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Riportiamo A Casa I Ragazzi Del San Marco...


Totiano

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Per quel che mi riguarda, credo che volgarmente parlando, e in senso lato , uno stato canaglia debba interndersi come un non-stato che non rispetta leggi, diritti, e che non avendo niente da perdere impone impunemente ciò che vuole senza curarsi di giustizia o quant'altro.

E con i quali pertanto, o veramente si ricorre alla forza, o si è costretti ad accettare compromessi quanto mai intollerabili.

Non faccio nomi, ma sappiamo bene che ce ne sono parecchi, purtroppo.

 

Almeno io l'intendo così, e a scanso di equivoci, ovviamente, sempre secondo me, l'India non rientra in questa categoria.

 

Riguardo ai forum, credo che oltre a un piacevole modo di interagire, uno scambio di punti di vista, alle volte persino uno sfogo, siano anche un moderno mezzo/strumento per esporre/sondare umori, pareri, opinioni di cittadini così come altre fonti tipo social network ecc.

Non mi illudo che se ne tenga troppo conto visto che ci sono state iniziative ben più incisive (libri, articoli, scandali...) di cui i ns politici si son fatti finora un baffo, ma tant'è, speriamo comunque che leggano.

 

Quoto!!

 

x Pugione.... resistiiii :s02:

 

ciaooo

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PUO' PARTIRE CON GLI

ALTRI 4 FUCILIERI DEL SAN MARCO ......

India - la nave Enrica Lexie in partenza .....

 

L'autorizzazione dalla Corte Suprema di Nuova Delhi

Il comandante : « Finché non lo vedo , non ci credo ».

 

MILANO - L'attesa è stata lunga. Ma alla fine la nave Enrica Lexie potrà salpare. Lo ha deciso la Corte Suprema di Nuova Delhi. La petroliera è ferma dal 15 febbraio, a sei miglia al largo delle coste di Kerala, per ordine delle autorità indiane che accusano i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone di aver ucciso due pescatori. La notizia è arrivata a bordo da pochi minuti. Il comandante Carlo Noviello non sa ancora se crederci: «Finché non lo vedo, non ci credo».

 

A BORDO DELLA NAVE- Sono oltre 45 giorni che tutto l'equipaggio attende questa notizia. E forse proprio per questo Noviello cerca di non illudersi. «Ci ha chiamati l'avvocato dell'armatore dandoci questa notizia. Io spero che si riesca a partire, che non ci siano altri contrattempi». Altro preferisce non dire, come a non voler compromettere la partenza. Però una cosa ci tiene a sottolineare:«Siamo stati abbandonati da tutti, soprattutto dalla Farnesina che non ci ha mai dato risposte».

 

I DUE MARO'- Ma amarezze a parte, l'avvocato Giacomo Aiello non usa mezzi termini: «È una gran bella notizia». Ora, spiega, si attende il rilascio dei due marò. La prossima udienza è prevista l'8 maggio. «Sarà un giorno cruciale per noi», in cui verrà preso in considerazione il ricorso dell'Italia. Sull'esito però Aiello mostra prudenza: «Questa vicenda mi ha insegnato a essere molto cauto e a non fare previsioni, aspettiamo di vedere come andrà. Certo oggi è una bella giornata».

 

Benedetta Argentieribargentieri@corriere.it

02 maggio 2012 | 10:21

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Come prevedibile...

:s05:

Doveva partire mercoledì, anzi giovedì, suvvia, aspettiamo fino a oggi, no...forse domenica, o magari lunedì...

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/artic...ica-lexie.shtml

 

Questa pantomima in salsa al curry é ormai diventata abbastanza stucchevole.... :s58:

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E' sempre la solita storia del pastore...............

si, va bene, però vedremo ecc....

Bisognerà comperare qualche tonnellata di pazienza.

L'importante è riportare a casa tutti quanti,

dando la nostra più sincera e incontrovertibile solidarietà ai Leoni del San Marco.

 

Forza ragazzi siamo tutti con voi.

 

Fassio

Modificato da RN. Pola
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:s20: :s20: FINALMENTE! :s20: :s20: Dopo vari rinvii ed il pagamento di una forte "cauzione", almeno la ENRICA LEXIE è partita da poche ore da Kochi. Speriamo che presto anhe i due Ragazzi del SAN MARCO possano essere liberati! :s67:

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Cari amici,

come forse già sapete, al Comando in Capo della Squadra Navale è "rappresentata" tutta la Forza della Marina. Chiaramente c'è anche una aliquota del Reggimento San Marco...

Sperando di aver fatto cosa gradita (alla Base), ho chiesto al Comandante dell'RSM di portare i saluti ed il conforto di tutta la nostra Base ai Leoni del Reggimento San Marco detenuti in India...

Ovviamente il Comandante in questione, molto sensibile alla questione, dopo aver espresso il suo apprezzamento sulla nostre iniziative, mi ha chiesto di inviargli il link per Betasom.... cosa che ovviamente sto facendo.

