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La Marina Italiana 1940-1945


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Titolo: LA MARINA ITALIANA 1940-1945 - Segreti bellici e scelte operative

Autore: M.A. Bragadin

Editore: Odoya, Bologna

Anno:2011

Pagine: 430

Dimensioni: cm 15 x 20,5 - oltre 200 tra fotografie e cartine in b/n, brossura

Prezzo: Euro 20,00

reperibilità: facilissima

 

9788862881104g.jpg

 

Per una di quelle particolarissime coincidenze che ogni tanto accadono, il volume del com.te Bragadin Il dramma della Marina italiana - appena recensito poche ore fa da Marco ( https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=36900 ) viene ora riproposto in una nuova edizione. Peccato che, testi a parte, come stiamo per vedere si tratta di un'operazione MOLTO discutibile... :s05:

 

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Tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, vennero pubblicate - in più edizioni - le memorie del comandante Bragadin che, nel corso del secondo conflitto mondiale, assegnato a "Supermarina" beneficiò di un privilegiato punto di vista sullo svolgimento delle operazioni e sulle vicende che coinvolsero la Regia Marina, le sue navi e i suoi uomini.

Il volume del comandante Bragadin, inizialmente dato alle stampe con il titolo Che ha fatto la Marina? e - successivamente - Il dramma della Marina Italiana, riscosse un indubbio e meritato successo, venendo tradotto anche in spagnolo ed in inglese e pubblicato, negli Stati Uniti, dal prestigioso U.S. Naval Institute. Per l'epoca in cui fu scritto, costituisce una descrizione sufficientemente completa, e un dignitoso esame critico, della partecipazione italiana ai fatti navali del secondo conflitto mondiale e - a tutt'oggi - pur con le limitazioni derivanti dal trascorrere del tempo (e dall'uscita di volumi maggiormente approfonditi e aggiornati) risulta interessante, esaustivo e di piacevole lettura.

La casa editrice Odoya di Bologna, avendo acquisito dagli eredi dell'autore i relativi diritti di pubblicazione, ripresenta oggi l'ultima edizione del volume (Mondadori, 1982 - "LE scie" e, pochi anni dopo negli "Oscar"); il testo è riprodotto integralmente e senza interventi (come pure la bibliografia e l'impianto di note e tabelle) anche se, come è ormai prassi di una certa editoria di secondo livello spesso disattenta agli elementi fondamentali di un'opera a carattere storico-saggistico, il titolo è stato completamente e arbitrariamente cambiato aggiungendo, per di più, un sottotitolo che fa riferimento a situazioni che - ormai - di "segreto" hanno ben poco... Tuttavia, dal punto di vista dei contenuti e del testo si tratta - in ogni caso - di un'iniziativa dal valore positivo che, tra l'altro, consente di disporre del volume del comandante Bragadin soprattutto a coloro che, per motivi anagrafici, non poterono acquisirlo all'epoca della sua iniziale pubblicazione.

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Ben diverso, e di segno completamente opposto, è invece il giudizio sui contenuti iconografici del volume, che - per molteplici aspetti di grossolana faciloneria, per i gravissimi e ripetuti errori nella scelta delle immagini e delle relative didascalie, e per una generale sciatteria che individua nell'assoluta mancanza di citazioni delle fonti fotografiche il suo aspetto più eclatante - non può che essere del tutto negativo, e tale da rendere necessaria una specifica e approfondita analisi di questi particolari aspetti.

Innanzitutto, il modus operandi con cui l'improvvido e più che impreparato curatore dell'iconografia ha proceduto alla scelta delle immagini può essere definito come ascrivibile alle sole categorie dell'indegno saccheggio e della più bieca pirateria: per nessuna (dicasi: per NESSUNA!) delle oltre duecento fotografie che corredano il volume viene indicata la fonte, l'autore, o il testo da cui è tratta. Qualsiasi appassionato mediamente preparato potrà facilmente individuare immagini attinte a piene mani da testi autorevoli e pubblicazioni meno note (ma ugualmente ben realizzate) che - opportunamente e con signorile stile editoriale - avrebbero potuto facilmente venire corredate del relativo "credito"... "Credito", si badi bene, che non avrebbe comportato alcun esborso economico da parte della casa editrice, ma avrebbe invece contribuito alla qualità ed alla credibilità dell'intero lavoro.

Ma è con le didascalie e con la scelta di talune immagini che ci troviamo di fronte a situazioni che rasentano l'umorismo da avanspettacolo o la più grottesca delle farse. Valgano per tutti alcuni esempi:

- pag. 16: invece di una foto della nave da battaglia Andrea Doria è pubblicata un'immagine dell'omonimo incrociatore lanciamissili degli anni Sessanta: l'ineffabile curatore dell'iconografia ha persino mantenuto l'esatta definizione dell'unità raffigurata, senza porsi il problema se si trattasse di una nave ben più moderna, vista la presenza di missili e radar...

