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Vincenzo Martellotta


Rostro

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Sto raccogliendo notizie, fotografie, testimonianze sul mio concittadino Vincenzo Martellotta, M.O.V.M. per l'impresa di Alessandria del 18-19 dicembre 1941.

So che per molti di voi saranno informazioni risapute ma faccio una breve descrizione del personaggio:

Vincenzo Martellotta è stato un ufficiale delle armi navali che durante la 2^ guerra mondiale fu incursore della X MAS.

 

Nato a Taranto l’01.01.1913 e deceduto a Castelfranco Emilia nel 1973, tra le sue prime destinazioni ebbe la direzione dell'officina siluri e dell'autoreparto della base di Massaua in Eritrea.

 

Come incursore della X^ MAS Martellotta partecipò all’attacco alle basi navali inglesi di Malta del 26 luglio 1941 e di Alessandria d’Egitto nella notte del 18-19 dicembre 1941.

 

A parte le imprese belliche, Martellotta ha dei meriti eccezionali anche per quello che fece dopo la guerra. Partecipò infatti alle operazione di sminamento e bonifica del porto di Bari che il 2 dicembre 1943 era stato colpito da un violentissimo bombardamento dei tedeschi la sera del 2 dicembre 1943. Una delle navi colpite, la statunitense “John Harvey”, trasportava bombe d’aereo caricate ad iprite. Il terribile gas si mescolò alla nafta fuoriuscita da alcune petroliere, anch’esse colpite, formando una micidiale miscela nella quale si trovarono immersi tutti coloro che finirono nelle acque del porto.

 

Le operazioni di bonifica condotte da Martellotta e dai suoi uomini (tra cui il famoso velista ed ex nuotatore gamma della X MAS T.V. Agostino Straulino), che iniziarono nel 1947, consistevano nel recupero di tali ordigni dai fondali del porto, nel loro deposito in appositi locali all’interno dell’area portuale e, successivamente, nel loro caricamento su zatteroni che ditte civili trasportavano a largo per poi gettarne il carico su fondali che variavano se si trattava di munizionamento ordinario o se si trattava di bombe all’iprite.

 

Accadde poi che in uno dei depositi di stoccaggio del munizionamento recuperato si sviluppò un incendio. Nel locale si trovavano anche bombe caricate ad iprite. La situazione rischiava di trasformarsi in una catastrofe per la città di Bari al pari di quella che avvenne la notte del 2 dicembre 1943. Martellotta e la sua squadra intervennero prontamente a rischio della loro stessa vita e neutralizzarono il pericolo di una nuova contaminazione da iprite.

 

Quasi tutti gli uomini della squadra rimasero ustionati gravemente e molti di loro, compreso Martellotta, furono ricoverati nell’Ospedale Militare di Taranto.

 

Il 27 aprile 1949 a seguito di quegli avvenimenti, Martellotta fu insignito di medaglia d’argento al merito civile.

 

Questo storia spiega l’enorme debito di riconoscenza che i Baresi hanno nei confronti di tale straordinario personaggio e anche perché essi ricordino Martellotta con tanta devozione da intitolargli non solo vie e piazze ma persino i nuovi modernissimi moli del porto commerciale.

 

Ho già fatto una visita all'Ufficio storico della Marina e recuperato del materiale (ben poco per la verità). Ho letto in un vecchio topic che il comandante DIASPRO è in possesso del libro del MP 100 del corso Altair di cui Martellotta ha fatto parte. Mi farebbe enormemente piacere poter attingere qualche informazione da quel cimelio (io ho quello del corso I Rostri 1936-39 di cui fece parte mio padre che naturalmente metto a disposizione) e invito chiunque avesse altro materiale a offrirmi ulteriori notizie.

Un grazie anticipato a tutti

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impresa meritoria, della quale ti prego di tenerci informati!

da parte mia non ho molto di piu, se ben ricordo l'autore di questo libro https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=30041 mi sembra lo abbi aincontrato e credo ci sia anche una foto (se non lo confondo con visentini). il c.te Parodi vive a Milano e dovrebbe essere cntattabile via ANMI.

se ricordo nel w.e. sfoglio il libro in cerca di dettagli

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  • 2 weeks later...

