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I personaggi strani di Lerici...CAPITANO TARABOTTO


Marco U-78 Scirè

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IL CAPITANO TARABOTTO, GALANTUOMO TACITURNO

Il capitano del Rex fu Francesco Tarabotto, storico personaggio della marina italiana. Tarabotto nacque a Lerici nel 1877 e si trasferi' verso l'inizio del 1900 a Genova con la sua famiglia per poter ottenere il diploma di Capitano di Lungo Corso frequentando l'Istituto Nautico.

 

Inizio' a navigare da giovane sui velieri che facevano rotta verso l'America meridionale; fece il servizio militare sulla corazzata Lepanto. Finito il militare navigo' come terzo ufficiale su navi minori in rotta con la Cina e l'Inghilterra. Nel 1909 affianco' sul Principessa Mafalda il comandante Renzo De La Penne come Primo Ufficiale. Tarabotto ebbe il suo primo comando nel 1913 sul piroscafo Indiana (in rotta per il nord America), comandando la nave anche durante la guerra. Ritorno' sulla nave Mafalda come comandante e successivamente comando' il Duilio e poi l'Augustus, prima di portare il Rex alla conquista del Nastro Azzurro. Dopo aver ''lasciato le redini'' al Comandante Attilio Frugone, Tarabotto saluto' l'equipaggio lasciando soltanto un semplice messaggio scritto di ringraziamento. Fino al 1946 gesti' delle linee marittime e poi trascorse lunghi anni nella pace e nella serenita' alloggiando in un appartamento in Corso Italia a Genova. Visse fino all'eta' di circa novant'anni.

 

Molte informazioni riguardanti il carattere di Tarabotto sono state fornite dal capitano di Lungo Corso Demetrio Conti: egli racconta che per il Comandante i suoi uomini erano tutti 'bravi figgiêu', bravi ragazzi in dialetto genovese, ma allo stesso tempo non rivolgeva loro una parola. Demetrio Conti ha definito Tarabotto come un uomo tanto in gamba quanto taciturno; l'unica persona a cui il Comandante rivolgeva qualche parola era Luigi Gallo, il Comandante in Seconda. Non e' passata certo inosservata la formalita' quasi eccessiva di Tarabotto: se lo si chiamava sul ponte di comando, sia che fosse giorno, sia che fosse notte, egli si presentava sempre vestito di tutto punto, compresa la cravatta. Una volta rimprovero' un ufficiale di guardia che non saluto' un M.A.S. che incrociava la nave in quel momento. Della vita privata di Tarabotto c'e' ben poco da dire, i suoi unici amori erano le navi e il mare, non aveva mai pensato a mettere su famiglia. Con le signore si dimostrava un vero gentiluomo e con gli ospiti era sempre gentile e disponibile, soprattutto con chi voleva parlare con lui o con chi voleva visitare la nave. A parte qualche originale stravaganza il comandante era molto abitudinario; ogni volta che si partiva da Genova, si presentava sul ponte di comando alle ore 11:00, controllando che i componenti dell'equipaggio fossero ai loro posti. Con un cenno imponente rispondeva al saluto dell'equipaggio; si rivolgeva poi al primo ufficiale: ''A lei la nave'' e se ne andava.(da ips.it).

 

 

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Visitatore Max "Quarnaro"
Sempre e comunque detentrice del Nastro Azzurro...fino a che mi sembra, il Bremen non la batté poco prima dello scoppio della II GM.

 

Il Rex conquistò il Nastro Azzurro strappandolo al Bremen nell'agosto del 1933, attraversò l'Atlantico da Gibilterra al faro di Ambrose (New York) in 4 giorni 13 ore e 58 minuti (!!!!) ad una media di 28.92 nodi.

 

Solo nel maggio del 1935 il Normandie della Compagnie Generale de Transatlantique riuscì a migliorare, e per ben due volte: 29.98 nodi di media da est ad ovest e ben 30.35 nodi di media da est ad ovest.

