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Ijn Haguro In 1/700, 1929


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Ultimamente mi sono un po' impegolato nel sartiame del Jaguar, che ho scelto di fare col difficile metodo del filo di rame, ed avevo voglia di guardare altrove tornando a grattare plastica.

 

Invece di aprire una scatola nuova, mi sono rivolto alla costa degli scheletri, lo scaffale su cui giacciono abbandonati i miei incompiuti: un classe Romeo in 1/144, un Ticonderoga in 1/700, un classe Kidd in 1/1250 e un incrociatore pesante Haguro in 1/700, della Hasegawa.

 

Questo modello l'avevo comprato a ZENA in IV liceo, negli anni in cui non esisteva la Flyhawk e la documentazione era un librone con segnati su gli avvenimenti giorno per giorno della II Guerra Mondiale. Mi piaceva l'Haguro perché le aveva cantate chiare agli alleati ed era stato affondato in combattimento, dunque quando l'avevo visto nel negozietto di piazza San Lorenzo, dove ero andato in pellegrinaggio al proiettile da 381 nella chiesa vicina, l'avevo comprato senza fiatare nonostante costasse uno sproposito.

 

Avevo cominciato a montarlo con i metodi in uso allora: tralicci in filo di rame e zero fotoincisioni. Avevo iniziato a colorare il ponte in color sabbia, sapevo che era di linoleum (non sapevo di contro cosa fosse il linoleum) ma immaginavo che fosse color sabbia, per non aver nostalgia dei ponti di legno. Le istruzioni erano su questo punto chiarissime: il ponte andava dipinto in "SC-6 linoleum color".

 

Nel frattempo m'ero procurato il Mikuma Tamiya, nelle istruzioni del quale scoprii con raccapriccio che il vero colore del linoleum era verso il cioccolata. Non avevo altre fonti, ma per me la Tamiya era un passo sopra la Bibbia e un pelo sotto il Vangelo, dunque non misi in dubbio il Verbo. Persi però l'ispirazione per continuare l'Haguro, per il quale avrei dovuto correggere il colore del ponte; con mezza sovrastruttura già incollata, coi tralicci fra i piedi, mi pareva pressoché impossibile. Spiaggiai l'incrociatore completo al 50% sulla costa degli scheletri, richiusi i pezzetti nella scatola e lo lasciai ad attendere giorni migliori.

 

E forse questi giorni migliori sono arrivati. Recentemente, come dicevo, avevo voglia di lavorare un po' di limetta, ma non mi sentivo di iniziare una scatola nuova, con le spese che questa comporta. Anche senza andare a mostre e campionati, non riesco più ad accontentarmi dei modelli da scatola, ma d'altra parte i set di dettaglio che costano due volte il modello mi scoraggiano non poco, specie per l'1/700.

 

Volevo dunque provare a ottenere un modello unico con poca spesa, quindi zero Flyhawk, Pontos, Lion Roar o altre sanguisughe cinesi, al limite le battagliole e le scalette. In questo caso, per ottenere questo risultato l'unica cosa da fare è la chirurgia estetica: avrei dunque levato al vecchio Haguro del 1942 una dozzina d'anni di età, riportandolo alla sua configurazione originaria.

 

L'Haguro ed i suoi pariclasse sono sempre stati belle navi, un po' scarmigliate e sovraccariche per i rigorosi canoni estetici di noialtri della Regia, ma davano certo una sensazione di potenza, se non d'eleganza. Tuttavia quando erano appena entrati in servizio, senza tutta la congerie di tripodi, tralicci, carene antisiluro, tughe per lanciasiluri, e soprattutto senza quegli orrendi cofani che passavano per scudature dei cannoni da 127 mm, allora sì, si poteva cogliere in loro tutta l'eleganza che il capitano Hiraga, loro padre, gli aveva conferito. Un buon esercizio estetico per colui che qualche anno dopo avrebbe progettato le Yamato.

 

Ora il problema è solo come restituire le linee dell'Haguro come si presentava nel 1929:

 

h90783.jpg

 

Sapendo che il modello lo rappresenta nella configurazione del 1942 o del 1944, quando era stato "rovinato" da tutta quella massa di ferraglia cui ho accennato, ovvero così

 

hsgs9335bs01l-lg.jpg

 

Procederò a mano a mano con la spiegazione di tutto ciò che c'è da cambiare, per il momento cominciamo dalle grandi linee.

