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Riportiamo A Casa I Ragazzi Del San Marco...


Totiano

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L'Olympic Flair è molto simile alla nostra Enrica Lexie.

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In effetti...

 

olympicflair.jpg

 

enricalexie.jpg

Da SHIPSPOTTING

 

:s02: Suggerirei alle Autorità Indiane di addivenire a più miti consigli... e di condurre l'inchiesta in modo più equilibrato :s02: . E' loro sacrosanto diritto/dovere indagare per rendere Giustizia ai Marinai del SAINT ANTHONY, ma con il loro atteggiamento da "crucifige, crucifige!" rischiano di rimaner prigionieri della propria ostinazione ed alimentare sentimenti razzisti in entrambe le Nazioni coinvolte.

Modificato da Alfabravo 59
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Un altro aggiornamento, tutto da verificare, sentito per giornale radio: l'India ha concordato con l'Italia che l'incidente che viene imputato ai marò italiani sono avvenuti in acque INTERNAZIONALI, per questo motivo si procederà a riportarein patria i nostri ragazzi.

 

Spero venga confermato presto, se così sarà mi viene da dire EVVIVA!

Modificato da serservel
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Mi voglio sbilanciare sulla tua ultima notizia Servervel...

Sono sollevato e felicissimo di questo....

Mi spiace, temo di aver preso un abbaglio, forse travisando le parole del radiocronista. Il fatto è che non trovo ancora riscontro di quanto ho riportato poco fa....scusate tanto :s06:
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Nel sito di Ezio pochissimi giorni fa, il 20 febbraio, è stato pubblicato questo articolo:

 

 

"Liberi subito - di Francesco Garruba (*)

 

Un po’ di chiarezza sulla vicenda indiana.

 

In questi giorni, le testate giornalistiche hanno riportato, pedissequamente, i titoloni dei media indiani e le timide, per ora, risposte istituzionali italiane. In sintesi, il messaggio che emerge è il seguente:

“I marò del San Marco a bordo della M/C Enrica Lexie hanno ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati. La Marina asserisce che avevano un comportamento aggressivo e che il peschereccio sarebbe stato visto allontanarsi senza apparenti danni a bordo”.

Un messaggio ovviamente devastante. Nonostante le precisazioni su ADNKRONOS di un eminente esperto di diritto internazionale (il Professor Leanza) e di un attento osservatore strategico e politico come il Prof. Margelletti, prevale in Italia un atteggiamento autolesionista che fa sistema solo contro se stesso.

Dai riscontri oggettivi finora disponibili la realtà dei fatti è ben altra e comunque dev’essere scritta attraverso indagini e prove oggettive, non sull’onda delle emozioni o, peggio, delle strumentalizzazioni politiche. Ma veniamo ai fatti, così come oggi sono conosciuti:

1° – L’incidente, ammesso che i due eventi (tentativo di pirateria sventato e presenza di due pescatori uccisi su un peschereccio indiano) siano correlati, è tutto da provare. Esso è comunque avvenuto in acque internazionali, dove è quindi piena la giurisdizione dello stato di bandiera della nave, cioè l’Italia.

2° – A bordo della nave mercantile Lexia c’è un nucleo militare di protezione, organo dello Stato, legalmente riconosciuto e come tale soggetto ad immunità giurisdizionale assoluta rispetto ad autorità straniere.

3° – Non esiste nesso di responsabilità tra il “master” del mercantile e il Nucleo Militare. In sintesi gli indiani stanno violando il diritto internazionale, sia trattenendo la nave, sia sostenendo un’azione unilaterale della giustizia indiana verso i nostri militari.

4° – Dalle dichiarazioni rese dalle parti , ovvero dai nostri militari, dal “master” del mercantile Lexia e dai pescatori – o meglio dai funzionari della polizia locale, dato che nessun riscontro giuridico è ancora venuto dalla magistratura indiana – emergono incongruenze di assoluto rilievo che fanno ritenere possa trattarsi di due eventi separati. Non esiste comunque alcuna evidente correlazione tra i due eventi. In particolare gli orari differiscono di oltre 4 ore, le posizioni di oltre 5 miglia nautiche (10 km circa) e tanto il master del Lexia quanto il comandante del nucleo militare di protezione asseriscono che il peschereccio con i pescatori morti sarebbe diverso, per forma e colore, da quello oggetto di azione dissuasiva. Infine i militari italiani hanno riportato che, dall’osservazione dell’imbarcazione presunta pirata in fase di avvicinamento, erano state chiaramente viste alcune persone armate a bordo (è così che operano i pescatori?).

5°- I Fucilieri di Marina del Reggimento San Marco appartengono ad un reparto di élite, altamente addestrato, delle Forze Armate Italiane e sono specializzati proprio per operare a bordo di unità navali. Anche in relazione alle regole di comportamento cui devono attenersi è da escludere che, a meno di azioni volutamente criminali, abbiano in qualunque circostanza aperto il fuoco diretto sull’imbarcazione. Non risulta, dal dopoguerra ad oggi che militari italiani abbiano fatto un uso improprio della forza.

Tutto questo si riporta non per far luce su una vicenda oscura che andrà chiarita secondo diritto e legge e con riscontri oggettivi, ma per riportare i fatti a quello che, ad oggi, è dato conoscere. Il Ministero della Difesa ha già attivato, come previsto, un’inchiesta interna intesa a definire prima di tutto i fatti e, in parallelo, la Magistratura italiana sta raccogliendo elementi per le doverose azioni giudiziarie. Può uno Stato sovrano delegare la giurisdizione dei propri militari, qualcosa di più di semplici cittadini all’estero anche in virtù dell’art.97 della convenzione sull’alto mare dell’ONU, ad uno stato terzo? Perché non si istituisce una commissione di inchiesta congiunta italiana ed indiana per fare piena luce su una vicenda che rischia di compromettere seriamente i rapporti tra due stati amici?

