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Vittorio Veneto A Trieste


diplodoco

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Prima di tutto debbo ringraziare Pellicano he ha chiarito come stavano le cose, almeno agli inizi.

In effetti, il Vittorio Veneto doveva essere dotato di missili balistici MRBM.

Ciò risulta in modo incontestabile dalle specifiche contenute nel progetto sottoscritto tra l’Ufficio Studi della Marina Militare ed i Cantieri del Tirreno datato 27 febbraio 1963 e custodito presso l’Ufficio Storico della Marina Militare.

Nella parte “Specifica dell’armamento guerresco”, all’art. 1 viene indicato che, oltre ad otto impianti singoli da 76/62, a due lanciarazzi trinati illuminanti da 105 mm, a due lanciasiluri trinati mk 32, a due cannoncini per salva di saluto ed a sei elicotteri Sikorsky S-58 o nove Agusta-Bell AB-204, i Cantieri avrebbero dovuto installare “n° 2 gruppi di lancio per armi speciali, ciascuno costituito da due tubi, un gruppo a dritta ed uno a sinistra nave, completi dei relativi apparecchi di espulsione, dei portelloni di chiusure e degli accessori. Per la condotta di queste armi, sarà necessario un locale sistemato per quanto possibile vicino ai tubi di lancio.” Non si prevedeva che vi fosse alcun deposito per missili di scorta, tant’è che non vi sono indicazioni in tal senso nell’art. 8 “Depositi delle munizioni”, in quanto in fase di progetto di prevedeva soltanto che vi fossero quattro missili, alloggiati nei rispettivi tubi di lancio, come confermato al successivo art. 9 “Munizionamento”: “Per le armi speciali: n° 4 armi speciali da conservare nei tubi di lancio”. Infine, all’art. 10 “Imbarco, sbarco e trasferimento del munizionamento” viene precisato che : “Armi speciali: le armi speciali saranno imbarcate con mezzi esterni e sistemate con gli stessi nei tubi di lancio.

Resta da capire esattamente non perchè si abbandonò il progetto (veto USA), ma quando e chi lo decise.

A proposito del veto USA, riporto una frase illuminante addirittura del 1949, quando i Capi di Stato Maggiore USA affermarono che “in termini di guerra terrestre in Europa Occidentale, l’Italia è strategicamente importante. In termini di guerra marittima, non vi è questione circa la sua potenzialità strategica rispetto al controllo del Mediterraneo”. Cfr. “Memorandum by the Secretary of State 2.3.49”, in Foreign Relations of the United States (FRUS), 1949, vol. IV, Western Europe, US Government Printing Office, Washington, 1975.

In buona sostanza, dunque, strategiche sarebbero state le forze armate sul teatro terrestre, mentre soltanto "potenzialmente" lo sarebbero state quelle navali. E così fu.

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Non ne ho trovato traccia documentale. Riproverò alla prossima occasione.

Pellicano mi ha chiarito che il documento da me visionato (del 1963) non è il contratto finale, con Navalmeccanica, ma risale ad una fase ancora precedente (RPCN, Richiesta Per Costruzione Navale), dove comunque la nave è definita e fa fede per le caratteristiche.

Occorrerebbe quindi trovare i documenti successivi, ricordando che quello citato reca ancora il timbro "Segreto"...

A proposito dell'utilizzo dei locali, si possono leggere vaghe info su http://it.wikipedia.org/wiki/UGM-27_Polaris, in cui si afferma che "Tali spazi furono parzialmente riutilizzati, per altri fini, nel corso dell'aggiornamento tecnologico subito dalla nave agli inizi degli anni '80".

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  • 2 months later...

Carissimi amici di Betasom.

 

Ho letto in passato e nel presente la contrarietà di diversi Comandanti di Betasom che l'incrociatore "Vittorio Veneto" venga museato a Trieste, per motivi del tutto personali senza sapere alcunché di Trieste e dei suoi problemi.
Nel periodo in cui Trieste era austriaca, questa città era fiorentissima, per i traffici commerciali alle stelle, perché serviva mezza Europa centrale.