Buona Giornata a tutti

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:s20: :s20: FINALMENTE! :s20: :s20: Dopo vari rinvii ed il pagamento di una forte "cauzione", almeno la ENRICA LEXIE è partita da poche ore da Kochi. Speriamo che presto anhe i due Ragazzi del SAN MARCO possano essere liberati! :s67:

Purtroppo la Corte Suprema indiana ha rinviato al 26 luglio il ricorso italiano relativo alla legittimita' costituzionale riguardo l'arresto dei due militari italiani :s06:

 

Fonte: ANSA

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Cari amici,

come forse già sapete, al Comando in Capo della Squadra Navale è "rappresentata" tutta la Forza della Marina. Chiaramente c'è anche una aliquota del Reggimento San Marco...

Sperando di aver fatto cosa gradita (alla Base), ho chiesto al Comandante dell'RSM di portare i saluti ed il conforto di tutta la nostra Base ai Leoni del Reggimento San Marco detenuti in India...

Ovviamente il Comandante in questione, molto sensibile alla questione, dopo aver espresso il suo apprezzamento sulla nostre iniziative, mi ha chiesto di inviargli il link per Betasom.... cosa che ovviamente sto facendo.

Buona Giornata a tutti

 

 

Bravo Vincenzo, Elogio!

speriamo che serva a far sentire la nostra vicinanza e affetto ai ragazzi in India....

Modificato da Totiano
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Purtroppo la Corte Suprema indiana ha rinviato al 26 luglio il ricorso italiano relativo alla legittimita' costituzionale riguardo l'arresto dei due militari italiani :s06:

 

Fonte: ANSA

Integro il mio precedente intervento con la seguente notizia, riportata da GRNet, riguardo la memoria che il governo indiano ha depositato presso l'Alta Corte di giustizia a proposito del ricorso italiano:
New Delhi, 7 mag - Il governo indiano sostiene che l'Italia non ha diritto a ricorrere alla Corte Suprema sulla questione della ''legittimità costituzionale'' dell'arresto dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.Lo riferisce la televisione Ndtv citando una memoria presentata oggi dallo Stato indiano al massimo organo giudiziario di New Delhi dove domani si discute il caso.

 

''La petizione dell'Italia non è ammissibile perchè soltanto i singoli e non gli Stati possono rivolgersi alla Corte Suprema nel caso di violazioni di diritti umani'' è scritto in un ''affidavit'' richiesto dai giudici nella precedente seduta del 23 aprile. Secondo il governo di New Delhi, la Corte deve quindi respingere il ricorso che si basa sul fatto che l'incidente non è avvenuto entro il limite delle acque territoriali e quindi non possono essere applicate le leggi indiane. ''L'applicazione del codice penale indiano si estende fino all'area di 200 miglia nautiche dalla costa e quindi il Kerala ha diritto a perseguire i due militari'' si legge inoltre nella memoria. Il limite indicato è quello della Zona Economica Esclusiva, la fascia di mare in cui lo Stato costiero ha diritto a sfruttare le risorse economiche, come la pesca. Secondo la tesi sostenuta dal team legale italiano, l'incidente avvenuto il 15 febbraio in cui sono morti due pescatori indiani è un caso che concerne due Stati sovrani e non il Kerala che non ha quindi ''locus standi'', cioè diritto di azione per giudicare i due fucilieri italiani.

 

 

Tre sono i passaggi che ho ritenuto opportuno evidenziare:

  • il primo e il secondo evidenziano un aspetto che, credo, sia puramente giuridico in quanto si fa riferimento alla tipologia di soggetti che possono presentare quel tipo di petizione; non essendo informato in materia non mi sento di dare un'opinione, ma sinceramente lo vedo come un espediente, un cavillo legale.
  • Il secondo introduce la tesi del governo indiano a proposito del limite territoriare entro il quale, 200 miglia nautiche. Queste miglia, però, si riferiscono alla Zona Economica Esclusiva indiana che, per quel che sapevo, nulla hanno a che vedere con la giurisdizione. QUesto punto mi ha lasciato perplesso, mi piacerebbe sentire l'opinione dei più esperti in materia.

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Aggiungo, dal Corriere della Sera

 

"Nell'udienza, la Corte Suprema ha ordinato allo stato del Kerala di prendere una decisione entro una settimana sul trasferimento dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in un «luogo che non sia il carcere». La decisione sul trasferimento deve essere presa «nello spirito» di quanto già disposto dal giudice di Kollam, nel Kerala,"In pratica, già il giudice del Kerala aveva detto che era possibile trasgferire i due marò in una guest house, ma ancora non si è trovato un sito con adeguate misure di sicurezza.

"Nell'ordine della Corte Suprema è inoltre precisato che la sistemazione al di fuori del carcere dei due marò «non limita il diritto di chiedere la libertà provvisoria dietro cauzione»."

 

da http://www.corriere.it/esteri/12_maggio_09...c8bfb44fd.shtml

Mah...qua tra il dire e il fare... :s06:

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Il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, sarà in India «il 15 o il 16 maggio» per «continuare a premere perché i nostri marò prima cambino localizzazione, visto che sono in una prigione anche se attenuata, e poi perché tornino a casa».

 

http://www.corriere.it/esteri/12_maggio_13...f175b0d3f.shtml

 

 

Domenico Gramazio

 

«Ho ricevuto già l'adesione di oltre venti parlamentari che sosterranno personalmente tutte le spese di viaggio e soggiorno

Boh, --

 

 

Be', a questo sarà servito...

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Scusate entro a bomba in questa discussione per offrire, a chi interessa, una mia opinione strettamente giuridica.

