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Caveira: Come Polizia E Militari Brasiliani Combattono Il Narcotraffico


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Titolo: Caveira - La guerra della polizia brasiliana contro il narcotraffico

Autore: Gianpiero Spinelli

Editore: Mursia

Anno: 2014

Pagine: 416

Prezzo: 19 euro

 

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Il concetto di “guerra” si è inevitabilmente modificato nel corso dei secoli, passando dallo scontro tra forze armate composte da militari ben identificabili a conflitto “asimmetrico”, in cui una delle parti in campo non utilizza nè personale militare propriamente detto nè tecniche e tattiche tradizionali, nè armamento pesante. Resta però un minimo comune denominatore: il conflitto è determinato da contrapposte visioni politiche, ideologiche, sociali e religiose. E’ possibile allora parlare di guerra, quando lo scontro avviene tra le forze di polizia e la criminalità organizzata?

Sì, è possibile.

Quanto racconta Gianpiero Spinelli, ex parà della «Folgore», arrivato in Brasile per un progetto di addestramento all’antiterrorismo, nel suo “Caveira” (la “Caveira”, un teschio infilzato da un pugnale, è il simbolo delle forze speciali di polizia e delle forze armate brasiliane in prima linea per il contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico), ci convince che quello che è accaduto ed accade in Brasile è davvero una nuova forma di guerra, mai dichiarata, combattuta fra i vicoli delle favelas, dove corruzione, violenza, miseria e paura sono la vita quotidiana ed in cui intere aree urbane sono sotto controllo dei trafficanti di droga, in cui i “soldados” di questi trafficanti utilizzano in modo organizzato forme di guerriglia urbana, armi da guerra, dai fucili d’assalto alle mine antiuomo, dalle mitragliatrici agli IED.

E le forze dell’ordine brasiliane, ma anche unità delle forze armate carioca (tra cui persino il GRUMEC -Grupamento de Mergulhadores de Combate, unità delle Forças Especiais da Marinha do Brasil), hanno dovuto adottare specifiche tecniche e tattiche di anti e controguerriglia. Gli uomini della Caveira – e non solo loro- tutti volontari, seguono un addestramento unico ed una selezione che spinge all’estremo le capacità fisiche e mentali e sono considerati i migliori al mondo nel combattimento in aree urbane. Chi li ha addestrati è stato anche Spinelli, che racconta la sua esperienza, descrivendo i difficili contatti con le varie autorità locali, le fasi di addestramento e le cruente e sanguinose azioni nelle favelas di Rio de Janeiro e San Paolo.

Gianpiero Spinelli, apparso alle cronache nel 2004, quando operava in Iraq e quattro suoi contractors vennero sequestrati ed uno, Fabrizio Quattrocchi, venne barbaramente ucciso, viene da una famiglia di militari. Dopo un’esperienza nella “Folgore”, da una dozzina di anni opera nel campo della sicurezza nelle aree di crisi, specializzandosi nelle scorte, nei programmi di protezione e nell’addestramento.

Modificato da malaparte
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