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Un Eroico Ufficiale Triestino: Mavm Silvio Dossi


danilo43

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Nella sezione quiz ho visto recentemente pubblicata un'immagine del CV MOVM Ignazio Castrogiovanni, che mi ha dato spunto per questo insolito post.

Casualmente, qualche mese fa, mi sono imbattuto in un ottimo forum, ma non del tutto attinente a questo oggetto, nel messaggio di un signore triestino, che accennava sinteticamente alle vicende belliche di suo padre, ex ufficiale superiore della R. Marina.

Sono particolarmente legato a Trieste, città di provenienza della mia famiglia da parte materna, dove ho anche risieduto al tempo degli studi universitari.

Dalle poche cose riferite ho compreso immediatamente chi fosse suo padre e lo ho contattato privatamente, ricevendo prontamente riscontro. Ho dato seguito alla mail inviatami, caldeggiando un suo intervento diretto su Betasom, la sede più opportuna per commemorare il padre e dove sarebbe stato opportunamente ben accolto.

L'indirizzo di invio è corretto e ne ho avuto conferma, ma la mia mail non è mai stata aperta, non ho avuto conferma di lettura, e nemmeno altri PM inviati a seguito in quel forum sono stati visionati, né più si è fatto sentire nemmeno in quella sede. Non ho idea di cosa possa essergli successo.

Interpretandone il desiderio di far conoscere le vicende del padre, mi permetto di riprodurre quasi integralmente il suo scritto ad eccezione degli elementi strettamente privati.

Mi riprometto di tentare a breve un contatto telefonico, cosa che fin'ora ho evitato di fare.

Nel caso riferirò.

Ciao Danilo! Ti ringrazio davvero per le tue parole...........
Ti racconto la storia di mio Padre.