 

Dopo la prima "guerra mondiale" Trieste è passata all'Italia ed i traffici commerciali sono in gran parte scomparsi. L'Italia di allora ha risolto in parte quella situazione rinforzando il lato industriale e cantieristico ed altre specialità triestine note in tutto il mondo. Dopo la seconda guerra mondiale Trieste ha perduto tutto, industrie comprese, tutti e quattro i cantieri navali lasciando solo Monfalcone, che non è Trieste, tutte le specialità (perfino la birra Dreher che è andata a Genova).
15.000 triestini hanno dovuto emigrare in Australia per mancanza di lavoro, dalla fine della guerra, non per l'attuale situazione italiana iniziata qualche anno fa. Trieste aveva 350.000 abitanti ora
poco più di 200.000 con un aumento di presenza straniera dell'EST dal 4% al 15% della popolazione. Questa è l'attuale situazione di Trieste dell'Italia Democratica.

 

Vittorio Veneto è una cittadina veneta sul "sacro" fiume PIAVE, vicino a Pordenone, dalla quale è partita la riscossa italiana, dopo la batosta subita dall'Italia a Caporetto, il cui obiettivo era Trieste. L'Italia vittoriosa alla prima guerra mondiale ha sempre legato Trieste a Vittorio Veneto.
Per tale legame, i festeggiamenti alla consegna della bandiera di combattimento all'incrociatore "Vittorio Veneto", donata dalla cittadina di Vittorio Veneto, è stata alzata a riva con la poppa del "Vittorio Veneto" (nave) ormeggiata in piazza "Unità d'Italia" a Trieste (Piazza Grande sotto l'Austria). Se il V.V. va altrove viene offesa l'unica vittoria di cui l'Italia era fiera.

 

Pare che la nostra storia sia ormai dimenticata.


Varo5

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Personalmente non ho niente verso questa nuova ubicazione con chiara identità giustamente storica.

Le mie titubanze, anche in qualità di ex socio fin dai primi mesi della sua costituzione dell'Associazione Nave Museo Vittorio Veneto Cimelio Storico, ed ora disciolta per ovvi motivi, è che le ingenti spese che comportano una musealizazione in Italia, specie per una grande unità di quel tipo e di quel periodo, faccia nuovamente naufragare l'impresa.

Spero vivamente di essere contraddetto.

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Personalmente non ho niente verso questa nuova ubicazione con chiara identità giustamente storica.

Le mie titubanze, anche in qualità di ex socio fin dai primi mesi della sua costituzione dell'Associazione Nave Museo Vittorio Veneto Cimelio Storico, ed ora disciolta per ovvi motivi, è che le ingenti spese che comportano una musealizazione in Italia, specie per una grande unità di quel tipo e di quel periodo, faccia nuovamente naufragare l'impresa.

Spero vivamente di essere contraddetto.

 

Caro Malaspina.

 

Ti ringrazio per il tuo messaggio dato che è difficile leggere parole come quelle che mi hai inviato. Ad una voce sconosciuta (non Betasom), che definiva il "Vittorio Veneto" un blocco di ruggine, ho solo obiettato che negozi di pitture si trovano ovunque.

Dopo 10 minuti la mia scritta è stata cancellata, ma l'altra scritta è rimasta.

 

Questa immagine è del sottomarino "TOTI" quando era in attesa dei lavori di manutenzione museale prima di partire per Milano.

 

xi5z.jpg

 

 

Questa è l'immagine del "Blocco di Ruggine" quando è stato portato a Milano al Museo della Scienza e della Tecnologia, Leonardo da Vinci.

