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PEARL HARBOR DOVE I SAMURAI PERSERO L'ONORE 3?PARTE


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Tuttavia i Giapponesi, come vedremo, ritennero erroneamente che tali unita' fossero ormai perdute quando in realta' molte di esse pur menomate non sarebbero mai affondate visti i bassi fondali dell'isola. Alle 8.54 furono scagliati su Pearl Harbour altri 167 aerei al comando di Shimazaki. Erano 54 bombardieri in quota, 78 in picchiata e 35 caccia. Non vi erano aerosiluranti; i giapponesi ritennero, e probabilmente non sbagliarono, che un nuovo attacco a pelo d'acqua degli aerosiluranti sarebbe stato inutile e molto difficoltoso considerando gli incendi che inevitabilmente sarebbero divampati sulle navi americane colpite dopo il primo attacco. La nuova ondata nipponica resto' per un'ora sulla base incontrando pero' una maggiore resistenza degli Americani. Cosi' anche i Giapponesi dovettero subire perdite aeree (alla fine furono 29 gli aerei nipponici non tornati alle portaerei). Tuttavia per la corazzata Oklahoma, gia' danneggiata dagli aerei di Fuchida, e per la nave bersaglio Utah non ci fu niente da fare; vennero definitivamente eliminate. Queste si rivelarono pero' le sole vere ed irrimediabili perdite navali per la flotta del Pacifico statunitense. I Giapponesi ebbero l'errata convinzione di aver , nonostante non le avessero viste affondare, messo fuori uso tutte le navi colpite (che in totale furono 1. Ma gli Americani , nelle ore dopo l'attacco, decisero che quelle navi, pur devastate da bombe e siluri, potevano, anzi dovevano, essere recuperate. Alla resa dei conti dunque le perdite navali furono meno tragiche di quanto si poteva pensare.

 

Molto piu' gravi furono invece le perdite aeree; ben 188 velivoli vennero distrutti costituendo , per la loro disposizione ala contro ala, dei bersagli molto facili per il preciso tiro giapponese. E pesante fu pure il bilancio dei morti fra i militari e i civili della base: 3405 ai quali andavano aggiunti oltre 1000 feriti. Di sicuro sotto un profilo strategico l'attacco giapponese era stato un capolavoro, pochissimi furono i colpi non andati a segno, nei 95 minuti di fuoco gli Americani evitarono la totale distruzione della base grazie alla immediata reazione dei soldati (molti dei quali sacrificarono la vita in disperati tentativi di difesa), ma ugualmente a caro prezzo venne pagata la troppa leggerezza dei giorni precedenti il 7 dicembre. Così a poche ore dal ritiro degli aerei attaccanti il primo ministro giapponese Tojo in un esaltato discorso radio affermo' che l'intera flotta americana del Pacifico era stata distrutta. Ma tuttavia non era cosi'. Intanto, come accennato, i sommergibili giapponesi non dettero il risultato auspicato. I nipponici poi avevano concentrato il loro fuoco quasi esclusivamente sulle navi ormeggiate e sui 4 piccoli aereoporti di Pearl Harbour lasciando del tutto intatti i cantieri navali dell'isola. E gli Americani, come detto, superato l'iniziale sconcerto, capirono che non tutte le imbarcazioni erano da considerare perdute. Fu così che ben 15 unita' che i Giapponesi avevano ritenuto distrutte furono in poco tempo rimesse in sesto: fra di esse c'erano 6 corazzate. Il lavoro dei tecnici cantieristi fu eccezionale e le operazioni di recupero ebbero anche un importantissimo effetto psicologico sia sui soldati che verso la stessa opinione pubblica americana rimasta scioccata dopo il proditorio attacco giapponese. L'America doveva ora dimostrare che la riscossa sarebbe presto iniziata, che la flotta del Pacifico era stata colpita ma non distrutta; Tojo si sarebbe dovuto rimangiare le parole, quasi di scherno, pronunciate dopo l'attacco.

 

E in quel 7 dicembre oltre a non pensare di distruggere i cantieri navali, i giapponesi commisero un altro errore non meno grave: sulla base c'erano enormi depositi di carburante del tutto incustoditi, che potevano costituire un bersaglio molto facile anche per un ristretto numero di aerei. Ma vennero ignorati sia dagli aerei di Fuchida sia da quelli di Shimazaki. L'eventuale distruzione di quei depositi poteva veramente costituire un dramma per gli USA, a quel punto molta meno importanza avrebbero avuto le "eroiche" azioni di recupero delle navi colpite. Senza piu' carburante Pearl Harbor poteva diventare una base pressoche' inutilizzabile. L'unica soluzione sarebbe potuta essere quella di inviare un cospicuo numero di navi petroliere direttamente dagli USA a rifornire la base, le quali pero' sarebbero state un bersaglio piuttosto facile per eventuali attacchi nipponici. Ma, per fortuna degli Americani, tale eventualita' non si verifico'. L'8 dicembre poi, in un ormai famoso discorso pronunciato al Congresso degli Stati Uniti, il presidente Roosevelt, accuso' il Giappone di infamia e vilta' per quel "deliberato attacco".