 

l primo e il secondo evidenziano un aspetto che, credo, sia puramente giuridico in quanto si fa riferimento alla tipologia di soggetti che possono presentare quel tipo di petizione; non essendo informato in materia non mi sento di dare un'opinione, ma sinceramente lo vedo come un espediente, un cavillo legale.

 

Bisognerebbe conoscere il funzionamento dell'ordinamento giuridico indiano che, francamente, non conosco ma dubito che i miei colleghi internazionalisti abbiano commesso un errore cosi grossolano da adire una corte senza prima studiarsi le questioni attinenti alla legittimazione attiva...

 

Il secondo introduce la tesi del governo indiano a proposito del limite territoriare entro il quale, 200 miglia nautiche. Queste miglia, però, si riferiscono alla Zona Economica Esclusiva indiana che, per quel che sapevo, nulla hanno a che vedere con la giurisdizione. QUesto punto mi ha lasciato perplesso, mi piacerebbe sentire l'opinione dei più esperti in materia.

 

Questa è una questione di diritto internazionale di non facile soluzione. Premetto che non sono un internazionalista e non mi occupo di diritto della navigazione (anche se l'ho studiato all'università :s03: ) direi che il limite di 200 miglia effettivamente non c'entra nulla in quanto, secondo la convenzione di Montego Bay, tale limite consiste solo nel limite di sfruttamento economico della porzione di mare prospiciente alle coste di ciascuno stato. Quindi non è un limite che può essere utilizzato per radicare la giurisdizione. Se l'evento è accaduto fuori dalla zona contigua (24 miglia dalla costa se non erro) non si può parlare neanche di "hot pursuit" previsto dall'unclos....

 

Piuttosto io ragionerei in termini di luogo dove è stato commesso il reato (tecnicamente il locus commissi delicti). Ovvero: l'omicidio si è verificato su di una nave battente bandiera indiana quindi per il diritto della navigazione e il diritto internazionale nonchè per la stessa convenzione di Montego Bay, la giurisdizione a perseguire e decidere è indiana.

Questo almeno, dando solo un occhiata al caso che mi sembra, lo ripeto, piuttosto complesso.

 

Spero di esservi stato d'aiuto!

Buon vento a tutti!

Saludos

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Piuttosto io ragionerei in termini di luogo dove è stato commesso il reato (tecnicamente il locus commissi delicti). Ovvero: l'omicidio si è verificato su di una nave battente bandiera indiana quindi per il diritto della navigazione e il diritto internazionale nonchè per la stessa convenzione di Montego Bay, la giurisdizione a perseguire e decidere è indiana.

Questo almeno, dando solo un occhiata al caso che mi sembra, lo ripeto, piuttosto complesso.

 

Ecco, questo è un punto che da tempo desidero chiarire, cito me:

 

Domanda per avvocati: siamo su una linea di confine territoriale, Serservel Italia e Lefa in Svizzera, Simone dalla sua posizione in suolo italiano spara a Matteo che si trova in Svizzera ( :s07: ) e lo accoppa. Quale giurisdizione risulta preminente?

Ammesso che l'accusa sarebbe quella di omicidio, si giudica il momento dello sparo avvenuto in Italia o il momento in cui sopraggiunge la morte in Svizzera? Dal mio ignorante punto di vista, vedo il secondo caso più probabile.

Ribaltando la situazione sull'episodio della nave (ammesso che sia vero), se tutta la vicenda si fosse consumata sul ponte della nave dell'uno o dell'altro paese non ci sarebbero dubbi sulla preminenza della territorialità, ma in questo caso la dinamica mi pare simile allo stupido esempio che ho fatto sopra.

 

Quindi il reato si è consumato sulla nave indiana, è l'effetto ad essere giudicato preminente e non la causa, giusto?

 

Le ultime che ho letto sull'ANSA dicono che entro la fine della settimana scadono i tre mesi di custodia preventiva e con loro anche il termine entro il quale l'accusa deve depositare le sue memorie.

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I capi d'accusa presentati dalla polizia indiana sono omicidio, tentato omicidio, azioni che hanno comportato danni e associazione per delinquere.

 

Oltre a questo la polizia ha indicato l'esatta localizzazione del luogo dell'incidente: all'interno delle 22 miglia dalla costa e quindi nella fascia contigua che consente a uno Stato diritto di controllo sulle navi in transito. Questo sarà probabilmente uno degli aspetti più caldi del dibattito giudiziario.

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I capi d'accusa presentati dalla polizia indiana sono omicidio, tentato omicidio, azioni che hanno comportato danni e associazione per delinquere.

 

Oltre a questo la polizia ha indicato l'esatta localizzazione del luogo dell'incidente: all'interno delle 22 miglia dalla costa e quindi nella fascia contigua che consente a uno Stato diritto di controllo sulle navi in transito. Questo sarà probabilmente uno degli aspetti più caldi del dibattito giudiziario.

 

Da http://www.reteambiente.it/normativa/8753/...bre-1994-n-689/

 

Articolo 33

Zona contigua

1. In una zona contigua al suo mare territoriale, denominata "zona contigua", lo Stato costiero può esercitare il controllo necessario al fine di:

 

a) prevenire le violazioni delle proprie leggi e regolamenti doganali, fiscali, sanitari e di immigrazione entro il suo territorio o mare territoriale;

 

b) punire le violazioni delle leggi e regolamenti di cui sopra, commesse nel proprio territorio o mare territoriale.