(*) Giornalista Vice Capo Ufficio Stampa (GUS)"

 

(fonte: www.lavocedelmarinaio.it )

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In effetti la confusione delle varie testate è evidente: fanno molto effetti titoloni che già condannano i marò per aver "ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati".

 

Non è nemmeno vero, come l'onda dell'emozione può far pensare, che i diplomatici italiani stiano battendo la fiacca, al contrario! Come di diceva in queste pagine, sarà proprio la diplomazia a vincere questa battaglia.

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perchè e tutta una montatura a scopo politico per dare addosso all'Italiana(ex) Sonia Ghandi attuale lieder del partito al Governo, dei pescatori

morti non frega niente a nesuno in India, è solo un pretesto servito dalla coscenza tranquilla e serena dei nostri, ricordate che il vecchio proverbio

"che pensare male non è bello ma il più delle volte ci pigli" monteranno la cosa fino a dopo le votazioni, poi specialmente se vince l'opposizione la cosa

finirà in niente, tanto il gioco è fatto e noi avremo fatto la solita figura del cavolo. A voler essere cattivi ma pratici, sembra di essere in casa nostra prima del governo Monti, tanto da far capire il paragone, giudici politicizzati e con manie di apparire, occasioni montate ad arte, l'unica cosa che si differenzia forse la Sonia da meno adito a pettegolezzi dell'ex nostro premier

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Nell'attesa che la vicenda vada verso il giusto lieto fine, mi vorrei permettere una nota: quello che è successo una volta può succedere daccapo.

Mi spiego, non sarebbe il caso di ripensare le modalità di imbarco dei nostri militari sui mercantili ? le regole d'ingaggio ? un sistema di registrazione televisiva di tutto quello succede ?

Personalmente ritengo un errore imbarcare militari su navi mercantili, ne abbiamo purtroppo un esempio, ma se proprio si deve, non dovrebbe essere molto costoso videoregistrare (integrando con un sistema GPS o simile) quello che succede ed avere "a priori" le prove dei comportamenti. La cosa mi sembra fattibile a livello artigianale con qualche centinaio di euro, ma con i mezzi economici degli armatori dovrebbe essere un gioco.

Spero anche che le regole d'ingaggio siano (o siano riviste) all'altezza delle situazioni che si possono creare, in alto mare o sotto costa.

 

... se poi volessimo risolvere veramente il problema dei pirati, mi pare che nel passato si siano trovati due soli sistemi: l'occupazione manu militari dei sorgitori, oppure il miglioramento delle condizioni di vita dei pirati stessi.

 

Buona serata.

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Nell'attesa che la vicenda vada verso il giusto lieto fine, mi vorrei permettere una nota: quello che è successo una volta può succedere daccapo.

Mi spiego, non sarebbe il caso di ripensare le modalità di imbarco dei nostri militari sui mercantili ? le regole d'ingaggio ? un sistema di registrazione televisiva di tutto quello succede ?

Se è successo ora e i questo modo, altri mezzi di monitoraggio non cambiano molto: dopo una settimana gli indiani devono ancora fare le autopsie alle vittime, non prendono ancora in considerazione la posizione GPS della nave e non hanno nessun raffronto balistico (anche perchè non hanno i proiettili, vedi primo punto!).

Vanno avanti come un treno senza badare alle prove, cosa cambia una registrazione che, visto come va ora, poterbbero dire "è stata modificata"?

 

In generale, io sono convinto che l'imbarco dei militari sia una buona cosa. A tutti gli effetti gli armatori possono scegliere tra privati e militari, questi ultimi personalmente li trovo più affidabili.

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Se è successo ora e i questo modo, altri mezzi di monitoraggio non cambiano molto: dopo una settimana gli indiani devono ancora fare le autopsie alle vittime, non prendono ancora in considerazione la posizione GPS della nave e non hanno nessun raffronto balistico (anche perchè non hanno i proiettili, vedi primo punto!).

Vanno avanti come un treno senza badare alle prove, cosa cambia una registrazione che, visto come va ora, poterbbero dire "è stata modificata"?

... queste sono le notizie che riceviamo dai giornali, bisogna vedere qual è la realtà. :s01:

 

Però ... vuoi mettere un bel filmato (diffuso in tutto il mondo) dove si potesse vedere che gli uomini del San Marco hanno sparato nel rispetto delle regole verso un peschereccio diverso da quello dove c'erano i morti ?

 

Quanto a giustizie sommarie: andiamoci piano a lanciare la prima pietra e non dimentichiamo qualche caso di "casa nostra" in cui abbiamo accusato innocenti di efferati omicidi, organizzando anche sommosse anti marocchini, ad esempio la strage di Erba.

Le indagini, condotte inizialmente dal procuratore di Como Alessandro Lodolini, si concentrano su Azouz Marzouk, nato il 28 aprile 1980 a Zaghouan (Tunisia), marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef Marzouk che aveva precedenti penali per spaccio di droga era uscito dal carcere grazie ad un indulto. Marzouk era in Tunisia in visita ai genitori al momento dei fatti; rientra precipitosamente in Italia, dove viene interrogato dai carabinieri. Gli inquirenti confermano il suo alibi e iniziano a sospettare di un regolamento di conti compiuto contro di lui. (da Wiki).