 

7ibf.jpg

 

jj9h.jpg

 

Varo5

Modificato da Varo5
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C.te Varo 5, tutto si può fare. Basta avere il necessario budget. Nel caso del Vittorio Veneto a occhio e croce di soldi ce ne vogliono parecchi. Se Trieste riuscirà, in qualche maniera, a finanziare l'impresa la cosa non potrà che fare piacere a tutti.

C.

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C.te Varo 5, tutto si può fare. Basta avere il necessario budget. Nel caso del Vittorio Veneto a occhio e croce di soldi ce ne vogliono parecchi. Se Trieste riuscirà, in qualche maniera, a finanziare l'impresa la cosa non potrà che fare piacere a tutti.

C.

purtroppo mi accodo alla considerazione, siamo in un periodo in cui i sentimenti trovano poco spazio a causa delle esigue risorse. comunque, credo, tutti ci auguriamo che le cose vadano per il meglio, non solo per la nave, ormai denominata galleggiante numero uno, ma soprattutto per la città di Trieste,per troppo tempo lasciata al confine e non solo nel senso geografico. io ho trascorso circa 4 anni sul "ferro da stiro", dal 5 settembre 1991 (proveniente dalla portafuochisti IMPAVIDO) al 31 maggio 1995.negli ultimi 3 anni di destinazione, ne sono stato il timoniere di manovra, pertanto posso affermare che la nave è stata anche Mia. la conosco a fondo e purtroppo se ne conoscono soprattutto i difetti... anche se c'è amore, alla fine bisogna fare i conti con la salute.

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Caro Aldo, da figlio e nipote di triestini (mio nonno era impegnato nel tuo settore, nello stesso tuo cantiere già prima della prima guerra), non posso far altro che concordare in toto su quanto hai esposto, sinteticamente ma in modo molto efficace, sul declino della “nostra”città verso la quale l'Italia si è purtroppo dimostrata matrigna. So che questa affermazione susciterà qualche malumore, ma noi sappiamo bene come questa sia una realtà.

Considererei anch'io una questione morale e sentimentale musealizzare il VV a Trieste, città dove indubbiamente troverebbe un'opportuna collocazione.

Al di là dei contingenti problemi di bilancio avverto però la perplessità di alcuni amici triestini che stanno già facendo la levata di scudi del “no se pol” … sicuramente se el vignirà, el ne magnerà una grande barca de soldi.... e via dicendo. Triste !

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Io non credo che la museazione del "V.V." sia una questione di budget.

 

Non sono le città (i Comuni) ad affrontare le spese di ripulire la livrea del "V.V." Sono Enti ed Associazioni in varie città che operano per raggiungere il risultato, raccogliendo promesse di finanziamento.
Insieme poi decidono il posto della sistemazione, naturalmente con l'assenso della M.M. che avrà l'ultima parola.


Ho letto su giornali che probabilmente quel lavoro sarà fatto a Genova e poi lo porteranno a Trieste. Sono sparate giornalistiche senza alcuna logica credibile. Immaginate per avere in città il denaro per fare quei lavori a Genova, far fare al "Vittorio Veneto" il periplo
dell'italico stivale due volte a rimorchio.

La logica vuole che quel budget sia speso a Taranto e se vorranno mandarlo a Trieste, sarà solo per maggior spazio disponibile e l'ultimo benestare spetta giustamente alla Marina Militare.

 

Noi triestini speriamo nei motivi storici.
Se Trieste è troppo periferica, non dimenticate le aperture di traffico turistico dall'Est europeo che vengono a scoprire il mare proprio da noi.


Varo5

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Caro Aldo, da figlio e nipote di triestini (mio nonno era impegnato nel tuo settore, nello stesso tuo cantiere già prima della prima guerra), non posso far altro che concordare in toto su quanto hai esposto, sinteticamente ma in modo molto efficace, sul declino della “nostra”città verso la quale l'Italia si è purtroppo dimostrata matrigna. So che questa affermazione susciterà qualche malumore, ma noi sappiamo bene come questa sia una realtà.

