani orizzontali boccolati poi con un tubo in rame, ed ho aperto la parte inferiore per permettere il passaggio del linkaggio che vedremo in seguito.

 

 

 

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torre

 

 

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boccola timoni in vela

 

 

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apertura inferiore della vela

 

 

 

A questo punto mi sono concentrato sul cono di poppa, la zona più delicata perché è dove si concentra la parte meccanica del modello, avendo la presenza dell’assale dell’elica e dei piani di controllo. Qui c’è da fare una precisazione… nello skipjack vero gli assi dei piani di controllo orizzontali e verticali coincidono, mentre nel kit l’asse dei timoni di direzione è spostato a proravia dell’asse dei timoni orizzontali. Avrei dovuto quindi modificare il kit ma di conseguenza mi sarei complicato di molto la vita nell’eseguire i linkaggi dei timoni anche perché avevo già chiaro in mente il sistema degli assi dei timoni (che vedremo tra breve), quindi mi son voluto concedere questa sorta di “licenza poetica” by moebius lasciando il kit così com’è :whistle: .

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Il primo step è stato quindi quello di disporre all’interno del cono di poppa l’assale dell’elica, tenuto in sede da una colata di resina con annegata dentro una bronzina. La colata di resina è stata fatta in modo da poter separare il cono così ottenuto e i due pezzi del cono di poppa dato che ancora dovevo assemblare i quattro semiassi dei piani di controllo. Per ottenere ciò mi è bastato ungere con dell’olio le parti in plastica che sarebbero state in contatto con la resina. Data poi l’esigua quantità di resina usata la quantità di calore sprigionata dalla reazione chimica non sarebbe stata tale da compromettere le parti in plastica del modello. Il centraggio dell’assale viene garantito da una dima in plexyglass fissata momentaneamente all’interno del cono di poppa.

Va detto inoltre che l’assale svolge anche la funzione di sorreggere gli assi dei quattro timoni prendendo in prestito un pezzo dagli amici elicotteristi rc, ovvero un “hub del rotore di coda”. Con questo pezzo lievemente modificato ho ottenuto una notevole solidità dei semiassi dei piani di controllo che rimangono perfettamente in asse senza svergolamenti. Linkati poi insieme i semiassi tramite una boccola con grano, con saldati due braccetti in ottone ed un uniball otteniamo un linkaggio veramente solido, regolabile grazie ai grani che tengono i semiassi, e con una notevole escursione. L’unica modifica apportata dopo aver fatto delle prove di funzionamento è stata quella di montare tra l’assale dell’elica e i due hub un tubo di rame a mò di bronzina, poiché la frizione di due parti di acciaio non si dimostrava troppo salutare per il modello.

 

 

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assale con hub e bronzina

 

 

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dettaglio hub

 

 

 

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colata di resina nel cono di poppa

 

 

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supporto assale

 

 

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supporto assale

 

 

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leveraggi timoni AD

 

 

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leveraggi timoni AD

 

 

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refitting astuccio, hub e assale

 

 

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refitting astuccio, hub e assale

 

 

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vista inferiore timoni AD

 

 

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dettaglio grano di blocco

 

 

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marker asse verticale al centro

 

 

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marker asse verticale tutto a DX

 

 

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marker asse vertivale tutto a SX

 

 

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viste del complessivo leveraggi timoni

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Soltanto dopo molteplici prove eseguite con il cono di poppa montato "a secco" mi son deciso a procedere con l'incollaggio delle parti che formano lo scafo e i timoni tenendomi un'ulteriore sicurezza contro accidentali montaggi (io sono uno specialista in questo :biggrin::doh: anche i piani di coda sono fissati all'alberino tramite un grano.