Marzouk non era uno stinco di santo, ma era innocente e non c'erano regolamenti di conti, solo la follia omicida di due italiani.

 

Ciao.

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Chiaro, nemmeno io sono favorevole alla giustizia sommaria.

 

Un video avrebbe certamente la sua valenza, renderebbe chiara la situazione e toglierebbe molti dubbi. In ogni caso non riesco a capacitarmi del comportamento delle autorità indiane, non ultimo il vergognoso (mia opinione) tranello con cui hanno fatto attraccare la petroliera italiana!

 

Un piccolo aggiornamento: le autorità indiane, dopo aver prolungato il fermo dei marò, hanno acconsentito a esperti italiani di partecipare alle prove balistiche che verranno effetuate sulle armi dei due militari.

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Ieri i giudici dell’Alta Corte del Kerala hanno ritenuto ammissibile il ricorso che l'Italia ha fatto per far riconoscere il difetto della giurisdizione indiana nei confronti dei nostri militari.

La notizia dell’accoglimento del ricorso, all’apparenza, andrebbe considerata come un successo ottenuto dalla nostra diplomazia. Ma io non sarei così ottimista. C’è una netta differenza tra ammissibilità e accoglimento di un ricorso. Nel primo caso l’organo investito ritiene di avere giurisdizione per esaminare il ricorso. Nel secondo caso il medesimo organo, esaminato il ricorso, lo ritiene fondato e decide di conseguenza. Fatta questa precisazione, deduco che ritenendo ammissibile il ricorso, la Corte ha già di fatto riconosciuto la propria giurisdizione e fra qualche giorno espliciterà la sua decisione in tal senso con le dovute motivazioni.

Peraltro, il sottosegretario agli esteri indiano Preneet Kaur, aveva espresso la sua opinione affermando che con il deposito del ricorso l’Italia avrebbe implicitamente riconosciuto la giurisdizione indiana.

Qualora, come appare probabile, i nostri militari venissero sottoposti alla giurisdizione indiana, occorrerà continuare a vigilare perchè sia fatta piena luce sull’episodio, con il massimo scrupolo investigativo e con tutte le garanzie del caso.

Per adesso, di positivo c’è la concessione a esperti italiani di essere presenti agli accertamenti balistici che verranno effettuati sulle armi usate dai nostri militari.

Per quanto riguarda il fermo prolungato di altri sette giorni, invece, è vero che non significa carcere, e questo di per sé è un buon risultato ma, di fatto, i nostri militari restano trattenuti come ostaggi in attesa di nuovi sviluppi.

In India, come anche in Italia, la magistratura è indipendente dal potere politico e questo dovrebbe essere una garanzia per ottenere un giusto processo. Ma manteniamo alto il livello di attenzione, perchè la storia ci insegna che anche nei paesi con uno spiccato sentimento democratico i pregiudizi hanno avuto la forza di influenzare processi e sentenze.

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Beh, io sono fiero di questa Marina e di questi Marò !!!

 

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media...49866696cd.html

 

(solo i primi 16 minuti circa interessano questo thread)

Hai citato proprio il servizio giusto: la trasmissione è stata segnalata proprio si questo forum e io, personalmente, ne sono diventato fan!

Per non divagare troppo dico solo che consiglio la visione di quei 16 minuti che hai segnalato, sono molto interessanti e, soprattutto, sanno di vero!

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olympicflair.jpg

 

enricalexie.jpg

Da SHIPSPOTTING

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...Ora spunta fuori un' altra nave...la OCEAN BREEZE. Come dimensioni è più piccola delle due precedenti, ma il profilo le unisce nella somiglianza. I "sospetti"sarebbero nati per una presunta incompatibilità fra il porto di destinazione (Singapore) e la rotta seguita.

 

oceanbreze.jpg

Da SHIPSPOTTING.

Modificato da Alfabravo 59
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Concordo, sono tutte uguali.

La prova balistica sarà la chiave della vicenda, secondo me. Ammesso che il calibro sia compatibile, se hanno recuperato le palle e se le stesse non sono troppo deformate immagino che avranno la perizia di confrontare le rigature con quelle delle canne delle armi imbarcate. Speriamo lo facciano alla svelta..

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Abbiamo assistito ad una vergognosa azione al di fuori di ogni diritto internazionale da parte delle autorità Indiane. Mi domando, ma l'Onu è solo pronto a fare grandi convegni con sperpero enorme di danaro o cosa?. A noi per aver rimandato indietro un barcone di profughi libici ci hanno, come al solito, redarguito. E noi come sempre, amanti delle discussioni da salotto pomeridiano, lasciamo che alla nostra Nazione possa essere fatto ciò che si vuole. Scusate lo sfogo, ma a volte ci si vergogna di essere trattati così.

Modificato da pugio
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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mo..._100685356.html

 

Polizia indiana e CC a bordo della nave

La Procura di Roma indaga per omicidio

25 febbraio, 09:23

 

KOCHI (INDIA) - Il gruppo investigativo di poliziotti indiani con i due esperti dei carabinieri addetti alla perizia sulle armi nel caso dei due pescatori indiani uccisi sono saliti a bordo della petroliera Enrica Lexie, ancorata nel porto di Kochi, nel sud dell'India. Lo ha constatato l'ANSA sul posto.

