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Camouflage And Art


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Titolo: Camouflage and Art

Autore: Henrietta Goodden

Editore: Unicorn Press, Londra

Anno: 2007

Pagine: 192

Dimensioni: cm 22 x 25, 83 illustrazioni a colori e 49 in b/n, rilegato

Prezzo: Euro 36/40

reperibilità: facile

 

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Negli ultimi anni, l’interesse di storici, modellisti e appassionati delle vicende di entrambi i conflitti mondiali si è focalizzato sulle molteplici valenze del camouflage più largamente inteso, termine nel quale sono ricomprese tanto le tecniche di mimetismo con l’ambiente circostante, quanto quelle del camuffamento, ossia la pratica di alterare l’aspetto di mezzi navali (e talvolta anche aerei o terrestri) al fine di renderne più difficoltosa l’identificazione, o di confonderne le sembianze facendoli apparire sensibilmente diversi dalla realtà.

In particolare nel corso della seconda guerra mondiale, il ricorso al camouflage fu quanto mai diffuso e diversificato da parte di tutti i principali paesi belligeranti, e – soprattutto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti – questa particolare (e spesso sottovalutata) branca della tecnologia militare venne sviluppata con approfondimento e continuità, portando a risultati spesso eccellenti e, in taluni casi, ben noti e documentati ancora ai nostri giorni.

Questo approfondito e illustratissimo volume di Henrietta Goodden – conosciuta e apprezzata designer ed esperta d’arte d’oltre Manica – si rivolge al vasto mondo delle “mimetiche” con un duplice approccio tecnico-artistico, generato dalle ricerche dell’autrice sulla storia e le vicende del Royal College of Art che, durante il secondo conflitto mondiale, vide molti dei suoi più illustri membri (spesso pittori e illustratori di primo piano nel panorama artistico dell’epoca) collaborare con le Forze Armate britanniche per lo sviluppo di colorazioni mimetiche per mezzi militari, di tecniche di camuffamento di fabbriche e altri obiettivi strategici e per una più generale sistematizzazione scientifica degli aspetti “cromatici” delle operazioni belliche più largamente intese.

A partire dagli studi e dalle prime applicazioni pionieristiche - se non addirittura artigianali – di colorazioni mimetiche tra il 1914 e il 1918, il governo britannico non mancò di sostenere studi e sperimentazioni in questo specifico campo nei due decenni successivi, creando sul finire degli anni Trenta un “Directorate of Camouflage” la cui attività crebbe, in misura esponenziale, nel corso del conflitto 1939-1945. Come detto, parteciparono alle attività di questo Ente numerosi artisti ed esperti del settore, tra i quali meritano di essere ricordati Oliver Messel, James Gardner e – probabilmente i più noti tra tutti – il celebre pittore di marina Norman Wilkinson e il naturalista e grafico Peter Scott.

I dieci capitoli di Camouflage and Art si rivolgono quindi, ciascuno, agli specifici aspetti delle tecniche di camouflage per il tramite dell’attività degli artisti che ad esse si dedicarono: ad una prima parte introduttiva del volume, relativa alla creazione e all’ordinamento del “Directorate of Camouflage”, fanno seguito capitoli via via dedicati alla mimetizzazione di edifici civili e fabbriche, alle colorazioni mimetiche di velivoli, mezzi militari e unità navali seguiti – poi – da due interessanti saggi sulle tecniche mimetiche e di camuffamento utilizzate nell’ambito della guerra nel deserto e delle attività preparatorie all’operazione “Overlord”, ossia gli sbarchi in Normandia del giugno 1944.

Proprio in relazione a quest’ultimo punto appaiono di notevole interesse le immagini relative a finti carri armati “Sherman” gonfiabili, in gomma, e ad altrettanto realistici mezzi da sbarco o autocarri anfibi “DUKW” costruiti con strutture leggere, utilizzati in grande numero per confondere la ricognizione e l’intelligence nemiche sulla reale dislocazione di uomini e mezzi nelle pianure dell’Inghilterra meridionale nell’imminenza dell’invasione.

Infine, il nono capitolo di questo interessante e ben realizzato volume – specificatamente dedicato alle colorazioni mimetiche per unità navali studiate (e impiegate) con grande attenzione dall’Ammiragliato britannico – presenta numerose e poco note immagini delle attività sperimentali condotte in laboratorio e documenti originali dell’epoca, tra cui la riproduzione di una delle “color chip cards” realizzate durante il conflitto con i campioni “ufficiali” delle varie tonalità di vernice, poi effettivamente impiegate per la pitturazione delle unità della Royal Navy.

Il corredo iconografico di Camouflage and Art – interessante, sostanzialmente inedito ed ottimamente riprodotto – presenta fotografie di mezzi, edifici e strutture mimetizzati come pure pagine tratte dagli originali di numerosi manuali realizzati durante il conflitto e destinati ai reparti ed alle unità navali. Tuttavia, uno tra gli aspetti più interessanti di questo volume è dovuto alla presenza (spesso “a tutta pagina” e con una stampa di ottima qualità) di numerose riproduzioni di quadri e disegni di artisti che prestarono servizio con il “Directorate of Camouflage” e che, in queste opere, si ispirarono alla loro attività in seno all’Ente come pure all’applicazione pratica delle colorazioni mimetiche nel corso dell’attività bellica terrestre, marittima ed aerea.

Camouflage and Art è, infine, completato da un’esaustiva nota biografica sui principali artisti coinvolti nelle attività del “Directorate of Camouflage”, da un sintetico glossario e da una preziosa bibliografia riferita – soprattutto – a volumi e saggi relativi agli aspetti artistici e tecnico-pittorici delle tecniche di mimetizzazione e camuffamento.

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(Claudius).....

 

Claudus

 

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Per amore di verità va detto che, già durante la prima guerra mondiale, al "Directorate of Camouflage" della Royal Navy lavoravano artisti del calibro di Montague Dawson, Cecil Charles King e Julius Olsson, coordinati da un certo Norman Wilkinson... :happy:

Le mimetiche navali italiane nella seconda guerra mondiale furono studiate e applicate nella pratica da una commissione organizzata dalla Regia Marina nell'ambito della Direzione delle Costruzioni Navali e Meccaniche (MARICOST), sotto la responsabilità del magg. (GN) Luigi Petrillo, da cui dipendeva anche Rudolf Claudus che - indubbiamente - ebbe modo di suggerire una serie di schemi "alterativi" complessi e di sicuro interesse.

Tuttavia, l'influenza di Claudus sulle mimetiche navali italiane del periodo può essere considerata abbastanza ridotta, dato che venne applicata solamente su sette unità (n.b. Cesare e Doria, incr. Attendolo, Trento e Garibaldi, ct. Ascari e Zeno).

Modificato da Alagi
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