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Un Vero Marinaio Ma A Quattro Zampe


ammiraglia88

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Pensando a questo titolo mi viene in mente una scena comica del simpaticissimo film “Operazione Sottoveste” (Operation Petticoat), con Tony Curtis e Cary Grant, ambientato in un sottomarino (voi di certo saprete di categoria, in che anno è stato varato, di che Marina era, ecc. che ora non approfondisco perché non è questo quello su cui voglio puntare l’attenzione).

Ad un certo punto, appena il bel tenente Nick Holden (Tony Curtis) ha “arruolato” un maiale (non era un volontario), il camioncino sta per essere fermato in piena notte ad un posto di blocco. Il maiale immediatamente viene vestito con una giacca da marinaio e con un cappello, e al poliziotto viene fatto credere che è un marinaio ubriaco (è molto buio!). La battuta che segue di certo ve la ricordate e ve la risparmio.

 

Il marinaio a quattro zampe di cui ho letto una breve notizia era invece un gatto.

L’articoletto dice:

 

“Nei registri della Marina britannica ha un posto anche un gatto di nome Oscar: salvato dall’affondamento della corazzata tedesca Bismarck nel 1941, fu imbarcato sul caccia inglese Cossack, e poi, quando anche questo colò a picco, sulla portaerei Ark Royal, che venne a sua volta colpita da un siluro. L’avventuroso micio concluse la sua vita da … tranquillo pensionato, ospite della casa di un marinaio.”

(fonte: La settimana enigmistica – rubrica “Leggendo qua e là …”)

 

 

 

Ho trovato anche alcuni dettagli del sottomarino del film:

“Per girare le scene in cui appare il Sea Tiger, sottomarino al centro della vicenda, furono utilizzati tre diversi sommergibili statunitensi:

Queenfish (SS-393), per le scene di apertura e di chiusura (circa 1959), nelle quali è visibile in numero 393 sulla torretta;

Archerfish (SS-311), in tutte le scene dove il battello appare dipinto in grigio e nero;

Balao (SS-285), in tutte le scene nelle quali il Sea Tiger appare dipinto in rosa.”

(fonte: Wikipedia)

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A proposito di gatti di bordo, nel bel volume di B. Taylor The battlecruiser Hood (recensito qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=26275 )

c'è un capitoletto dedicato ai gatti di bordo, tra cui vengono ricordati - in particolare - Fishcake e Ginger, rispettivamente a sinistra e a destra nella foto che segue:

 

 

gattiw.jpg

 

Da grande appassionato di gatti (io stesso ne ho uno spettacolare) ho particolarmente apprezzato quanto riportato nel volume di Taylor.

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...E sul medesimo libro è ricordato Joey, un CANGURO (! :laugh: !), ghiotto di foglie di tabacco, che fu ospite dell'HOOD dal 1924 al 1926.

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E' doveroso ricordare anche il Gatto SIMON dell' AMETHYST! :smiley33:

 

 

simonjpg.jpg

 

Ebbe la Dickin Medal e la Blue Cross per l'esemplare comportamento tenuto in occasione dell'incidente dello Yangtse (1949).

Di questo felino si era già parlato quì da noi...

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Sì, ricordo che ci siamo spesso occupati di cani, gatti, perfino maiali (questo lo so, perché l' ho fatto io!!) imbarcati.

Roberta, mi pare di riocordasre che tu avessi già mostrato la foto di un gatto aggrappato a una cima del tuo Vespucci (non so se poi il gatto si chiamasse Vespuccio, ovvero Pucci...)

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la foto di un gatto aggrappato a una cima del tuo Vespucci (non so se poi il gatto si chiamasse Vespuccio, ovvero Pucci...)

 

 

No, troppo facile quel nome! Era Bristol, durante la Campagna Addestrativa del 1955

 

gatto Bristol

 

Ma da come ricordo Bristol ha fatto solo una Campagna, poi si è congedato :laugh: mentre quelli sopra sono marinai con anni di navigazione "alle spalle" e ... che esperienza hanno fatto, soprattutto quel povero, sfortunato, Oscar.