I due esperti balistici, i maggiori del Cis Paolo Fratini e Luca Flebus, sono arrivati all'imbarco di Ernakulam (sobborgo sulla terraferma di Kochi) insieme al console italiano di Mumbai, Gianpaolo Cutillo, e a rappresentanti della Difesa. La squadra di investigatori indiani é comandata dall'ufficiale di polizia Ajit Kumar. Si sono imbarcati su una vedetta della polizia che ha fatto rotta sulla petroliera attraccata a un terminal petrolifero nella rada del porto di Kochi. La scena è stata seguita da decine di giornalisti e televisioni locali. Si prevede che la perlustrazione a bordo e il sequestro delle armi dei marò, che deve avvenire sotto la supervisione dei due ufficiali dell'Arma, possa durare diverse ore.

 

PROCURA INDAGA PER OMICIDIO VOLONTARIO

di Marco Maffettone

Omicidio volontario. Questa l'ipotesi di reato che i magistrati della Procura di Roma contestano ai due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in servizio sulla petroliera italiana Enrica Lexie, e arrestati in India con l'accusa di aver ucciso, scambiandoli per pirati, due pescatori. L'iniziativa della magistratura capitolina, in base a quanto filtra da ambienti giudiziaria, viene definita come "un atto dovuto" alla luce delle risultanze dei fatti indicati nell'informativa inviata nelle ultime ore alla Farnesina a piazzale Clodio. Per tutto il giorno in Procura si sono svolte riunioni tra gli inquirenti che hanno lavorato sul materiale giunto dal miniestero degli Esteri. Il fascicolo di indagine, affidato dal procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, al sostituto Francesco Scavo muta, quindi, l'ipotesi di reato che in un primo momento era di tentato abbordaggio da parte di pirati. Fin dal primo momento la Procura capitolina ha seguito con massima attenzione il caso dei due marò: una vicenda molto complessa anche dal punto di vista giuridico e che, necessariamente, dovuto tenere conto anche dei delicati risvolti diplomatici. Gli inquirenti hanno, comunque, immediatamente sollecitato i ministeri degli Esteri, della Difesa e della Giustizia, tutti in prima linea per la soluzione del caso, a comunicare all'autorità giudiziaria quanto a loro conoscenza. L'arrivo in Procura delle prime risultanze dell'attività svolta dagli uomini della Farnesina ha quindi "provocato" il cambiamento dell'ipotesi di reato. I due militari italiani, appartenenti al battaglione S.Marco, restano ancora detenuti nel bungalow della polizia indiana a Kochi. Al di fuori della loro "prigione" si è consumata un'altra giornata frenetica tra indagini della polizia locale e sforzi diplomatici a New Delhi. Gli investigatori hanno dovuto rimandare ancora di un giorno la perizia balistica a bordo della petroliera italiana in attesa dei due esperti in arrivo dall'Italia. Come ribadito dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura la prova sui fucili in dotazione ai marò rappresenta un passaggio fondamentale per accertare cosa sia accaduto il 15 febbraio scorso.

 

Questo significa che le prove prodotte ad ora dalle indagini della Farnesina depongono a 'favore' degli offesi?

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A una prima lettura sembra che quel che si muove non sia a favore dei marò, però nello stesso momento non capisco se le mosse della polizia italiana non siano una proforma... cercherò altre fonti per chiarirmi le idee.

 

Personalmente sono lieto che tutte le mosse delle autorità indiane siano ora seguite anche dalla polizia italiana!

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A noi per aver rimandato indietro un barcone di profughi libici ci hanno, come al solito, redarguito.

PICCOLO O.T. Concordo. Noi Italiani in genere non abbiamo una gran stima nei nostri politici, ma mi accorgo che anche le altre nazioni non son messe meglio. Nel caso della citazione di PUGIO i politici europei dovrebbero capire che per la nostra particolare situazione geografica le nostre Leggi che regolano l'immigrazione non possono essere uguali a quelle dei paesi nordici. Fine O.T. - Rientriamo in rotta! :s03:

 

Questo significa che le prove prodotte ad ora dalle indagini della Farnesina depongono a 'favore' degli offesi?

Non credo...A mio parere è solo un giusto segnale che quì in Italia si vuol trattare il caso con imparzialità. L'importante è che SI FACCIA PRESTO, perchè è anche giusto che i due Ragazzi del SAN MARCO non rimangan "fra color che son sospesi".

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Io non riesco a comprendere a pieno i vostri sfoghi di disappunto.

Vorrei proporre nuovamente una domanda alla quale nessuno a risposto: tragedia del Cermis, quali furono i vostri sentimenti all'epoca?

 

Io ho chiaramente un occhio di riguardo per i miei connazionali, come tutti, ma la nazionalità non deve offuscare l'obiettività che siamo portati ad esercitare in un caso serio come questo.

Io non so se l'India ha ragione, ma se vuole tenersi i suoi indagati per il tempo necessario a capire se siano effettivamente colpevoli, perchè no? saremmo noi a dover fornire piena collaborazione al fine di poter far luce sull'episodio, innocenti o colpevoli a prescindere. Una volta fornito tutto il supporto necessario a far luce sull'indagine, se sono innocenti come spero, tutto risolto.

Ma se la situazione fosse ribaltata, ovvero se a largo delle acque internazionali italiane un mercantile con a bordo soldati indiani fosse il presunto responsabile della morte di due pescatori italiani, voi vorreste che tornassero in India? non fareste di tutto per acchiappare onestamente o con l'inganno, nave, soldati, armi e quant'altro? io si.

