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Incursioni Navali Sul Territorio Italiano


Lefa

Messaggi raccomandati

Ciao a tutti,

 

dalla fine della 2GM sul territorio italiano si sono verificati numerosi episodi di sabotaggio del tipo che vien dal mare, episodi forse non molto noti ma dei quali qualche giornale straniero e nazionale ha parlato ai tempi degli avvenimenti, io ne conosco 4 portati a termine da francesi (CH e DGSE) e israeliani (SH 13):

 

10/04/1948 – incursori israeliani attaccano la SS Lino ormeggiata nel porto di Bari, carica di fucili e munizioni provenienti dalla Repubblica Ceca e destinati al mondo arabo via Libano.

La Lino aveva imbarcato il suo carico in Jugoslavia e si trovava a Bari per uno scalo tecnico, nella notte del 9 due incursori attaccano una carica ‘amatoriale’ sotto la chiglia della nave che salta in aria il mattino successivo, credo nessuna vittima. Il carico venne recuperato e spedito su un’altra nave, intercettata dagli israeliani a largo della Grecia, che se ne impossessarono definitivamente.

 

bc9ffc79b5542d41227.jpg

 

14/08/1980 – agenti segreti o incursori francesi attaccano svariati ripetitori dell’Isola d’Elba nell’ambito del conflitto con gli indipendentisti corsi, ‘colpevoli’ di rilanciare le frequenze di Radio Corsica Libera, non gradite al governo.

 

29/10/1980 – incursori francesi attaccano e affondano la fregata libica Dat Assawari, ormeggiata al molo dei CNR di Riva Trigoso per lavori di ammodernamento, nessuna vittima.

I francesi si servirono di una nave appoggio procurata per l’occasione a Malta, nella quale si imbarcarono due operatori che nella notte attaccarono una carica alla chiglia della nave.

Nel 1985 in un’azione simile e piuttosto scandalosa, sempre a carico dei servizi francesi, fu affondata in Nuova Zelanda la nave di Greenpeace Rainbow Warrior, causando la morte di un ragazzo.

 

16/01/1986 – incursori israeliani attaccano e affondano due aliscafi ormeggiati nel bacino dei cantieri Rodriquez a Messina, credo nessuna vittima.

Gli aliscafi di proprietà di un cipriota vicino ad Arafat erano in loco per lavori di conversione e ammodernamento che avrebbero conferito capacità militari. I mezzi sarebbero stati usati per non precisati trasferimenti ‘terroristici’ veloci fra Cipro e Libano.

 

Questi sono solo gli episodi noti (forse ne dimentico qualcuno?), chissà quante altre azioni di questo tipo sono state effettuate sul nostro territorio dalla fine dell’ultimo conflitto!

La prima azione descritta è ben documentata, avete invece notizie più approfondite e magari immagini degli altri tre casi?

Modificato da Lefa
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L'incidente della Dat Assawari è avvenuto al molo allestimento della OARN nella darsena vecchia del porto di Genova (a levante di Calata Gadda).

A Riva Trigoso non ci sono moli...:s02:

Modificato da Alagi
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La DAT ASSAWARI, F 211, era una Vosper Thornycroft Mark 7, ordinata nel febbr. 1968 da Re Idris, varata nel sett. 1969 e in serv. nel febbraio 1973, consegnata ai libici nell'autunno 1973. Modello simile alle quattro iraniane Mark 5 (ne abbiamo vista una, la ALVAND del 1971, andare in Siria qualche mese fa a portare sostegno ad al-Assad), ma più grande e con armi diverse. I lavori di riattamento e riarmo (missili Otomat, Albatros, radar Selenia, Contraves, Elsag), naturalmente rifiutati da Vosper, vennero assegnati ai CNR di Genova. Il 29 ottobre 1980 esplosione provocata dai CINC francesi. Dopo le riparazioni, lavori completati a ottobre 1983. Fonte: il Jane's 1984-85, con qualche interpolazione mia. C'è anche una foto di L & L. van Ginderen del settembre 1983 a Genova (per lunedì).

Modificato da de domenico
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Una foto e un aneddoto sul Dat Assawari si possono trovare nei post n. 210 e 223 del quiz "unità militari" tra l'11 e il 12 agosto scorsi. :s02:

Modificato da Alagi
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Questo l'articolo apparso a suo tempo sulla Repubblica riguardo l'episodio messinese (Sire, contiamo su di Lei per informazioni e immagini di prima mano!):

 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...-picco-due.html

 

MESSINA, ATTENTATO ALL' ALBA COLANO A PICCO DUE ALISCAFI

31 gennaio 1986 — pagina 13 sezione: CRONACA

 

