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T.v.primo Sarti-Mo-Ma-Mb Al Vm.


Red

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Cari Comandanti,

quest'anno,il 10 aprile,sarà la ricorrenza del 70° anniversario della tragica

ed eroica morte di un Tenente di Vascello ravennate alla cui

memoria è dedicata la Sez.A.N.M.I di Ravenna.

Credo opportuno ricordarlo quì nella nostra Ass.Cult.Betasom

come già fatto per altri nostri Eroi.

Alla sua memoria riporto qui una sua scheda :

 

Egli era il T.V.PRIMO SARTI-M.O.-M.A.-M.B. al Valore Militare.

f2il.jpg

 

Nacque a Ravenna il 23 luglio 1909.Dopo aver conseguito il diploma di Capitano Marittimo

presso l'Istituto Nautico di Genova,a domanda,frequentò il Corso Allievi Ufficiali presso

l'Accademia Navale e nel dicembre del 1928 conseguì la nomina a Guardiamarina e la pro-

mozione a Sottotenente di Vascello nel 1929.

Nel dicembre 1933 venne posto in congedo per fine ferma,venendo poi richiamato in servizio

nel gennaio 1935.Partecipò alla campagna italo-etiopica e a missioni speciali durante la guerra

civile spagnola e nell'aprile 1939 partecipò alle operazioni militari in Albania.

Conseguì la promozione a Tenente di Vascello nel 1937,ed a giugno del 1940 ebbe il comando

della torpediniera " ABBA" al comando della quale disimpegnò numerose missioni di scorta con-

vogli,meritandosi il passaggio in s.p.e. per merito di guerra.

Nel giugno 1941 ebbe a Napoli il comando del Gruppo Motonavi veloci ed il comando militare

della motonave "UMANITAS".

L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo colse in porto a Bastia.

Rimasto ferito,nel riuscito tentativo di salvare l'unità al suo comando da un'azione tedesca

intesa ad impossessarsi della nave,fu ricoverato prima a Bastia e poi all'ospedale di Luras.

Ripreso servizio presso la base di La Maddalena il 6 novembre 1943 e destinato alla Flottiglia

MAS,il 10 aprile 1944 fu accomunato nella tragica sorte del Capitano di Fregata Pucci Boncambi

e del Tenente di Vascello Sorcinelli durante un tragico ammutinamento dell'equipaggio del MAS 505,

diretto a Bastia per una missione presso le autorità marittime francesi.

 

Motivazione Medaglia Oro V.M. (alla memoria)

 

" Ufficiale già distintosi per coraggio ed abnegazione in precedenti fatti d'arme,

imbarcato con compiti di servizio su un MAS che si trasferiva in Base Navale

avanzata,veniva aggredito insieme ad altri due Ufficiali da elementi faziosi che

con armi alla mano intimavano di cedere al loro intendimento di consegnare

l'unità al nemico oppressore.

Benché la Patria fosse divisa in due campi,gli spiriti e le coscienze tormentati

da una dolorosa situazione,si univa senza titubanza alcuna all'Ufficiale più anziano,

affrontava coraggiosamente gli aggressori e cadeva colpito al petto nell'impari

violenta lotta.

Sacrificando se stesso riaffermava le più nobili tradizioni dell'onore militare e della

Marina cui apparteneva ".

 

(Mar Tirreno,10 aprile 1944).

(Decreto C.P.S. 15 agosto 1947).

 

Motivazione M.A.V.M.

 

SARTI PRIMO Tenente di Vascello

 

"Comandante militare di piroscafo all'atto dell'armistizio nel corso di violento combat-

timento contro mitraglieri tedeschi,imbarcati sulla sua nave,tentava con ogni mezzo

di opporsi alla cattura dell'Unità.Benchè gravemente ferito provvedeva a far circoscri-

vere violento incendio che minacciava la sicurezza della nave.Lasciava il suo posto

di comando solo quando le forze gli venivano meno per il molto sangue perduto.

Esempio di sereno coraggio ed attaccamento al dovere. "

 

(Corsica,8 settembre 1943 ).