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Anche i nostri sommergibilisti avevano le loro mascotte a quattro zampe! Vi riposto due foto che già pubblicai diversi anni fa tratte dall'album di un sommergibilista. :smile:scansione00026vg.jpg

 

scansione00019oz.jpg

 

 

P.S.: per lungo tempo diversi sommergibilisti degli anni '60 erano convinti che fosse il Toricelli, ex USS Lizardfish, il sommergibile utilizzato per le riprese esterne di "Operazione sottoveste". Questo equivoco nacque dal fatto che durante le prime operazioni di carenaggio effettuate in Italia, sotto la pittura dello scafo ne emerse un'altra di color rosso tendente al rosa: in realtà non si trattava della pittura rosa utilizzata per le riprese del film ma di un fondo protettivo utilizzato per dipingere lo scafo. Questa leggenda si diffuse così largamente che ancora oggi c'è chi è convinto che il Torricelli sia stato effettivamente protagonista del film "operazione sottoveste" nonostante sia stato ampiamente dimostrato il contrario: poco più di un anno fa, al Primo raduno nazionale dei sommergibilisti italiani, ho avuto una discussione con un sommergibilista imbarcato su questo battello che non voleva sentire ragioni, ed infatti non insistetti più di tanto, perchè "ho visto la pittura rosa con i miei occhi!!!". :laugh::doh:

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Guarda a volte il caso..

Argo, so per certo che il collega non è sommergibilista, ma credo sia parente stretto di quello che hai conosciuto tu. :laugh: :laugh:

La discussione però è avvenuta la settimana scorsa... :rolleyes: non mi stupirei se qualcuno avesse trovato effetti "intimi" del Tenente (?) Randal.. :laugh: :laugh:

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Tornando agli amici animali, nei miei imbarchi non abbiamo mai avuto animali a bordo (a parte noi :smiley19: :smiley19: :smiley19: :smiley19: ),

ma mi ha raccontato un socio del mio gruppo Anmi, che sul Duilio a metà anni settanta avevano un cane, che soffriva terribilmente il mare.

Questo mi ha incuriosito: è possibile che i cani o gatti abbiano mal di mare?

 

Chi di voi ha avuto animali a bordo?

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Questo mi ha incuriosito: è possibile che i cani o gatti abbiano mal di mare?

 

 

I gatti non so (ma non vedo perché no); per i cani sono sicura; durante un giro alle isole Dahlak era imbarcata sul sambuco anche una signora che si era portata dalla Svizzera (clandestina in aereo) la sua cagnetta Lolita, grande come un pupazzetto.

La poverina soffriva terribilmente il mare anche calmo...e per di più una volta abbiamo avuto mare forte... lo so che sembra strano, ma la si vedeva "impallidire".. :unsure:

Credo che al rientro a terra abbia chiarito apertamente alla sua "padrona" che da allora in poi le vacanze avrebbero dovuto essere concordate!!!

Modificato da malaparte
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  • 4 years later...

bene: la pagina Facebook ufficiale del Ministero della Difesa Russo ha annunciato la presenza a bordo di un gatto rosso non ben identificato, ma gradito, su una nave della flotta Russa verso la Siria. Trattasi del primo gatto ad affrontare una lunga navigazione.

Si specifica che il gatto in questione affronta pericoli più seri di quelli londinesi (si alude ai vari inquilini di Downing Street, suppongo) che passano il tempo a ricevere ambasciatori ( e a catturare topi)

 

http://www.telegraph.co.uk/news/2017/05/01/russian-navy-celebrates-first-cat-travel-long-range-voyage-russian/

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Non è un problema tuo, ma l'argomento lo hai riportato tu :wink: ho solo fatto sommessamente osservare che l'antesignano british del micio russo affrontò impassibile pericoli ben più seri dei sopracitati gatti pantofolai londinesi (si allude ai vari inquilini di Downing Street, suppongo) che passano il tempo a ricevere ambasciatori ( e a catturare topi)

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Con "voi" alludevo ai felini, che come si sa sono adusi a scontri belluini per affermare la propria superiorità, scontri dai quali è bene stare alla larga. In ogni caso, in fatto di mascotte varie ed assortite, di cui su Betasom ci siamo occupati varie volte, mi piace ricordare la storia del maiale Tirpitz, che affrontò con serena tranquillità ben tre scontri a fuoco, fu naufrago della Dresden, poi continuò la guerra a bordo della HMS Glasgow, frequentò la Scuola di Artiglieria a Portsmouth, affrontò il sacrificio supremo fornendo salsicce alla Croce Rossa. Croce di Ferro al valor Militare.