 

 

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altre viste della poppa pre incollaggio

 


Passo quindi a fare qualcosa in torretta:


questa parte del kit vuole essere un pezzo che deve essere amovibile, vi chiedete perchè mai? Per tanti motivi... manutenzioni da fare, eventuali aggiunte o elaborazioni al kit, meglio tenersi qualche possibilità in più su un modello così grande piuttosto che tarparsi le ali :wink:

 

vediamo cosa ho fatto;


iniziamo con il linkaggio per i timoni di profondità prodieri, quanta escursione avrò dal servo assegnato a questo comando? Difficile a dirsi quando si ha solo una vaga idea di come sarà il wtc, quindi non resta che una soluzione; fare un linkaggio che amplifichi un piccolo movimento in uno grande. Poi ci vorrà veramente poco a regolare la corsa del servo mediante la radio qualora questa sia eccessiva :smile:

 

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leverismo timoni in torretta

 

 

Poi andiamo a levare la plastica presente tra la vela ed il prolungamento della torretta (sede dello scarico del diesel di emergenza) affinchè eventuale aria intrappolata al suo interno possa fluire via verso la torretta liberamente.

 

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Andiamo a vedere poi come rendere amovibile la torre.

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Tenendo le due parti della torretta sul piano di lavoro dobbiamo decidere dove saranno posti i fori nei quali far passare le viti di fissaggio considerando che sarà da forare anche la parte superiore dello scafo creando contestualmente aperture per far defluire l’aria, far passare il linkaggio dei piani in vela e le viti appunto (noto solo ora che mi mancano le foto di questo passaggio).

Io ho scelto tre punti di fissaggio, nella parte prodiera della vela, il secondo in corrispondenza del suo bordo d’uscita, ed il terzo costituito da una vite fissata alla fine dell’alloggiamento dello scarico del diesel di riserva che passa attraverso lo scafo e fisserà il tutto con un dado.

Nei primi due punti ho usato del patafix per formare due vani nei due pezzi della torretta dove poter poi colare la resina, resina che andrà colata questa volta direttamente sulla plastica, e alla quale aderirà fortemente, basta solo fare in modo che la resina liquida, al momento della colata sia quasi pari al bordo della plastica di modo che quando andremo ad unire le due semi torrette non ci siano grossi spazi da riempire tra loro. Poco importa che le due colate (dx e sx) siano perfettamente uguali, se proprio vorremo una volta unite le due semi torri potremo lavorare la resina con una limetta per dargli un’aria meno….. grossolana :wink:

 

 

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alveoli pronti a ricevere la colata di resina

 

 

 

 

 

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supporto torre in resina appena colata

 

 

Dalle foto potrete notare che io avevo già praticato i fori per il fissaggio, a voi basterà praticare solo i fori sulla parte superiore dello scafo. Quando la resina sarà solida ed avrete assemblato tutta la torre potrete forare con un trapano a mano tenendo “in sito” la torretta sfruttando gli incastri del kit e poi maschiare il foro per poi poter avvitare le viti che terranno salda la torretta con un serraggio però mai eccessivo. Ricordate inoltre, prima di assemblare la torretta, di montare l’asse dei timoni e l’asse con la leva che spunterà sotto la vela stessa ed al quale andrà montato un uniball, Il lavoro sarà più agevole ora che a torretta assemblata.

 

 

 

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complessivo timoni in torretta

 

 

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leverismo timoni in torretta visto dalla parte inferiore

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Riassumendo, ora ho lo scafo montato con il cono di poppa completamente assemblato, completo di linkaggi (abbondanti in lunghezza) e assale dell’elica. La torretta è stata assemblata ed attende il suo turno per l’assemblaggio finale….

È l’ora di lavorare sul wtc!

Innanzi tutto devo trovare dove posizionare il wtc all’interno dello scafo (dottor Ocean’s…. si prepari a rabbrividire :laugh: ).

E’ facile stabilire quale sia il punto posteriore oltre il quale il wtc non deve essere posizionato, questo è dato dagli ottanta millimetri di diametro e dal fatto che il wtc deve essere, con il modello emerso, sotto il livello del galleggiamento. Quindi nel punto della poppa dove abbiamo ottanta millimetri tra la chiglia e il galleggiamento avremo il limite massimo posteriore del wtc.