Modificato da Lefa
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Io non riesco a comprendere a pieno i vostri sfoghi di disappunto.

Vorrei proporre nuovamente una domanda alla quale nessuno a risposto: tragedia del Cermis, quali furono i vostri sentimenti all'epoca?

 

Io ho chiaramente un occhio di riguardo per i miei connazionali, come tutti, ma la nazionalità non deve offuscare l'obiettività che siamo portati ad esercitare in un caso serio come questo.

Io non so se l'India ha ragione, ma se vuole tenersi i suoi indagati per il tempo necessario a capire se siano effettivamente colpevoli, perchè no? saremmo noi a dover fornire piena collaborazione al fine di poter far luce sull'episodio, innocenti o colpevoli a prescindere. Una volta fornito tutto il supporto necessario a far luce sull'indagine, se sono innocenti come spero, tutto risolto.

Ma se la situazione fosse ribaltata, ovvero se a largo delle acque internazionali italiane un mercantile con a bordo soldati indiani fosse il presunto responsabile della morte di due pescatori italiani, voi vorreste che tornassero in India? non fareste di tutto per acchiappare onestamente o con l'inganno, nave, soldati, armi e quant'altro? io si.

 

 

Per quanto riguarda la tragedia del Cermis, i piloti non incorrevano nel rischio della pena di morte, non furono con l'inganno prelevati dal territorio Americano e cosa ancor più evidente la loro piena responsabilità accertata dai residui del cavo della funivia sull'aereo. Altro episodio da ricordare è l'uccisione dei famosi contractor italiani in Iraq: non dimentichiamo anche loro. Senza contare tragedie che non hanno mai avuto ( o voluto) un colpevole, quali Ustica, Ilaria Alpi e chi più ne ha più ne metta.

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Non hai risposto a nessuna delle due domande.

 

Premesso che la responsabilità dei piloti americani fu evidente sin dal primo momento, i sentimenti che provai allora furono dapprima incredulità al pensiero che dei militari super addestrati a condurre un velivolo militare avessero potuto commettere un simile atto di sciocca e tragica spacconeria. Subito dopo subentrò la rabbia, una grande rabbia. Infine, la logica aspettativa di vederli condannati, non importa se in Italia o nel loro Paese, a essere congedati con disonore e a subire una lunga pena detentiva.

Con il senno di poi, visto l’esito del processo che subirono negli Stati Uniti, avrei cercato di trattenerli in Italia per farli giudicare da una nostra Corte.

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Non hai risposto a nessuna delle due domande. :s01:

 

Hai ragione Comandante :s01: cercherò di farlo ora:

il mio stato d'animo nella tragedia del Cermis fu senza dubbio quello di essere vicino ai familiari delle vittime e che i colpevoli fossero puniti per ciò che avevano fatto: ma non nell'ottica "occhio per occhio, dente per dente": e in effetti giustizia venne fatta, sia dalla magistratura Italiana che dall' Usaf. Poi si può discutere sul verdetto, ma comunque quei piloti furono messi a terra. Ma nel caso dei marò, tutto è discutibile: l'inganno nel convincere con altre scuse il Comandante della nave a rientrare in porto per l'identificazione dei presunti pirati catturati e quant'altro. Per la seconda domanda la mia risposta è questa: se abbiamo ben saldo il concetto di cooperazione internazionale, non devo ricorrere all'inganno per catturare i presunti colpevoli di un reato ai danni di un cittadino italiano, ma apro un'inchiesta e trasmetto gli atti all'interpol affinchè venga aperta simile inchiesta nel paese interessato. Se esiste un diritto internazionale va usato, altrimenti potremmo fare i "giustizieri" a comodo nostro, ma sarebbe una spirale moooolto pericolosa. :s01: :s02: O a meno che non vogliamo fare come il Mossad o altre uccisioni di comodo.

Modificato da pugio
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Hai ragione Comandante cercherò di farlo ora:

il mio stato d'animo nella tragedia del Cermis fu senza dubbio quello di essere vicino ai familiari delle vittime e che i colpevoli fossero puniti per ciò che avevano fatto: ma non nell'ottica "occhio per occhio, dente per dente": e in effetti giustizia venne fatta, sia dalla magistratura Italiana che dall' Usaf. Poi si può discutere sul verdetto, ma comunque quei piloti furono messi a terra. Ma nel caso dei marò, tutto è discutibile: l'inganno nel convincere con altre scuse il Comandante della nave a rientrare in porto per l'identificazione dei presunti pirati catturati e quant'altro. Per la seconda domanda la mia risposta è questa: se abbiamo ben saldo il concetto di cooperazione internazionale, non devo ricorrere all'inganno per catturare i presunti colpevoli di un reato ai danni di un cittadino italiano, ma apro un'inchiesta e trasmetto gli atti all'interpol affinchè venga aperta simile inchiesta nel paese interessato. Se esiste un diritto internazionale va usato, altrimenti potremmo fare i "giustizieri" a comodo nostro, ma sarebbe una spirale moooolto pericolosa. O a meno che non vogliamo fare come il Mossad o altre uccisioni di comodo.

 

Concordo in pieno.

Messi da parte i comprensibili stati d’animo che nascono in questi casi, se esistono principi di cooperazione internazionale, se esiste un diritto internazionale le cui norme sono il distillato di accordi, consuetudini e convenzioni maturati all’interno della comunità internazionale, allora è ad essi che occorre attenersi per risolvere i problemi con soddisfazione di tutti.