(D.P.30 maggio 1950)

 

Piroscafo "Humanitas"

 

Motivazione M.B.V.M. (sul campo)

 

SARTI PRIMO Tenente di Vascello

 

" Comandante di torpediniera,intensamente impiegata nelle acque della Libia,

Metropolitane e Albanesi,nelle azioni e nelle numerose missioni a cui ha parte-

cipato,ha dato prova di costante combattività,perizia,spirito di sacrificio ed elevato

senso del dovere. "

 

(Mediterraneo Centrale,10 giugno940-11 marzo 1941 ).

(R.D. 26 settembre 1942)

 

Torpediniera "ABBA"

 

:Italy::Italy::Italy:

 

ONORI a Lui !!!

 

RED

Modificato da Red
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:smiley19::smiley19::smiley19: BRAVO RED!!! :smiley19::smiley19::smiley19: E GRAZIE PER QUESTO GIUSTO RICORDO!

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Su una nota casa d'aste, qualche giorno fa, ho reperito un'articolo del 1958 della nota giornalista Oriana Fallaci che racconta l'episodio dell'ammutinamento del Mas 505 (per la verità in maniera molto approssimativa) e del successivo processo ai colpevoli. Sicuramente, quel che ha poi raccontato il C/te NESI sull'episodio non era ancora noto o doveva rimanere nascosto (la decima Mas, probabilmente, non era materia allora da discutere).

 

Grazie, Comandante RED, ci hai ricordato un'altro esempio di quanti ottimi marinai aveva la nostra RM........

 

:smiley19: :smiley19: :smiley19: :smiley19:

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:doh: Mi par di ricordare :doh: che gli assassini vennero giudicati e condannati dalle medesime Autorità Rebubblichine a cui avevano aderito.

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Ecco la parte del libro di S Nesi, relativo al triste episodio

Il M.A.S. 505 era partito il 10 aprile 1944 da La Maddalena per una missione in Corsica, a Bastia, al comando del STV Carlo Sorcinelli. Aveva a bordo il CF Marcello Pucci Boncampi ed il TV Primo Sarti, che dovevano recar al comandante francese di Bastia le condoglianze della Marina italiana per l’uccisione di un marinaio francese da parte di marinai italiani durante una delle frequenti risse.
A causa della pioggia, del vento e del mare, i due ufficiali si erano sistemati in plancia, al riparo, sui seggiolini laterali. Il timoniere, in mezzo a loro, era il 2° Capo Nocch.Pellegri.