 

2. La zona contigua non può estendersi oltre 24 miglia marine dalla linea di base da cui si misura la larghezza del mare territoriale.

 

Mah....... :s09:

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rispondo qui brevemente. Sono un avvocato ma non sono un internazionalista.

 

io non conosco il punto esatto dove è avvenuto il fatto e questo è essenziale perchè:

 

se è avvenuto nella zona contigua, la giurisdizione indiana sussiste perchè avvenuto entro le acque territoriali. Considerate poi il già citato hot pursuit previsto dalla convenzione di montego Bay.

 

Per il caso proproposto dall'amico Lefa.

 

Occorre partire dall'art. 6 c.p. il quale dice:

 

"Art. 6 Reati commessi nel territorio dello Stato

 

Chiunque commette un reato nel territorio dello Stato e’ punito secondo la

legge italiana.

 

Il reato si considera commesso nel territorio dello Stato, quando l’azione

o l’omissione, che lo costituisce, e’ ivi avvenuta in tutto o in parte,

ovvero si e’ verificato l’evento che e’ la conseguenza dell’azione od

omissione."

 

Quindi, nel caso proposto, il reato si considererebbe commesso sul territorio italiano in quanto l'azione è partita dall'italia. N.b. sempre per il citato art. 6 il reato si considerebbe italiano anche se il tizio fosse morto in italia.

 

Io, per il caso dei marò, ho suggerito di ragionare in termini di locus commissi delicti perchè ho immaginato l'esistenza di una norma simile anche nel c.p. indiano...essendo il delitto commesso su di una nave indiana il resto vien da se....Se il peschereccio non si fosse trovato in acque territoriali indiane, per il diritto internazionale, il fermo della nave italiana sarebbe illecito.

 

Ultima osservazione. Vi possono essere casi ( e sono frequentissimi) in cui il diritto di due stati differenti reclama a se la propria giursdizione in merito ad un unico caso. In termini tecnici si chiamano conflitti di giurisdizione. Per vedere a quale stato appartiene la girusdizione vi sono delle norme apposta, dette appunto norme di conflitto, che risolvono tali casi. Un esempio titpico per l'italia è la legge 218 del 1995 che appunto risolve i conflitti di giurisdizione con stati esteri in particolari materie.

 

Tenete anche presente che non è sempre facile determinare il momento consumativo del reato perchè dipende dal tipo di reato. Vi sono infatti reati istantanei, ad esecuzione frazionata, ad esecuzione continuata, reati di evento ecc. ecc.

Quindi in relazione al tipo di reato occorre ragionare in tema di giurisdizione.

 

Spero di esservi stato d'aiuto!

 

Buon vento a tutti!!!

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Da notare che le accuse non contemplano l'omicidio colposo, quindi giudicano il gesto intenzionale.. brutta cosa.

Alcune pagine dal libro di Andrea Gioia 'Diritto internazionale' utili a capire meglio cosa siano queste zone di mare, come vengono calcolate e in che modo vanno interpretate le norme:

 

zc1.jpg

 

zc2.jpg

 

zc3.jpg

 

zmc.jpg

 

[edit]

 

Quindi, nel caso proposto, il reato si considererebbe commesso sul territorio italiano in quanto l'azione è partita dall'italia. N.b. sempre per il citato art. 6 il reato si considerebbe italiano anche se il tizio fosse morto in italia.

 

Ti ringrazio per il chiarimento!

Ma nel caso, quale giurisdizione risulta preminente, considerando l'esempio anche da parte svizzera?

Modificato da Lefa
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@ Lefa:

Ma nel caso, quale giurisdizione risulta preminente, considerando l'esempio anche da parte svizzera?

 

Nel diritto internazionale non vi è tecnicamente una giurisdizione "preminente". Ogni stato infatti è sovrano sul suo territorio quindi, qualora sussista la sua giurisdizione in base alle proprie norme di diritto interno, esso è libero di esercitare la propria giurisdizione. Ovviamente se l'indagato poi si trova all'estero, lo stato dovrà chiedere "il permesso" a questo stato di rimpatriarlo o di spedirlo in italia per il processo o per scontare la pena. Questo "permesso" si chiama estradizione. Vi sono stati dove l'estradizione non è prevista o è prevista solo in alcuni casi. In questi casi ripigliare il gaglioffo sarà difficile. Vi sarà certamente capitato di sentire nei film "scappare in un paese senza estradizione".

 

Anche per il diritto italiano c'è un caso in cui l'estradizione non è mai concessa. E' il caso in cui un soggetto, che si trova sul suolo italiano, abbia compiuto nel proprio paese di appartenenza reati politici.

 

Vi ricorderete inoltre certamente lo spinoso caso dell'Achille Lauro. Lì addirittura ci fu un atto definibile quale atto di guerra da parte degli stati uniti nel nostro paese perchè l'italia rifiutò l'estradizione in favore degli stati uniti di uno dei terroristi che uccisero sull'Achille Lauro un cittadino statunitense.

 

Gli stati uniti inviarono la delta force per "rapire" i terroristi e portarlo negli stati uniti. Il tentativo falli e la delta force fu "catturata" dalle nostre forze armate.

