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Christopher Chant Ed I Giudizi Sulle Navi Da Battaglia


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Christopher CHANT

STORIA DELLE NAVI DA GUERRA

Idealibri

2004

p. 433, illustrato

cm. 17 x 22

 

ISBN : 9788870828542

€ 19

navix.jpg

 

 

 

Oggi ho comprato a Milano (dopo una deludente guida al Toti, ne sapevo più io di lui, unica cosa interessante il gatto nero nella cuccetta del comandante) il libro "STORIA DELLE NAVI DA GUERRA" di Christopher Chant. Nel viaggio di ritorno mi sono buttato a capofitto sulle dreadnought della I e II guerra mondiale, trovando dei giudizi "unici" e direi alquanto "non condivisibili". Scusate se questo è un sito di sommergibilisti ma la Vs. competenza è fuori discussione.

 

Della classe LION di Incrociatori da battaglia inglesi che combatterono allo Jutland si sottolinea, contro ogni fonte, di aver assorbito ottimamente ogni danno. Ne affondarono 3 su 9, circa il 75% delle perdite umane/tonnellaggio inglesi nella battaglia.

 

La BISMARK viene massacrata. Si comincia con lo spiegare che è derivata dalle classi Baden della I guerra. A questa genealogia che dovrebbe essere "fortunata" (ottimo comportamento alla battaglia dello Jutland) è invece addebitata di diverse criticità della nave: vulnerabilità degli elementi di governo, posizione infelice del ponte di comando e dei sistemi di comunicazione. Alla pagina http://www.kbismarck.com/design.html potrete leggere che la genealogia è sbagliata. Chant prosegue demolento il mito della corazzatura, descrivendola come progettata contro i 381 ma incapace di resistere ai 203mm; questo contro il mito che la vuole talmente inaffondabile da essere sopravvisuta contro 4 pariclasse ed essersi autoaffondata. Infine le artiglierie, in totale controtendenza con l'ottima prova tecnica e ottica date nella I G.M., sono definite obsolete e senza qualità ("i proiettil sparati dalle artiglierie di grosso calibro (381mm) spesso non esplodevano").

Nel 1942 i tedeschi "gonfiarono" il computo del tonnellaggio per convincere il BdU che si stava raggiungendo le 800.000 ton. al mese. Nelle 20 pagine dedicate ai sottomarini nella II g.m. non si cita mai lo Scirè e 4 righe ai maiali (si parla solo dell'attacco ad Alessandria).

 

Posso avere un Vs. parere?

Saluti

Modificato da malaparte
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Parere non da competente, ma da appassionato.

Ho comprato anch'io il volume, molto tempo fa.

L'ho letto solo in parte e sistemato in libreria.

Non è la fine del mondo, il solito libro di divulgazione generale con simpatici svarioni, con qualche pretesa provocata (forse) dalla buona stampa e dall'apparato iconografico, che non ricomprerei.

 

... però, gli incrociatori da battaglia inglesi affondati allo Jutland appartenevano a tre classi diverse (Invincible, Indefatigable e Lion, abbastanza diversi fra di loro, soprattuto gli ultimi) e ne affondò uno per classe, ma a mio parere non era sbagliato il progetto dei Lion bensì la pretesa di utilizzarli nella linea di fila in battaglia (o era sbagliato il concetto di incrociatore da battaglia inglese ? :s02: ).

Dai Lion, con modifiche soprattutto nella protezione, derivarono gli ottimi Kongo giapponesi, rimasti in linea per tutta la II GM.

 

Per finire, a mio modestissimo parere, il mito della Bismarck (bella nave) è stato costruito soprattutto dai Tedeschi e dagli Inglesi, interessati gli uni a magnificare le proprie capacità costruttive, gli altri le proprie capacità "affondatorie" e coprire i propri errori.

Sia allo Jutland che per l'affondamento del bellissimo Hood (un colpo fortunato) i Tedeschi si trovarono di fronte navi belle, veloci e sprotette.

 

Saluti da Itaca.

 

Odisseo

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E' normale che un libro divulgativo riporti giudizi sommari e bisogna prenderlo per quello che è. Va a suo merito di dar contro la Bismarck che è, in effetti, un mito gonfiato: la nave non era nulla di speciale, era una normalissima corazzata dall'impostazione tradizionale, per certi versi obsoleta, coi suoi grossi difetti (vero quello dell'apparato di governo, mi sembra difficile da credere invece che la sua cintura da 350 mm fosse stata perforata dai proietti da 203) e qualche piccolo pregio.

Mi pare al contrario una burletta la beatificazione degli incrociatori da battaglia che, ormai ne siamo tutti convinti, erano un errore, lo stravolgimento di una formula oltre i suoi limiti funzionali. E' poi palese che non fossero in grado di assorbire danni rilevanti, ed il Lion non saltò anch'esso in aria per puro caso più che per le virtù della sua concezione.

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