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La Flotta Suicida - 18.000 Miglia Per Morire


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Richard Hough

LA FLOTTA SUICIDA (1904-1905),

Bompiani

1959

 

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Molti hanno sentito parlare della battaglia navale di Tsushima.

Non molti ne conoscono lo svolgimento.

Pochissimi sono invece coloro che hanno avuto modo di approfondire i prodromi di quella battaglia, cioè l’incredibile impresa dell’Ammiraglio zarista Zinovij Petrovič Rožestvenskij (o Rozhestvensky) che, nominato Comandante della Seconda Squadra del Pacifico, avrebbe dovuto portare aiuto alla base navale russa di Port Arthur ed alla Prima Squadra del Pacifico dal Baltico con una squadra navale eterogenea, costituita da poche navi di recente costruzione, ma poco o punto collaudate e da tante unità obsolete ed in pessime condizioni, da equipaggi raccogliticci e non addestrati e dalla presenza tra gli equipaggi di sobillatori politici.

Li attendevano 18.000 miglia attraverso tre oceani, miglia costellate da incredibili incidenti (la squadra, salpata nell'ottobre del 1904 da Libau, incappò quasi subito negli incagli di alcune sue unità e dopo pochi giorni, nell’”incidente di Hull”, scambiando per siluranti giapponesi una flottiglia di pescherecci britannici, aprì il fuoco su di loro, affondandone un paio e provocando la morte di alcuni pescatori), da difficoltà diplomatiche e logistiche (il rifornimento delle unità della squadra navale con mezzo milione di tonnellate di carbone fu reso difficilissimo per la mancanza di basi russe lungo il percorso e per l’ostilità di Gran Bretagna e Francia) e persino da vari ammutinamenti.

All’altezza di Gibilterra, la squadra si divise in due: una divisione, con le unità più obsolete, avrebbe attraversato il canale di Suez,, mentre l’altra avrebbe circumnavigato l'Africa, per ricongiungersi nel nord del Madagascar.

Da lì, la squadra attraversò l’Oceano Indiano e lo stretto di Malacca, costeggiò l’ l'Indocina francese per cercare di raggiungere Vladivostok.

Ma a Tsushima l’attendevano l’ammiraglio giapponese Togo, la sua flotta ben addestrata ed un tragico destino.

Il libro di Hough è l’efficacissima cronaca di quel viaggio che divenne, con la caduta di Port Arthur e la distruzione della prima Squadra del Pacifico, una vera e propria missione suicida.

Quella di Rožestvenskij e della sua Seconda Squadra del Pacifico resta però una delle più grandi imprese navali.

Il libro, che nell'edizione britannica ha il titolo "FLEET THAT HAD TO DIE", si può rintracciare in rete ad un costo che va da 12 a 20 euro

Modificato da malaparte
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:wacko: C'è qualcosa di strano... Leopard ed io siamo molto amici, ma abitiamo a 200 km. di distanza e NON SIAMO LA STESSA PERSONA!!!

Questa recensione di Leopard...è comparsa a nome mio.... :ohmy:

Forse questo succede perché era entrato con un mio link a Betasom che gli avevo inviato per mail???
Mah.... Misteri del Web... rinuncio a capire.

 

Quando sono andata in Madagascar ho scoperto quello che molti di voi sanno, cioè che la flotta russa ha dovuto fermarsi per due mesi a Nosy Bè, ritardando gravemente l' intervento. C'è ancora la cosiddetta Baia dei Russi

 

http://www.madagascar-nosybe.com/newnosybe/ita/luoghi/russi.asp

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