 

Grazie a questo episodio ci fu una dura crisi diplomatica tra italia e stati uniti. Noi la spuntammo grazie anche al fatto che, ai tempi, l'Italia, aveva una condotta in politica estera molto fiera ed autoritaria e, quindi, sul panorama internazionale, la nostra parola valeva parecchio. (non come adesso :s06: )

 

Tornando al caso Svizzero, ipotizzando che vi sia una norma simile al nostro art. 6 c.p. anche nel c.p. svizzero, diciamo che l'italia aprirà un'indagine per omicidio e, se del caso, applicherà la custodia cautelare in carcere sussistendo il pericolo di fuga. La svizzera farà altrettanto e potrà chiedere l'estradizione all'italia. I due procedimenti, nel caso finissero entrambi in una sentenza di condanna ad es con pene differenti (es 4 anni in italia e 6 in svizzera), il reo sconterà la pena in italia e poi, al termine dei 4 anni, lo stato svizzero potra chiedere all'italia l'estradizione affinchè quest'ultimo sconti la restante pena in svizzera.

 

Casi di questo genere succedono spesso per il traffico internazionale di droga. Vi posto un caso interessante, sulla giurisdizione e mandato di arresto europeo. Questa sentenza offre l'idea su come si procede in questi casi.

 

Intestazione

 

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente -

Dott. LANZA Luigi - Consigliere -

Dott. MILO Nicola - Consigliere -

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere -

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere -

ha pronunciato la seguente:

sentenza

sul ricorso proposto da:

N.U., n. a (OMISSIS);

avverso la sentenza in data 13 marzo 2008 della Corte di appello di

Napoli;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giovanni Conti;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore

Generale Dott. MONETTI Vito, che ha concluso per l'accoglimento del

ricorso con riferimento al secondo motivo;

Udito per il ricorrente il difensore Avv. PECORARO Gennaro, che ha

concluso per l'accoglimento del ricorso.

 

 

(Torna su ) Fatto

FATTO

1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Napoli disponeva la consegna all'autorità giudiziaria della Repubblica francese di N.U., nei cui confronti era stato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grande istanza di Marsiglia in data 24 gennaio 2008 un mandato di arresto europeo (MAE) in relazione al provvedimento di applicazione della custodia in carcere emesso in pari data dal G.I. del medesimo Tribunale per i reati di importazione, trasporto, detenzione, offerta, cessione di sostanze stupefacenti nonchè di associazione per delinquere, commessi dall'anno 2006 sino al 24 gennaio 2008 in territorio francese nonchè in Colombia, Perù, Venezuela, Belgio, Olanda e Italia.

La Corte di appello limitava la consegna al solo reato di partecipazione ad associazione per delinquere ritenendo che per le altre imputazioni, relativamente alle quali disponeva trasmettersi copia degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, sussistesse, in base al principio di territorialità, la giurisdizione italiana.

A norma della L. 22 aprile 2005, n. 69, art. 19, comma 1, lett. c), trattandosi di cittadino italiano, ed essendo il MAE fondato su un provvedimento cautelare, la Corte territoriale subordinava la consegna alla condizione che il N., dopo essere stato ascoltato, fosse rinviato in Italia per qui scontare la pena o la misura di sicurezza privative della libertà personale eventualmente comminategli (recte, inflittegli) dall'autorità giudiziaria francese.

2. Rilevava la Corte di appello che il MAE faceva riferimento a indagini, dettagliatamente illustrate, che indicavano il collegamento del N. con esponenti di un'associazione che organizzava traffici di sostanze stupefacenti dal Sud America all'Europa, con direttive che provenivano dalla Francia.

Gli altri specifici reati ascritti al N., secondo la descrizione fattane nel MAE, dovevano invece ritenersi commessi sia pure in parte in Italia.

3. Ricorre per cassazione il N., a mezzo del difensore avv. Gennaro Pecoraro, il quale deduce:

3.1. Violazione della L. 22 aprile 2005, n. 69, art. 6, comma 1, lett. c), e comma 4, lett. a), posto che dal MAE non si evinceva quale fosse stata la concreta condotta ascrivibile al N., e in particolare il suo apporto alla vicenda culminata con il sequestro della droga, il grado di partecipazione al sodalizio e le fonti indiziarie relative.

A fronte di tale carenza di elementi indiziari, la Corte di appello avrebbe dovuto sollecitare l'autorità francese a una integrazione della documentazione già inviata.

3.2. Sussistenza della causa ostativa alla consegna di cui all'art. 18, comma 1, lett. p) della medesima legge, poichè, secondo la descrizione dei fatti contenuta nel MAE, parte almeno della condotta addebitata al N. era stata commessa in Italia, dove del resto egli si trovava in stato di detenzione all'epoca dei fatti, e dato che fra i luoghi di commissione dei reati veniva indicata anche l'Italia.

Non ostava al riconoscimento della giurisdizione italiana il fatto che l'associazione sarebbe stata costituita e fosse operante a livello direttivo in Francia, poichè, anche ammettendo ciò, resta il fatto che, secondo la descrizione dei fatti, parte del carico di droga era destinato all'Italia e che comunque, ai fini dell'art. 6 c.p., conta il luogo dove le condotte dei correi si realizzano e non quello dove l'associazione è radicata.