- pag. 73: invece della portaerei britannica HMS Ark Royal, affondata a novembre del 1941, sono presentate due immagini dell'Ark Royal postbellica (appartenente alla classe "Eagle"), entrata in servizio nel 1955 e radiata nel 1980. La seconda immagine, databile agli anni Sessanta, raffigura addirittura il dettaglio del decollo di un cacciabombardiere a getto "Seahawk" ripreso... dalle telecamere della BBC! Si badi bene che il volume riporta ai soli anni della seconda guerra mondiale.

- pag. 146: con riferimento alla nota azione della Xª Flottiglia MAS ad Alessandria del 18 dicembre 1941, viene presentata una fotografia della "corazzata" Queen Elizabeth: peccato che ci si trovi invece di fronte ad un'immagine della "pre-dreadnought" HMS Queen, entrata in servizio nel 1904 e radiata nel 1920.

- pag. 273: "Un soldato dell'Afrika Korps". Qui si tocca veramente il fondo, trattandosi di una notissima immagine dell'IWM di un marinaio inglese (con un pesante "Montgomery" invernale) che scruta l'orizzonte con un binocolo, appoggiato ad un lanciabombe pneumatico di una corvetta tipo "Flower" in navigazione in Atlantico.

Se, in via teorica, intervallare così tante immagini nel testo poteva avere una buona valenza didascalica e illustrativa, l'aver affidato la scelta e il commento delle fotografie a un curatore assolutamente impreparato e crassamente ignorante in materia comporta automaticamente il sorgere di aspetti del tutto negativi che - inizialmente - spingono all'incredulità e al riso ma che, ben presto, generano autentici rigurgiti di repulsione e disagio nei confronti di questo vergognoso corredo iconografico. Praticamente più del 90% delle didascalie presentano svarioni, bestialità e gravissimi errori, ed esempi come quelli sopra riportati possono essere riscontrati in pressoché TUTTE le pagine del volume costituendo, ahimè, la norma e non l'eccezione.

Nella prefazione, l'editore (che si guarda bene dal firmarsi con nome e cognome), si dice "onorato" di poter ripresentare alla readership italiana il volume del comandante Bragadin: dovrebbe invece vergognarsi della fallimentare componente iconografica e del relativo commento, affidati - evidentemente - a personale dalla preparazione inferiore allo zero, desolatamente ignorante in materia, privo di una qualsiasi professionalità e tale da poter essere identificato dalla colorita espressione vernacolare genovese che, tradotta, dileggia "chi non sa riconoscere una nave da un tappo (chiamiamolo così...) che galleggia"...

In ultimo, non possiamo non stigmatizzare anche la sconsiderata decisione degli eredi dell'autore che - affidando la riedizione di un volume di questa caratura ad un editore e a curatori assolutamente impreparati e parvenu in questo specializzato settore - hanno reso un pessimo servizio non soltanto al ricordo del loro illustre congiunto, ma all'intero settore della pubblicistica storico-navale italiana, dando alle stampe un'opera i cui catastrofici errori (e orrori!) iconografici fanno letteralmente scomparire e dimenticare le qualità del testo e la sua valenza storico-documentale.

 

 

Altre terrificanti topiche reperite nel volume in oggetto, pescando "a caso" tra le innumerevoli presenti ovunque:

 

- pag. 70: la didascalia di una foto che raffigura il tiro di Veneto e Littorio afferma che le due navi "stanno facendo fuoco contro degli incrociatori britannici". Niente di più falso, trattandosi di una nota immagine di un'ancor più nota serie scattata nel corso di un'esercitazione di tiro nel Golfo di Taranto, durante l'estate del 1940.

- pag. 78: l'incrociatore corazzato San Giorgio, impiegato nella difesa di Tobruk, diventa un "cacciatorpediniere".

- pag 127: La didascalia della foto della motonave RAMB IV afferma che la nave è ritratta "durante uno scalo a Trieste". Peccato che si tratti... del varo dell'unità, avvenuto a Monfalcone.

- pag 141: la motonave Calino diventa una "motocisterna" (probabilmente negli alcoolici incubi notturni dell'autore della didascalia...)

- pag. 167: la notissima foto del Libeccio in affondamento la mattina del 9 novembre 1941, uno degli ultimi negativi esiti della distruzione del convoglio "Duisburg", riporta questa genericissima didascalia: "Nave affondata durante la Battaglia dei Convogli". Un minimo di ricerca, anche soltanto su internet, avrebbe consentito di identificare senza problemi una delle più famose immagini relative a navi italiane perdute nel corso della seconda guerra mondiale.