Considererei anch'io una questione morale e sentimentale musealizzare il VV a Trieste, città dove indubbiamente troverebbe un'opportuna collocazione.

Al di là dei contingenti problemi di bilancio avverto però la perplessità di alcuni amici triestini che stanno già facendo la levata di scudi del “no se pol” … sicuramente se el vignirà, el ne magnerà una grande barca de soldi.... e via dicendo. Triste !

 

Quei triestini del "no se pol" sono dei poveri incapaci di capire che si tratta di posti di lavoro e con il "V.V." abbiamo da museare assieme: Henriquez, abbandonato per incapacità di valorizzare perfino il mini sottomarino esposto anche in piazza Unità alcuni anni fa.

La modellistica dell'Aldebaran con centinaia di modelli bellissimi per i competenti, forse pezzi di legno per gli incapaci di apprezzamento. Le cantine piene di due terzi dei pezzi da esposizione che possiede il Museo del mare, che potrebbero trovare spazio nel porto vecchio. Non dimentichiamo che la Marina Militare ci ha messo a disposizione il sottomarino "Fecia di Cossato", gemello del "Sauro", che aspetta di essere portato a Trieste, in attesa fa ruggine a La Spezia.

Sul posto abbiamo la altissima gru "Ursus" galleggiante pure una rarità. Avevamo l'Elttra di Marconi bombardata che doveva essere riparata. E' stato fatto lamette ed a Trieste ci è rimasto un'ossatura dello scafo, ed altro ancora.

 

Perché abbiamo museato la centrale idrica delle gru portuali? Capolavoro di 150 anni fa accanto al porto vecchio e stiamo lavorando per museare la centrale elettrica di epoca austriaca.

Sempre vicino al porto vecchio ma è stato necessario fare una strada di un kilometro e mezzo per raggiungere questi musei perché il porto vecchio è blindato da inaccessibili reticolati di tipo guerresco e neanche il Sindaco è riuscito ad entrare con un gruppo di persone, perché bloccato da interessi di bottega, che appaiono semplicemente dispetti tra gruppi di natura politica, capaci solo di farsi stipendi e pensioni da nababbi, con le tasse alla povera gente.

 

c938.jpg

Questo è il "Fecia di Cossato" secondo nei tempi di costruzione, ma primo ad essere consegnato alla Marina Militare" per problemi agli accumulatori destinati al "Sauro".

 

Varo5

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Carissimo Squadrag 54,

vista la storia patria, forse era meglio portare l'Audace a Trieste, bisogna vedere che cosa hanno in mente i dirigenti della MMI.

 

Fassio

 

La tua proposta sarebbe ottima se al posto del "Vittorio Veneto" avessero mandato il C.T. "Audace" per un legame storico più stretto con Trieste.

 

0xhjc.jpg

Il Caccia Torpediniere "Audace" costruito a Glasgow nel 1913, di dislocamento 1364 tonn. per i giapponesi (di nome Kawazake), ma non poté essere consegnato e in piena prima guerra

mondiale fu trasferito all'Italia col nome di "Intrepido" e poi "Audace".

Nella seconda guerra mondiale, catturato dai tedeschi a Venezia, andò col

nome TA 2O nelle acque della Dalmazia e quì venne affondato da due cacciatorpediniere inglesi.

Ho molti altri detagli storici ma mi fermo quì.

Ora il relitto dell'Audace si trova a 8O metri di profondità.

pypw.jpg

La foto storica del "Audace" al molo triestino "San Carlo" (che poi sarà cambiato in molo "Audace").

 

Caro RN.Pola, la nave Audace non e riparabile per mandarla a Trieste.

 

ciao Varo5

Modificato da Varo5
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  • 5 months later...