3.2. Violazione dell'art. 24 della medesima legge, dato che comunque la consegna avrebbe dovuto essere rinviata in relazione sia alla residua pena detentiva che il N. sta attualmente espiando proprio a seguito di una estradizione dalla Francia sia al procedimento penale iniziato in relazione ai fatti per i quali non è stata disposta la consegna.

Al riguardo la Corte di appello avrebbe dovuto considerare prevalente l'esigenza di completare l'esecuzione della pena in Italia rispetto a quella connessa a un procedimento penale in Francia alle fasi iniziali, tanto più che ad esso si contrapponeva quello apertosi in Italia per fatti di analoga gravità.

(Torna su ) Diritto

DIRITTO

1. Il secondo motivo di ricorso, che ha natura pregiudiziale rispetto agli altri, appare fondato.

2. Appare indiscutibilmente dalle informazioni date dall'a.g.

francese che la condotta del N. sarebbe stata realizzata esclusivamente in Italia, e precisamente a Napoli, dove egli, mentre si trovava agli arresti domiciliari, avrebbe tenuto i contatti con l'organizzatore del traffico di stupefacenti, L.D., operante nella zona di Marsiglia, e con l'intermediario in Venezuela, C.G., e ciò con riferimento a entrambe le operazioni di importazione di ingenti quantitativi di cocaina, in parte diretti in Italia, uno di kg. 320 e l'altro di kg. 176 provenienti dal Sud America, che vennero poi sequestrati il primo alla partenza in Colombia e il secondo all'arrivo ad Anversa; fatti sulla base dei quali è stata ravvisata anche l'imputazione di partecipazione ad associazione per delinquere a carico del N. per la quale la Corte di appello ha disposto la consegna.

3. Ora, in base al principio di territorialità, come specificato dall'art. 6 c.p., comma 2, il reato si considera commesso nel territorio dello Stato (tra l'altro) quando la relativa condotta è ivi avvenuta in tutto o in parte.

Giova al riguardo ricordare che, secondo la costante giurisprudenza di legittimità, sono integrate le condizioni previste dall'art. 6 c.p. anche quando un frammento della condotta criminosa si sia verificato nel territorio italiano (v. tra le altre Sez. 1, 12 maggio 2004, Selvaggi), pur se, isolatamente considerata, tale porzione di condotta sia di per sè inidonea a integrare gli elementi costitutivi di un reato tentato o consumato (Sez. 6, 6 maggio 2003, Viti), che invece sono apprezzabili collegando la parte della condotta realizzata in Italia a quella realizzata in territorio estero (Sez. 6, 24 novembre 1995, Sara).

Con riferimento al reato associativo, il solo che qui rileva, una volta verificato che gli indizi a carico del N. consistono nei contatti da lui avuti con gli altri membri dell'associazione mentre egli si trovava in Italia, deve concludersi che la condotta che sarebbe stata da lui posta in essere si è realizzata nel territorio italiano, e va dunque affermata la giurisdizione italiana (v. Cass., sez. 6, 16 dicembre 1999, Pipicella), essendo irrilevante, a tal fine, il luogo dove il sodalizio aveva le sue strutture direttive od organizzative o quello nel quale operavano gli altri associati.

Trova dunque applicazione nella specie il disposto della L. 22 aprile 2005, n. 69, art. 18, comma 1, lett. p), in base al quale, in simili ipotesi, la consegna deve essere rifiutata.

4. La sentenza impugnata va pertanto annullata senza rinvio; e conseguentemente deve essere disposta la revoca della misura cautelare in corso di esecuzione, con liberazione immediata del N. se non detenuto per altra causa.

5. Poichè, in relazione alla condotta posta in essere dal N., secondo la documentazione offerta dall'autorità francese, sono profilabili estremi di reato (in particolare D.P.R. n. 309 del 1990, ex art. 74), deve essere altresì disposto che copia della sentenza e degli atti sia trasmessa, per le iniziative che intenderà assumere, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, essendo allo stato degli atti localizzabile soltanto in tale luogo la realizzazione della condotta.

6. La Cancelleria provvedere agli adempimenti di cui all'art. 626 c.p.p. e L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 5.

(Torna su ) P.Q.M.

P.Q.M.

Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perchè la consegna non può essere disposta, ai sensi della L. n. 69 del 2005, art. 18, comma 1, lett. p).

Dispone che copia della sentenza e degli atti venga trasmessa al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli per quanto di sua competenza.

Revoca la misura cautelare in corso di esecuzione e ordina l'immediata liberazione di N.U. se non detenuto per altra causa.

Manda alla Cancelleria per gli adempimenti di cui all'art. 626 c.p.p. e L. n. 69 del 2005, art. 22, comma 5.

Così deciso in Roma, il 22 aprile 2008.

Depositato in Cancelleria il 23 aprile 2008

 

 

spero di esservi stato d'aiuto!

saludossss!!

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Anche per il diritto italiano c'è un caso in cui l'estradizione non è mai concessa. E' il caso in cui un soggetto, che si trova sul suolo italiano, abbia compiuto nel proprio paese di appartenenza reati politici.

 

oppure che per il reato di cui si chiede l'estradizione sia previsto, dal paese richiedente, la condanna a morte.

 

Ma questa è teoria.

 

In pratica, quello che si temeva (e che aveva fatto tenere un profilo basso alla ns diplomazia) pare (pare) che sia successo. Ovvero, abbiamo sparato noi.