Io sono nato (a Trieste) nel 54 ancora sotto GMA, in Aprile. Mio Padre e mia Madre ................. avevano 48 anni. Un bel record per mia madre, infatti ho un fratello e una sorella nati anteguerra. Mio padre completò gli studi in Ingegneria Navale frequentando l'Accademia Navale di Livorno. Ne uscì ovviamente con il grado di Tenente, quella volta i titoli come tenente di vascello spettavano soltanto agli Ufficiali di Comando Nave (Stato Maggiore)
Ebbe subito e con continuità ordini di imbarco in qualità' di Ufficiale di macchina sulla maggior parte dei Vascelli della nostra Flotta.
L'incarico più alto lo ebbe come Maggiore, Vice Direttore di macchina sulla nostra super corazzata Littorio, classe VittorioVeneto. Ora che ti ho detto un po di lui, posso rispondenti. Durante la Battaglia di Pantelleria ( la "battaglia di mezza Estate ) lui copriva il ruolo di Direttore di macchina con il grado di Maggiore sul super caccia Vivaldi.
Quella volta si era in macchina proprio, non come ora dove (visto sulla Garibaldi) la centrale di Macchina è una vera sala dei bottoni e giù' dove fanno 60 gradi non ci va quasi mai nessuno. La battaglia fu molto violenta e a distanze relativamente ravvicinate con le navi inglesi. Mio Padre dopo alcune ore che si trovava in sala macchine (che era divisa in due settori per sicurezza. Sala destra con la sua caldaia e la turbina a vapore e la sala sinistra idem. Se veniva colpita una delle due sale l'altra poteva ancora supplire. Ebbene appena mio Padre uscì dalla porta blindata della sala sinistra il Vivaldi fu colpito in pieno da una bordata inglese in piena sala macchine sinistra sotto la linea di galleggiamento. Scoppiò un incendio a bordo che fu domato solo dopo nove ore di lotta col fuoco. Morirono tutti i compagni di mio Padre nella zona colpita dove non potevano salvarsi dall'annegamento. Fu una decisione a dir poco drammatica, fare uscire i superstiti con la certezza che comunque l'acqua avrebbe invaso la nave, non potendo più richiudere il portello, o sacrificare i sopravvissuti permettendo al Vivaldi di manovrare col motore rimasto e allontanarsi dal campo di battaglia. Penso che a mio Padre quella scelta lo tormentò per tutta la vita. Il Comandante volle per tre volte dare l'abbandono nave, ma mio padre gli disse alla fine che se voleva andare con i suoi uomini era libero di farlo, ma lui sarebbe rimasto a combattere l'incendio con i suoi uomini superstiti. Portarono il Vivaldi il più lontano possibile dalla battaglia, fuori tiro nemico, e dopo nove ore in tuta d'amianto riusci' con la sua squadra, ufficiali, sottufficiali, genieri, maro' a debellare l'incendio. Riusci a riattivare un gruppo elettrogeno indispensabile per i comandi macchine e a velocita' ridotta riportò il Vivaldi al sicuro a Taranto.
Immediatamente la vicenda fu in mano all'Ammiragliato che fu informato di tutto da Supermarina e lui, assieme a molti dei suoi compagni fu proposto per la M. O. Al Valor Militare sul Campo. Ora, poiché il decreto era stato emesso da subito, lui intanto fu decorato personalmente da Mussolini, Capo del Governo ancora in carica, in una solenne cerimonia a Taranto della quale ho anche la foto. Con la M. d'argento al Valor militare sul campo, dovendo passare sei mesi dall'episodio per conferire "in vivo" la M.O. Il regolamento della Marina prevedeva infatti il conferimento immediato sub judice della M.O. al V. M. Ai superstiti, ma dopo una disamina che una apposita commissione avrebbe confermato come detto entro sei mesi . Nel frattempo in ogni caso in attesa della conferma della M.O. veniva conferita a lui e a tutti gli altri la M. d' Argento. Ho anche un trafiletto del Piccolo dell'epoca con un piccolo ma trionfante articolo con la foto di mio Padre, che informava dell'accaduto la popolazione di Trieste. Se tu lo volessi, posso fartene una fotocopia e inviartelo, oppure tramite allegato jpg via mail. Ma dovresti inviarmi il tuo indirizzo di posta. Il mio è questo xxxxxxxxxxxxxxxxxx
e il nome di mio padre Silvio Dossi, Capitano di Fregata (tenente colonnello). Mancato a noi il 24 Ottobre del 1980. Purtroppo mio Padre al momento dell' armistizio e del " ribalton" si trovava con tutta la famiglia ad Ancona, base navale di appoggio. Scelta obbligata, o Salo' oppure ?..
Salò... Una terza scelta sarebbe stata un vagone piombato diretto in Germania. Per fortuna a mio Padre fu dato l'incarico di Comandante della sicurezza di Trieste, la nostra città ovviamente. In questo modo ebbe occasione, dalla sua posizione, di aiutare tantissima gente a salvarsi la pelle, in mille modi possibili. Spettava a lui dare l'allarme aereo in caso di passaggio sull'Adriatico dei bombardieri americani che dalle basi in Puglia andavano dritti in Germania a bombardare e durante il ritorno (saprai bene che un bombardiere deve vuotare tutto il carico comunque, magari in mare, prima di atterrare per motivi di sicurezza e loro scaricavano le bombe avanzate sui paesini del Tirolo, che Dio li abbia in gloria!..... Due o tre volte deviarono su Trieste per colpire le installazioni portuali e l'arsenale. Ma si sa che da 9000, 15.000 piedi di quota la deriva che prende una bomba da 500 Kg la fa arrivare per la caduta in diagonale fuori bersaglio anche di un paio di kilometri, infatti Piazza Carlo Alberto fu colpita in alcuni palazzi.
Mio padre si sarebbe meritata una seconda medaglia da parte dell'Italia. Tu immagina che ovviamente essendo costretto ad arruolarsi alla Repubblica il passaggio alla definitiva assegnazione della M.O. venne interrotto (ma non la sua Prima ordinanza di attribuzione tutt'ora aperto). Quello che fece fa parte dell' animo onesto di pochi uomini, penso. Mio padre essendo anche il referente della X MAS per Trieste aveva in consegna ben dieci Kg di lingotti d'oro. Nei tragici 40 giorni della occupazione dei titini, in tutto quel "remitur"
(ndD: temine dialettale per baraonda), poteva benissimo nascondere in posto sicuro e introvabile quei lingotti d'oro che avrebbero fatto la ricchezza, e nemmeno sporca di sangue, della nostra famiglia. Hai già indovinato cosa invece fece mio Padre. Instaurato in maniera stabile il GMA si presentò al Governatore inglese, spiegandogli la sua posizione e gli incarichi che aveva e gli consegnò tutti, ma tutti i dieci kili in lingotti i d'oro dicendo " Io sono custode di questo oro, che ora appartiene al Regno d'Italia. Lo consegno a lei perché lo faccia avere in via ufficiale al Governo del mio Paese. " Da paura... Nel frattempo la posizione di mio Padre veniva valutata assieme a quella di tanti altri poveretti che si trovarono abbandonati e traditi da un Governo allo sbando, da un fuggi fuggi generale, da un si salvi chi può
Mio padre fu espulso dalla Marina come primo provvedimento, tanto per cominciare. La mia famiglia fece quasi la fame per un anno. Poi magicamente arrivò un dispaccio che ordinava a mio Padre di recarsi entro 48 ore al Comando Marina di Venezia per assumere un comando. La sua posizione era stata valutata e siccome di lui nessuno aveva detto una virgola di male, anzi ci era la testimonianza del Governatore, bene, mio padre con effetto immediato veniva riammesso con onore nei ranghi della ancor Regia Marina e promosso da Maggiore a Tenente Colonnello del Genio Navale. Della medaglia nulla. Un po dovevano fare come i perfetti imbecilli, ma almeno ci davano buona con diritto di un vitalizio, la M. d'argento che ho qui a pochi centimetri da me mentre scrivo. Ma mio padre era un homo troppo orgoglioso per farsi trattare dopo tutto quello che aveva passato, come l'affamato che accetta le briciole. Non so se fece bene. Anche per il futuro della famiglia. Avrebbe sicuramente finito il suo Servizio con il grado di Ammiraglio, ma non accettò la bistecca dalla mano del padrone. Diede le dimissioni dalla Marina Militare a causa della Medaglia non confermata, ma quella era una scusa.