In realtà a quel “punto” non ci arriveremo ma staremo più a proravia se teniamo conto che il wtc non dovrà poggiare sullo scafo ma su delle “selle” che lo sosterranno per poter poi infilare tra scafo e wtc la zavorra in piombo. Quando poi il wtc sarà completato, facendo delle “prove in vasca” potremo trovare la corretta posizione del wtc ed eventualmente decidere l’opportuna ed eventuale disposizione all’interno dello scafo di pesi e/o polistirolo oltre la zavorra per rendere il battello ben bilanciato.

Come già detto, Ocean’s one in un post dedicato ci ha illustrato come poter calcolare l’altezza metacentrica e stabilire se un modello sarà stabile in navigazione o meno. Certo è che con un wtc enorme di ben otto centimetri di diametro e lungo più di cinquanta beh…. ci basterà essere attenti nella distribuzione delle componenti meccaniche, ovviamente dopo averle pesate (se non altro per sapere se il modello potrà mai galleggiare :laugh::laugh::laugh: ), e fare un’oculata scelta dei materiali da impiegare nella costruzione della tech-rack del wtc.

 

Vediamo ora la costruzione del wtc:

 

sono partito col progettare la disposizione interna di tutte le parti necessarie iniziando con il tappo di poppa, disegnando su carta millimetrata i diametri dello stesso e riportando sul disegno i punti dove far passare le tiranterie, l’assale dell’elica, i fori per fissare la flangia supporto motore e quelli per poter fissare le barre filettate che saranno poi il sostegno della tech-rack.

Dopo aver riportato su carta millimetrata il tappo ho disegnato quindi la disposizione dei servi, della ricevente e di ogni cosa che sarebbe stata montata allo scopo di avere i disegni dei frames da farmi fare con una fresa cnc. Nulla va lasciato al caso pena il buttar via tempo e denaro.

Una volta giunti i frames ho iniziato l’assemblaggio. Eccovi la sequenza fotografica….

 

 

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tracciatura dei fori sul tappo del wtc

 

 

 

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tappo posteriore del wtc forato

 

 

 

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gruppo propulsore e tappo wtc

 

 

 

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gruppo propulsore montato

 

 

 

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gruppo propulsore montato

 

 

 

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frames supporto servi

 

 

 

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frame supporto rx e regolatore motore

 

 

 

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frames rx e servi assemblati

 

 

 

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dettaglio dell'interruttore generale

 

 

 

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frame Ballast Tank Switch

 

 

 

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frame BTS assemblato

 

 

 

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il reattore S5W :laugh:

 

 

 

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altre viste della batteria e dei suoi frames

 

 

 

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wtc assemblato ma privo di pistone

 

 

Assemblate le varie componenti, mi son tenuto per ultimo il pistone… un lavoro da eseguire con molta calma data la mia più totale inesperienza con questo congegno.

Il corpo del pistone è stato ricavato da un tubo in plexy di diametro esterno di 70 mm dentro al quale sistemare un pistone in pvc con un o-ring per la tenuta. Il pistone sarebbe stato mosso da una ruota dentata che in un foro al suo centro alloggia una vite senza fine la quale trasformerà il movimento rotatorio della ruota dentata, in un movimento lineare del pistone.

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Dopo aver fatto un paio di conti circa il volume del wtc e il suo peso, peso approssimato del modello ed una prova in vasca, ho riscontrato che un’aggiunta di 410 grammi d’acqua di zavorra mi permettono di far scendere staticamente il modello. Per avere quindi quest’aumento di peso la corsa del pistone sarà di 12 cm. All’esterno del tappo posteriore del pistone sarà da fissare il motore, un classe 280, e gli ingranaggi per la riduzione del moto. Con due microswitch ho anche a realizzato i fine corsa AV e AD del pistone.