MESSINA - La prima esplosione è stata sentita alle 5.30. Dieci minuti dopo gli ha fatto eco un altro boato a poco meno di quattro chilometri di distanza. Erano le bombe che hanno colato a picco, proprio mentre si diffondeva la prima luce del giorno, due aliscafi che battevano bandiera cipriota e che si trovavano ormeggiati a Messina, presso i Cantieri Rodriquez, per delle riparazioni. Un attentato compiuto da specialisti, come dimostra la sincronia quasi perfetta degli scoppi, e che ha avuto un solo neo: una delle bombe non è esplosa e adesso i sommozzatori tenteranno di recuperarla per permettere ai periti di studiarne la composizione. Difficile, per il momento, stabilire chi e perchè ha messo le bombe. Una sola cosa è certa: gli attentatori avevano come obiettivo i due aliscafi "Svalan" e "Tarnan", di proprietà della "Tarnan Lines", una società controllata da un libanese che ha sede a Limassol, nella zona turca di Cipro. Un particolare, dunque, che farebbe escludere un' estorsione ai danni dei Cantieri Rodriquez, un' impresa all' avanguardia nella costruzione di aliscafi con un notevole giro di affari in tutto il mondo. Infatti, gli attentatori hanno trascurato altre imbarcazioni, tra cui un super-aliscafo "jumbo", per piazzare le bombe a bordo dello "Svalan" e del "Tarnan". Non solo, ma per portare a termine il loro piano hanno anche corso notevoli rischi, visto che le imbarcazioni erano ormeggiate in due moli distanti tra loro. Le prime esplosioni si sono verificate a bordo dello "Svalan", ormeggiato sul lungomare davanti alla Batteria Masotto. Con la chiglia squarciata, l' imbarcazione è colata a picco adagiandosi sul fondale che, in quella zona, è di circa trenta metri. Piazzate le bombe sul primo aliscafo, gli attentatori hanno percorso, via mare, il paio di miglia marine che li separava dall' altro obiettivo, ormeggiato proprio dentro i Cantieri Rodriquez, in contrada San Reineri. Malgrado l' esplosione di una sola delle due bombe piazzate sotto la linea di galleggiamento, il "Tarnan" è affondato. In quel punto, però, la profondità dell' acqua è di appena un paio di metri e così l' aliscafo è rimasto semisommerso con l' albero fuori dall' acqua. A compiere i primi rilievi sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco e dei carabinieri che hanno riscontrato due squarci sullo "Svalan" e hanno trovato, attaccata alla chiglia del "Tarnan", l' altra bomba, racchiusa dentro un sacchetto impermeabile. Non è stata ancora recuperata. Si tratta, con ogni probabilità, di ordigni a tempo. Costruiti tra il 1965 e il 1975 dai cantieri messinesi, i due aliscafi erano stati venduti ad una compagnia svedese che li aveva, dopo qualche anno, ceduti alla "Tarnan Lines". Lunghi ventotto metri, con motori da 1350 cavalli, capaci di trenta nodi all' ora, erano stati adibiti al collegamento tra Larnaca e Junieh, una cittadina che si trova nella zona cristiana del Libano. - di GUGLIELMO TROINA

 

E ancora da: http://it.narkive.com/2003/11/14/4027340-p...italstrade.html

 

E nelle acque prospicienti i Cantieri Rodriquez di Messina, a due passi

della base militare di Marisicilia e dell'Arsenale navale, nel gennaio 1986

si compie una delle azioni più misteriose compiute impunemente in Italia dai

servizi segreti israeliani: il sabotaggio di due aliscafi battenti bandiera

cipriota in riparazione alla Rodriquez. Uomini rana, dopo aver piazzato

delle cariche di esplosivo sotto gli aliscafi, le avevano fatte esplodere

con il conseguente affondamento dei battelli. Ad una settimana

dall'attentato mentre i magistrati messinesi brancolavano nel buio, era il

Time di New York a rivelare la matrice internazionale dell'attentato. A

commissionarlo sarebbe stato il Mossad israeliano, intenzionato a mettere

fuori uso due unità impiegate da una fazione palestinese per il trasporto di

armi sulla rotta Larnaca-Juniech (Libano), teatro di cruenti scontri tra le

fazioni cristiano-maronite e le milizie filo-siriane.

 

A capo della società armatrice dei due aliscafi, la Svalan and Tarnan Lines

Limited di Limassol, compariva un libanese di origini palestinesi Wael Afifi

Nasouch, accusato da Israele di essere un trafficante d'armi. Fuggito in

Brasile dopo essersi indebitamente appropriato di un'ingente somma di denaro

appartenente alla rappresentanza Olp di Nicosia, nel settembre 1987, Afifi

Wael Nasouch avrebbe fatto ritorno a Cipro. Scamperà miracolosamente ad un

attentato in taxi a Limassol. Un portavoce della presidenza della repubblica

cipriota accuserà un diplomatico palestinese. L'Olp respingerà ogni

coinvolgimento nella vicenda, tuttavia Yasser Arafat, dopo aver inviato due

suoi stretti collaboratori a Cipro per "accertamenti", deciderà l'immediata

riduzione del numero di diplomatici dell'Olp ivi accreditati.