Sorcinelli era restato in coperta, vicino alla ringhiera del boccaporto della plancia con il Sottocapo sil. Bruno. A prua, nel locale R.T. collegato alla plancia da una porta, stava il Sottocapo R.T Azzalin. Nella sala motori stavano i motoristi SC Puccinelli, Vincis e Dorio. Per i servizi di vedetta stavano in coperta i marò Costa, Marzullo ed Egidio Silvestri. All’interno, negli alloggi, Berti, Guerrino Silvestri, Pin, Riva e Stabile. In coperta stava pure il Capo RT Vedana che non faceva parte dell’equipaggio, ma che era stato imbarcato dal Comando de La Maddalena allo scopo di collaudare un nuovo tipo di apparecchio rice-trasmittente.
Oltrepassate le Bocche di Bonifacio il mar si era calmato ed il vento era diminuito. Sorcinelli mandò Bruno nella sala motori per far asciugare la cappotta cerata che si era tolto di dosso. Bruno si avviò, ma nei pressi del boccaporto si imbattè nel Sottocapo Egidio Silvestri armato di mitra, che gli ordinò di tornare indietro. Bruno risalì di corsa in coperta per avvertire Sorcinelli, che stata accanto alla ringhiera del boccaporto sulla dritta, ma immediatamente udì il crepitio di un mitra proveniente dalla plancia e vide il Com.te del MAS curvarsi verso l’interno per vedere cosa stesse succedendo. Ma il Capo R.T. Vedana si buttò su Sorcinelli e lo immobilizzò. Egidio Silvestri, uscito in coperta ed aggirata la plancia dalla sinistra con il mitra in mano, lasciò partire una scarica mortale sul giovane comandante.
Sorcinelli, rovesciatosi sul paraonde, scivolò in plancia, dove, nel frattempo, aveva fatto irruzione dal locale R.T. il Sottocapo Azzalin insieme con un 2° Capo furiere imbarcatosi clandestinamente, un certo Giuseppe Cattaneo. Entrambi erano armati di pistola. Azzalin si parò davanti al Com.te Pucci Boncampi, che sedeva a destra, mentre Cataneo, aggirato il timoniere Pellegri, affrontò Sarti. Entrambi urlarono ai due ufficiali di arrendersi ed altre minacce, che Pellegri non percepì causa il rombo dei motori Isotta Fraschini. Pucci Boncampi e Sarti scattarono in piedi e fecero per gettarsi su Azzalin e Cattaneo, che spararono a bruciapelo uccidendoli sul colpo.
Pellegri mollò con una mano il timone per disarmare Cattaneo e riuscì a strappargli la pistola, che gettò lontano in coperta. Mentre faceva così, Sorcinelli, ormai cadavere, gli scivolò addosso dall’alto. Sorpreso ed atterrito, Pellegri non si accorse che proprio in quell’istante Egidio Silvestri era entrato in plancia anche lui con il mitra e non ebbe il tempo di evitare la scarica che lo colpì in varie parti del corpo.
Nello spazio di una manciata di secondi la tragedia si era compiuta.
Il resto dell’equipaggio, sorpreso ed atterrito, abbozzò una reazione.
Menre il MAS proseguiva la sua folle corsa senza nessuno al timone, Bruno corse alla mitragliatrice di poppa, ma la trovò bloccata. Si buttò allora sulla pistola di Cattaneo lanciata in coperta da Pellegri, ma E.Silvestri, con il mitra puntato su di lui, lo abbligò a lanciarla in mare.

Nella sala motori, Puccinelli e Vincis credettero in un attacco aereo e si buttarono ventre a terra al riparo dei motori stessi, finchè, alzando la testa, videro Dorio vicino alla scaletta, immobile ed impassibile. Subito dopo E.Silvestri si affacciò al boccaporto e, sempre con il mitra in mano, ordinò loro di non salire in coperta. Infine, sempre E Silvestri ordinò la stessa cosa ai marinai ed ai due attendenti di Sarti e di Pucci Boncampi e richiuse il boccaporto sulle loro teste.
Cattaneo ed Azzalin, in coperta, inneggiarono alla Repubblica Sociale Italiana ed urlarono:<< Tornate ai vostri posti….. si va in Italia….>>.