Il Veneto musealizzato a Trieste sembra sempre più vicino... vi lino un articolo della gazzetta del mezzogiorno disponibile al link http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/taranto-sar-trasferita-la-vittorio-veneto-museo-navale-a-trieste-no667308

 

 

Taranto, sarà trasferita la Vittorio Veneto Museo navale a Trieste


TARANTO - Una notizia buona e una pessima. La prima: la nave Vittorio Veneto, l’incrociatore portaelicotteri della Marina militare uscito di scena nel 2005 dopo 40 anni di servizio ed ormeggiato in Mar Piccolo come biglietto da visita della città, diventerà un museo galleggiante.

La seconda: non sarà Taranto ad ospitare la «seconda vita» della prestigiosa nave della Marina. Rimessa a nuovo in Arsenale, l’unità che ha rappresentato l’Italia nei mari del mondo, prenderà il largo attraversando per l’ultima volta il canale navigabile, percorrerà l’Adriatico fino alla fine per ormeggiare per sempre a Trieste diventando il gioiello del «Porto vecchio».

La notizia, coperta da grande riserbo, è trapelata dopo che le «trattative» tra la Marina Militare e l’associazione friulana che ha presentato il progetto di trasformazione del Vittorio Veneto in museo navale, con il placet dei Beni culturali, sono ormai in una fase avanzata. Al punto che, la scorsa settimana, tutti i protagonisti dell’iniziativa si sono incontrati a Roma, presso lo Stato Maggiore della Marina Militare per mettere a fuoco le problematiche più delicate dell’operazione. La nave, infatti, con i suoi 180 metri di lunghezza e venti di larghezza, di fatto è ferma dal 2006, dopo la sistemazione all’ormeggio della banchina torpediniere in Mar Piccolo. Rimetterla in condizioni di «tenere» il mare non sarà una passeggiata.

Al vertice romano hanno preso parte i responsabili dei vari settori che dovrebbero impostare e seguire il «restyling» dell’incrociatore e che dovrebbero mettere il Vittorio Veneto in sicurezza per fargli affrontare la traversata dell’Adriatico fino alla destinazione finale. Non un’impresa da poco, ma nemmeno un’impresa impossibile. I lavori, stando a quanto è trapelato, dovrebbero essere effettuati a Taranto, la città che ha ospitato la nave per quasi 40 anni accogliendola al ritorno da tutte le sue delicate missioni.

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Meglio portare il VV a Trieste che saperlo demolito, non fosse altro perché "incrociatori" non se ne costruiscono più, in nessun paese del mondo.

 

Curiosità: "nostromodiroma", sei al comando di un classe Ciclope?

"spintaneamente" sto seguendo il nuovo iter per assumere il comando di rimorchiatori costieri e d'altura. ma purtroppo non riuscirò ad avere il tempo per accumulare l'esperienza necessaria a poter assolvere tale compito, ecco perché ho detto magari potessi farlo.

 

per quanto riguarda il morale, non vedo quale sia il problema. come ho già detto, dal settembre del 1991 al maggio 1995 sono stato imbarcato su quella nave... ho vissuto molte situazioni particolari come passare l'equatore per andare in kenia, stare alla fonda nella rada di augusta nel periodo di pasqua, oppure sei mesi in adriatico per la guerra della ex jugoslavia. su quella nave ho conosciuto tante persone, tra cui l'attuale cinc. ho avuto l'onore di essere il timoniere di manovradal 1993 fino allo sbarco... emozionante passare il canale alla stessa altezza del ponte girevole... sensazioni forti, indelebili e difficilmente egualiabili.

la nave non diventerà una barriera corallina (per fortuna) oppure delle lamette, ma qualcosa che continuerà a vivere.

ecco perché non ravviso un contraccolpo al morale, ma una gioia e una fortuna per essa... anche il fatto che raggiunga Trieste è molto positivo, sempre secondo il mio modestissimo parere.

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"spintaneamente" sto seguendo il nuovo iter per assumere il comando di rimorchiatori costieri e d'altura. ma purtroppo non riuscirò ad avere il tempo per accumulare l'esperienza necessaria a poter assolvere tale compito, ecco perché ho detto magari potessi farlo.