Accolgo l'invito di Totiano e aggiungo qualche altra notizia che ho raccolto sull'attività di bonifica del porto di Bari svolta da Martellotta subito dopo la guerra e in particolare sull'incidente che si verificò il 30 maggio 1947.

Per mia disattenzione dovuta al noviziato nell'utilizzo del sito, avevo inserito il primo post nella discussione riguardante Athos Fraternale. Per evitare di disperdere le notizie aprendo una nuova discussione, proseguo sulla strada già tracciata lasciando ai moderatori la scelta di trasferire la discussione in una sezione autonoma.

 

Il 30 maggio 1947 la giornata inizia presto per il maggiore Martellotta ed i suoi uomini del nucleo sminamento porti di MARICENTROSUB Taranto impegnati nel lavoro di bonifica del porto di Bari.

Sono le 7 del mattino quando il gruppo arriva nel magazzino all'interno dell'area portuale per prelevare il consueto materiale da lavoro. Appena entrato, però, Martellotta avverte l'odore acre e pungente di mostarda che nei giorni precedenti ha imparato a riconoscere bene, e a temere. Immediatamente si guarda intorno con preoccupata attenzione individuando sul pavimento del magazzino una discreta quantità di liquido fuoriuscita da una bomba all'iprite portata lì il giorno prima per essere analizzata e studiata. Resosi conto del pericolo, insieme al T.V. Straulino indossa l'autorespiratore e ordina a tutto il personale presente di indossare gli stivali ed i guanti antipritici per poter provvedere in sicurezza alla bonifica del locale. Ben presto, però, gli occhi cominciano a bruciargli. L'autorespiratore non è adatto per proteggerlo da quel micidiale gas ma il momento è estremamente critico e Martellotta non può abbandonare i suoi uomini che si stanno adoperando per spargere il cloruro di calcio, sostanza utilizzata per neutralizzare l'iprite. Deve assolutamente sorvegliare le operazioni di bonifica e pertanto, insieme al T.V. Straulino e al 2° capo Bagnati, adotta l'unico, semplice sistema praticabile in quel momento, quello di uscire per respirare all'aperto, riempire i polmoni d'aria, trattenere il respiro e poi rientrare nel magazzino. Non c'è altro modo per assicurarsi che non succedano incidenti e tenere sotto controllo le fiammate che si sviluppano al contatto tra l'iprite e il cloruro di calcio. Ma di certo non è il sistema più sicuro per evitare danni alla propria salute. E, infatti, terminato l'intervento nel magazzino dove è stato necessario scongiurare anche un principio di incendio, Martellotta inizia subito a bonificare se stesso e a far bonificare i suoi uomini con il permanganato. Queste precauzioni, tuttavia, si rivelano insufficienti tanto che nel pomeriggio dello stesso giorno, acuendosi il bruciore agli occhi, chiede l'intervento del medico che insieme ad alcuni specialisti locali lo sottopone alle prime cure del caso. La situazione, però, non accenna a migliorare e così nel pomeriggio del 31 maggio si decide di trasportarlo all'ospedale militare di Taranto dove viene ricoverato per "lesioni da iprite".

Martellotta ha gli occhi gonfi, fortemente arrossati, che lacrimano e risultano estremamente sensibili alla luce. Dopo tre giorni compaiono anche vescicole nelle regioni sottoascellari e scrotali e sull'alluce destro. Le conseguenze dell'esposizione all'iprite si stavano manifestando con i loro tipici effetti, gli stessi che erano comparsi su tutti coloro che la notte del 2 dicembre 1943 erano venuti a contatto con il terribile gas. Al contrario di tanti di quegli sventurati che allora non avevano trovato una pronta ed efficace assistenza perché gli alleati non volevano si sapesse che disponevano di ordigni chimici, Martellotta fu sottoposto durante il ricovero, durato circa due settimane, a una serie di cure che portarono ad un generale miglioramento tanto che, su sua espressa richiesta, in data 11 giugno venne dimesso dall'ospedale. Permaneva il forte arrossamento agli occhi e la lacrimazione, ma tali sintomi potevano essere curati ambulatorialmente senza bisogno di stretto ricovero ospedaliero. Martellotta, pertanto, potè uscire dall'ospedale con la prescrizione dell'allontanamento dal servizio per venti giorni, periodo giudicato dai medici sufficiente per arrivare a una guarigione completa.