In vista della costa di Porto Santo Stefano, Cattaneo ammainò la bandiera italiana ed issò quella tedesca, mente, avvicinandosi al porto, Azzalin ordinò a Bruno ed a Costa di sventolare un lenzuolo bianco.
Vedana, Azzalin, Cattaneo e Dorio si presentarono subito agli ufficiali tedeschi. E.Silvestri accompagnò Pellegri all’ospedale e poi li raggiunse.
I tedeschi fecero scendere gli altri marinai, poi caricarono tutto l’equipaggio su un autocarro e lo trasferirono al loro Comando a Montecatini, dove stesero il loro rapporto.
Presente agli interrogatori c’era pure il CV Sestini, ufficiale di collegamento tra la “Decima” e la Marina tedesca. Sestini informò immediatamente del fatto il Com.te Borghese.
Borghese inviò subito a Porto S Stefano con una scorta di marinai il Com.te Arillo che provvide alla composizione delle tre salme ed ai funerali solenni. I tre ufficiali vennero sepolti nel cimitero di Orbetello in tre tombe affiancate, sormontate da croci di marmo con il nome, il grado e la data: 10 aprile 1944. I funerali si svolsero alla presenza del Com.te Borghese, del TV Ungarelli e di altri ufficiali della “Decima”. Vennero sepolti con gli onori militari, con picchetti armati di marò, che scaricarono i mitra in segno di saluto, circondati da rappresentanze militari di marinai italiani e tedeschi e della G.N.R.
Arillo, nel maggio successivo, non trovando altri parenti, fece comunicare dal TV Ducci a Roma all’avvocato Fiastri, cognato di Pucci Boncampi, che il Com.te Pucci era caduto in combattimento.
Borghese, tramite Sestini, fece chiedere ai tedeschi la consegna dell’equipaggio per imprigionarlo e sottoporlo al giudizio del Tribunale militare di Guerra. I tedeschi rifiutarono e l’equipaggio si disperse in varie direzioni. Pare che alcuni marinai abbiano trovato rifugio presso formazioni partigiane per sottrarsi alla caccia della “Decima”.
Il MAS 505 fu consegnato dai tedeschi al Com.te Borghese che lo riamò ed utilizzò nella squadriglia con base ad Imperia.
A Pagina 340 del Vol XV su La Marina italiana nella seconda guerra mondiale dell’Ufficio Storico della Marina, l’Amm Giuseppe Fioravanzo ha critto:
<< Il MAS, incorporato nella pseudo X Flottiglia MAS, eseguì alcune missioni al servizio della Repubblica Sociale e il 24 aprile 1945 fu affondato ad Imperia per impedire che tornasse in mano della Marina, che l’equipaggio aveva tradito macchiandosi per di più di un orribile crimine, che fu poi giudicato dalla Magistratura militare>>.
Occorre qui precisare subito che il MAS 505 fu affondato perché non cadesse in mano al nemico, che per la “Decima” era ancora l’Inghilterra, gli Stati Uniti ecc., che l’avrebbero certamente ceduto ai loro alleati, come fecero con le altre navi. Ed occorre precisare ancora, con bua pace del vecchie e stizzoso ammiraglio, che l’equipaggio che affondò il MAS 505 era l’equipaggio della X Flottiglia MAS e non certamente quello che lo consegnò ai tedeschi e che Borghese voleva catturare per processarlo.
L’ammiraglio, poi, per quanto riguarda i due episodi successivi, non ne accenna affatto. Per lui non si tratta di << orribili crimini>> (Si fa riferimento ad altri 2 ammutinamenti avenuti sul MAS 433 e sul Minisommergibile CB16, che passarono, dopo l’uccisione dei rispettivi comandanti, dalla Marina del Nord a quella del Sud e raccontati nei paragrafi successivi - )
Dopo la guerra ci furono vari processi. Il primo, davanti al Tribunale militare di La Spezia per una serie di reati punibili con la pena di morte. Dei cinque principali responsabili era presente il solo E.Silvestri, mentre gli altri erano latitanti.
Poi furono arrestati anche Vedana e Dorio. Riconosciuti colpevoli, Cattaneo, Azzalin e Vedana furono condannati a morte, E.Silvestri a 30 anni e Dorio a 20. I due attendenti furono prosciolti in istruttoria. Pellegri fu assolto per non aver commesso il fatto. Marzullo, Pin, Vincis e G Silvetri furono assolti perché i fatti loro attribuiti non costituivano reati. Berti fu assolto per insufficienza di prove. Bruno, Puccinelli e Costa furono riconosciuti innocenti. Tale sentenza venne pronunciata nel maggio del 1947.
I 5 condannati si appellarono al Tribunale supremo militare, che confermò la sentenza. Ricorsero allora alla Suprema Corte di Cassazione, che la cancellò, ritenendo il Tribunale militare incompetente a giudicare reati di collaborazionismo e ordinò la remissione degli atti alla Corte d’Assise di Grosseto, che il 16 luglio 1950 celebrò il processo, con condanne di varie entità a partire da 30 anni in giù.
Ci si è soffermati a lungo su queste vicende, richiamando i particolari affiorati durante il primo processo, per dimostrare che, quando si vuole, i colpevoli si possono punire e le vittime onorare

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