 

A rendere ancora più intrigata la vicenda degli aliscafi un'altra

straordinaria coincidenza: meno di quattro mesi prima dell'attentato alla

Rodriquez, "un commando di estremisti filo-palestinesi", aveva effettuato un

raid contro tre israeliani a bordo di un panfilo, all'ancora proprio nel

porto di Larnaca, uccidendoli. Le tre vittime furono identificati come

agenti del Mossad. Tra di essi Sylvia Rafael (a me non risulta), nota 007 israeliana. Il

governo di Tel Aviv accusò dell'attentato la 'Brigata 17', la forza di

sicurezza del leader dell'Olp e per ritorsione scatenò il raid aereo contro

la sede di Tunisi. Aveva inizio la stagione di guerra che avrebbe, da lì a

qualche mese, incendiato il Mediterraneo.

 

Due foto degli aliscafi che a quanto pare, prima di finire a Cipro, erano in Svezia a fare servizio Malmo-Copenhagen:

 

tarnan_1966_01.jpg

 

svalan_1965_01.jpg

Modificato da Lefa
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Questo l'articolo apparso a suo tempo sulla Repubblica riguardo l'episodio messinese (Sire, contiamo su di Lei per informazioni e immagini di prima mano!):

Signore, ho dato un'occhiata al sito on-line della Gazzetta del Sud (il quotidiano locale), ma l'archivio inizia dal 1999 ... :s05:

Sto dando un'occhiata intorno, con poca speranza. :s06:

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Se ve la cavate con il francese, qui c'è qualcosa: http://www.belgian-navy.be/t4397-libye-fregate-dat-assawari

 

 

Il "Naval Institute Guide to the Combat Fleets of the World", Eric Wertheim, 15th edn, 2007, riporta quanto segue: "La fregata DAT ASSAWARI (211), rimossa da un cantiere genovese dopo lavori di raddobbo solo parzialmente portati a termine, viene riportata a Tripoli nel 1992 ed è oggi un pontone (hulk, Sire) non operativo usato per l'addestramento".

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:s20: Topic interessante! :s20:

 

Ne approfitto, e chiedo anche il Vs aiuto, per ricordare l'episodio avvenuto alla luce del sole nel porto di BRindisi (o BAri? :s68: ) nel periodo della guerra civile Yugoslava od emergenza Albania fra una nave militare Francese ed una degli ambientalisti di GREENPEACE che coinvolse anche una m/v della ns G.d.F. Il tutto fu originato da certe esperienze nucleari Francesi a Mururoa svolte in quel periodo.

 

In breve mi pare che la nave degli ambientalisti cercasse d'impedire la partenza di quella Francese. I "cugini" s'incavolarono, andarono all' arrembaggio dell' imbarcazione di GREENPEACE, ne occuparon la plancia e misero il telegrafo su "avanti tutta". L' unità così senza governo entrò in collisione con la m/v Italiana ormeggiata lì vicino. Comunque non credo che ci sian state vittime.

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Di questo incidente non so proprio nulla AB.. so però che l'affondamento della Rainbow Warrior nel 85 a Auckland è da inquadrare nel medesimo ambito, ovvero la protesa per il test dell'allora nuovo SLBM M4 francese che avrebbe equipaggiato la classe Le Redoutable, sperimentato proprio nell'atollo di Moruroa. Se ricordi almeno l'anno si può provare a impostare una ricerca.

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La DAT ASSAWARI, F 211, era una Vosper Thornycroft Mark 7, ordinata nel febbr. 1968 da Re Idris, varata nel sett. 1969 e in serv. nel febbraio 1973, consegnata ai libici nell'autunno 1973. Modello simile alle quattro iraniane Mark 5 (ne abbiamo vista una, la ALVAND del 1971, andare in Siria qualche mese fa a portare sostegno ad al-Assad), ma più grande e con armi diverse. I lavori di riattamento e riarmo (missili Otomat, Albatros, radar Selenia, Contraves, Elsag), naturalmente rifiutati da Vosper, vennero assegnati ai CNR di Genova. Il 29 ottobre 1980 esplosione provocata dai CINC francesi. Dopo le riparazioni, lavori completati a ottobre 1983. Fonte: il Jane's 1984-85, con qualche interpolazione mia. C'è anche una foto di L & L. van Ginderen del settembre 1983 a Genova (per lunedì).

 

21.7.1979

10ro3gz.jpg

 

 

31.3.1980

2qc08zd.jpg

le foto sono state scattate da Giorgio Ghiglione.

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Bellissime foto Stefano!