 

Se il processo dovesse dimostrare questa cosa, l'omicidio NON è sicuramente colposo (stante che si dovrebbe dimostrare che i morti lo siano stati, ad esempio, per colpi di rimbalzo sull'acqua..... cosa tecnicamente quasi impossibile) ma volontario.

 

E li, son dolori.

 

Speriamo che il mio pessimismo venga smentito.

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L'Ammiraglio Lertora è ormai incontenibile come un vulcano in eruzione:

 

http://news.liberoreporter.eu/?p=28642

 

A proposito della "grande silenziosa" (per chi è aduso a “obbedir tacendo”, come dice l'Amm. Lertora nel suo articolo) riporto un brano del libro "pennello nero" scritto dall'Ammiraglio Franco Garofalo (Edizioni la Bussola, Roma, 1945):

(a parlare è l'Ammiraglio Carlo Cattaneo M.O.V.M. allora Capitano di Fregata comandante di una squadriglia cacciatorpediniere)

"Quel giornalista che nell'altra guerra ha chiamato la Marina la grande silenziosa ci ha reso un pessimo servizio perché abbiamo finito per credere anche noi alla grandezza del silenzio ed oggi non sappiamo più parlare, anche quando dovremmo"

 

Stavolta la voce s'è alzata. Ed è molto autorevole.

 

Concludo con un interessante articolo tratto dal Corriere della Sera di oggi:

 

immagine1phi.jpg

 

C.

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Con tutto l' ovvio rispetto, concordo strategicamente ma non tatticamente coll' Amm. Lertora.

 

quando si ha una, obiettivamente non immeritata, fama di rovinare le guerre altrui, i punti 5 e 6 a mio sommesso parere sono controproducenti; il 4° punto sostanzialmente equivale ad una rottura delle relazioni diplomatiche, il che ha anche implicazioni clausewitziane mentre il punto 3° andrebbe affrontato da un angolazione diversa e più ampia.

 

e ricordo che la grandezza del silenzio sta quando NON ci sta, in quanto alzare la voce mostra che si e' largamente superato il limite....

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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da base artica, marco

 

 

qui si ee incappati in giochetti indiani.. :s14:

 

consiglio .....................una cannonata di avviso!! :s05:

 

marco

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Il processo penale a carico dei 2 maro' dovrebbe iniziare a giorni , entro la fine del mese .

Le imputazioni sono molto pesanti , solo per l' omididio volontario è previsto l' ergastolo ( oppure la pena di morte ) , sommando anche l' accusa di tentato omicidio il quadro è poco rassicurante .

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Sembra che abbiano disposto il trasferimento dei ragazzi in altra struttura.

 

A questo punto credo che faranno il processo, probabilmente verranno condannati e dovremmo poi chiedere l'estradizione.. verosimile? comunque ce li devono restituire, prima o poi.

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da base artica, marco

 

1- bisogna che in italia sia SEMPRE sveglia la coscienza di noi tutti a dare massimo appoggio ai ns maro e spinta ..poderosa al governo ns, (qualunque esso sia) a darsi piu energicamente da fare, oramai con le buone non si combina piu nulla :s05: :s05: !!

2- sono sicuro che dobbiamo anche a fare qualcosa che sia lo stato istituzionale che la ns societa x aiuti e appoggi alle famiglie dei maro.

se penso che girano voci che i famigliari sono lasciati in difficolta ecconomiche e spicologiche, debbo dire che..... :s68: :s14: .!!

 

saluti marco

Modificato da bussolino
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Se ne parlava già ieri , ma solo sulla stampa, e con questi andirivieni a cui siamo abituati...meglio aspettare una conferma istituzionale, che c'è stata:

 

- è confermato (ma, attenzione, non ancora effettuato) il trasferimento dal carcere

 

- Terzi ha parlato ai vertici ONU, che sino dimostrati solidali nonché sorpresi "questa vicenda non abbia ancora potuto avere un esito favorevole"

 

- domani si svolgeranno sia l' udienza relativa ai capi di accusa, sia quella riguardante la libertà, (ma io li chiamerei arresti domiciliari, se devono consegnare i passaporti e riesedere all'ambasciata) su cauzione

 

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/as...E-_6894605.html

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Be', almeno questa era vera ed è andata...

 

- è confermato (ma, attenzione, non ancora effettuato) il trasferimento dal carcere

 

-

 

 

(ANSA) - NEW DELHI, 25 MAG - I maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno lasciato definitivamente il carcere di Trivandrum e sono in viaggio di trasferimento verso la Borstal School di Kochi, in attesa degli sviluppi del processo. I due maro' hanno fatto tappa durante il trasferimento a Kollam, dove il giudice istruttore ha preso atto del dossier contenente le accuse nei loro confronti, disponendo un nuovo periodo di carcere giudiziario. Nella Borstal School Latorre e Girone saranno sistemati in due stanze.

da http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/to...hi_6928692.html

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Francamente non ci capisco....mi sto perdendo tra Kochi e New Delhi, tra si farò e sì però e sì ma mò :angry:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2012/05/29/Maro-respinto-ricorso-giurisdizione_6948399.html

 