 

 

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il pistone....

 

 

 

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complessivo staffa porta motore, motore, ingranaggi e barra filettata

 

 

 

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centraggio staffa porta motore

 

 

 

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staffa portamotore assemblata

 

 

 

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switch fine corsa a svuotare

 

 

 

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foro passaggio tastatore

 

 

 

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tastatore e molla

 

 

 

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tastatore e microswitch a riempire

 

 

 

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aggiungiamo qualche filo.....

 

 

 

....assemblato il tutto al wtc... ecco il risultato

 

 

 

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parte del pistone fissata al wtc

 

Bello a vedersi ma purtroppo non molto funzionale..... :dry:

Il motore si è dimostrato molto piccolo e non ostante la riduzione degli ingranaggi il lavoro dato dal pistone era veramente troppo…. Durante il funzionamento la cassa del 280 si scaldava a dismisura cuocendo lentamente il motore stesso insomma…. Un mezzo fiasco….

 

Avrei potuto mettere un motore più grande ma non troppo…. Forse con un 380 avrei risolto il problema???

Ci voleva una soluzione efficace quanto drastica…. Modificare un servo per il movimento della barra filettata!

Mi son fatto spedire un paio di HS322HD, un servo non troppo voluminoso ma capace di una coppia di 3kg quando alimentato a 4,8 volt, non male :wink:

Squartato il servo ho tolto la parte elettronica, modificato l’ingranaggio per compiere giri completi, forato l’ultima ruota dentata, ho cambiato poi la barra filettata sostituendo la M3 con una barra M6 che ha un passo di 1mm. Questo perché il servo ha una velocità di rotazione di circa un giro al secondo, molto più lento del precedente meccanismo mosso dal 280… avevo quindi bisogno di accelerare il movimento del pistone sfruttando l’elevata coppia del servo aumentando il passo della vite senza fine.

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La classe non è acqua.

Dopo una prima lettura, sono queste le prime parole che mi vengono in mente.

 

Andrea, stai scrivendo un resoconto ben dettagliato, spiegando i motivi delle tue scelte e procedendo con passi ponderati inframmezzati da verifiche pratiche.

Insomma, penso che sia un esempio molto istruttivo della rczzazione di un modello.

Adesso aspettiamo il seguito, continua così.

________

 

Ti ringrazio per avermi citato: mi fa piacere esserti stato utile per il bilanciamento del modello.

 

Riguardo a ciò che dovrebbe farmi rabbrividire, ti dico che invece mi trovo d'accordo con te.

A patto di mantenerlo per intero sotto alla linea di galleggiamento, il WTC può tranquillamente essere spostato longitudinalmente per ricercare il corretto equilibrio.

In linea del tutto generale, il numero di regolazioni di un sistema qualsiasi deve essere almeno uguale al numero dei suoi "gradi di libertà", per essere certi di poter raggiungere l'equilibrio.

Qui il modello ha due gradi di libertà, che sono l'assetto longitudinale immerso e quello emerso.

Ti servono quindi due regolazioni distinte: lo spostamento della zavorra e quello del WTC/centro di spinta (che, solidalmente, si porta dietro anche il centro della camera di zavorra).

Come vedi, 2 = 2, e quindi hai le garanzie di riuscire a bilanciare correttamente.

Quindi, non rabbrividisco affatto ed anzi mi sembra un approccio corretto.

Alla via così e buon lavoro!

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grazie dei complimenti ocean's troppo gentile.... ma detto tra noi, un simil sistema così poco matematico per posizionare il wtc, veramente non ti ha fatto sentire strane sensazioni epiteliali?? :biggrin:

vediamoci gli ultimi step di questa "gestazione" :laugh:

 

 

Foto soluzione B per pistone

 

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il servo durante la modifica...