 

La fase di demolizione in questi casi è sempre la più divertente. Ho smontato con le buone o con le cattive tutte le sovrastrutture già incollate, ho demolito i tralicci, abbattuto gli alberi, ho aperto lo scafo come una scatoletta, strappando via il ponte.

 

Ho riempito gli angoli dello scafo, alla giunzione fra la pistra di base e le murate, con colla cianoacrilica mischiata con polvere ceramica, che crea una sorta di stucco robusto e lavorabile: questo perché ho dovuto limare via le carene antisiluro, e facendolo sarei andato oltre lo spessore delle murate in plastica, che nella zona della cintura corazzata erano rientranti. Grazie alla ciano, però, lo scafo è rimasto rubustissimo.

 

In seguito ho tagliato via i bubboni e le sopraelevazioni della tuga dei lanciasiluri, sia dalle murate che dal ponte. Ho riempito il buco lasciato sul ponte con una lastrina di plasticard da 0,5 mm appoggiata su degli strati di cartoncino.

 

dscf4215.jpg

 

Ho iniziato a rialzare il fumaiolo poppiero, che all'origine poggiava sui condotti, mentre nel modello era più corto dato che poggiava sul ponte della tuga. La sovrastruttura della DT secondaria andrà anch'essa alzata e modificata.

 

dscf4216.jpg

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Sul secondo livello del torrione si trovava una piazzola per fotoelettriche e stazioni di vedetta, ho rifatto il piano in plasticard. Tutto attorno ho rimosso le baracche che ingombravano il campo nella versione 1942, riportando la struttura al profilo aerodinamico che aveva all'origina.

 

dscf4310.jpg

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Altri cambiamenti sul torrione: un livello supplementare, il piano delle alette di plancia che aveva profilo diverso, le impavesate rifatte in carta impregnata in cianoacrilica, più sottili e realistiche.

 

Invece di adattare il blocco principale della DT a poppa ho deciso di rifarlo nuovo. Per ora c'è l'hangar con i basamenti delle fotoelettriche verso prua.

 

dscf4311.jpg

 

Userò la catapulta di plastica in quanto quella vera era coperta fino al momento dell'impiego da un telone, quindi basterà pitturarla con una mano spessa e densa di smalto bianco, senza bisogno di origami fotoincisi.

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carta o cartoncino in attak è comodo e funziona bene sì, l'ho usato anche io a volte, ma attenzione ai pelucchi più o meno invisibili fino a verniciatura (quando poi si vedono benissimo purtroppo). Per eliminarli comunque si può lisciare come se fosse plastica.

buon lavoro :smile:

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Non penso lascerà pelucchi, è carta di buona qualità e comunque con la cianoacrilica non ho fatto economie...

 

Comunque l'1/700 non fa proprio per me, stavo per comprare la Yamashiro della Aoshima ma penso che metterò da parte i fondi per procurarmi quella in carta in 1/200 quando uscirà...

 

Vista da prua: il torrione da questa angolazione merita una foto

 

dscf4313.jpg

 

Ho messo a posto le SDT dei cannoni da 120 e le loro piattaforme, che presumo fossero leggermente rialzate

 

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Proprio lei. Mi piace di più della Fuso perché aveva un torrione più razionale, uniformemente slanciato in avanti, che le dava una sagoma più elegante, per quanto possa essere elegante uno zatterone del genere (ma qui siamo nel caso delle navi che prendono la loro bellezza dalla loro ineguagliabile bruttezza). Vorrei riprodurla com'era prima della guerra o nei primi anni, prima che venisse invasa dai cannoncini da 25 mm.

Il modello in 1/700, con un set di dettaglio un minimo decente, viaggia sui 90 euro: tre volte il prezzo di quella in carta, che ha solo il piccolo difetto di non esser stata mai commercializzata.

Insondabili misteri d'oltre cortina: sul sito della Answer, che ha già fatto la sorella Fuso, che ho qui da parte, la Yamashiro è segnata con tanto di copertina; un negozio polacco la indica in catalogo al prezzo di 36 euro (ma non disponibile). A cercarla in giro, nessuno ne ha mai costruita una. Ne deduco che il modello non è mai stato commercializzato per qualche ragione che non ci è dato sapere. Resta solo da passare al traduttore una discussione in polacco di 5 pagine a lei dedicata sul forum della Konradus.