Il “fai da te” rimanda ad un concetto in voga nel far west quando la legge non si era ancora imposta e i conti si regolavano sbrigativamente a pistolettate fuori dai saloon (perdonatemi il paragone). Atteggiamento che ai giorni nostri non solo è moolto pericoloso ma fuori da ogni sentimento di civiltà.

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Scusami Egregio Comandante (volante) Pugio :s01: , come puoi sentirti vicino alle vittime e asserire che giustizia è stata fatta poiché sono stati inchiodati a terra? È questa secondo te la giusta pena per aver contravvenuto alle regole ed aver causato un paio di decine di morti?

Facendo un parallelismo con un caso ancora in essere in questi giorni (dove però le decine di morti sono tre) e ammesso che venga stabilita una colpevolezza simile a quella provata nel caso del Cermis, sarebbe per te una pena ponderata al danno levare soltanto la possibilità a quella persona di portare navi?

 

Quanto alle considerazioni sul caso in oggetto, se ho ben interpretato lasceresti che l’ipotetica nave indiana con a bordo presunti colpevoli (indiani) di omicidio di cittadini italiani prosegua sulla sua rotta e che a seguito della denuncia dei pescatori si debbano innescare meccanismi giuridico-diplomatici per far luce sull’argomento, lasciando che parte della presunta scena del crimine se ne vada, dando la possibilità ai presunti colpevoli di sbarazzarsi delle prove che li potrebbero incriminare.

Purtroppo la storia insegna che nessuno cura i tuoi interessi come te, non c’è cooperazione internazionale che si possa equamente sostituire al doveroso sentimento di giustizia che aleggia intorno alle questioni relative al proprio paese, prendiamo

ad esempio il recente caso Battisti.

In un mondo ideologicamente sano i vostri principi sulla valenza di una cooperazione internazionale equa, rispettosa e onesta (che condivido pienamente) sarebbero auspicabili e soprattutto applicabili, ma con così tanta casistica di ingiustizie consumate nel tempo fra un paese ed un altro non si può realisticamente pensare che lasciare scappare un presunto colpevole in un altro paese sia garanzia di ricevere giustizia.

Modificato da Lefa
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Condivido il pensiero di Lefa e, per di più, ho fiducia nella magistratura indiana, come in quella italiana.

I nostri investigatori stanno arrivando (o sono arrivati) in India e potranno collaborare con le autorità indiane.

 

Qualche pensiero in libertà, anche per evitare di "scagliare la prima pietra" ...

Temete la pressione della piazza, istigata per motivi elettorali: dimentichiamo qualche politico italiano che ha costruito le proprie fortune elettorali sull'odio verso lo straniero, verso il diverso ? siamo migliori in questo ?

Sul Diritto Internazionale sarei molto prudente: magari qualcuno dei nostri avvocati potrà essere più illuminante, però ricordiamoci che non esiste un Tribunale (se non quello della Storia) che può giudicare uno Stato. Dai vari consessi possono giungere osservazioni, reprimende, censure: ma sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, altrimenti il buon Ahmadinejadh (o come si scrive) sarebbe da un pezzo fuori causa, come il buon Assad, o i tanti dittatorelli in giro per il modo, contro cui la comunità internazionale lancia strali ed embarghi, continuando a commerciare e trattare.

Sull'aver fretta sarei contento, ma se penso alla durata media di un processo in Italia, alla lunghezza dei termini di detenzione nel Patria del Diritto ... mi auguro di incrociare sempre un tribunale anglosassone (sempre con buoni avvocati, ovvio).

Scusate, ma sono solo pensieri non verità rivelate.

saluti.

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Scusami Egregio Comandante (volante) Pugio :s01: , come puoi sentirti vicino alle vittime e asserire che giustizia è stata fatta poiché sono stati inchiodati a terra? È questa secondo te la giusta pena per aver contravvenuto alle regole ed aver causato un paio di decine di morti?

Facendo un parallelismo con un caso ancora in essere in questi giorni (dove però le decine di morti sono tre) e ammesso che venga stabilita una colpevolezza simile a quella provata nel caso del Cermis, sarebbe per te una pena ponderata al danno levare soltanto la possibilità a quella persona di portare navi?

 

Quanto alle considerazioni sul caso in oggetto, se ho ben interpretato lasceresti che l’ipotetica nave indiana con a bordo presunti colpevoli (indiani) di omicidio di cittadini italiani prosegua sulla sua rotta e che a seguito della denuncia dei pescatori si debbano innescare meccanismi giuridico-diplomatici per far luce sull’argomento, lasciando che parte della presunta scena del crimine se ne vada, dando la possibilità ai presunti colpevoli di sbarazzarsi delle prove che li potrebbero incriminare.

Purtroppo la storia insegna che nessuno cura i tuoi interessi come te, non c’è cooperazione internazionale che si possa equamente sostituire al doveroso sentimento di giustizia che aleggia intorno alle questioni relative al proprio paese, prendiamo

ad esempio il recente caso Battisti.

In un mondo ideologicamente sano i vostri principi sulla valenza di una cooperazione internazionale equa, rispettosa e onesta (che condivido pienamente) sarebbero auspicabili e soprattutto applicabili, ma con così tanta casistica di ingiustizie consumate nel tempo fra un paese ed un altro non si può realisticamente pensare che lasciare scappare un presunto colpevole in un altro paese sia garanzia di ricevere giustizia.

