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Le Portaerei Italiane


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Titolo: Le portaerei italiane

Autore: Michele Cosentino

Editore: Albertelli Edizioni Speciali, Parma

Anno:2011

Pagine: 248

Dimensioni: cm 24 x 29 -323 fotogrfie in b/n e 37 a colori, 50 disegni, 8 tavole fuori testo, rilegato

Prezzo: Euro 60

reperibilità: facilissima

 

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Nella splendida e ormai consolidata serie avviata nel 2003 con Le navi da guerra italiane 1940-1945 (e successivamente proseguita con In guerra sul mare, La mimetizzazione delle navi italiane 1940-1945 e Le navi da battaglia classe "Littorio" 1937-1948), la casa editrice Albertelli pubblica ora questo nuovo e approfondito volume dedicato a tutte le unità a capacità aerea della Marina italiana, testimoni di una ormai più che secolare evoluzione progettuale e costruttiva, iniziata nel 1907 con le prime prove con palloni frenati da bordo dell'incrociatore Elba e culminata infine - nel 2008 - con l'entrata in servizio della portaerei Cavour. L'autore dei testi è Michele Cosentino, ufficiale superiore del Genio Navale in servizio, ben noto soprattutto per la pluridecennale collaborazione con le principali riviste italiane e straniere del settore. L’editing e il corredo illustrativo, che ha un peso notevole nell’economia generale del lavoro, sono invece opera del com.te Erminio Bagnasco.

L'argomento del volume, sovente solo episodicamente analizzato nel dettaglio delle sue componenti tecniche, era stato organicamente affrontato per la prima volta nel 1989 in un conciso supplemento alla "Rivista Marittima" di Erminio Bagnasco e poi in una serie di articoli apparsi sia sulla stessa “Rivista Marittima” sia su “STORIA militare”. Mancava, quindi, un'opera definitiva e omnicomprensiva: lacuna colmata da questo ottimo lavoro che si è avvalso anche della collaborazione e del contributo di alcuni altri appassionati studiosi del settore.

Nella parte iniziale ampio spazio è accordato alle prime realizzazioni pionieristiche, tanto della Regia Marina quanto di Marine estere, e allo sviluppo delle prime vere portaerei che - soprattutto nel caso delle unità britanniche - influenzarono il pensiero e i progetti di quanti, in Italia (da Bernotti a Rota, da Bonfiglietti a Vian e a Pugliese), non mancarono di considerare il problema dell'aviazione imbarcata e dei moderni mezzi per l'esercizio del potere marittimo tanto dal punto di vista progettuale quanto da quello, non meno importante, della filosofia d'impiego, della relativa dottrina e dello sviluppo di nuovi concetti operativi. I contrasti dottrinali, interni ed esterni alla Marina, non mancarono e si giunse così, in ritardo, e senza completarne la realizzazione, alla trasformazione bellica del transatlantico Roma nella prima portaerei italiana (l'Aquila) che - a settembre del 1943 - era quasi completata per quanto riguardava la piattaforma, mentre la reale operatività del suo gruppo di volo era ancora ben lungi dall’uscire dalla mera fase sperimentale.

Negli anni del secondo dopoguerra la rinnovata Marina Militare ha inizialmente sviluppato la componente elicotteristica imbarcata, per giungere infine - grazie anche al positivo se pur sofferto iter legislativo che le ha consentito, a partire dal 1989, di poter disporre di velivoli ad ala fissa - a schierare oggi la portaerei leggera Giuseppe Garibaldi e, come già ricordato, la più grossa e moderna Cavour, ambedue dotate di velivoli a decollo corto e atterraggio verticale.

Leggibile e "godibile" nei testi, il volume non risente eccessivamente del background tecnico dell'autore, alternando a descrizioni ingegneristiche e a considerazioni progettuali ampie disamine dei dibattiti che coinvolsero i vertici della Regia Marina e della Regia Aeronautica nel cruciale periodo 1923-1940, sul tema "portaerei". Progetti in parte noti e aspetti meno conosciuti sono sequenzialmente descritti e criticamente commentati in un'analisi davvero completa ed esaustiva. Ad esempio, le 67 pagine del quarto capitolo - dedicato soprattutto al progetto di trasformazione del "liner" Roma nella portaerei Aquila - costituiscono, di per sé, un autentico "libro nel libro" di grande valenza tecnica, storica e documentale. Le portaerei italiane termina con un capitolo che consente di valutare e ben comprendere il processo che ha portato all'entrata in servizio del Garibaldi prima e del Cavour poi, dotando la Marina italiana di portaerei e velivoli ad ala fissa anche se forse - a giudizio di chi scrive queste righe - a discapito di altre componenti analogamente fondamentali dal punto di vista strategico, tattico e operativo.

Sulla base di queste premesse - e in considerazione della preminenza accordata nei volumi della collana agli aspetti iconografici - il corredo di fotografie, schemi e disegni è di assoluto primordine (e in taluni casi eccezionale) per qualità e completezza, con aspetti quantitativi rilevanti e di sicuro appeal per tutti i lettori. Molte fotografie sono riprodotte in generose dimensioni, numerose sono inedite e pressoché tutte beneficiano di curate e ben bilanciate caratteristiche di nitidezza. Le tavole fuori testo presentano viste esterne, sezioni trasversali e longitudinali e dettagli di particolari della nave appoggio idrovolanti Miraglia, dell'incompiuta portaerei Aquila e delle attuali Garibaldi e Cavour (per quest’ultima presentate per la prima volta in grandi dimensioni), ma sono numerosissimi - in tutto il volume - schemi, diagrammi e disegni al tratto riferiti a progetti italiani ed esteri o a specifici particolari delle loro sistemazioni aeronautiche. In numerosi inquadrati, inoltre, sono inseriti trittici, foto e dati tecnici dei principali idrovolanti e aerei imbarcati su navi italiane dal 1913 ad oggi. Infine, nelle ultime pagine del volume, sono raccolte alcune decine di immagini a colori, anch'esse di ottima qualità, delle portaerei Garibaldi e Cavour e dei mezzi ad ala fissa e rotante dei loro gruppi di volo.

Con Le portaerei italiane, e con i libri della serie che lo hanno proceduto, assistiamo senza ombra di dubbio all'affiancamento - se non addirittura al sorpasso - della giustamente rinomata pubblicistica navale britannica da parte della migliore editoria di settore italiana: situazione testimoniata anche dalla pressoché contemporanea uscita, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, della traduzione inglese del volume Le navi da battaglia classe "Littorio" 1937-1948 di E. Bagnasco e A. De Toro che conserva esattamente l’impostazione originaria. Riteniamo quindi che esprimere la speranza di vedere presto pubblicati altri volumi in questa superba collana possa essere, più che un augurio, una certezza.

Modificato da Alagi
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