 

Altri articoli dall'archivio de La Stampa sugli episodi di Messina e Genova:

 

Gli aliscafi ciprioti affondati da Israele

 

Gli aliscafi ciprioti affondati da Israele Messina, lo afferma il Time Gli aliscafi ciprioti affondati da Israele MESSINA — »Non ne so nulla». Con tono deciso, quasi a non ammettere repliche, il sostituto procuratore della Repubblica, Rocco Sisci, commenta le rivelazioni del settimanale americano «Time» secondo cui l'affondamento dei due aliscafi ciprioti «Svalan» e «Tarnan» sarebbe opera-dei servizi Segreti israeliani Anche la Far nesina e il ministero della Difesa rifiutano di rispondere. L'inchiesta sul duplice sabotaggio, portato a compimento all'alba del 30 gennaio nel porto di Messina, può basarsi fino a questo momento su un solo elemento d'indagine: una delle quattro cariche esplosive usate per l'attentato, inesplosa e recuperata dopo un palo di giorni da esperti della Marina militare giunti da La Spezia, che hanno chiesto due mesi di tempo per pronunciarsi sulla sua natura e sulla sua provenienza: la bomba, infatti non assomiglia a nessuno degli ordigni industriali in circolazione. -In attesa dei risultati di questo esame non abbiamo niente di concreto su cui lavorare — sottolinea il il dott. Sisci — nessun elemento per dire se le rivelazioni del settimanale americano abbiano o meno un fondo di verità». Molta attenzione, si sa, viene riservata alle ricerche dell'armatore, scomparso dalla circolazione dopo aver consegnato 1 due aliscafi al cantle ri Rodriquez per alcuni lavori di manutenzione. Afifi Wael (ammesso che sia questo il suo vero nome, visto che possiede almeno due passaporti, uno tunisino l'altro libanese) sarebbe collegato al movimento armato palestinese. I due aliscafi affondati a Messina erano stati utilizzati a lungo per i collegamenti fra l'isola di Cipro e il Libano. Adesso — sempre secondo il .Time» — avrebbero dovuto essere ristrutturati armati e utilizzati per scopi bellici. Ma sulla' natura'dei lavori loro commissionati dall'armatore, avvenuta a Messina lo scorso autunno, i dirigenti della Rodriquez sono categorici: solo manutenzione, revisioni degli scafi e delle parti meccaniche. Ciò non esclude, naturalmente, che l'armamento e il corazzamene dei due aliscafi dovesse avvenire altrove, una volta che lo «Svalan» e 11 «Tarnan. fossero stati messi in condizione di navigare. In tutti i casi le rivelazioni del settimanale «Time» qui a Messina non costituiscono una sorpresa. Piuttosto suonano conferma alle ipotesi, fatte subito dopo 11 duplice sabotaggio, di un collegamento fra l'azione dei misteriosi dinamitardi e la difficile situazione mediorientale. Ipotesi basate su due considerazioni fondamentali: l'enigmatica figura dell'armatore, uomo chiave di questo giallo Internazionale; l'alto grado di professionalità Per sabotare lo «Svalan» e il «Tarnan» fu necessario, quasi certamente, l'intervento di «uomini rana». I due aliscafi, uno ormeggiato dinnanzi ai cantieri Rodriquez. l'altro dirimpetto al lungomare alla Fiera campionaria, ■erano Infatti irraggiungibili. Nino Amante

 

Pagina 6

(18.02.1986) LaStampa - numero 41

 

Minati due aliscafi ciprioti a picce nel porto di Messina

 

Minati due aliscafi ciprioti a picce nel porto di Messina Giallo nei cantieri di riparazione: terrorismo o vendetta? Minati due aliscafi ciprioti a picce nel porto di Messina MESSINA — Due boati nella notte, due aliscafi che affondano quasi contemporaneamente sabotati da ignoti dinamitardi. Sulle banchine del porto di Messina, sferzate dal vento freddo dello Stretto, polizia e carabinieri sono di fronte a un difficile rebus: vendetta, intimidazione, attentato terroristico? Tre ipotesi per un. «giallo» dalle connessioni internazionali. I due aliscafi, infatti, battono bandiera cipriota ed appartengono alla stessa società armati-Ice, la «Tarman Lines Limited» di Limasson, sulla costa meridionale dell'isola di Cipro. In questi ultimi tempi; facevano la spola tra Cipro e il Libano. I due natanti erano a Messina per alcuni lavori di manutenzione presso 1 cantieri Rodriqucz dove furono co- f strutti una ventina di anni fa. Adesso entrambi sono fuori uso: uno, lo «Svalan», è adagiato a trenta metri di profondità nello specchio di mare antistante i padiglioni della fiera campionaria; l'altro, il «Tarman», affiora di fronte alle banchine del cantieri navali, nella zona di San Ranieri, dove i fondali piuttosto bassi hanno impedito che andasse completamente a picco. Il duplice attentato è stato messo a segno fra le 4,30 e le 5 di ieri mattina. Le due navi, gemelle nella progettazione, sono lunghe 28 metri e possono trasportare 125 persone alla velocita di 32 nodi l'ora. Erano ad almeno un chilometro di distanza, in due punti distanti del porto. ' Fra le Ipotesi, regge poco o nulla quella di un attentato diretto a colpire esclusivamente l'Impresa Rodriquez. OH attentatori avrebbero potuto scegliere due aliscafi vicini, visto che nel molo antistante 1 cantieri erano ormeggiate altre imbarcazioni Più verosimile pensare a un'azione contro la società armatrlce. Polizia e carabinieri cercano da ieri di mettersi In contatto con il responsabile della «Tarman Lines Limited», Aflfl Wiel, 32 anni, nativo di Blserta, in Tunisia. Fu lui, nel giugno scorso, a consegnare 1 due aliscafi al cantieri per le necessarie riparazioni; da quel momento in poi nessuna notizia. Cè poi l'Ipotesi di un atto terroristico, riconducibile al contrasti etnici e politici esistenti nell'isola di Cipro, per meta turca e per meta greca. ti. a.