 

 

 

 

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centraggio dell'ultimo ingranaggio per un foro corretto

 

 

 

 

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ingranaggio forato e filettato nella sua sede

 

 

 

 

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servo assemblato in sede

 

 

 

 

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fine corsa "a svuotare" montato sul servo

 

 

 

 

 

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servo in sede sul tappo del pistone

 

 

 

 

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chiusura del pistone

 

 

 

 

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pistone completo

 

 

 

 

 

Così facendo ho raggiunto un buon compromesso tra un elevata coppia, capace di espellere l’acqua dalla zavorra anche a profondità “modellisticamente” elevate, ed un tempo di svuotamento-riempimento del pistone quasi decente...

 

Modificato da andreavcc
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sistemo quindi i magneti per i linkaggi ed il cardano per la trasmissione....

 

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.... un pò di primer...

 

 

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....un pò di aerografo seguito da colori ad olio....

 

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...un paio di prove in vasca per controllare il bilanciamento, e appena possibile via al lago per il varo!

 

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ed eccomi.... come qualcuno mi ha definito... il sampei del nord-est :laugh::laugh::laugh:

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Questo è quanto gente…. Vorrete scusare la scarsa qualità delle foto…. Colpa del fotografo ovviamente. Cercherò quanto prima di farne di migliori e perché no….. fare un bel video come ormai mia abitudine :wave:

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grazie dei complimenti ocean's troppo gentile.... ma detto tra noi, un simil sistema così poco matematico per posizionare il wtc, veramente non ti ha fatto sentire strane sensazioni epiteliali?? :biggrin:

 

Andrea,

In verità sono ben cosciente che per la messa a punto esistono strade diverse dai calcoli matematici.

Anzi, qualora le forme siano complesse e di non facile valutazione (come la vela dello Skipjack, che non è certo a metà scafo!) la strada migliore è un affinamento con successive prove pratiche.

 

Se proprio vogliamo fare i teorici, possiamo riprendere quanto ho scritto nei post 80-83 della mia discussione sul bilanciamento, ovvero che il centro della cassa di immersione deve trovarsi in corrispondenza del centro dell'opera morta da fare immergere.

Questo tu l'hai sicuramente fatto: vela abbastanza avanzata, e quindi pistone spostato in avanti nel WTC.

La teoria può finire qui.

Dopodiché, è più efficace ed anche modellisticamente più gratificante procedere con la messa a punto pratica, con le mani "sul pezzo".

 

Grazie ancora per il dettagliato resoconto.

Quando puoi, facci sapere come si comporta in acqua il bambino...

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purtroppo posso dire molto poco al riguardo.... oltre il varo non ho avuto più occasione di portarlo a mollo :sad:
comunque il varo in sè e stato molto positivo. il modello non ha chiesto interventi di bilanciamento, anche perchè già bilanciato in vasca. l'unica cosa che ho dovuto fare è stato aggiungere 20 grammi per averlo lievemente negativo. l'elica del kit lavora egregiamente, a bassi giri spinge il modello ad una buona velocità. per ora gli stò facendo una cassa di trasporto per portarlo al meeting in slovacchia.... lì credo che lo testerò per bene :wink:

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Grande Andrea... :smiley19: :smiley19:

Come sempre, hai realizzato un modello stupendo.

Ho una curiosità: immagino che Il modello si immerga di piatto; non potresti farlo immergere, come nella realtà, un po appruato? O mi sto sbagliando? :smile:

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grazie totiano, grazie navy :happy:

 

in realtà non si immerge esattamente di piatto ma lievemente appruato, questo per via del pistone che carica la zavorra da prua a poppa. la cosa negativa è che, in emersione statica, il modello "stacca" dal fondo prima la poppa e poi la prua :smile:

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  • 2 weeks later...

