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Italian Battleships Of World War Ii


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Titolo: Italian Battleships of World War II

Autore: Mark Stille

Editore: Osprey Publishing, Oxford

Anno:2011

Pagine: 48

Dimensioni: cm 218, 5 x 25, 48 fotografie in b/n e 7 tavole a colori, brossura

Prezzo: Euro 12

reperibilità: facilissima

 

259zkzt.jpg

 

A testimonianza del rinnovato interesse della readership estera per le unità della Regia Marina del periodo 1940-1945, la ben nota casa editrice britannica Osprey ha recentemente pubblicato - nella collana "New Vanguard" - questo fascicolo dedicato alle sette navi da battaglia italiane (otto, con l'incompiuta Impero) che operarono nel Mediterraneo nel corso del secondo conflitto mondiale.

Si tratta, anche per il contenuto numero di pagine, di una pubblicazione abbastanza semplificata, propedeutica e destinata ad un pubblico non eccessivamente specializzato che tuttavia fornisce, nel suo complesso, una sufficiente descrizione delle caratteristiche e dell'attività delle unità delle classi "Conte di Cavour", "Duilio" e "Littorio". Peraltro, a fronte di un'impostazione generale dell'opera che inquadra gli aspetti tecnici delle varie unità, le ampie modernizzazioni che interessarono le quattro "dreadnought" risalenti alla Grande Guerra e le innovative caratteristiche delle "Littorio", la descrizione dell'attività operativa - anche se abbastanza corretta nelle sue linee generali - contiene valutazioni e apprezzamenti che in taluni casi risultano alternativamente o troppo negativi o troppo "agiografici". Appaiono infatti curiosi taluni giudizi dell'autore (già ufficiale superiore dell'U.S. Navy e attualmente analista del settore difesa) in merito, tra gli altri, ad un impiego "aggressivo" (sic) delle nostre navi da battaglia o all'assenza, a suo dire, di un efficace e continuo contrasto aereo avversario nel teatro mediterraneo...

Il corredo fotografico, dal punto di vista qualitativo e della resa di stampa, è di un buon livello, tipico della casa editrice Osprey, ma appare evidente che la ricerca delle fonti iconografiche si sia basata sulla migliore, anche se non sulla più recente, pubblicistica navale italiana (tuttavia quasi assente in bibliografia) senza peraltro mai citare le fonti da cui le immagini sono state tratte. Per contro, si indica quasi sempre esclusivamente la fonte "Naval History and Heritage Command" dell'U.S. Navy (già "Naval Historical Center"), facendo nascere il sospetto che questo "credito" sia a bell’apposta inserito al fine di superare eventuali problemi di copyright più generalmente intesi... Appare difatti altamente improbabile che l'Ufficio Storico dell'U.S. Navy disponga di originali di foto alquanto note, rivenienti da ben conosciute collezioni nazionali, pubbliche e private, o comunque da opere di autori italiani già apparse sia in Italia sia all’estero. Similare osservazione, che poi si traduce anch’essa soprattutto in maleducazione, vale per l’altra fonte di materiale fotografico sovente citata nel volume: la rivista giapponese “Ships of the world” di cui conosciamo l’abitudine ad approvvigionarsi (gratis ovviamente) di copie da collezionisti italiani evitando poi accuratamente di citarli.

Le pagine a colori sono generalmente accattivanti e vi sono anche raffigurati i profili con le colorazioni mimetiche di parecchie unità; tuttavia, anche in questo caso vanno riscontrate alcune imprecisioni, tra cui una tavola prospettica della nave da battaglia Roma (presente anche in copertina) con - a poppa - le bande identificative oblique bianche e rosse mai pitturate, in tale posizione, su quella sfortunata unità.

Nel complesso, al pari di alcuni altri volumi non eccessivamente approfonditi della serie "New Vanguard" dedicati ad argomenti navali, Italian Battleships of World War II appare destinato ad un pubblico soprattutto di neofiti che - anche in ragione del prezzo invero contenuto - non mancheranno di apprezzare il valore introduttivo e di carattere generale di questo agile fascicolo.

Modificato da Alagi
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Titolo: Italian Battleships of World War II

Autore: Mark Stille

Editore: Osprey Publishing, Oxford

Anno:2011

Pagine: 48

Dimensioni: cm 218, 5 x 25, 48 fotografie in b/n e 7 tavole a colori, brossura

Prezzo: Euro 12

reperibilità: facilissima

 

259zkzt.jpg

 

A testimonianza del rinnovato interesse della readership estera per le unità della Regia Marina del periodo 1940-1945, la ben nota casa editrice britannica Osprey ha recentemente pubblicato - nella collana "New Vanguard" - questo fascicolo dedicato alle sette navi da battaglia italiane (otto, con l'incompiuta Impero) che operarono nel Mediterraneo nel corso del secondo conflitto mondiale.