 

Ed ora la testimonianza dell'ufficiale capo marconista Adelmo Landini:

"La prima giornata andò bene. Mare mosso e vento debole da ovest. Vennero percorse nelle 24 ore le previste 700 miglia nautiche, pari a 1300 chilometri. Eravamo in piena corsa record. Anche la seconda giornata venne corsa a velocità eccezzionale, macchine e uomini non sembravano accusare lo sforzo. Il vento da ovest si era rinforzato ed il mare si presentava piuttosto agitato, tuttavia la nave teneva. Nella terza giornata il Rex produsse il massimo sforzo, raggiunse e mantenne una media di quasi 30 nodi, battendo il record di 24 ore. Durante la quarta giornata le cose si complicarono, incontrammo densi strati di nebbia. Rallentare avrebbe significato mandare tutto a monte. Tarabotto non si perse d'animo e tirò avanti a tutta velocità. Sbucammo dalla nebbia dopo 10 ore di snervante vigilanza. Eravamo così giunti oltre il quarto giorno, ancora uno sforzo e poi l'eccezzionale corsa si sarebbe conclusa. Arrivammo a New York con un giorno in anticipo sull'orario ufficiale.

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Prima del Rex il Conte di Savoia tentò l'impresa del Nastro Azzurro.

 

Il transatlantico apparteneva al Lloyd Sabaudo [si avete capito bene, c'entravano i nonni di quelli che oggi fanno la pubblicità ai sottaceti :s03:] , che al tempo si contrapponeva alla compagnia "Statalizzata" Italia Navigazione, ma che in seguito fù da questa assorbito.

 

Il Conte di Savoia era l'ammiraglia della flotta di Transatlantici del Lloyd, che comprendeva navi come Il Conte Rosso, Il Conte Verde ed Il Conte Biancamano.

 

La particolarità del Conte di Savoia erano gli stabilizzatori giroscopici installati a bordo, che permettevano di ridurre il rollio a meno di 3 ° con mare mosso. La presenza degli satablizzatori, totalmente innovativi per il periodo fù largamente sfruttata nella campagna pubblicitaria della nave:

 

Foto%2065b%20-%20Conte%20di%20Savoia.jpg

 

Gli stabilizzatori funzionavano mettendo in rotazione i giroscopi con potenti motori elettrici. Un sistema di controllo regolava il meccanismo per opporsi allo sbandamento della nave.

 

Pare che il sistema funzionasse bene fintanto che le condizioni del mare non fossero particolarmente critiche; in questo caso difatti il sistema di controllo che comandava i giroscopi non riusciva a restare in opposizione di fase con il moto ondoso e da una riduzione di sbandamento si otteneva un suo aumento, generando dunque l'effetto opposto di quello desiderato.

 

Un secondo inconveniente nell'applicazione degli stabilizzatori giroscopici era l'elevata potenza richiesta ai motori elettrici durante il funzionamento. Questo comportava sacrificare una quantità di potenza utile per la propulsione nella generazione di corrente per alimentare i giroscopi.

 

Fu proprio questa la ragione del mancato record nella traversata Atlantica: nonostante nei primi giorni di navigazione il Conte di Savoia avesse tenuto una buona media, nella parte finale della traversata le condizioni del amre peggiorarono e il comandate si trovò davanti ad una scelta: impiegare tutta la potenza sugli assi delle eliche con il rischio che la nave navighi in modo meno efficente a causa delle oscillazioni o ativare i giroscopi sperando che riducendo il rollio ne potesse derivare un beneficio sulla velocità ?

 

Il comandante scelse di attivare i giroscopi, ma questa si rivelò la scelta sbagliata ...

 

Così l'anno seguente toccò al Rex conquistare il Nastro Azzurro ...

 

Ecco come era dentro il Conte di Savoia:

 

Cabina-Prima-Classe-big.jpg

 

CABINA DI PRIMA CLASSE

 

Sala-Colonna-big.jpg

 

SALA COLONNA DURANTE UNA FESTA

 

Scalone-centrale-big.jpg

 

LO SCALONE CENTRALE

 

Bamboo-Bar-big.jpg

 

BAMBOO-BAR

 

Veranda-Suite-big.jpg

 

VERANDA DI UNA SUITE

 

Bar-Veranda-big.jpg

 

BAR VERANDA

 

Galleria-della-Principessa-big.jpg

 

GALLERIA DELLA PRINCIPESSA

 

Promenade-big.jpg

 

PROMENADE

 

CDStuttaforza-big.jpg

 

IL CONTE DI SAVOIA IN VELOCITA'

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Ecco una cartolina in cui si parla di questi famosi giroscopi.

 

Grazie .. era proprio la cartolina che cercavo e che non riesce a comparire nel mio post ... :s11:

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