Bellissima realizzazione pulita e sopratutto finita con la soddisfazione di vederlo in acqua mi ha incuriosito l' utilizzo del servo come motore del pistone... non sarei mai capace di concepire quelle modifiche che tu hai fatto, ancora complimenti

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grazie totiano, grazie navy :happy:

 

in realtà non si immerge esattamente di piatto ma lievemente appruato, questo per via del pistone che carica la zavorra da prua a poppa. la cosa negativa è che, in emersione statica, il modello "stacca" dal fondo prima la poppa e poi la prua :smile:

Scusa, sono sicuro che capirai.. ovviamente da profano la faccio facile.. :rolleyes:

non potresti far spostare i carichi leggermente verso poppa per avere l'effetto desiderato in emersione..

Mi raccomando, non infierire troppo sulla mia domanda.. :sad::laugh: :laugh:

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grazie dei complimenti gpez... in realtà quel "pistone" mi fà incrociare le dita ogni volta che comando l'emersione :laugh:

 

navy, si che si potrebbe.... con un servo basterebbe spostare la cassa di zavorra verso la poppa di un paio di centimetri per far si che tiri su il musetto prima della poppa ma bisognava pensarci prima ed avere lo spazio, ma ti dirò di più :wink:...... io apprezzo il fatto che mi stacchi prima la poppa un secondo prima della prua... questo perchè "navigando" perlopiù in un lago con tutte le ramaglie sul fondo annesse ed una rifrazione molto accentuata data la distanza che lo scarso fondale mette tra me e il battello, posso comandare l'emersione e poi dare l'avanti adagio senza aver timori per l'elica troppo vicina al fondo anche con visibilità del modello scarsa.

 

edit:

 

testando nuovamente i sistemi ed il bilanciamento prima della partenza alla volta del meeting di bratislava vedo che il modello si immerge staticamente "leggermente" appruato, e emerge (sempre staticamente) staccando prima la prua della poppa :huh:

 

dottor ocean's mi sfugge qualcosa?? se si immerge di prua (considerando che il pistone carica la zavorra da prua a poppa) perchè emerge allo stesso modo? credo mi sfugga qualcosa....

Modificato da andreavcc
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Andrea,

 

Quando riempi:

- la prima acqua che metti è quella verso prua e solo alla fine la metti anche verso poppa

- quindi nel transitorio dell'immersione il baricentro dell'acqua di zavorra è mediamente spostato verso prua (perchè hai già caricato più acqua da quella parte)

- e quindi il modello si immerge appruato

 

Quando svuoti:

- la prima acqua che togli è quella verso poppa e solo alla fine la togli anche verso prua

- quindi nel transitorio dell'emersione il baricentro dell'acqua di zavorra è mediamente spostato verso prua (perchè a poppa l'acqua non c'è già più)

- e quindi il modello emerge sempre appruato (staccando cioè prima la poppa)

 

____________

 

Però non capisco bene cosa intendi nella seconda parte del tuo post, quando scrivi:

testando nuovamente i sistemi ed il bilanciamento prima della partenza alla volta del meeting di bratislava vedo che il modello si immerge staticamente "leggermente" appruato, e emerge (sempre staticamente) staccando prima la prua della poppa :huh:

Ma allora quando comandi l'emersione stacca prima la prua o la poppa?

(Dopo tua conferma definitiva, ci ragioniamo di nuovo)

 

Saluti

Ocean's

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esattamente.... stacca la prua e solo dopo un secondo la poppa....

 

il 19 agosto ho risposto a navy ragionando logicamente, esattamente lo stesso procedimento logico sullo spostamento del baricentro di zavorra che hai postato qui sopra. ieri invece favcendo delle prove in bacino di carenaggio (leggasi vasca da bagno) ho notato che stacca dal fondo prima la prua e poi la poppa....... questa non me la spiego anche perchè non ho variato nulla circa pesi/polistirolo... mah :huh:

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Hai mai visto il film "sette bassotti per un danese"? In pratica, il danese, vivendo tra i viziatissimi bassotti si riconosceva in tutto e purtutto a loro..

dirai: cosa centra con quello che stiamo dicendo?

