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Gli Eroi Di Montecassino - L'armata Polacca In Italia


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Luciano Garibaldi

Gli eroi di Montecassino

Storia dei polacchi che liberarono l’Italia

Mondadori, 2013,

Euro 11

 

gli-eroi-di-monte-cassino_zpsfc586645.jp

 

 

 

Le vicende del popolo polacco durante la seconda guerra mondiale sono poco conosciute, soprattutto da noi italiani.

Eppure le storie della Polonia e dell’Italia si sono intrecciate più volte in questi ultimi due secoli, dalle reciproche citazioni negli inni nazionali (quello italiano recita nell’ultima strofa “Già l'Aquila d'Austria/ Le penne ha perdute/ Il sangue d'Italia/ Il sangue Polacco/ Bevé, col cosacco/ Ma il cor le bruciò”, mentre la seconda strofa di quello polacco dice “Marcia, marcia Dabrowski/ dalla terra italiana alla Polonia/ Sotto il tuo comando/ci uniremo come popolo!”), al fatto che il nostro Tricolore e l’inno nazionale polacco sono nati nella stessa città, Reggio Emilia e nello stesso anno, il 1797; dai polacchi che combatterono nelle guerre risorgimentali italiane, agli italiani (uno per tutti, Francesco Nullo, che morì combattendo in Polonia contro gli occupanti russi) che lottarono per la libertà e l’indipendenza del popolo polacco; dal sostegno dato dal nostro Paese alla Polonia durante e dopo la grande Guerra, all’importantissimo ruolo delle truppe polacche alla Guerra di Liberazione; per finire con Papa Wojtyla.

Luciano Garibaldi, questo apprezzato storico che insiste per definirsi soltanto cronista, ha riempito ammirevolmente questa lacuna con il suo “Gli Eroi di Montecassino”, in cui non si limita a raccontare la battaglia per la conquista di quell’importantissimo caposaldo della Linea Gustav, ma narra come nacque l’Armata polacca, a partire dalla tragedia della spartizione della Polonia tra Germania nazista e Unione Sovietica comunista, passando per l’eccidio di Katyn, il trasferimento coatto di milioni di civili polacchi in Iran, la costituzione come forza armata nel Medio Oriente, l’insurrezione di Varsavia. Ovviamente il giusto spazio viene dedicato al suo Comandante, Generale Wladyslaw Anders ed all’impresa della conquista di Montecassino e, passando di battaglia in battaglia, alla liberazione di Bologna, all’alba del 21 aprile 1945. Più di un accenno viene fatto nel testo alle formazioni italiane che combatterono inquadrate nell’Armata polacca, come il “Raggruppamento Commando” -conosciuta anche come la “compagnia italiana”- e la Brigata Majella.

Anders non ebbe soltanto grandi e riconosciute capacità tattiche e strategiche sotto il profilo militare, ma fu anche un uomo dotato di notevole intuito politico, non compreso né da Churchill né, tantomeno da Roosvelt, prima e da Truman, poi. In effetti, il triste destino che attendeva al termine della guerra la sua amata terra e l’intera Europa orientale, lui l’aveva predetto con un’esattezza che lascia davvero sconcertati.

In terra italiana riposano i resti di oltre 6.000 militari polacchi che hanno dato la loro vita per la nostra libertà e con loro il generale Anders che, morto esule a Londra nel 1970, volle essere sepolto con i suoi soldati nel cimitero di Montecassino, dove una grande lapide li ricorda così: “Hanno dato l’anima a Dio, il cuore alla Polonia, il corpo alla terra italiana”.

Modificato da malaparte
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, mentre la seconda strofa di quello polacco dice “Marcia, marcia Dabrowski/ dalla terra italiana alla Polonia/ Sotto il tuo comando/ci uniremo come popolo!”), al fatto che il nostro Tricolore e l’inno nazionale polacco sono nati nella stessa città, Reggio Emilia e nello stesso anno, il 1797;

del fatto si era parlato qui

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=34775

 

E non posso dimenticare le tante pagine che il mio eponimo Curzio M. ha dedicato alla Polonia ed ai Polacchi nella 2 GM (che, poi, si sa...se il buon Curzio solo poteva infilarci anche un paio di principesse polacche o la descrzione di una passeggiata autunnale lungo i viali di Varsavia... :wink: ...)

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Ricorderei inoltre che, quando Vienna era assediata dai turchi nel 1683 e stava per capitolare, gli unici a rispondere all'appello papale e ad accorrere in aiuto degli asburgici assediati furono i polacchi di Jan Sobieski, re di Polonia: la sua cavalleria, guidata dal re in persona, attaccò e travolse i musulmani, disperdendoli e liberando Vienna. Se non siamo anche noi musulmani lo dobbiamo proprio ai polacchi, uno dei popoli più bistrattati dalla storia (vedi anche le tre spartizioni subite dal paese a fine Settecento)...

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