 

per quanto riguarda il morale, non vedo quale sia il problema. come ho già detto, dal settembre del 1991 al maggio 1995 sono stato imbarcato su quella nave... ho vissuto molte situazioni particolari come passare l'equatore per andare in kenia, stare alla fonda nella rada di augusta nel periodo di pasqua, oppure sei mesi in adriatico per la guerra della ex jugoslavia. su quella nave ho conosciuto tante persone, tra cui l'attuale cinc. ho avuto l'onore di essere il timoniere di manovradal 1993 fino allo sbarco... emozionante passare il canale alla stessa altezza del ponte girevole... sensazioni forti, indelebili e difficilmente egualiabili.

la nave non diventerà una barriera corallina (per fortuna) oppure delle lamette, ma qualcosa che continuerà a vivere.

ecco perché non ravviso un contraccolpo al morale, ma una gioia e una fortuna per essa... anche il fatto che raggiunga Trieste è molto positivo, sempre secondo il mio modestissimo parere.

mi associo a Nostromo di Roma, una nave o affonda o diventa museo, il resto non la onora.

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... ho avuto l'onore di essere il timoniere di manovradal 1993 fino allo sbarco...

CURIOSITA': c'è differenza tra il "Timoniere di Manovra" e "Timoniere di Combattimento"?

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CURIOSITA': c'è differenza tra il "Timoniere di Manovra" e "Timoniere di Combattimento"?

 

di timoniere di combattimento non ho mai sentito parlare. solo di timoniere, timoniere di manovra e timoniere in primo grado di approntamento (associabile al ruolo/posto di combattimento). non so se era una coincidenza, ma espletavo entrambi i servizi manovra e 1° grado.

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in affetti, il posto di manovra è un primo grado d'approntamento

mi spiace dirlo, ma non è corretto

il primo grado di approntamento era il posto di combattimento, tutto il personale raggiungeva le postazioni operative di difesa/attacco

il posto di manovra, tutto il personale raggiungeva la plancia, a prora, poppa e centri...

di sicuro dal 1989 fino all'avvento del' " ORFUN", le cose erano ben distinte posto di manovra - primo grado di approntamento. poi si è passati ai ruoli :

r. manovra - r. combattimento - r.emergenza - r.difesa

Modificato da nostromodiroma
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CURIOSITA': c'è differenza tra il "Timoniere di Manovra" e "Timoniere di Combattimento"?

Grazie per i chiarimenti, NOSTROMODIROMA! Ora mi ricordo che il termine "timoniere di combattimento" l' ho letto sul libro di Alessandro CALDARA "Quelli di sottocastello" (vedi recensione in Biblioteca).

 

Si può ipotizzare che durante il militaresco & bellicoso regime fascista quello che oggi vien definito come "timoniere di 1° grado di appr.to" fosse allora chiamato, appunto, "timoniere di combattimento".

Modificato da Alfabravo 59
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mi spiace dirlo, ma non è corretto

il primo grado di approntamento era il posto di combattimento, tutto il personale raggiungeva le postazioni operative di difesa/attacco

il posto di manovra, tutto il personale raggiungeva la plancia, a prora, poppa e centri...

di sicuro dal 1989 fino all'avvento del' " ORFUN", le cose erano ben distinte posto di manovra - primo grado di approntamento. poi si è passati ai ruoli :

r. manovra - r. combattimento - r.emergenza - r.difesa

se non ricordo male, l'avviso vocale che accompagnava il segnale di posto di manovra era: posto di manovra generale, assumere primo grado di approntamento-primo stato di sicurezza, assetto ZULU. era lo stesso avviso che accompagnava il posto di dragaggio, che per noi equivaleva al posto di combattimento, unica diversità, il nostromo e la squadra di prua si portavano a poppa, come da ruolo . però sono passati diversi anni, anche se di posti di manovra e dragaggio ne ho fatti parecchi.