Nel tuo spettacolare modello, il "pezzo di plastica" si è interamente immedesimato nella macchina che rappresenta... Lui (il Pezzo di plastica) sa perfettamente come ci si immerge o si emerge... ergo, fa la cosa giusta.

Chiaro no??? :blink::rolleyes::laugh: :laugh:

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L'approccio "filosofico" di Navy è perfetto!!!

Basterebbe quello...

 

Però, ragionandoci meglio, una spiegazione tecnica c'è.

In effetti, Andrea, tu vedi che il modello si immerge appurato nelle prime fasi, ossia quando la vela è ancora parzialmente fuori dall'acqua. Tieni conto che in questa situazione ti manca la spinta idrostatica della vela emersa, ovvero ti manca una forza positiva che risulterebbe messa molto verso prua, vista la geometria del sottomarino.

Quindi, prua pesante e immersione appurata, ma non tanto per il verso di riempimento del pistone, quanto piuttosto per la posizione della vela e per la mancanza della sua spinta quando è emersa.

 

Invece, quando stacchi dal fondo, la vela è completamente immersa e quindi ti dà una spinta positiva applicata a prua, che in questo caso è abbastanza grande da superare la tendenza a staccare appoppato che invece deriverebbe dal solo senso di svuotamento del pistone.

 

Già così, le cose si spiegano.

Potrebbe essere che la cassa di immersione non sia esattamente dove dovrebbe essere per garantire un'immersione statica rigorosamente piatta (e secondo me è leggermente in avanti rispetto alla sua posizione teorica), ma tant'è.

Il modello, che come sappiamo è dotato di una propria intelligenza e di un proprio carattere, vuole comportarsi in maniera appagante all'occhio, e questo è già un risultato massimo.

Esultane pure...

 

Saluti,

Ocean's

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Hai mai visto il film "sette bassotti per un danese"? In pratica, il danese, vivendo tra i viziatissimi bassotti si riconosceva in tutto e purtutto a loro..

dirai: cosa centra con quello che stiamo dicendo?

Nel tuo spettacolare modello, il "pezzo di plastica" si è interamente immedesimato nella macchina che rappresenta... Lui (il Pezzo di plastica) sa perfettamente come ci si immerge o si emerge... ergo, fa la cosa giusta.

Chiaro no??? :blink::rolleyes::laugh: :laugh:

 

 

L'approccio "filosofico" di Navy è perfetto!!!

Basterebbe quello...

 

Però, ragionandoci meglio, una spiegazione tecnica c'è.

In effetti, Andrea, tu vedi che il modello si immerge appurato nelle prime fasi, ossia quando la vela è ancora parzialmente fuori dall'acqua. Tieni conto che in questa situazione ti manca la spinta idrostatica della vela emersa, ovvero ti manca una forza positiva che risulterebbe messa molto verso prua, vista la geometria del sottomarino.

Quindi, prua pesante e immersione appurata, ma non tanto per il verso di riempimento del pistone, quanto piuttosto per la posizione della vela e per la mancanza della sua spinta quando è emersa.

 

Invece, quando stacchi dal fondo, la vela è completamente immersa e quindi ti dà una spinta positiva applicata a prua, che in questo caso è abbastanza grande da superare la tendenza a staccare appoppato che invece deriverebbe dal solo senso di svuotamento del pistone.

 

Già così, le cose si spiegano.

Potrebbe essere che la cassa di immersione non sia esattamente dove dovrebbe essere per garantire un'immersione statica rigorosamente piatta (e secondo me è leggermente in avanti rispetto alla sua posizione teorica), ma tant'è.

Il modello, che come sappiamo è dotato di una propria intelligenza e di un proprio carattere, vuole comportarsi in maniera appagante all'occhio, e questo è già un risultato massimo.

Esultane pure...

 

Saluti,

Ocean's

 

.... grande navy :biggrin::laugh:, un film esilarante :smiley19: .....

.... grandissimo ocean's.... :smiley19::smiley19::smiley19:

la vela quindi è la chiave di volta.

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