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Classificazione Degli Ordini Cavallereschi


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Classificazione degli Ordini Cavallereschi

 

La prima classificazione degli Ordini cavallereschi ci è data dal Sansovino, che alla metà del XVI secolo, suddivideva gli ordini in tre categorie o classi:

Ordini di collana: riservati a Sovrani ed Alti Personaggi che non comportano voti religiosi, ma solamente regole di onore e cavalleria;

Ordini di croce: detti anche Milizie o Religioni; sono quelli assoggettati a speciali regole e prevedono vita in comunità, professione religiosa e carattere prevalentemente internazionale.

Ordini di sprone: sono la gran parte dei cosiddetti “Ordini cavallereschi” che non sempre vengono autorizzati e legittimati dalle leggi di Stato.

Altra suddivisione degli Ordini, fu quella ad opera di Padre Onorato da Santa Maria che nel XVIII secolo, distinse due categorie di Ordini cavallereschi: ereditari ed acquisiti. Ordini ereditari o naturali: sono quelli istituiti da Sovrani o Dinastie regnanti.

Ordini acquisiti: che si suddividono a loro volta in:

militari - conferiti appunto per meriti militari;

onorari - conferiti per meriti civili ed ecclesiastici;

sociali - ovvero conferiti a puro titolo onorifico di merito;

regolari - aventi come ispirazione una regola religiosa;

femminili - che possono essere conferiti anche alle donne ma non esclusivamente ad esse.

Essi sono considerati patrimonio dello Stato e non del Sovrano.

Il Maigne, nel 1861, propose di suddividere gli Ordini in tre categorie.

Grandi Ordini: riservati a membri di famiglie regnanti, alti Prelati o eminenti personalità.

Ordini di Corte: destinati esclusivamente all’Aristocrazia.

Ordini di Merito: accessibili da ogni classe di cittadini.

La suddivisione più recente e che ancora oggi classifica gli Ordini cavallereschi è invece quella di seguito:

Ordini Statuali: sono quelli che nell’ordinamento di un Stato, hanno veste di persona giuridica pubblica.

A questa categoria appartengono gli Ordini laici.

Ordini dinastico - Statuali: sono gli Ordini che in un primo tempo appartenevano al patrimonio privato di una Famiglia regnante e, successivamente entrarono a far parte del patrimonio della Corona, ma che hanno conservato la primitiva natura.

Ordini dinastico - Familiari: sono quelli istituiti da una Famiglia regnante; in virtù dello “jus collationis” possono essere conferiti, e rimanere legittimi anche dopo la perdita del trono, dal Re esule, dal Pretendente della Famiglia e possono essere anche riconosciuti da altri Stati.

Ordini Pontifici: sono quelli conferiti dal Pontefice, in virtù della Sovranità spirituale della Chiesa.

Particolarità di questi Ordini sono quella della loro natura “laica”, che ne vieta il conferimento agli ecclesiastici, e quella di essere conferibili anche a soggetti non cristiani.

Costituisce unica eccezione l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme che può essere conferito ad Ecclesiastici ma non a soggetti di fede diversa da quella Cattolica.

Ordini MagistraliL’unico Ordine vigente da considerare in questa categoria è il Sovrano Militare Ordine di Malta, il cui “status” giuridico riunisce la Sovranità ecclesiastica della Religione all’Ordine cavalleresco vero e proprio.

Al Capo dell’Ordine, che ha il titolo di “Principe e Gran Maestro”, per diritto internazionale spetta il rango di Capo di Stato; l’Ordine inoltre invia propri Ambasciatori presso gli altri Stati e gode di extraterritorialità per i beni immobi1i di proprietà.

Questa classificazione, utile dal punto di vista giuridico, è però complessa ai fini della descrizione dei singoli Ordini per come vengono trattati in questa pubblicazione.

Pertanto, la suddivisione che sarà adottata, terrà conto in linea generale della “natura o categoria” dell’Ordine in esame limitandone l’origine a personale, dinastica e dello Stato e verrà ripartita per periodi di istituzione, in Ordini monarchici preunitari, unitari e acquisiti ed Ordini della Repubblica.

Ordini preunitari del Ducato di Savoia, poi Regno di Sardegna, cioè istituiti anteriormente alla proclamazione del Regno d’Italia:

Ordine Supremo della Santissima Annunziata (1362)

Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1573)

Ordine Militare di Savoia (1815)

Ordine Civile di Savoia (1831)

Ordini unitari del Regno d’Italia, istituiti dopo il marzo 1861:

Ordine della Corona d’Italia (1868)

Ordine al Merito del Lavoro (1898)

Ordine Coloniale della Stella d’Italia (1914)

Ordine civile e militare dell’Aquila Romana (1942)

Ordini acquisiti, già del Regno d’Albania, ante 1939:

Ordine della Besa (Fede) (1940)

Ordine di Scanderbeg (1940)