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se non ricordo male, l'avviso vocale che accompagnava il segnale di posto di manovra era: posto di manovra generale, assumere primo grado di approntamento-primo stato di sicurezza, assetto ZULU. era lo stesso avviso che accompagnava il posto di dragaggio, che per noi equivaleva al posto di combattimento, unica diversità, il nostromo e la squadra di prua si portavano a poppa, come da ruolo . però sono passati diversi anni, anche se di posti di manovra e dragaggio ne ho fatti parecchi.

io ricordo una chiamata simile ed era:

"cessa posto di manovra generale" subito dopo il fastidiosissimo campanello allarme e la "chiamata "per esercitazione assumere primo grado di approntamento"... questo serviva per armare le stazioni di sicurezza e passare la portelleria in assetto Zulu.

la differenza tra i nostri ricordi può starci, in quanto le procedure di "maricodrag/comfordrag" possono essere leggermente differenti da quanto dettato da cincnav (c'è proprio licenza di farlo).

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Le differenze tra un Incrociatore e un dragamine...

 

(scusate, ma per me le divergenze di ricordi si spiegano solo così.....)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

 

la differenza è assai più profonda e complessa di quanto possa apparire, oltre alla semplice visione del'impiego operativo delle UU.NN. in esame. chi sa tace.

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chi sa tace.

 

Amen e so mote.... e poi ci si chiede perchè ci sono problemi di pubblica comunicazione e sospetti/mancanza di fiducia da parte di decisori e Popolo..... per me l' ermetismo eccessivo attorno ai giusti e meno giusti segreti militari è uno delle cause dal lato FFAA.

 

sintesizzando quanto occuperebbe lo stesso numero di pagine di un saggio ponderoso, a volte il conservare e salvaguardare segreti, grandi e piccoli, a prescindere dalla maggiore o minore obsolescenza, viene affrontato non nel modo giusto, che a volte sconfina in un elitismo che aliena simpatie da persone intrinsecamente avverse all' elitismo.

 

Non pretendo certo che tutti nella MMI, o nelle FFAA in generale abbiano lo stile di un Cardinale o della buonanima di Giulio Andreotti nel gestire il fatto di detenere segreti (che è una cosa che rende giustamente professionalmente orgogliosi) ma almeno evitare atteggiamenti interpretabili come "spocchiosi" o del tipo "lei non sa chi sono io" come quello del post precedente, almeno nel periodo in cui si deve far approvare un importante programma di nuove costruzioni, non sarebbe una cattiva idea.

 

Tendo a precisare che non me la sono certo presa personalmente, ma evidenziavo un problema più generale che credo che sia rettificabile,anzi rettificabilissimo, e inoltre preciso che il senso è da contestualizzare nelle Navi di cui si discute, l' una in corso di musealizzazione, e le altre gia' radiate da anni o non più usate come dragamine...

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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  • 2 weeks later...

Spero che il Vittorio Veneto vada a Trieste e che diventi un museo bello come questo, compresi i fine-settimana a bordo per i bambini:

 

http://buffalonavalpark.org/

 

:smile:

 

Caro MELEKHIN.

Ti ringrazio per la frase che hai inserito sul topic del "Vittorio Veneto" a Trieste.

 

Trieste è stata spogliata non solo dei cantieri navali, ma anche da altre industrie. Per il triestino pare che resti solo il ricordo dell'Australia. Cioè deve emigrare con le sue possibilità, perché l'Italia non ha mezzi né voglia di provvedere ad aiutarli.

 

A Trieste pare che i musei siano l'ultima spiaggia per sopravvivere, ma non hanno spazio per svilupparsi, nemmeno per esporre quello che hanno nelle cantine. Il vecchio porto ha un enorme spazio all'aperto ed una ventina di grandi magazzini vuoti inservibili.

 

Trieste ha un unico grande molo per lo sbarco dei container, tutto il resto è inutilizzabile.

