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I Ragazzi Di Quai De Bacalan: I "volontari Di Francia" Della X^ Mas


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Titolo: I Ragazzi di Quai de Bacalan: i Volontari di Francia della X Mas

Autore: Andrea Vezzà

Editrice: Ritter

Anno di edizione: 2012

Pagine:

Copertina:

Dimensioni:

Prezzo di copertina:

Reperibilità:

 

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In attesa di poter postare una recensione (il volume sarà in libreria il 24 novembre) trasmetto il comunicato di presentazione del libro, nel caso qualcuno fosse interessato a partecipare:

 

 

 

Venerdì 23 novembre alle ore 18:00 presso l'Istituto di Ricerche Storiche e Militari dell'Età Contemporanea «Carlo Alfredo Panzarasa» (www.istitutopanzarasa.com) in via Ghega 2 (Trieste) verrà presentato il volume di Andrea Vezzà «I ragazzi di Quai de Bacalan. I 'Volontari di Francia' della Xa MAS», Ritter Edizioni: introdurrà il prof. Mario Michele Merlino e sarà presente l'Autore.

La vicenda qui narrata comincia dopo l'8 settembre 1943, allorché in Francia ogni rappresentanza ufficiale italiana sparì come per incanto, lasciando senza immediati punti di riferimento tutte quelle famiglie che, a cavallo delle due guerre mondiali, avevano voluto - o dovuto – emigrare oltralpe in cerca di miglior fortuna: umili lavoratori o fuoriusciti politici. A Parigi, così come nelle altre principali località francesi, alcuni giovani italiani, in molti casi figli di fuoriusciti politici in rotta di collisione con il fascismo, decisero di reagire alla vergogna dell'armistizio occupando i luoghi simbolo di quella patria tradita e abbandonata: sedi diplomatiche, case del fascio, scuole italiane. Cercarono quindi di raggiungere l'Italia e arruolarsi nel nuovo esercito repubblicano rimasto fedele al vecchio alleato tedesco, per riscattare quell'onore ai loro occhi venuto meno con il tradimento dell'8 settembre. Qualcuno si accorse del gesto e intervenne: fu preparato il loro trasferimento a Betasom, la base dei sommergibili italiani di Bordeaux che non aveva accettato la resa. Vi arrivarono allegramente in più scaglioni, tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo 1944: in tutto, quasi trecento volontari, prontamente inquadrati nel Reggimento San Marco di stanza nella base.

Metà di quei giovani raggiunse a bordo di un treno Venezia, nel giugno del 1944: per molti di loro era la prima volta in Italia. Una sciagurata missione di infiltrazione tra i partigiani proiettò quei giovani volontari venuti da lontano nel bel mezzo di una guerra civile a loro completamente estranea e nemmeno immaginata. Conobbero così i primi lutti, molti si interrogarono sul senso di scannarsi tra fratelli. A fine luglio partirono per Ivrea, dove andarono a costituire nel Battaglione Fulmine la IIIª Compagnia “Volontari di Francia”. Da qui ebbe inizio la loro avventura al seguito del Comandante Junio Valerio Borghese, dal Piemonte al Veneto, dalla Carnia alla Venezia Giulia.

Nel freddo gennaio del 1945, i “Volontari di Francia” contribuirono a difendere il confine orientale italiano dall'imminente avanzata dei partigiani jugoslavi, cadendo numerosi a Tarnova della Selva ma impedendo la prematura caduta di Gorizia in mano straniera. Combattenti sotto una bandiera ritenuta sbagliata, questi giovani sono stati dimenticati dalla storia ufficiale e le loro gesta sono cadute nell'oblio: oggi, grazie alle testimonianze dirette e ai ricordi ancora vivi dei protagonisti di allora, la stupefacente avventura dei “Volontari di Francia” viene finalmente rievocata nella sua integrità.

Modificato da malaparte
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...tutte quelle famiglie che, a cavallo delle due guerre mondiali, avevano voluto - o dovuto – emigrare oltralpe in cerca di miglior fortuna...

 

 

Si tratta di un tassello importante della storia dopo l'Armistizio che ha radici ben prima. La scorsa estate a Bordeaux ho conosciuto una signora, figlia di italiani (dal Veneto) immigrati in Aquitania dopo la 1° GM. La regione aveva infatti sofferto moltissimi caduti e "facilitava" l'ingresso degli italiani per rimettere in moto il (loro) paese.

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La regione aveva infatti sofferto moltissimi caduti e "facilitava" l'ingresso degli italiani per rimettere in moto il (loro) paese.

 

Già. Un minimo di dente avvelenato in questo ce l'ho.

Già che ci sono: ho letto recentemente "Nella notte straniera" di A. Cavaglion. Tratta di come gli ebrei fuggendo dalla Francia , ma anche da altre zone europee, si rifugiavano nelle zone francesi occupate dagli italiani, contando in una protezione effettiva e anti-nazista che dopo l' 8 settembre 43 venne a mancare.

Modificato da malaparte
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