 

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=32705&p=325840

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  • 4 years later...

Riprendo questo vecchio thread pubblicando un articolo di Davide Bartoccini, firma vista anche in Difesa online. Niente di nuovo, ma scritto garbatamente.  https://www.ilgiornale.it/news/cultura/i-gatti-guerra-marina-sua-maest-1968277.html

 

"gatti da guerra" della Marina, Davide Bartoccini, 26 Agosto 2021 

Tra misticismo e tradizione marinara, gli "Ship's cat" hanno accompagnato esploratori, mercanti e le navi da guerra delle maggiori marine del mondo

1628610920-cat-hmas-r.jpg
 

Lo annotava sul diario di bordo anche il capitano Aubrey, il numero di gatti imbarcati al suo primo comando. Ma perché dei gatti su una nave da guerra della Royal Navy? Per una ragione semplice quanto ancestrale: dare la caccia ai topi. Quelli che si nascondevano nelle vecchie corvette come la Sophie, uscita dalla penna di Patrick O’Brian, o sui vascelli di prima classe come la Hms Vanguard agli ordini del contrammiraglio Horatio Nelson nella baia di Abukir. E anche quando le navi smisero d'essere forgiate nel legno più robusto da abili capomastri, spinte a vele maestre, velacci e controvelacci, e divennero corazzate e incrociatori fatti di potente d'acciaio e con lunghi cannoni, o financo dei nuovi immensi vascelli con ponti piatti per il lancio di aerei imbarcati, i gatti, o meglio gli "Ship's cat" - come erano soliti chiamarli gli inglesi - erano sempre lì. Sul ponte. Acciambellanti sulla poltrona del comandante. Appisolati nella bocca di un cannone da 6 libbre a prendere ombra. Oppure a passeggio, come temerari e silenziosi equilibristi su di una gomena, mentre i marinai facevano rifornimento in porto.

Un’usanza antica, che risale al tempo delle antiche civiltà che tracciarono le prime rotte commerciali che dalle cose della cosiddetta Mezzaluna fertile puntarono al Mediterraneo. Poi consacrata dagli antichi egizi che li reputavano animali sacri.

Sacri, svelti, furbi, silenziosi e astuti predatori che sui dreki vichinghi come sulle caracche di Magellano all’epoca delle grandi esplorazioni, dovevano tenere sotto controllo i piccoli roditori che potevano portare la peste, divorare o infettare le scorte di cibo destinate all’equipaggio o il prezioso carico di un mercantile. Sulle navi da guerra i topi, onnipresenti nei porti e abbastanza svelti ad imbarcarsi clandestinamente per fondare una nuova colonia ben disposta ad attraversare l’Equatore o doppiare Capo Horn a spese dell’equipaggio, potevano danneggiare elementi importanti. Cime e vele, fasciame dello scafo prima, cavi elettrici collegati a importanti apparati di difesa poi. Così, nonostante l’avvento dei pesticidi, le marine proseguirono nell’arruolare felini per scongiurare il rischio di una proliferazione di roditori a bordo. Ma anche per motivi scaramantici e sentimentali.