 

Varo5

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  • 2 months later...

Salute a tutti, da fonti abbastanza attendibili pare che la Marina Militare voglia seriamente prendere in considerazione la riqualificazione dell'Arsenale di Venezia, in effetti il Comune non ha ne i mezzi ne la filosofia adatta alla corretta e giusta gestione del sito.

Si parla della dislocazione in via definitiva di 4 cacciamine e almeno 1 MTC classe " Ponza " , non che del potenziamento della sezione museale già assai cospicua.

In effetti Trieste non la vedo come locazione adatta ad una unitò di questo tipo, non disponendo ne di mezzi e ne di bacini di carenaggio per la manutenzione ordinaria, Venezia dispone di entrambi in quanto l'Arsenale è ancora oggi attrezzato.

Per cui se proprio la si vuol spostare da Taranto, l'unica sede con un senso logico e carismatico oltre che turistico, è solo Venezia.

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Solo per curiosità, quale pensi sarebbe l'ormeggio ottimale per il Veneto, a Venezia?

 

Mentre per le unità da dislocare "in via definitiva", forse le info che ti hanno fornito non sono proprio affidabili, anche se è vero che la flotta della serenissima sta vistosamente aumentanto.

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Salute a tutti, da fonti abbastanza attendibili pare che la Marina Militare voglia seriamente prendere in considerazione la riqualificazione dell'Arsenale di Venezia, in effetti il Comune non ha ne i mezzi ne la filosofia adatta alla corretta e giusta gestione del sito.

Si parla della dislocazione in via definitiva di 4 cacciamine e almeno 1 MTC classe " Ponza " , non che del potenziamento della sezione museale già assai cospicua.

L' utilizzo del glorioso Arzanà almeno come Stazione Navale ritengo che sia "cosa buona e giusta". Non dobbiamo dimenticarci del Confine Marittimo Orientale, noto anche come Mare Adriatico :laugh: ! Dall' "altra parte" ci son alcune Nazioni di recente costituzione e non del tutto tranquille...Fra queste la Bosnia, a maggioranza Islamica, ove di recente è apparsa qualche bandiera nera...

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  • 1 year later...

O.K! Prendo atto della notizia...Però bisognerebbe informare l' A.N.S.A. che la REGIA MARINA non esiste più da un pò di tempo...

Modificato da Alfabravo 59
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Gia da tempo sappiamo che non tutti i giornalisti sono persone che fanno per bene il proprio lavoro, limitandosi a ricerche superficiali.

 

Però il quesito che vi propongo è differente, suggeritomi da altra discussione. Le linee del Veneto sono bellissime e la nave ha sicuramente un suo perchè di guerra fredda e di incrociatore portaelicotteri, ma perchè Trieste, consoderando che è stato allestito in altra parte d'Italia?

 

A Trieste, con le potenzialità economiche che sta trovando il FVG negli ultimi anni, potrebbero ben pensare di musealizzare il Garibaldi che, entro 10 anni, sarà sicuramente a fine carriera. Minori spese di recupero perchè l'unità potrebbe perfino essere disarmata proprio a Trieste, maggiori potenzialità grazie all'hangar, costruito a pochi km di distanza...

che ne dite?

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Non trascurando il fatto che a Trieste siamo in piena campagna elettorale :biggrin: e personalmente credo poco a questa promessa, batterei il ferro finché è caldo !

Fra una decina d'anni si vedrà il da farsi ...Dubito però che il civico Museo de Henriquez, di cui sono da poco ultimati i lavori di ripristino, sarebbe disponibile a dislocare altrove i pezzi forti della sua collezione...

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  • 7 months later...

....«Entro Natale l’incrociatore Vittorio Veneto potrebbe essere a Trieste», dichiara sempre a novembre (2013) Claudio Franconi, ex ufficiale e delegato per il Nord dell’Associazione nave museo Vittorio Veneto.

Altri tre Natali sono già trascorsi ... :sad:

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