 

IL DISCORSO DI ROOSEVELT

 

 

"Ieri, 7 Dicembre 1941, una data segnata dall'infamia, gli Stati Uniti d'America sono stati improvvisamente ed intenzionalmente attaccati dalle forze aeree e navali dell'Impero del Giappone.

Gli Stati Uniti erano in pace con questo paese, e su richiesta del Giappone, erano ancora in contatto con il suo Governo e il suo Imperatore nel tentativo di mantenere la pace nel Pacifico. In realtà, un'ora dopo che le squadriglie aeree giapponesi avevano iniziato il bombardamento a Oahu, l'Ambasciatore giapponese negli Stati Uniti e il suo collega hanno consegnato al Segretario di Stato una risposta formale al recente messaggio americano.

Sebbene questa risposta affermava che sembrava inutile proseguire i negoziati diplomatici in corso, non conteneva alcuna minaccia o accenno di guerra o di attacco armato. Tenuto conto della distanza delle Hawaii dal Giappone risulta evidente che l'attacco è stato intenzionalmente pianificato con molti giorni se non addirittura settimane di anticipo.

Nel frattempo, il Governo Giapponese ha intenzionalmente cercato di ingannare gli Stati Uniti facendo dichiarazioni false ed esprimendosi al favore del proseguimento della pace. L'attacco di ieri alle Isole Hawaii ha arrecato un grave danno alle forze militari e navali americane. Un numero ingente di vite americane sono state perse.

E' stato inoltre comunicato che le navi americane sono state attaccate con siluri in alto mare tra San Francisco e Honolulu .

 

Ieri il governo Giapponese ha attacato anche Malaya.

Ieri notte le forze giapponesi hanno attaccato Hong Kong.

Ieri notte le forze giapponesi hanno attaccato Guam.

Ieri notte le forze giapponesi hanno attaccato le Filippine.

Ieri notte le forze giapponesi hanno attaccato l'Isola di Wake.

Questa mattina i giapponesi hanno attaccato l'Isola di Midway.

Pertanto,il Giappone ha intrapreso un'offensiva a sorpresa estesa a tutta l'area del Pacifico.

Gli accadimenti di ieri parlano da soli. Il popolo degli Stati Uniti si è già fatto un'idea ed è ben conscio delle implicazioni per la stessa vita e la salvezza della nostra nazione.

In qualità di Comandante in Capo dell'Esercito e della Marina, ho dato disposizioni affinché venissero adottate tutte le misure per le nostra difesa.

Rimarrà per sempre nelle nostre menti l'attacco furioso nei nostri confronti. Non importa quanto tempo occorrerà per riprenderci da questa invasione premeditata, il popolo americano con tutta la sua forza riuscirà ad assicurarsi una vittoria schiacciante.

Ritengo di farmi interprete della volontà del Congresso e del popolo quando affermo che non solo ci difenderemo fino all'ultimo ma faremo quanto necessario per essere sicuri che questa forma di tradimento non ci metta mai più in pericolo. Le ostilità esistono.Siamo coscienti del fatto che il nostro popolo, il nostro territorio i nostri interessi siano in serio pericolo.

Accordando fiducia alle nostre forze armate, e con la sconfinata determinazione del nostro popolo, raggiungeremo l'inevitabile vittoria, in nome di Dio. Chiedo che il Congresso dichiari lo stato di guerra tra gli Stati Uniti e l'Impero giapponese, a seguito dell'attacco non provocato e codardo del Giappone di Domenica 7 Dicembre 1941

 

- Franklin Delano Roosevelt - CASA BIANCA -8 Dicembre 1941

 

Il Congresso, da sempre neutralista, supero' ogni remora e dichiaro' guerra al Giappone. Tre giorni dopo furono Germania e Italia (alleate col Giappone nel Patto Tripartito) a dichiarare guerra agli USA. Ora si poteva davvero parlare di guerra mondiale. Con le sue parole Roosevelt volle mettere in evidenza il cinismo nipponico, rivelando come solo ad attacco iniziato l'ambasciatore giapponese negli USA avesse consegnato la nota con la quale la sua nazione rispondeva alle proposte del 26 novembre di Hull. "Solo un'ora dopo l'inizio dei bombardamenti" disse, "e' stata consegnata al nostro Segretario di Stato la risposta alle nostre ultime proposte. Quella giapponese era una risposta che dimostrava che era ormai inutile proseguire nelle trattative, ma non conteneva nessuna dichiarazione di guerra e nessun preannuncio di attacco armato".

