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Dahlak: Storie Di Guerra, Di Navi E Di Uomini


Messaggi raccomandati

Salve a tutti.

Con la pubblicazione degli ultimi due articoletti (chiamiamoli così...), dovrei aver finito di raccontare alcuni episodi della 2^ GM nelle isole Dahlak.

Chi fosse interessato a leggerli può trovarli su:

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecarelitti.pdf (sui relitti ancora presenti)

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecascapaflow.pdf (sugli autoaffondamenti dell'aprile '41)

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecaleone.pdf (sull'affondamento del ct Leone)

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecaartiglio.pdf (sul siluramento dell incrociatore Capetown da parte del MAS 213)

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecapassato.pdf (sulle batterie costiere)

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecatragedia.pdf (sull'affondamento del ct Nullo)

Circa un curioso episodio accaduto sempre alle Dahlak negli anni '20 del secolo scorso (Belloni e la pesca delle perle con il smg Ferraris) c'è anche

- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecaperle.pdf

Chi volesse leggerli mi perdoni eventuali inesattezze, ma, credetemi, non è stato facile trovare documentazione e persino verificare quanto di quella, anche ufficiale, presenti errori ed incongruenze. Saranno ovviamente graditissime correzioni ed integrazioni.

Un ringraziamento a tutti gli amici di Betasom che mi hanno aiutato ed in particolare ad Alagi, De Domenico e Malaparte

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Un ottimo lavoro veramente: mi sento di sposare in toto il commento di PP

(ecco, questi sono i lavori che vorrei vedere sulla derelitta Rivista Marittima...)

esortando Leopard 1 a far seguire - mazzinianamente - al pensiero l'azione e a proporre il suo meritorio lavoro alla "Rivista Marittima". Resto a sua disposizione per le eventuali indicazioni pratiche e operative del caso. :s02:

Se, come ho avuto modo di scrivere in "Biblioteca"

(...) A questo concetto si deve quindi collegare la collaborazione di quanti possono "dare una mano" - in termini pratici, costruttivi e propositivi - (...) proprio la presenza del com.te Rapalino al vertice della testata può portare a chiederci, costruttivamente, non già "cosa può fare per noi la Rivista Marittima", ma "cosa possiamo fare noi per la Rivista Marittima". Come ho detto, questa è probabilmente l'ultima possibilità che si apre per il salvataggio di questa un tempo gloriosa testata, e tutti insieme dobbiamo cercare di dare il nostro contributo.

a proposito della "Rivista Marittima", vogliamo fare qualcosa per risollevare la testata, questa è un'occasione da non perdere assolutamente.

 

Nel caso, quindi, invito Leopard 1 a contattarmi per PM eo per e-mail. :s02:

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Un vero, gradito quanto inaspettato REGALO!!! Avevo già letto, tempo fa, il pezzo sulle batterie costiere... ma adesso...

Cose assolutamente da salvare e divulgare!

Grazie Leopard1. :s20: :s01:

Modificato da Bob Napp
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Forse non tutti sanno che il Comandante Fecia di Cossato per ben due anni fu imbarcato "sull'incrociatore Bari (dal 12 agosto 1934 al 15 giugno 1936) ed in "questo periodo ebbe anche il comando delle difese portuali di Massaua" (Achille Rastelli, "Carlo Fecia di Cossato, l'uomo, il mito, il marinaio", Mursia, pag. 92 ss.). Da qualche parte, se la memoria non mi inganna (chiedo conferma al nostro esperto Comandante Leopard1), devo avere letto che, proprio nel 1936 gli uomini dell'incrociatore Bari parteciparono all'implementamento delle fortificazioni nell'arcipelago delle Dahlak.

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  • 3 weeks later...

No, Corto Maltese, purtroppo non ho trovato alcuna documentazione su chi abbia partecipato od anche soltanto contribuito ad edificare (talvolta in modo estremamente elementare, accatastando semplicemente blocchi di roccia corallina a protezione dei pezzi d'artiglieria) le varie installazioni della Regia sulle isole Dahlak.

Mi è stato detto, e ritengo che sia probabile, che la sistemazione di una delle due batterie (quella con tre pezzi da 152mm) di Dohul (Dehel) sia stata opera dell'equipaggio dell'incrociatore Taranto, da cui poi ebbe il nome, ma di documentazione ufficiale, rien de rien!

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No, Corto Maltese, purtroppo non ho trovato alcuna documentazione su chi abbia partecipato od anche soltanto contribuito ad edificare (talvolta in modo estremamente elementare, accatastando semplicemente blocchi di roccia corallina a protezione dei pezzi d'artiglieria) le varie installazioni della Regia sulle isole Dahlak.

Mi è stato detto, e ritengo che sia probabile, che la sistemazione di una delle due batterie (quella con tre pezzi da 152mm) di Dohul (Dehel) sia stata opera dell'equipaggio dell'incrociatore Taranto, da cui poi ebbe il nome, ma di documentazione ufficiale, rien de rien!

 

Qualche fotografia degli uomini dell'incrociatore Bari ai lavori sulle isole Dahlak gliela rimedio io :s02: ... il punto è che la mia pessima memoria si ostina ad impedirmi di ricordare su quale volume avevo recuperato le informazioni utilizzate per catalogarle :s68:

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- http://www.ilcornodafrica.it/st-melecascapaflow.pdf (sugli autoaffondamenti dell'aprile '41)

Saranno ovviamente graditissime correzioni ed integrazioni.

Nella ns Biblioteca è recensito il libro di F. RUGE "SCAPA FLOW 1919" edito da MURSIA. Ebbene in tal libro si afferma che l'Amm. VON REUTER avrebbe autoaffondato le navi SOLO SE gl'Inglesi avessero cercato d'impadronirsene con la forza, ma di CONSEGNARLE se da Berlino fossero arrivati ordini in tal senso. Insomma "l'ecatombe" di Scapa Flow forse non ci sarebbe stata se qualche Inglese non avesse avuto certe "brillanti iniziative".

 

Mi complimento per le belle ed interessanti fotografie dei cimeli di quello che fu il ns effimero Impero :s10:. Speriamo che l'evoluzione politica locale ed il progresso li conservino...

 

P.S. Dell' Amm. Lorenzo BONETTI ho conosciuto la Vedova, Sig.ra Lea, che per vari anni è venuta in villeggiatura a Cervia. Era ospite nell'albergo della consorte del nipote, Dr. Claudio BONETTI, stimato medico quì a Faenza.

Modificato da Alfabravo 59
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