 

Pagina 1

(31.01.1986) LaStampa - numero 26

 

Genova: attentato di «uomini rana» a una nave libica?

 

Genova: attentato di «uomini rana» a una nave libica? GENOVA — Una violenta esplosione è avvenuta Ieri mattina nel porto di Genova, al bacino delle Grazie. Del fatte si è avuto una prima notizia solo in serata. L'esplosione è avvenuta su una nave', militare libica, la «Dat Assavvari», una ex fregata inglése che la Gran Bretagna ' ha venduto alla Libia) a Genova' da alcuni mesi per lavori. E' probabile si tratti di un attentato. Da un sopralluogo effettuato da agenti del commissariato del porto, e da sommozzatori della polizia di La SSpezla, sotto alla chiglia della nave è stato notato uno' squarcio lungo circa tre metri e la lamiera è ripiegata verso l'interno. Un buco simile è stato visto anche alla base della banchina del porto dove la nave era ormeggiata. A provocare questi danni, secondo I pruni accertamenti, potrebbe essere stato un ordigno fatto esplodere sotto la chiglia. Le indagini sull'incidente si svolgono nel massimo riserbo. Non si capisce come gli attentatori abbiano potuto raggiungere la nave, che si trova all'interno dei Cantieri Riuniti, l'accesso ai quali comporta numerosi controlli e per questo s'è fatta anche, l'Ipotesi di un commando di «uomini rana». Al momento dell'esplosione a bordo dell'unità non vi era nessuno. Ormeggiata vicino alla «Dat Assawari»; prua contro poppa, c'è la fregata della marina italiana «Perseo» con l'equipaggio al completo, composto da oltre cento militari. Sia a bordo della «Perseo», sia sulla banchina dove ormeggiata vi è servizio di guardia continua. Secondo 1 primi accertamenti, nessuno dei marinai e degli ufficiali di guardia durante la scorsa notte avrebbe visto nulla di sospetto. Queste ragioni confermerebbero l'ipotesi che siano stati alcuni sommozzatori a piazzare un ordigno sotto alla nave. I «sub» potrebbero essersi immersi dalla diga foranea del porto e avrebbero raggiunto, dopo una traversata di alcune centinaia di metri, l'obiettivo.

 

Pagina 9

(29.10.1980) LaStampa - numero 238

 

«Abbiamo sabotato la fregata libica »

 

Il Fronte di liberazione maltese «Abbiamo sabotato la fregata libica » DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Un sedicente «Fronte nazionalista maltese» ha rivendicato giovedì sera con una telefonata e ieri mattina con un documento alla «France Presse» di Roma la paternità dell'attentato alla fregata libica «Dat Assawari», compiuto all'alba di mercoledì scorso. La telefonata è stata fatta da un uomo che ha parlato con il centralinista, prima in inglese e dopo in stentato italiano: «Un nostro commando ha sabotato la fregata libica "Dat Assaiuari"», poi è stata interrotta la comunicazione. Il «Fronte nazionalista maltese», nel suo comunicato, ricorda un precedente attentato da esso compiuto il 6 luglio nella capitale maltese, La Valletta, contro «l'invasore libico». Nel documento si accusa l'Italia di dare ospitalità alle na\r libiche e di fornire loro assistenza nei propri cantieii. L'attentato — si precisa inoltre nel documento — è una risposta alla «aggressione» compiuta in agosto dalla flotta libica contro una piattaforma petrolifera italiana, impegnata per conto delle autorità maltesi in ricerche petrolifere presso il banco di Medina. Il comunicato è scritto in italiano. Gli inquirenti, sia a Roma, sia a Genova, non hanno un'opinione precisa al riguardo: non risulta loro, infatti, l'esistenza di un «Fronte maltese di liberazione», quindi non si esclude che la telefonata sia uno scherzo o anche il messaggio d'un mitomane. Le indagini non hanno compiuto per ora alcun progresso. Proseguono i controlli e i rilievi dei tecnici e dei periti nominati dalla magistratura. Si ritiene, sulla base dei numerosi sopralluoghi compiuti anche dai «sub» nel bacino dov'è avvenuto lo scoppio, che l'ordigno esplosivo, la torpedine, sia stato trasportato da uomini-rana, tramite alcune cinghie che poi sarebbero state tagliate e quindi ritrovate sul fondale del porto. E' confermato che la fregata libica —che si trovava da un anno in bacino di carenaggio per riparazioni — è stata minata in tutta fretta. La bom¬ ba, infatti, se collocata verso il centro dello scafo, avrebbe provocato, data la sua potenza, l'affondamento dell'unità da guerra, nel giro di pochi minuti. In porto comunque circola non poco nervosismo. Per tutta la notte, nello specchio acqueo delle Grazie (dove si trovano i bacini dei «Cantieri Riuniti») hanno incrociato le vedette della polizia, dei carabinieri e della capitaneria con i fari accesi. Un pneumatico galleggiante è stato scambiato per un sommozzatore e ha provocato una mezz'ora di caccia affannosa, tra l'incrociarsi dei riflettori e dei razzi di segnalazione. Sulla fregata «Perseo» della Marina italiana, ormeggiata nei pressi della nave libica, sono stati istituiti severissimi controlli e nutriti turni di guardia. Si continua a sospettare che l'attentato potesse avere come obiettivo proprio la «Perseo». I quarantasei marittimi del traghetto «Staffetta Ligure», che copre la rotta GenovaTripoli, hanno rifiutato, dopo una agitata assemblea, di partire, temendo di essere oggetto di rappresaglie in Libia o comunque possibili obiettivi di attentati. p. L