 

 

Carissimo Comandante, la giustizia che abbiamo voluto è quella che non prevede la pena di morte. Concordo con te sulla qualità della pena comminata ai due piloti: sicuramente non appagherà mai in pieno i morti del Cermis, ma comunque è stato garantito un processo che si è svolto secondo quanto prevede il diritto. Purtroppo la giustizia non è infallibile, ma allora dovremmo ricorrere al "Taglione" per dare una punizione adeguata al reato commesso? Se fosse così, allora sarebbe anche plausibile che i parenti delle vittime del Concordia andassero a prendere il Comandante Schettino con una scusa e lo lapidassero sulla pubblica piazza. No, nonostante i mali che affliggono la nostra giustizia, la preferisco di gran lunga a quella sommaria che prevede ancora la lapidazione per le donne infedeli e l'impiccagione per gli omosessuali. :s01: :s02:

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Visitatore giovannibandenere

Provo a dire la mia e in linea di massima mi sento abbastanza vicino al pensiero pugiano.

E devo allargare un pò il discorso; il fatto è che a noi non ci rispetta nessuno e spesso ci deridono, vuoi per il caso Schettino, vuoi perchè "gli italiani hanno ammazzato due poveri pescatori credendoli pirati", vuoi perchè abbiamo tenuto in galera una ragazza americana per qualche anno salvo poi dichiararla innocente; vuoi per il "caso Mills" perchè dalla GB ci criticano anche per quello; vuoi perchè abbiamo fatto il bunga-bunga e anche le corna in una foto ufficiale. Vuoi perchè non ci piaciamo neanche fra di noi. Eccetera.

Ma non c'entra la politica politicata, è dai tempi dell'unità che si vive così, devo dire cosa pensava il cancelliere Bismarck degli italiani? Oppure i francesi? Oppure il beneamato WC che preferiva entrassimo nel Patto di Varsavia piuttosto che nella Nato?

 

Se quella petroliera non era italiana bensì era russa, gli indiani facevano finta di niente, mi ci gioco una mensilità.

Ci hanno accusato (dopo) di avere condannato a morte i profughi che volevano venire da noi: perchè non se li sono presi un pò anche loro? Perchè i francesi li hanno respinti alla frontiera di XXmiglia? Gli Usa hanno costruito un muro alla frontiera col Mexico, noi non si può.

Gli Usa hanno elogiato Fr e Gb per l'intervento in Libia; a posteriori qualcuno gli ha ricordato che c'era anche l' Italia e hanno fatto un'integrazione all'elogio, postumo e tardivo.

---

Al di là di tutte le nostre migliori intenzioni e proponimenti e mosse diplomatiche, il caso attuale è solo un esempio di quanto poco sia sia tenuti in considerazione, siamo gli ultimi della classe, il refugium peccatorum.

Se qualcuno ha deciso che è utile, bello e gratis considerarli colpevoli, quei marò saranno dichiarati colpevoli senza via d'uscita. Oltre il danno, anche la beffa.

Ogni tanto dovremmo tirare qualche moccolo anche noi.

C'è qualcosa in noi che non funziona.

gbn

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Resisto alla tentazione di non intervenire a causa delle mie vedute un pò drastiche :s41: e ciò al fine di non urtare la suscettibilità di qualcuno con conseguenti riporti di citazioni di ammonimento; :s14:

però quoto al massimo GBN e ricordo che lì ci sono due dei nostri "catturati" con l'inganno; :s31: :s31:

l'Italia dorme (come sempre), ma nelle nostre trasmissioni si snocciolano ancora lunghe analisi e simposi di pseudo-colti e moralisti/buonisti/falsi puritani sulla farfallina di Belen, sul discorso di Celentano e se la moldava ha si baciato il Comandante Schettino e chiedendo nel paese se lui è un dongiovanni......

Questa è... L'ITALIA!!!

Pazzesco..... :s58:

ALFA TAU!!! :s67:

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Il Corriere della Sera ha pubblicato una foto del peschereccio indiano dove sono stati uccisi i due pescatori indiani.

 

peschereccioindiano.jpg

Fonte: Corriere della Sera

 

Non voglio entrare troppo nel campo delle illazioni, dunque non andrò ad analizzare tutto l'articlo, mi limito a porre in evidenza due aspetti:

 

ome è possibile che raffiche di mitragliatrice sparate da circa 40 metri di altezza, (perché questa è la posizione di tiro sulla plancia della Enrica Lexie), colpiscano il tettuccio di poppa nella parte interna, lasciando completamente integra la copertura? E anche i colpi verso la cabina di guida del peschereccio sembrano avere una traiettoria orizzontale, non alto-basso, o almeno diagonale.

Se si guarda la foto con attenzione si possono notare lepossibili traiettorie dei proiettili. Io sono un ignorante, ma dal basso della mia conoscenza posso dire che non trovo credibile che quelli siano frutto di una sparatoria da una nave alta 40 metri.

 

E poi c'è, naturalmente, la questione del calibro. L'incisione più visibile e profonda misura in larghezza quasi un centimetro, una taglia più compatibile, osservano gli esperti, con proiettili vicini agli 8 millimetri. L'esercito italiano (compreso il Reggimento San Marco, naturalmente) usa pallottole di 5,6 millimetri, come prevede lo standard della Nato

Qui sono costretto a fidarmi di quello che scrive il giornalista, con cui condivido l'ultima frase dell'articolo: è imprudente saltare a conclusioni, aspettiamo le probe scientifiche.

 

Trovate QUI IL LINK DELL'ARTICOLO

Modificato da serservel
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Mi domandavo il perchè li facessero tirare dalla plancia, quando la posizione ottimale è quanto più allineati possibile rispetto all'altezza del bersaglio.

