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Sanità Tradita - Contributo Alla Storia Della Sanità Militare Marittima In Guerra (1943-1945)


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Titolo: Sanità tradita - Contributo alla storia della Sanità Militare Marittima in guerra (1943-1945)

Autore: Achille TALARICO

Editore: Verso il Duemila - Salerno

Anno: 1963

Pagine: 170

Dimensioni: cm 18 x 26

reperibilità: molto difficile

 

 

 

sanit.jpg

 

 

Dopo anni e anni di caccia sono finalmente pervenuto in possesso di uno dei Sacri Graal della memorialistica navale.

Si tratta di Sanità tradita, terzo e ultimo volume del colonnello medico della Regia Marina Achille Talarico (1893-1970).

Di questo valente ufficiale sono già stati recensiti la sua corposa autobiografia Scoglio e marosi ( http://www.betasom.i...showtopic=17566 ) e La tragica prova ( http://www.betasom.i...showtopic=20272), documentata e critica storia del Corpo Sanitario Marittimo dal 1940 al 1943.

 

Questo volume è dedicato alle vicende della Sanità Militare Marittima della RSI, nonchè a quelle dell'Autore, che ne fu a capo dal luglio 1944 alla fine della guerra.

L'Autore evidenzia di avere aderito alla RSI al di fuori di qualsiasi valutazione politica, ritenendo essere suo dovere - nella situazione in cui si trovava - di provvedere alle necessità sanitarie per il personale della Marina (e non solo) nel Nord Italia.

Giunto in Italia dalla Provenza alla fine del novembre 1943, si diede da fare per riorganizzare i servizi sanitari sul versante tirrenico, in particolare aprendo un ospedale a Pontremoli. Nel luglio del '44, a causa delle dimissioni del col. Micheletti, fu chiamato a sostituirlo nella carica di direttore della Sanità Militare Marittima, dedicandosi in particolare agli ospedali che aprì in Lombardia (Gavardo e Varenna) nonchè a quelli esistenti di Venezia e Mirano Veneto.

 

Nel volume sono analiticamente descritte le vicende nei vari presidi sanitari di Marina sopracitati, oltre che in quello di Pola, il cui personale dirigente - a partire dal direttore, Ten. Col. Isidoro Doria - sparì nel nulla dopo il 25 aprile.

Sono altresì evidenziate le inutili vessazioni cui il personale sanitario fu sottoposto dopo la liberazione, a partire dalla cancellazione dei ruoli. Lo stesso Talarico fu cancellato, per poi essere riammesso in ausiliaria con la sanzione della sospensione dall'impiego per 12 mesi; successivamente, pur avendo un curriculum militare e professionale di tutto rispetto, fu sistematicamente ritenuto non idoneo all'avanzamento a generale, neppure in congedo; nè dal 45 in poi fu mai interrogato o convocato per esporre le sue ragioni, pur analiticamente descritte in diverse relazioni fatte pervenire a Roma.

 

Di grande interesse risulta anche la parallela descrizione delle vicende della nascita e del funzionamento della Marina repubblicana, con un dettagliato elenco degli ufficiali superiori di tutti i corpi che vi presero parte.

 

Altro consueto pregio del Talarico è il fare nomi e cognomi delle persone di cui parla, in termini sia positivi che negativi.

Fra i tanti:

- il Ten. Col. Eugenio Ghersi, suo validissimo vice, già esploratore in Tibet ( http://www.giuseppet...rafi/ghersi.cfm )

- l'Ammiraglio Massimo Girosi, che in segno di riconoscenza per essere stato "coperto" da Talarico mentre si nascondeva in un ospedale romano nella Roma occupata, a parti invertite poi da Direttore del Personale della Marina escluse lo stesso dall'avanzamento

- il generale medico Mario Peruzzi, capo del Corpo Sanitario dal 1945, sulla carta grande amico ed estimatore del Talarico, che però da lui non ebbe alcun sussidio se non generiche parole di conforto.

 

Il volume gronda amarezza per il mancato riconoscimento ufficiale - anzi per le ingiustizie patite - per un corpo che, anche in base alle convenzioni internazionali, operò per interessi superiori e non certo per interesse, oltre che al di fuori di qualsiasi logica di schieramento; anzi, l'Autore documenta come l'opera sua e dei collaboratori fu diretta in favore di tutti indistintamente, militari e civili, tedeschi e partigiani. Senza contare che fu grazie a loro se si poterono salvare ingenti quantitativi di materiale, altrimenti sicuro oggetto di saccheggio.

E' però anche un testamento di dignità per una persona maltrattata, vessata, ignorata da quella Marina cui fino all'ultima pagina professa amore sconfinato e alla quale dedicò tutta la vita, di ufficiale e di medico.

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