 

Pagina 7

(01.11.1980) LaStampa - numero 241

 

NELL'80 I FRANCESI MINARONO UNA FREGATA LIBICA A GENOVA

 

Un caso simile al «Greenpeace» avvenne in Italia NELL'80 I FRANCESI MINARONO UNA FREGATA LIBICA A GENOVA OENOVA — L'affaire «Greenpeace», che sta sconvolgendo in Francia 11 mondo politico e i servizi segreti, ha un Inquietante precedente genovese. Lo ha rivelato Ieri 11 settimanale parigino «l'Express», affermando che «un'operazione analoga a quella compiuta contro la Greenpeace avvenne a Genova nel 1982». Spie, uomini-rana, esplosivi anche nello scalo genovese? Ufficialmente non si hanno né conferme né smentite. Ma frammenti di verità emergono dagli archivi. Cambia la data: non il 1982, come scrive 11 settimanale francese, ma 11 1980, esattamente all'alba del 29 ottobre. Quel giorno un ordigno fu fatto esplodere sotto la chiglia della fregata libica «Dat Assawari», ormeggiata ad un molo del «Cantieri Navali Riuniti», alle «Grazie» per lavori di ristrutturazione. L'attentato fu rivendicato alcuni giorni dopo da un se¬ ale e si concluderà domani dicente «Fronte maltese» rimasto sempre sconosciuto. OH Inquirenti accertarono che l'esplosione aveva provocato nella chiglia uno squarcio di tre metri: la nave non era colata a picco, perché le paratie stagne avevano tenuto. L'attentato sarebbe stato compiuto da uomini-rana, probabilmente sbarcati da un battello (o da un minlsommerglblle) poco a largo della diga foranea del porto. La fregata libica, che aveva a bordo impianti modernissimi per 11 lancio di bombe di profondità, potrebbe essere stata l'obiettivo di un commando della «Dgse», 11 servizio segreto francese, partito dalla base corsa di Aspretto, dove sono stati addestrati gli incursori che hanno operato in Nuova Zelanda contro la Greenpeace. SI dice che, oltre all'essere stata costruita per il lancio di bombe in profondità, la nave libica fosse servita per ripetuti trasporti di armi. E c'è un'altra Ipotesi: in quel giorni, vicino alla Dat Assawarl, era ormeggiato un motor yacht personale di Gheddafl. Anche questo era un bersaglio del commando, che avrebbe desistito perché «disturbato» da operai del cantiere navale? g_ c_ • SANREMO — I fondali marini del golfo di Sanremo si stanno rivelando un autentico arsenale bellico. Nelle scorse settimane un gruppo di subacquei aveva trovato, sparse su un fondale di una decina di metri, proprio davanti alle spiagge di Bussana, 20 bombe d'aereo di fabbricazione inglese, da 25 libbre. Gli ordigni erano stati recuperati dal sommozzatori della Marina Militare, trasportati al largo e quindi Inabissati ad una profondità di oltre tremila metri. Pochi giorni fa nuovo ritrovamento, questa volta all'interno del porto, nel pressi del Cantieri Sanremo. In Comune parteciper

 

Pagina 9

(21.09.1985) StampaSera - numero 240

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... trattandosi di fatti avvenuti in tempo di pace, si tratterebbe di atti "delinquenziali", pirateria.

O no ?

 

 

 

da base artica, marco.

 

vi sono questioni dove gli interessi singoli sono accantonati dagli interessi di stato.

 

inoltre chi di spada ferisce, di spada..perisce!

saluti marco

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vi sono questioni dove gli interessi singoli sono accantonati dagli interessi di stato.

inoltre chi di spada ferisce, di spada..perisce!

