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Prigionieri Britannici Sull'ogaden


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Un capitolo particolarmente tragico della battaglia dei convogli fu costituito dall'affondamento di navi italiane che, di rientro in Italia, stavano trasportando prigionieri di guerra del Commonwealth (e non solo). Tramite "Ultra", spesso i britannici sarebbero stati al corrente della presenza di loro prigionieri su determinate navi, ma evitarono di segnalarlo alle loro unità combattenti, perché il fatto che navi cariche di truppe e rifornimenti fossero attaccate e navi cariche di prigionieri mai avrebbe potuto portare la Regia Marina ad insospettirsi ed a cambiare codici, vanificando l'operato di "Ultra". Fu così che anche migliaia di prigionieri, insieme a truppe ed equipaggi italiani e tedeschi, furono inghiottiti dal Mediterraneo per mano di unità britanniche. Per quanto ne so, questi furono i casi:

9 dicembre 1941: la moderna motonave da carico Sebastiano Venier, in navigazione da Bengasi a Taranto con 2000 prigionieri a bordo, venne silurata dal sommergibile britannico Porpoise. La nave, gravemente danneggiata, poté essere portata ad incagliare presso Capo Methoni in Grecia, ma 309 prigionier, insieme ad undici italiani, persero la vita, uccisi dallo scoppio dei siluri, dall'elica in movimento della nave quando si gettarono in mare, o scomparsi in mare dopo essere saltati fuori bordo.

15 febbraio 1942: il piroscafo Ariosto, in navigazione da Tripoli a Palermo in convoglio con il pfo Atlas e la scorta del Ct Premuda e della Tp Polluce, venne silurato dal sommergibile britannico P 38 ed affondò dopo essersi spezzato in due. 138 dei 294 prigionieri a bordo, insieme a 20 dei 116 italiani imbarcati, rimasero uccisi.

27 febbraio 1942: il piroscafo Tembien, in navigazione da Tripoli a Palermo con 498 prigionieri a bordo, venne silurato dall'Upholder ed affondò in un quarto d'ora, portando con sé, insieme a 68 italiani e 10 tedeschi, 419 prigionieri;

27 agosto 1942: la moderna motonave Nino Bixio, in navigazione da Bengasi a Brindisi con 3000 prigionieri a bordo insieme alla motonave Sestriere e scortata dai Ct Da Recco e Saetta e dalle Tp Castore ed Orione, vene colpita da due siluri lanciati dal smg HMS Turbulent. La Bixio poté essere rimorchiata a Navarino, ma i morti furono 434, tra cui 336 prigionieri. Il CV Cocchia, nel suo libro di memorie "Convogli", ricordò che una settimana dopo s'imbatté per caso in quattro prigionieri (uno dei quali poi morì) unici superstiti di un gruppo di un centinaio di uomini gettatosi in mare dalla Bixio e non avvistato dalle unità inviate a recuperare gli uomini gettatisi in mare dalla motonave.

13 ottobre 1942: il piccolo e vecchio piroscafo Loreto, in navigazione da Tripoli a Palermo con 400 prigionieri (molti dei quali indiani) a bordo, già in vista della costa siciliana, venne silurato dal smg britannico Unruffled ed affondò in soli dodici minuti, portando con sé 123 dei prigionieri.

14 novembre 1942: un mese dopo il Loreto, l'ultima e la più grave strage di prigionieri. Il piroscafo Scillin, un'altra piccola e vecchia nave, stipata con 814 prigionieri, in navigazione da Tripoli a Trapani, venne cannoneggiata e poi silurata dal smg HMS Sahib. Il Sahib recuperò 27 prigionieri e 46 italiani tra cui il comandante, mentre morirono 787 prigionieri.

 

Ci sono poi altri due casi un po' differenti. Il sommergibile Narvalo, quando il 14 febbraio 1943 venne dapprima immobilizzato da aerei e poi finito a cannonate dai Ct HMS Hursley e Pakenham, era in missione di trasporto da Tripoli con a bordo, oltre all'equipaggio, 6 militari italiani di passaggio, undici ufficiali britannici prigionieri ed altri 5 militari italiani di scorta a questi ultimi. Insieme a 29 (su 61) uomini del Narvalo ed a tutti gli undici militari di scorta o di passaggio, rimasero uccisi otto degli undici prigionieri.

L'incrociatore ausiliario Città di Genova, quando il 20 gennaio 1943 venne silurato ed affondato dal smg HMS Tigris durante la navigazione da Patrasso a Bari, aveva a bordo, su un totale di 490 uomini, 158 prigionieri greci e due neozelandesi. Uno dei due neozelandesi, e molti (non so quanti di preciso) dei greci, furono tra le 173 vittime dell'affondamento.

 

Ma non è ancora finita. Ho trovato menzione del fatto che anche la motonave Ogaden, silurata ed affondata dal smg Porpoise il 12 agosto 1942 durante la navigazione da Bengasi a Tobruk, trasportava anch'essa prigionieri. Su Trentoincina ho trovato questa pagina su un sopravvissuto dell'equipaggio: http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=317 ove si dice che i prigionieri morirono quasi tutti. Ma non ho trovato niente di preciso su quanti prigionieri fossero imbarcati e quanti morirono. Qualcuno ha informazioni al riguardo? Magari da "La difesa del traffico con l'Africa Settentrionale" emerge qualcosa?

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Tramite "Ultra", spesso i britannici sarebbero stati al corrente della presenza di loro prigionieri su determinate navi, ma evitarono di segnalarlo alle loro unità combattenti, perché il fatto che navi cariche di truppe e rifornimenti fossero attaccate e navi cariche di prigionieri mai avrebbe potuto portare la Regia Marina ad insospettirsi ed a cambiare codici, vanificando l'operato di "Ultra". Fu così che anche migliaia di prigionieri, insieme a truppe ed equipaggi italiani e tedeschi, furono inghiottiti dal Mediterraneo per mano di unità britanniche.

La copertura di Ultra fu totale. Ricordo di avere letto che anche il progettato bombardamento di Coventry era stato scoperto anticipatamente.

E che Churchill, informatone, chiese qualche minuto di riflessione da solo. Poi uscì e disse di annullare l'allarme. Gli abitanti e la città storica di Coventry dovevano essere sacrificati per salvare Ultra.

Non solo i vocabolari inglesi hanno il verbo "to conventrate" nel senso di "radere al suolo", ma anche quelli italiani hanno ereditato (prego verificare) il verbo "coventrizzare" con lo stesso significato.

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Pur non essendomi mai interessato molto della politica militare britannica, quest' aneddoto di churchill mi sembra alterato, o gonfiato, se non perfino falso.... molto spesso il cinismo attribuito al "bulldog dell' Impero" è in realtà pura incompetenza strategica/militare.

 

e francamente, dubito della storia: così come vennero mandati i Sunderland a farsi vedere sopra i convogli, non sarbbe stato più consistente, anche col cinismo britannico, il mandare due o quattro Spitfire o Hurricane al massacro per coprire la scoperta del bombardamento ?

 

o pure, meno cinico ed in più col possibile vantaggio di far sprecare risorse tedesche in attività ESM/GE (allora sperimentali, e con poche e preziosissime risorse umane a disposizione) lasciare intendere che il merito era dell' altro segreto tecnico britannico ?

 

Scusatemi, ma come storico mi sembra un po' troppo incredibile come aneddoto...

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

 

EDIT: reso più comprensibile un paragrafo.

Modificato da dott.Piergiorgio
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