L'Alta Corte di Kochi ha respinto oggi il ricorso del governo italiano riguardante la giurisdizione da applicare ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere per la morte di due pescatori indiani. Lo ha appreso l'ANSA da un membro della delegazione italiana che ha seguito l'udienza.l ricorso mirante a bloccare il referto della polizia del Kerala (Fir) era stato presentato settimane fa, ma l'Alta Corte di Kochi è entrata in un periodo di vacanza durante il quale la situazione è cambiata per la formalizzazione dei capi di accusa contro i due marò. Gli stessi sono stati acquisiti dal giudice istruttore il quale li ha trasmessi ad un tribunale di primo grado per l'inizio del processo. Fonti legali hanno detto all'ANSA che con questo scenario il rigetto della richiesta era praticamente scontato. Un responsabile della delegazione italiana ha riferito che insieme ai legali di Latorre e Girone si deciderà se e come presentare un ricorso

 

 

Una faccenda che forse può sfuggire, ma merita attenzione è questa: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/05/29/Maro-indiano-Italia-offre-terra_6947439.html

 

 

NEW DELHI, 29 MAG - John Thekkekara, indiano originario del Kerala e da 25 anni residente in Italia ha offerto all'Alta Corte di Kochi un terreno del valore di 20 milioni di rupie (285.000 euro) come garanzia per la concessione della libertà dietro cauzione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo scrive oggi il quotidiano The Times of India spiegando che Thekkekara é proprietario in Italia di una società di servizi a Genova e che è convinto che "la negazione del 'bail' sia una ingiustizia".

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Forse c'è una buona notizia!!!! Manca ancora una conferma da parte italiana ma la notizia è riportata da diverse agenzie

 

New Delhi, 30 mag. (Adnkronos) - L'Alta Corte del Kerala ha concesso la liberta' su cauzione ai due fucilieri di Marina italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati di avere ucciso due pescatori indiani. Lo riferisce la stampa locale.

 

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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2012/05/29/Maro-respinto-ricorso-giurisdizione_6948399.html

Non vogli9o assolutamente riuprendere una discussione che attualmente pare interessare moilti mezzi di comonicazione. Ovviamentre, in negativo.

Da anni mi piace guardare la sfilata; non credo assolutamente che il sospenderla rimandarla annullarla possa aiutare gli emiliani...

Posto qui solo per il fatto che il San Marco (pare) sfilerà: e credo sflierà anche per i due che mancano.

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India: i marò stasera liberi su cauzione

Trascorreranno la notte in un albergo di Kochi.

02 giugno ore 15:32

India: i marò stasera liberi (ANSA) - KOLLAM (INDIA), 2 GIU - I due marò usciranno stasera dalla Borstal School e trascorreranno la notte in un albergo di Kochi. Il tribunale di Kollam ha infatti accolto oggi documenti e garanzie relativi alla concessione della libertà dietro cauzione (bail) per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L'autorizzazione è ora in viaggio verso Kochi per essere consegnata al sovrintendente della Borstal School dove i due marò risiedono.

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Oggi ho parlato con un Comandante del RSM appena rientrato dall'India...

alla fine delle domande che ho fatto sui nostri Fucilieri, mi ha esoratato a scrivergli. Non solo ho inviato loro una e-mail (da collega) ma, visto che ora possono andare su internet, gli ho anche detto di seguirci e perchè no, registrarsi presso al nostra Associazione... Spero che seguano il mio consiglio....

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Sono ovviamente molto riservati. Non so se al momento per loro sia il caso di iscriversi, scrivere, o quant' altro, in qualsiasi campo.

Ne sai qualcosa?

Puoi ben capire che non sono entrato in dettagli con il loro Comandante (per la cronaca è medaglia credo d'argento al valore), però, rifacendomi a quanto detto dai giornali hanno la consegna del silenzio... però possono parlare del tempo...

Una cosa che che ho dimenticato di dirvi è che ho chiesto lo di pubblicare su Betasom le loro e-mail private...

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Con franchezza e senza voler accendere polemiche, anche se fosse solo per parlare del tempo, pur valutando seriamente l' aspetto del morale dei nostri Marò, reputo che non sia saggio che postino qui....

 

Alagi potra' confermare (ne parlai in diversa sede in Rete con lui) che una mia preoccupazione è che qualche "testa calda" nell' ambito informatico indiano, che mi risulta essere molto ampio e ben competente, possa decidere di danneggiare ßsom, che ricordo, ha appena ricevuto un rimodernamento comparabile con quello delle Cavour e del Garibaldi e quindi si tratta di un forum ben diverso dal precedente a cui anche i moderatori e amministratori devono ancora farci la mano....

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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i due fucilieri sono stati alcentro dei discorsi dei vertic della difesa, e questo non puo che far piacere ai ragazzi ingiustamente trattenuti in India. Il sito della Marina al link http://www.marina.difesa.it/Conosciamoci/Notizie/Pagine/20120607_lettera.aspx

ha inoltre pubblicato una toccante lettera dei 2 fucilieri, che riporto a seguire:

marodx.jpg

 

 

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Sul quotidiano Libero un piano assai dettagliato sul come riportare a casa i 2 maro ' alla svelta .

 

http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1035752/Ecco-il-blitz-per-liberare-i-maro---sommergibile--spie-e-incursori.html

 

il titolo dell articolo è questo

 

Ecco il blitz per liberare i marò: sommergibile, spie e incursori

 

 

l' autore è il direttore di Analisi difesa , persona responsabile ed esperta

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