Se i Somali che attaccano i mercantili al largo della Somalia sono pirati, chi attacca una proprietà privata in un Paese in tempo di pace, cos'è ?

... forse (umile parere) sarebbe bene pensarci.

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In riferimento al mio n°13 ho fatto ciò che avrei dovuto fare prima e cioè una ricerca in rete. Dunque l'episodio avvenne intorno alle ore 08.00 ( :s07: alla luce del sole e Bandiere al vento!!! :s07: ) nel porto di BRindisi nell' Ottobre 1995 e protagoniste furon il DUPLEIX della MARINE NATIONALE e l' ALTAIR di GREENPEACE. Ci furon solo danni materiali e forse qualche contuso in seguito alla "scazzottata marinara" seguito all'arrembaggio Francese.

 

:s05: Ricordo che rimasi molto "sconcertato" sul fatto che GREENPEACE e la MARINE NATIONALE avessero potuto compiere una innumerevole serie di reati in un ns porto: :s05: ma dov'erano le Autorità Italiane?! :s25:

Modificato da Alfabravo 59
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Se i Somali che attaccano i mercantili al largo della Somalia sono pirati, chi attacca una proprietà privata in un Paese in tempo di pace, cos'è ?

... forse (umile parere) sarebbe bene pensarci.

 

Riguardo la prima operazione descritta, molto probabilmente c'era il benestare italiano. Proprio in quei mesi avevamo personale italiano che addestrava il reparto incursori della neonata Marina di Israele, sarebbe stato quantomeno sfrontato condurre un'operazione di quel tipo senza aver prima chiesto il permesso. L'Italia è stata grande complice del sionismo e dell'immigrazione clandestina degli ebrei in Israele, in barba alla Perfida Albione (il Comandante Capriotti in uno dei suoi libri afferma che uno dei motivi che lo spinsero ad accettare il lavoro in Israele fu la posizione politica inglese nei confronti di quello 'stato'), la Signora Sereni ha scritto almeno un paio di libri sull'argomento.

 

Sui francesi non mi pronuncio, ma con Israele abbiamo sempre avuto ottimi rapporti come spesso abbiamo dato un colpo al cerchio...e uno alla botte. Come si fa a essere amici in egual misura di due stati in guerra fra loro? :s41:

 

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Una bella carta del viaggio della SS Lino:

 

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."......Proprio in quei mesi avevamo personale italiano che addestrava il reparto incursori della neonata Marina di Israele....."

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Una bella carta del viaggio della SS Lino:

 

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A proposito di istruttori italiani degli incursori subacquei isreaeliani, ho conosciuto un "ragazzo" del '39 che afferma di esserlo stato attorno agli anni '66-'67. Il suo nome è Lucio Mamberto. Qualcuno lo ha mai conosciuto o sentito nominare?

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A proposito di istruttori italiani degli incursori subacquei isreaeliani, ho conosciuto un "ragazzo" del '39 che afferma di esserlo stato attorno agli anni '66-'67. Il suo nome è Lucio Mamberto. Qualcuno lo ha mai conosciuto o sentito nominare?

 

Verifichiamo subito, era un incursore?

 

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Ho controllato tutti i corsi Arditi Incursori dal 1952 al 1970, non ho trovato nessun Licio Mamberto.

Se è del 39, nel 67 aveva 28 anni, forse troppo giovane per esser istruttore, non avendo per altro esperienza bellica? la base ha un amico in Israele che è approdato alla Shayetet 13 più o meno in quel periodo (64 mi pare), possiamo provare a scavare ulteriormente. Personalmente non lo ho mai sentito nominare.

Modificato da Lefa
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Riguardo la prima operazione descritta, molto probabilmente c'era il benestare italiano. Proprio in quei mesi avevamo personale italiano che addestrava il reparto incursori della neonata Marina di Israele, sarebbe stato quantomeno sfrontato condurre un'operazione di quel tipo senza aver prima chiesto il permesso. L'Italia è stata grande complice del sionismo e dell'immigrazione clandestina degli ebrei in Israele, in barba alla Perfida Albione (il Comandante Capriotti in uno dei suoi libri afferma che uno dei motivi che lo spinsero ad accettare il lavoro in Israele fu la posizione politica inglese nei confronti di quello 'stato'), la Signora Sereni ha scritto almeno un paio di libri sull'argomento.