 

Tuttavia oggi sappiamo che i servizi segreti americani avevano intercettato la nota diplomatica giapponese, cui Roosevelt si riferiva, molte ore prima che l'ambasciatore nipponico la consegnasse ufficialmente. Infatti fin dalla sera del 6 dicembre gli Stati Uniti si erano preoccupati di mettere in allerta tutte le loro basi, Pearl Harbor compresa. Ma il segnale d'allerta arrivo' alle Hawaii 5 ore dopo il ritiro degli aerei giapponesi. Perche' questo gravissimo ritardo? Non a caso l'episodio, unito alla troppa superficialita' con la quale si era agito nell'isola prima dell'attacco giapponese, ha fatto sorgere il sospetto che in realta' Roosevelt sapesse della decisione nipponica di colpire Pearl Harbor e che non avesse fatto nulla per evitarla. In questo modo Roosevelt, da tempo preoccupato per le vittorie naziste in Europa, per le sorti dell'Inghilterra oltre che chiaramente per le difficolta' nel trattare col Giappone, accettando dolorosamente la morte di migliaia di soldati, avrebbe messo il Congresso, contrario all'entrata in guerra, di fronte ad un fatto compiuto. Il che , come accadde, gli avrebbe consentito di superare ogni opposizione all'ingresso nel conflitto.

 

Ma di tutto cio' non esistono prove, queste restano solo illazioni. Il segnale di allerta giunse con grave ritardo alle Hawaii per un comprovato intasamento alle stazioni di trasmissione dell'Esercito e della Marina, costringendo cosi' gli USA ad utilizzare linee telegrafiche commerciali. Così la comunicazione arrivo' mischiata ad altri messaggi, senza avere la priorita' assoluta, quando la si lesse era ormai troppo tardi. La maggiore responsabilita' per l'attacco subito ando' cosi' a gravare su quelle che erano le massime autorita' militari alle Hawaii, ovvero l'ammiraglio Kimmel, comandante della Flotta del Pacifico, e il generale Short, responsabile della difesa della base. Vennero richiamati in patria , posti sotto processo e successivamente degradati. (curioso notare come invece il tenete Tyler, ovvero colui che piu' di tutti trascuro' l'avvistamento che due operatori radar avevano fatto della prima ondata aerea giapponese, venne interrogato ma fini' col non essere ritenuto responsabile (ed anzi a fine guerra era riuscito a raggiungere pure il grado di colonnello).

 

Nei 6 mesi che seguirono quel 7 dicembre, i Giapponese mieterono una impressionante serie di vittorie, arrivando nel maggio 1942 ad aver sotto il proprio controllo la Malesia, le Filippine, Hong Kong, Singapore, la Birmania oltre a numerose colonie inglesi ed olandesi. (spaventose furono le atrocita' commesse dai soldati nipponici nella conquista di questi territori, specie nella battaglia delle Filippine, ma questa e' un'altra storia). A un primo arretramento il Giappone fu costretto proprio nel maggio 1942, nella penisola di Papua, ma fu nel giugno che avvenne la svolta della guerra nel Pacifico, con l'importante battaglia delle Midway, la prima vera sconfitta subita dal Giappone (4 portaerei usate a Pearl Harbor vennero affondate dagli americani). Dall'agosto al febbraio 1943 poi, vi fu la sanguinosa, ed oggi quasi leggendaria, lotta nella giungla di Guadalcanal, conclusasi con lo sgombero dei giapponesi. Nell'estate del 1943 gli americani poterono cominciare la controffensiva e, in una lunga serie di violentissime battaglie, riprendere i territori occupati dai Giapponesi. E tuttavia per domare la tenace resistenza nipponica si dovette arrivare al lancio delle bombe atomiche su Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto). In Europa la guerra era finita da tre mesi.