I gatti, amabili e intelligenti animali con un’autosufficienza spesso inquietante, hanno rappresentato un’ottima compagnia e uno svago per gli equipaggi che da sempre si affezionavano e li viziavano come fossero gatti di una grande casa galleggiante. Rafforzando il senso di cameratismo tra gli uomini nelle tenerezze che venivano elargite ai piccoli pelosi a quattro zampe, e ispirandoli a prendersene la massima cura per motivi spesso legati a vecchie e radicate credenze. Si pensava infatti che i gatti vantassero poteri soprannaturali. Che potessero portare fortuna o sfortuna alle navi che affrontavano onde, tempeste e battaglie. E che potessero, inoltre, avvertire i marinai dell’arrivo dei cambiamenti meteorologici più repentini. Ad esempio si credeva che un gatto intento a leccarsi contropelo sul ponte, potesse ambasciare l’arrivo di una grandinata. Un piccolo starnuto sotto i baffi avrebbe preceduto la pioggia. Mentre dei balzi particolarmente vivaci - quello che reputiamo “il matto” dei gatti - un cambiamento del vento.

Delle credenze non del tutto infondate. Poiché i gatti, dotati di un apparato uditivo estremamente sensibile, percepiscono come altri animali i cambiamenti della pressione atmosferica e barometrica, mostrandosi in comportamenti insoliti e irrequieti quando il tempo è in procinto di cambiare.

Sopratutto nella Royal Navy, una delle marine più antiche del mondo che era solita cercare una mascotte per ogni nave, gli ship’s cat si diffusero, portando nella storia felini celebri come Blackie. Il gatto della corazzata Hms Prince of Walles, che condusse il primo ministro Churchill nelle Americhe a ratificare la Carta Atlantica con il prescindere americano Roosevelt, e che ne attirò (Churchill era un rinomato “gattaro”, ndr) le tenere carezze immortalate nelle fotografie che fecero il giro nel mondo. Sopravvissuto all'affondamento della corazzata, affondata nelle acque dell’Estremo oriente dall’aviazione imperiale giapponese, fu tratto in salo e portato a Singapore, ma dopo l'evacuazione del protettorato britannico nel 1942, se ne persero le tracce. E non possiamo escludere sia “passato al nemico” come Oscar, celeberrimo "gatto" alle dipendenze della Kriegsmarine, la marina da guerra tedesca.

Il temerario felino passato alla storia come "l'inaffondabile Sam” per il suo futuro da doppiogiochista, si trovava sulla corazzata Bismark quando nel maggio del '41 gli inglesi la spedirono a cannonate sul fondo dell'oceano dopo la lunga e famosa "caccia". Salvato dagli inglesi, venne arruolato nella Marina di Sua Maestà sul cacciatorpediniere Hms Cossack, che però sarebbe affondato appena due mesi dopo. Sam, l'inaffondabile, si salvò anche quella volta, passando in servizio sulla portaerei Hms Ark Royal (dalla quale era partito l'aerosilurante che aveva trovato e colpito per primo la Bismark), affondata da un siluro quello stesso anno. Anche in quell’occasione Sam sopravvisse; ma da allora rimase a terra, dislocato a Gibilterra, dove avrebbe speso le quattro vite rimastigli in attesa della fine della guerra. Senza mai lamentare, neppure a terra, le sue origini teutoniche. Perché se dobbiamo muovere una critica ai gatti - anche in tempo di pace e nella quotidiana placida esistenza che spendono tra le nostre case e i nostri giardini - è che che all’occorrenza sanno essere dei gran mercenari. Sarà per loro indole indipendente e avventurosa, o par la loro strabiliante intelligenza.

Modificato da danilo43
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Ho letto il tutto a Macallè, che si dispera se solo deve affrontare il guado di un ruscelletto durante un'escursione... Una parte di lui vorrebbe raggiungermi sulla riva opposta, una parte lo fa guaire disperato.  Non parliamo dell'imbarazzo (mio) di quando ho cercato di insegnargli a nuotare nel lago di Garda, e lui si aggrappava a me come fossi una boa, finchè sono stata sgridata da un tedesco perchè non gli insegnavo bene....

Ho un cane pusillanime.

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Consolati che non è il solo. Il cane di mia figlia ha lo stesso comportamento di Macallè, con l'aggravante di essere un labrador, nuotatore per antonomasia. Segue i padroni in acqua fino a dove tocca, poi piange disperatamente, proprio come il tuo e si rifiuta di proseguire.

Sarà il fatto che anche lui, probabilmente come Macallè, è nato nella bassa parmense ...

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