Modificato da Rostro
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Per mia disattenzione dovuta al noviziato nell’utilizzo del sito, avevo inserito il primo post nella discussione riguardante Athos Fraternale. Per evitare di disperdere le notizie aprendo una nuova discussione, proseguo sulla strada già tracciata lasciando ai moderatori la scelta di trasferire la discussione in una sezione autonoma.

 

provvedo a spostare in posto piu consono...

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  • 1 month later...

Proseguo con qualche altra notizia su Martellotta, sempre nella speranza di stimolare la discussione e di raccogliere altre informazioni.

Vincenzo Martellotta fu insignito di tre decorazioni al valore. Mentre per la MOVM rimando al sito della Marina Militare (http://www.marina.di...taVincenzo.aspx), mi sembra qui interessante riportare le motivazioni delle due medaglie d'argento:

 

Medaglia d'argento al valor militare:

"Assegnato alla flottiglia di mezzi speciali d'assalto dava ogni energia spirituale e materiale alla preparazione delle armi e degli uomini, che alla prova dimostravano la loro piena efficienza. Imbarcato su una unità d'appoggio ai mezzi d'attacco, prendeva parte ad una rischiosa e riuscita impresa contro una munitissima piazzaforte nemica che subiva gravi danni dall'azione organizzata con perizia, preparata con fiducia nel successo ed attuata con incomparabile audacia" (Acque di Malta, 26 Luglio 1941) (DVM n. 20 R.D. 12 gennaio 1942 determ. Del 23 agosto 1941).

 

Si trattava della missione Malta2, il fallito attacco combinato dei barchini esplosivi e dei maiali che costò agli Italiani 15 morti e 18 prigionieri. La motivazione, quindi, stride parecchio con ciò che accadde in realtà, perché di riuscito quella missione non ebbe proprio niente e nessun danno subì la piazzaforte nemica, eccetto il Breakwater Viaduct che precipitò distrutto in mare per via delle esplosioni dei barchini di Carabelli e Frassetto e, forse, anche del maiale di Tesei.

Motivare la decorazione inserendo alcune circostanze del tutto inventate appare quindi come un maldestro tentativo per coprire l'esito disastroso della missione. Nel caso di Martellotta, poi, la MAVM fu concessa forse con troppa generosità considerato che il suo ruolo si era limitato a riserva degli equipaggi dei maiali. Ma anche questo, probabilmente, si spiega con il tentativo di rendere meno amara ed evidente una sconfitta così tragica.

 

Medaglia d'argento al merito civile:

per il seguente atto di coraggio compiuto il 30 maggio 1947 a Bari:

"Accortosi che da un ordigno situato in un deposito di bombe recuperate si era determinata una fuoruscita di un potente aggressivo chimico, si adoperava prontamente per neutralizzare gli effetti nocivi; dopo aver domato un principio di incendio verificatosi nel locale, provvedeva, con l'aiuto dei suoi uomini cui era di esempio, al trasporto delle altre bombe in luogo lontano, scongiurando così il pericolosi gravi danni alla cittadinanza". (Decreto Presidenziale del 27 Aprile 1949).

 

In questa motivazione, invece, di inventato non c'è nulla. Anzi. Per l'impegno, la perizia ed il coraggio dimostrati nell'opera di bonifica del porto di Bari (ma anche di molti altri) forse la medaglia d'argento fu un riconoscimento non sufficientemente adeguato perchè Martellotta, durante quel servizio così importante e delicato, rischiò la vita ogni giorno, come peraltro tutti gli uomini della sua squadra. Agostino Straulino per uno schizzo di iprite rimase cieco per sei giorni e perse la sua straordinaria vista restando costretto, da quel momento in poi, a portare gli occhiali.

Modificato da Rostro
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