 

 

 

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Ma (analizzato dai maligni) l'episodio, unito alla troppa superficialità con la quale si era agito nell'isola prima dell'attacco giapponese, ha fatto sorgere il sospetto che in realtà Roosevelt sapesse della decisione nipponica di colpire Pearl Harbor e che non avesse fatto nulla per evitarla. In questo modo Roosevelt, da tempo preoccupato per le vittorie naziste in Europa, per le sorti dell'Inghilterra oltre che chiaramente per le difficoltà nel trattare col Giappone, accettando dolorosamente la morte di migliaia di soldati, avrebbe messo il Congresso, sempre contrario all'entrata in guerra, di fronte ad un fatto compiuto. E questo (come accadde) gli avrebbe consentito di superare ogni opposizione all'ingresso nel conflitto.

Ma di tutto ciò non esistono prove, queste restano solo illazioni.

 

Ma che fosse una sorpresa no !!!!

L'attacco a Pearl Harbor, era stato previsto nei minimi particolari sedici anni prima !!!!

 

UNA SORPRESA NON SEMBRAVA PROPRIO - UN GENERALE ERA STATO CHIARO il 10 ottobre del 1924, in una memorabile conferenza-stampa. Il generale di brigata William Mitchell che da quattro anni si batteva accanitamente perché l'Aeronautica militare degli Stati Uniti godesse di maggiori appoggi governativi e fosse autonoma rispetto all'Esercito, pronunciò queste frasi profetiche:

 

«Le sorti della prossima guerra mondiale dipenderanno in snodo primario dalle forze aeree. Oggi le nostre capacità di offesa dall'aria sono irrisorie, ma ancor più trascurabili sono le nostre possibilità di difesa dagli attacchi dall'aria, specialmente nelle Basi navali. Quella di Pearl Harbor, che rappresenta la chiave del dominio del Pacifico, è completamente sguarnita. Ebbene, signori, io prevedo che un giorno i bombardieri in quota, i bombardieri in tuffo e gli aerosilurante di una Potenza straniera, decoIlati da una flotta di portaerei a circa 200 miglia di distanza da questa nostra base, coleranno a picco senza colpo ferire tutte le navi alla fonda e distruggeranno al suolo ogni installazione. L'attacco sarà sferrato senza preavviso la mattina di una domenica (!!) e la Potenza a cui alludo sarà sicuramente il Giappone (!!) ».

 

Alcuni mesi più tardi, Mitchell accusò di «incompetenza, faciloneria criminosa, negligenza che sfiora l'alto tradiment» il Dipartimento della Guerra. Per tali accuse fu deferito e convocato dinanzi alla corte marziale e la sentenza di condanna fu ratificata dal Presidente Coolidge.

 

Ma quando, all'alba del 7 dicembre 1941 i bombardieri e gli aerosiluranti giapponesi decollarono dalla portaerei e annientarono la Flotta americana del Pacifico, furono in molti a chiedersi se, quindici anni prima, Billy Mitchel non fosse stato giudicato un po' troppo affrettatamente

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  • 4 years later...

CIAO U 96

HO LETTO IL TUO ARTICOLO CHE TROVO MOLTO ESAURIENTE; DEBBO XO' RICORDARTI CHE FU AFFONDATA ANCHE LA CORAZZATA "ARIZONA" (NON ERANO BASSI FONDALI, POICHE' ESSA FU SOMMERSA E DIVENNE UN "MUSEO DELLA MEMORIA; INOLTRE L'OKLAHOMA SI CAPOVOLSE, COSA NON POSSIBILE IN BASSI FONDALI) E CHE 2 CT ( CASSIN E DOWNES) FURONO SMANTELLATI NEL BACINO N° 1.

CARLO

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A proposito di " giorni delle infamie " ......

 

 

gli inglesi attaccarono e distrussero parte della flotta francese stazionata a Mers el Kabir ( 3 luglio 1940 ) senza dichiarazione di guerra alcuna

 

gli americani attaccarono e occuparono il nord africa francese (8 novembre 1942 ) senza sognarsi neppure loro di dichiarare guerra alla Francia

 

Di " infamie " e di " infami " non c' erano solo i giapponesi :s03:

 

 

Tornando all argomento del 3-d .

Il bello è che gli americani vinsero a Midway pur non disponendo in quell occasione di nessuna delle corazzate messe KO a Pearl Harbour !

La prova piu' evidente che la guerra navale moderna era diventata guerra aero-navale ( e piu' aerea che navale :s01: )

Modificato da Tuco
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  • 2 weeks later...

Sfogliando una vecchia dispensa di "Storia della Marina" della Fabbri Editori. Ho trovato questa foto. I Giapponesi per allenarsi in previsione dell'attacco a Pearl Harbor, costruirono un'enorme plastico della base, con dettagli perfetti delle navi e installazioni varie. Questa proprio non la sapevo.

 

plasticoke0.jpg

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