 

Sui francesi non mi pronuncio, ma con Israele abbiamo sempre avuto ottimi rapporti come spesso abbiamo dato un colpo al cerchio...e uno alla botte. Come si fa a essere amici in egual misura di due stati in guerra fra loro? :s41:

 

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Una bella carta del viaggio della SS Lino:

 

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Scusami Matteo, solo qualche contestualizzazione:

a) emigrazione clandestina (libri di Paul Silverstone e di un autore inglese che se ti interessa posso ritrovare facilmente sull'attività di pattugliamento della RN al largo della Palestina, saggio di Achille Rastelli sul Bollettino AIDMEN sulla scuola di Civitavecchia). Il problema dell'Aliyah Bet (di cui la signora Sereni faceva parte) era quello di trovare naviglio a buon mercato e disponibile nel Mediterraneo. Quindi un gran numero di decrepiti coasters e motovelieri italiani e greci vennero acquistati a buon mercato, mentre il governo di Sua Maestà in genere bloccava gli acquisti di naviglio più importante o moderno (salvo le due corvette classe Flower ex canadesi, un po' di panfili di varia provenienza, ecc.). Gli armatori italiani (ad es. quelli di Sorrento) erano ben lieti di fare affari, e i porti d'imbarco erano francesi, italiani, balcanici ecc.

b) appoggio politico. Ricordati che gli israeliani all'inizio (fino al 1951, cioè fino al colpo di stato egiziano) ricevevano armi sopratutto dal blocco orientale (Cecoslovacchia, in particolare): il mondo arabo era pre-nasseriano, e quindi tutto considerato nell'orbita occidentale, e dar fastidio agli inglesi indeboliva comunque la loro posizione in Grecia (guerra civile dell'ELAM, mine albanesi nel canale di Corfù) e in Iran ("il nemico del mio nemico è mio amico" ecc.). L'Italia forniva armi (ad es. aerei da caccia) a Siria ed Egitto, ma sottobanco anche a Israele...Insomma: un quadro tipicamente mediterraneo...

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Le tue contestualizzazioni sono necessarie e gradite, as usual.

 

Mi interessa il saggio di Rastelli, è in formato cartaceo? chiedo il permesso all'autore di inviarLe un documento molto carino, famo no' scambio?

Le corvette avremmo potuto fornirle noi se avessimo accettato quel pagamento di $5 milioni a medio termine offerti dal committente, sai per caso cosa avremmo potuto offrire?

 

Un altro luminoso caso di gestione italiana del mediterraneo è l'addestramento contemporaneo dei corpi speciali di Israele ed Egitto; nel periodo di Capriotti sul Nilo c'era un altro italiano poco conosciuto che è stato (appositamente) scaricato nel dimenticatoio, alle due nazioni venivano segretamente forniti mezzi d'assalto speciali italiani di diversa provenienza, le attrezzature subacquee (mute, autorespiratori ecc..) erano le stesse... per rendere un'idea del trattamento equo e solidale, la Panerai fornì due orologi appositi per le due parti (modelli 'doppio ponte' e 'egiziano'). Il presente è ancora così coerente?

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Mio buon Lefa il Principe di Macchiavelli, nonostante il trascorrere del tempo, conserva immutata la sua attualità :s02: .

 

P.s.: Non dirlo a nessuno ma devo confessarti che qualche volta utilizzo l'argomento per scoprire la sete di potere che anima i miei interlocutori: quest'ultima infatti risulta, di solito, direttamente proporzionale al grado di conoscenza dell'opera :s03: .

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Mio buon Lefa il Principe di Macchiavelli, nonostante il trascorrere del tempo, conserva immutata la sua attualità :s02: .

 

P.s.: Non dirlo a nessuno ma devo confessarti che qualche volta utilizzo l'argomento per scoprire la sete di potere che anima i miei interlocutori: quest'ultima infatti risulta, di solito, direttamente proporzionale al grado di conoscenza dell'opera :s03: .

 

 

Nicola, è in onda su Sky una serie sui Borgia (il buon principe Valentino), che giustifica appieno la scarsissima considerazione che la gerarchia ha degli "antipapisti" inglesi. Inconcepibile non solo per Rai, ma per Mediaset, La Sette.... Però a proposito di sete di potere, puoi vederti l'intervista di Terry De Nicolò a Rai Due:

 

 

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/17...-nicolo/158125/

Modificato da de domenico
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Questa non è un'intervista Francesco è la migliore opera d'arte contemporanea che la creatività umana potesse concepire per rappresentare il barocco decadentismo dei nostri tempi. Non dobbiamo nemmeno preoccuparci di trovare un degno finale alla storia della nostra Terry nazionale: ci ha già pensato Verga descrivendoci gli ultimi istanti di vita del buon Mazzarò.

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Risposta molto rapida ed estremamente generica sul tema "sete di potere":

 

Ho elementi, credo validi, per supporre che un "Piano di evacuazione" di Israele, se esiste, non farebbe piacere a nessuno, neanche agli Arabi, la cui leadership più preparata si renderebbe conto di avere avuto una vittoria di Pirro di quelle enormi.

 

ed onestamente, ci stanno elementi validissimi per considerare la Capitale del paese che verrebbe coinvolto nella "diaspora concentrata" allo stesso livello, se non superiore, di Gerusalemme, il che motiverebbe ,e non poco, il "takeover" Israelita di questo Paese (che non e' certo un Paese minore, anzi...)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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