Per ora resto in ascolto e cerco di non cedere al ricatto della mafia giapponese per il costosissimo scracchino in 1/700 :laugh:

 

Per l'Haguro, sto cercando di decidere fra due presentazioni: solo, rappresentato mentre viaggia attorno ai 35 nodi per le prove di velocità, oppure a lento moto mentre passa di fianco al cacciatorpediniere Yunagi alla boa.

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  • 3 weeks later...

Lo Yunagi è naufragato durante il viaggio di consegna (il corriere è passato due volte alla stessa ora in cui non c'era nessuno in casa, senza lasciare uno straccio di avviso né di recapito, e il pacco è tornato al negozio), quindi per quello bisognerà aspettare. Peccato perché nel pacco c'erano anche i colori WEM per l'Haguro.

 

Cannoni bivalenti da 120/50 tipo B1 ricavati da impianti binati da 127/40 tagliati a metà su affusti autocostruiti, e l'idrovolante Nakajima E2N1, conversione di un Kawanishi E7K che avevo in più.

 

dscf4315.jpg

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Il linoleum di cui era rivestito il ponte non dovrebbe invecchiare, però non potevo nemmeno lasciare la superficie linda e pinta perché avrebbe stonato con le murate. Ho pasticciato un po' con pastelli e lavaggi ed ho ottenuto una finitura variegata che non mi dispiace.

 

dscf4316.jpg

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Per le strisce (o striscIe?) di identificazione sul fumaiolo prodiero, ho pitturato di bianco una decal di scarto, quella col nome della nave, ne ho ricavato delle striscioline e le ho messe in posizione. Avevo provato a pitturarle col nastro Tamiya ma la vernice filtrava sotto ed in generale era una grossa schifezza, dunque ho cambiato metodo.

 

dscf4321.jpg

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Grazie :happy:

 

E' arrivato il Kamikaze della Pit-Road, che cercherò di convertire nello Yunagi, per il nome meno drammatico e stereotipato (Yunagi vuol dire "calma serale") e per la carriera bellica interessante (c'era alla battaglia dell'isola di Savo).

Il modello non è male ma ha le scalette in plastica piena e pochi perni di riscontro. Alcuni particolari, come i cannoni, sono sovradimensionati. Ma già grzie che c'è; è un'aggiunta interessante per ricordare che la Marina Imperiale non era solo Shokaku, Yamato e "Long Lance", ma anche un sacco di bagnarole sorpassate come quella.

 

dscf4310.jpg

 

Ho preso il foglio fotoinciso della Pit-Road stessa e qualche colore che dovrebbe essere accurato. Il linoleum del ponte è l'acrilico Tamiya, ma preferisco il colore meno accurato di mia invenzione che ho dato all'Haguro :rolleyes:

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Già. Ma ora penso che dovrei cambiare soggetto, per il semplice fatto che nel 1930 i caccia di quella classe avevano già ricevuto i loro nomi (prima erano solo contraddistinti da un numero progressivo) e questi nomi credo fossero già stati scritti in bianco sulle murate, come si vede sulla foto che è del 34. Controllando sul foglio decal della scatola, che offre i nomi per alcune navi della classe, lo Yunagi non c'è :unsure:

Ci sono dei nomi che finiscono con "kaze" e i caratteri per l'Asanagi, quindi ora come ora farei l'Harukaze (vento primaverile), che è sopravvissuto alla guerra ed ha anche affondato un battello americano, lo USS Shark SS 314.

Una storia che rappresenta bene la violenza della guerra nel Pacifico a ben vedere: l'Harukaze ha affondato lo Shark senza superstiti dopo che questo aveva silurato e affondato l'Arisan Maru, un mercantile che al momento era carico di prigionieri americani.

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Sto aggiungendo le scalette che andavano alla piattaforma dei proiettori, qualche paragambe qua e là e il telone che chiudeva l'hangar.

 

dscf4312.jpg

 

Sull'Harukaze, ho cambiato i cannoni da 120 con quelli del Mutsuki dell'Hasegawa, che sono meglio proporzionati e che hanno la scudatura piena: dato che saranno coperti dai loro teli, non mi serve il dettaglio interno. Ho inziato a poppa a mettere le strisce di ottone che tenevano a posto le lastre di linoleum, filo di rame fine incollato con vernice trasparente.

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