Prima ho pensato che fosse perchè così è possibile difendere anche quando gli assalitori si rifugiano sotto bordo per l'arrembaggio, poi ho pensato che forse sulle petroliere ci sono norme che regolano le sparatorie sul ponte..

Modificato da Lefa
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Personalmente non so se è per il motivo che dici tu...

io credo invece, che sia il punto più ampio e chiaramente quello che permette l'osservazione su tutto il giro d'orizzonte o quasi...

anche perché nei ponti più bassi non credo ci sia tanta possibilità di "protezione".... Poi onestamente non so :s01:

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Che abbiano tirato dalla Plancia o dalla coperta non credo faccia molta differenza: entrambe sono comunque più in alto rispetto al peschereccio in questione, no?

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no?

 

Dipende dalla distanza del bersaglio, se fossero stati sottobordo ovviamente non ci sarebbero dubbi (ne sulla balistica ne sul fatto che fossero pirati), bisogna inoltre considerare che il bersaglio di quel tiro non è stabile ma soggetto al moto ondoso e alla propria andatura, in parole povere da quelle foto non sapendo nulla non credo si possa evincere nulla. :s01:

Modificato da Lefa
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Ciao Serservel (a proposito, prima o poi mi dici cosa vuol dire... :s68: ),

premetto, ho attuato tutti gli accorgimenti contro la sfi.. ortuna.. :s03:

credo proprio che sia tutto più alto di quel "guscio di noce"... la vicenda, sembra stia volgendo al meglio.... vero?

Forza Ragazzi!! siamo con voi

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Resisto alla tentazione di non intervenire a causa delle mie vedute un pò drastiche :s41: e ciò al fine di non urtare la suscettibilità di qualcuno con conseguenti riporti di citazioni di ammonimento; :s14:

però quoto al massimo GBN e ricordo che lì ci sono due dei nostri "catturati" con l'inganno; :s31: :s31:

l'Italia dorme (come sempre), ma nelle nostre trasmissioni si snocciolano ancora lunghe analisi e simposi di pseudo-colti e moralisti/buonisti/falsi puritani sulla farfallina di Belen, sul discorso di Celentano e se la moldava ha si baciato il Comandante Schettino e chiedendo nel paese se lui è un dongiovanni......

Questa è... L'ITALIA!!!

Pazzesco..... :s58:

ALFA TAU!!! :s67:

 

 

Quoto :s06:

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Ciao Serservel (a proposito, prima o poi mi dici cosa vuol dire... :s68: ),
La storia è lunga e non particolarmente divertente, ma visto che lo chiedi :s02:

"Ser" è parte del nome che, nell'ITIS dove ho studiato, era stato dato ai server sotto Linux, SerLinux appunto. Io ero tra i pochi interessato a linux.

"Servel" e la storpiatura del mio cognome. Sempre a scuola hanno creato questo soprannome :s01:

 

premetto, ho attuato tutti gli accorgimenti contro la sfi.. ortuna.. :s03:

credo proprio che sia tutto più alto di quel "guscio di noce"... la vicenda, sembra stia volgendo al meglio.... vero?

Forza Ragazzi!! siamo con voi

Secondo me sì, con cauto ottimismo potremmo dire che la faccenda si sta sgarbugliando.

Noto, comunque, che la faccenda non è più sulla giurisdizione del caso: da un pezzo siamo andato oltre, entrando nell'ambito di dimostrare che è successo.

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E' stata veramente bella la frase detta ieri dai nostri Marò del San Marco.... <<Noi siamo Italiani e come tali ci comportiamo>>

Bravi!! sono orgoglioso di essere un vostro compatriota... :s01:

Mi auguro che questo comportamento sia encomiato come si deve!!

Da quello che mi è stato riferito stamattina, pare che il morale sia alto (per quello che è possibile)... all'affermazione: beh! almeno state al caldo... pare che abbiano risposto: veramente stiamo al fresco.... :s03: :s03:

Forza ragazzi siamo con voi...

 

Scusate l'O.T.... Serservel, a te è andata bene... ti dico che il mio soprannome più pulito era Pipino il breve (ti risparmio gli altri).

Modificato da Visitatore
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Con loro ci sono anche gli esperti italiani, anche la loro perizia sarà considerata.

In ogni caso i risultati sono attesi per il weekend, chissà che la prossima settimana si apra con la notizia del rilascio dei due marò.

 

EDIT: segnalo la lettera, pubblicata sul sito dell MMI, del Comandante della Savina Caylyn che, con l'occasione di sostenere i due militari in custodia presso le autorità indiane, ne elogia la professionalità dimostrata a bordo; Il link è QUESTO.

Modificato da serservel
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Con loro ci sono anche gli esperti italiani, anche la loro perizia sarà considerata.

In ogni caso i risultati sono attesi per il weekend, chissà che la prossima settimana si apra con la notizia del rilascio dei due marò.

 

EDIT: segnalo la lettera, pubblicata sul sito dell MMI, del Comandante della Savina Caylyn che, con l'occasione di sostenere i due militari in custodia presso le autorità indiane, ne elogia la professionalità dimostrata a bordo; Il link è QUESTO.

ma più che una lettera l'equipaggio perchè non testimonia? questo è un aspetto che mi preoccupa onestamente.

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ma più che una lettera l'equipaggio perchè non testimonia? questo è un aspetto che mi preoccupa onestamente.

Non credo sia preoccupante, credo abbiano i loro ordini e le loro direttive da parte del Governo.

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