Ordini della Repubblica Italiana creati dopo il giugno 1946 o riformati dopo la stessa data:

Ordine della Stella della Solidarietà Italiana (1947)

Ordine militare d’Italia (1947)

Ordine al merito della Repubblica Italiana (1952)

Ordine al merito del Lavoro (1952)

Ordine militare di Vittorio Veneto (1968)

 

Gradi degli Ordini Cavallereschi italiani

  • Come presso molti Stati stranieri, anche in Italia gli Ordini cavallereschi sia del Regno che della Repubblica potevano essere articolati in uno o più gradi.
  • Alcuni Ordini destinati a ricompensare meriti eccezionali o benemerenze verso le Istituzioni, acquisite nel tempo con costanza, dedizione e fedeltà, consistevano nell’unica classe di Cavaliere.

Di questo gruppo di Ordini fanno parte:

Ordine Supremo della Santissima Annunziata;

Ordine al merito civile di Savoia;

Ordine al merito del Lavoro.

  • Altri Ordini, destinati a distinguere le benemerenze acquisite dai cittadini in funzione della loro importanza, erano suddivisi generalmente in 5 classi di merito che in ordine decrescente erano:

Cavaliere di Gran Croce;

Grande Ufficiale;

Commendatore;

Cavaliere Ufficiale;

Cavaliere.

All’insignito, per regola, veniva conferita per la prima volta il grado più basso, ma poteva risalire a quelli superiori in dipendenza di ulteriori meriti acquisiti, di livello di incarico ricoperto o di anzianità di permanenza nel grado ricevuto.

Ad alcuni soggetti infine, veniva conferita per la prima volta direttamente una dei gradi superiori, se la benemerenza acquisita era di singolare importanza o il rango richiedeva un particolare riconoscimento onorifico; ad esempio, ai Capi di Stato o eminenti personalità anche straniere, era riservata il massimo grado.

Di questo gruppo di Ordini fanno parte:

  • nel Regno:

Ordine militare di Savoia;

Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro;

Ordine della Corona d’Italia;

Ordine Coloniale della Stella d’Italia;

Ordine dell’Aquila Romana;

Ordine Albanese della Besa;

Ordine Albanese di Scanderbeg;

  • nella Repubblica:

Ordine della Stella della Solidarietà;

Ordine Militare d’Italia;

Ordine al merito della Repubblica Italiana.

 

Le Insegne degli Ordini

 

Le insegne, più comunemente dette “decorazioni” erano generalmente di due tipi fondamentali: croci e stelle o “placche”.

Entrambi i tipi variavano poi di dimensione che per le placche era in funzione del grado posseduto mentre per le croci, oltre che per il grado, la dimensione variava secondo il tipo di abito sul quale si portavano.

In quest’ultimo caso le dimensioni erano tre: normale, ridotto e mignon.

Per maggior chiarezza, diremo che l’insegna di dimensione normale veniva portata nella generalità dei casi. Quelle di dimensioni ridotta e mignon, venivano utilizzate solo su abiti di gala quando non era previsto l’uso di quelle normali.

I due tipi di insegne (croce e placca) infine, potevano essere portati congiuntamente, sempre in funzione del grado.

Le misure e le “combinazioni” delle singole insegne, verranno descritte nei capitoli relativi a ciascun Ordine.

Ci si limita ora a chiarire che le singole croci rappresentavano i tre gradi più bassi e cioè Cavaliere, Ufficiale e Commendatore, mentre le placche erano riservate ai due gradi più alti, ossia Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce o Gran Cordone.

Le insegne di Cavaliere ed Ufficiale si portavano appese ad un nastro sul lato sinistro dell’abito, circa 10 centimetri al di sotto della spalla. Per le uniformi militari, sopra la patta della tasca superiore sinistra della giubba, o corrispondentemente.

L’insegna di Commendatore invece si portava al collo, pendente da una “cravatta”.

Infine le placche si portavano, sul lato sinistro dell’abito, all’altezza del costato.

 

 

Questi cenni storici, li ho inseriti in questa sezione non sapendo se fosse quella giusta... nel caso potete gentilmente correggere la sezione? Grazie.

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  • 2 weeks later...

Salve,

 

mi inserisco in questo post segnalandovi il link del Ministero della Difesa con l'ampia trattazione

sulla rivista "Informazioni della Difesa"

 

http://www.difesa.it/Pubblicistica/info-difesa/Infodifesa140/2003/Pagine/numero_3_anno__2003_S_6.aspx

 

http://www.difesa.it/Pubblicistica/info-difesa/Infodifesa140/2010/Pagine/numero_1_anno__2010_172.aspx

 

Segnalo inoltre gli articoli della sezione storia, che ritengo interessanti, come tutto il resto della rivista

 

che sono consultabili on line i numeri dal 2000 al 2011

 

spero possa interessare !!

 

 

Claudio / Darth

Modificato da darth
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