Essere radiato e poi riammesso lui che era al corrente dei crimini commessi da alcuni Ammiragli di Supermarina che passavano le informazioni agli inglesi sulla posizione e rotta dei nostri convogli e della scorta di nave da battaglia. Mio padre partecipò a più' di venti scorte e non li beccarono mai, poiché l'ammiraglio della squadra navale sapendo un tanto, dopo aver aperto le buste con le rotte e aver messo in silenzio radio tutte le navi - solo segnali luce - informava i comandanti la scorta della nuova rotta da seguire.

Mai incontrato un sommergibile inglese o USA. MAI ! Inoltre, a parte il disgusto di trovarsi un giorno sotto il comando di uno di questi traditori che avevano sparso il sangue della propria gente, la guerra sul Mare, persa al 100%
Secondo lui, che si trovo' addirittura sulla super corazzata Littorio quando venne silurata dagli inglesi in rada a Taranto, faceva basta con la Marina Militare. Grazie al cielo trovò dopo poco un posto di Ispettore Navale presso il Registro Navale USA, al 5' piano del grattacielo di Campo Marzio e in quell'ambiente certo più' pacato trovo' un po di riposo.

Bene, ti ho scritto un romanzo invece di una risposta... Magari dimmi se posso postare questi aneddoti in ....... Fammelo sapere.

Un grazie ancora e un risentirsi a presto !

M xxxxxxx

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Grazie c.te danilo43,

Hai fatto bene a pubblicare il racconto perché questa certamente sarebbe stata la volontá della persona che ai contattato.

Penso inoltre che la sua vicenda faccia luce su un passaggio cruciale della nostra storia quando persino un uomo giusto e saggio non sapeva cosa fare.

Grazie e ciao,

Nichelio

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Testimonianza interessante! :laugh: A parte il "super" riferito al LITTORIO ed al VIVALDI! :laugh: Di particolare interesse è la vicenda bellica del VIVALDI alla Battaglia di Mezzo Giugno.

 

Per quanto riguarda la scelta "repubblichina" del C.te Silvio DOSSI essa è comprensibilmente comune a quella che molti altri fecero in analoga situazione. Il loro torto è stato quello di essersi trovati alla fine dalla parte dei militarmente sconfitti. Ho scritto "militarmente" perchè in fondo l' intera nazione è stata battuta.

 

Le accuse di tradimento riferite ad alcuni Ammiragli di Supermarina sono figlie dei libri di TRIZZINO prima che fosse svelata la questione di Ultra.

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@ Alfabravo 59: ho fatto le stesse tue considerazioni, ma ho preferito riportare il testo integrale. Tieni presente che il signore in questione, pur cotanto figlio, è lontano dal mondo della Marina. Perdoniamoli questi svarioni !

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Be', anche senza bisogno di Trizzino, che della storiella del tradimento fu l'altoparlante diffusore e non già l'ideatore. Non pochi ufficiali della Regia Marina, conoscendo le circostanze "sospette" di tante perdite, finirono col pensare già a guerra in corso che vi fossero dei traditori nei comandi, non potendo sapere - né durante la guerra, né per i decenni successivi - di ULTRA...

Uno dei più convinti di questo credo fosse proprio il CV Galati, famoso perché, disattendendo sovente gli ordini sulle rotte da seguire per decidere più a sua discrezione, subì molti meno attacchi e perdite, e, non sapendo di ULTRA, pensò lui pure al tradimento. Galati comandò lungamente proprio il Vivaldi: leggendo quanto sopra mi viene da pensare che questa convinzione dovesse essersi diffusa tra lo stato maggiore dell'unità, apparentemente rafforzata dai risultati positivi delle "variazioni" decise dal cte Galati.

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