Si tratta, anche per il contenuto numero di pagine, di una pubblicazione abbastanza semplificata, propedeutica e destinata ad un pubblico non eccessivamente specializzato che tuttavia fornisce, nel suo complesso, una sufficiente descrizione delle caratteristiche e dell'attività delle unità delle classi "Conte di Cavour", "Duilio" e "Littorio". Peraltro, a fronte di un'impostazione generale dell'opera che inquadra gli aspetti tecnici delle varie unità, le ampie modernizzazioni che interessarono le quattro "dreadnought" risalenti alla Grande Guerra e le innovative caratteristiche delle "Littorio", la descrizione dell'attività operativa - anche se abbastanza corretta nelle sue linee generali - contiene valutazioni e apprezzamenti che in taluni casi risultano alternativamente o troppo negativi o troppo "agiografici". Appaiono infatti curiosi taluni giudizi dell'autore (già ufficiale superiore dell'U.S. Navy e attualmente analista del settore difesa) in merito, tra gli altri, ad un impiego "aggressivo" (sic) delle nostre navi da battaglia o all'assenza, a suo dire, di un efficace e continuo contrasto aereo avversario nel teatro mediterraneo...

Il corredo fotografico, dal punto di vista qualitativo e della resa di stampa, è di un buon livello, tipico della casa editrice Osprey, ma appare evidente che la ricerca delle fonti iconografiche si sia basata sulla migliore, anche se non sulla più recente, pubblicistica navale italiana (tuttavia quasi assente in bibliografia) senza peraltro mai citare le fonti da cui le immagini sono state tratte. Per contro, si indica quasi sempre esclusivamente la fonte "Naval History and Heritage Command" dell'U.S. Navy (già "Naval Historical Center"), facendo nascere il sospetto che questo "credito" sia a bell’apposta inserito al fine di superare eventuali problemi di copyright più generalmente intesi... Appare difatti altamente improbabile che l'Ufficio Storico dell'U.S. Navy disponga di originali di foto alquanto note, rivenienti da ben conosciute collezioni nazionali, pubbliche e private, o comunque da opere di autori italiani già apparse sia in Italia sia all’estero. Similare osservazione, che poi si traduce anch’essa soprattutto in maleducazione, vale per l’altra fonte di materiale fotografico sovente citata nel volume: la rivista giapponese “Ships of the world” di cui conosciamo l’abitudine ad approvvigionarsi (gratis ovviamente) di copie da collezionisti italiani evitando poi accuratamente di citarli.

Le pagine a colori sono generalmente accattivanti e vi sono anche raffigurati i profili con le colorazioni mimetiche di parecchie unità; tuttavia, anche in questo caso vanno riscontrate alcune imprecisioni, tra cui una tavola prospettica della nave da battaglia Roma (presente anche in copertina) con - a poppa - le bande identificative oblique bianche e rosse mai pitturate, in tale posizione, su quella sfortunata unità.

Nel complesso, al pari di alcuni altri volumi non eccessivamente approfonditi della serie "New Vanguard" dedicati ad argomenti navali, Italian Battleships of World War II appare destinato ad un pubblico soprattutto di neofiti che - anche in ragione del prezzo invero contenuto - non mancheranno di apprezzare il valore introduttivo e di carattere generale di questo agile fascicolo.

Mi sembra di capire che trattasi, come nelle migliori tradizioni della Osprey di un buon volume.

Fermo restando che da profano, proprio per le striscie di poppa non mi sembrava la Roma, la cosa che mi da un pò fastidio è vedere quella bomba Fritz (non so se l'ho scritto bene) che punta sul castello di prora... Come ovviamente la storia insegna... :s05: :s05:

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Mi sembra di capire che trattasi, come nelle migliori tradizioni della Osprey di un buon volume.

"Buono" direi proprio di no: sufficiente, da "6+", ecco...

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..vanno riscontrate alcune imprecisioni, tra cui una tavola prospettica della nave da battaglia Roma (presente anche in copertina) con - a poppa - le bande identificative oblique bianche e rosse mai pitturate, in tale posizione, su quella sfortunata unità...

 

Un'altra approssimazione nella copertina è la rappresentazione della Fritz, per l'ennesima volta confusa con una bomba a razzo! (per non parlare dell'improbabile balistica).

Credo che tutto nasca dal fatto che la bomba, per consentire una migliore radio guida da parte dell'operatore, aveva un bengala in coda che segnalava meglio la posizione dell'ordigno rispetto al bersaglio. Cosa si dice a proposito della bomba nel testo?

Modificato da Lefa
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Cosa si dice a proposito della bomba nel testo?

Fortunatamente si dice - molto in breve, comunque - che si trattava di una "bomba radiocontrollata tipo Fritz-X".

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  • 10 months later...

Segnalo che di questo volume è uscita (con la traduzione del sottoscritto), l'edizione italiana presso la LEG:

http://www.leg.it/in...guerra-mondiale

 

Nella traduzione ho cercato di eliminare le imprecisioni nell'ambito del riconoscimento dei crediti fotografici, come pure di correggere le non poche inesattezze scritte sull'impiego strategico e operativo delle navi da battaglia italiane.

 

E' rimasto "fuori" dalla traduzione il risvolto di copertina (che NON ho tradotto io), riportato anche nel link sopraindicato ove - tra l'altro - si parla dei marinai italiani "... che avevano la fama di essere indisciplinati e male addestrati..."

Questa - tuttavia - è l'unica "peculiarità" :happy: rimasta dalla versione originale in inglese...

Modificato da Alagi
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