- pag. 206: La didascalia afferma che l'immagine raffigura la nave da battaglia Littorio "vista da poppa". Si tratta invece di un'immagine dell'unità ripresa dal traverso di sinistra, con "beta" 90°...

- pag 237: "Il cacciatorpediniere Nestor". NO! La fotografia raffigura un incrociatore leggero appartenente alla classe "Arethusa" sul finire degli anni Trenta, con tanto di "fasce di neutralità" pitturate sulla torre sopraelevata prodiera.

- Pag. 318: "Una vedetta posamine VAS", anche se talvolta utilizzate per la posa di mine come l'immagine della fotografia, le "VAS" erano "Vedette anti sommergibili".

- una foto a pag. 327 che, secondo la dida, ritrarrebbe “Mussolini a Siracusa il 10 luglio 1943”, ovvero il giorno dello sbarco degli Alleati!

- Pag. 366: "Il comandante ammiraglio Carlo Bergamini". Altra didascalia più che umoristica, o "comandante" (ossia ufficiale superiore) o ammiraglio. Forse l'autore intendeva dire "L'ammiraglio Carlo Bergamini, comandante superiore in mare ecc. ecc."... Troppo difficile, evidentemente.

- Pag. 368: "L'ammiraglio de Courten mentre studia la mappa": forse sì, ma se si fosse trattato di un pirata de "L'Isola del Tesoro"... Mai sentito parlare di "carte nautiche"?

- Pag. 392: due piccole immagini del varo dei sommergibili Durbo e Lafolè sono corredate dalla criptica didascalia che ci informa che entrambe le unità "sono destinate alla battaglia di Lero". E cosa vuol dire???

 

UN LIBRO DA NON COMPERARE ASSOLUTAMENTE: 20 Euro buttati via! Seguite il consiglio di Malaparte:

Per completezza, l'ultima edizione è una Mondadori del 1982, che mi risulta presente sul mercato dell'usato a prezzi mooooolto accettabili :s02:
Modificato da Alagi
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Càspita, che...."colpi di mare" :s25: !!

Non vorrei essere in questi momenti nei panni del curatore... :s23:

:s02: :s68:

EDIT, sul sito dell'editore http://www.odoya.it/index.php?main_page=pr...products_id=422 si trova scritto

L'editore ringrazia Giovanni Fontana (www.portalestoria.net) per l'utilizzo di alcune (????) fotografie.

Modificato da malaparte
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EDIT, sul sito dell'editore http://www.odoya.it/index.php?main_page=pr...products_id=422 si trova scritto

L'editore ringrazia Giovanni Fontana (www.portalestoria.net) per l'utilizzo di alcune (????) fotografie.

Ritengo che l'avvocato dell'Editore Albertelli dovrà lavorare anche se siamo ad agosto.

Modificato da Alagi
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L'anno scorso l'acquisto del volume fotografico sulla Campagna di Sicilia (ne ho parlato) mi é costato una non banale litigata con mia figlia.

La fotografia di un ufficiale tedesco intento a scrivere all'ombra di un albero, e un caccia sullo sfondo, avevano legittimato l'autore della didascalia a parlare di un aeroporto in "territorio di Acireale".

Mia figlia ha passato ad Acireale tutte le estati comprese fra zero e ventiquattro anni, e ne conosce ogni pertugio. Mi é sembrato un caso da antologia per illustrare come fosse cosa reale il potere di creare "documentazione storica" da panzane non solo arbitrarie ma anche "impossibili" (il territorio di Acireale é talmente accidentato che non ci si potrebbe ricavare nemmeno una pista per aeromodelli.

Bene: mia figlia mi ha rimbeccato: 1) Che sono nato dopo la guerra e che quindi non c'ero; 2) Che il territorio può essere mutato in modo radicale, e come faccio io a dire che non é così; 3) Che, se lo hanno scritto su un libro, sapranno bene cosa scrivono, e che pertanto lei ci crede.

Morale: ai giornali puoi replicare (anche se l'ultima parola ce l'avrà sempre il redattore che ti risponde a pesciate in faccia) ai libri no (non é proprio così, ma ci assomiglia assai). Quindi, fra qualche decennio ci sarà qualcuno convinto che a Matapan avevamo incrociatori lanciamissili, e che abbiamo perso la guerra magari perché avevamo inventato gli incrociatori ma non ancora i missili.

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L'anno scorso l'acquisto del volume fotografico sulla Campagna di Sicilia (ne ho parlato) mi é costato una non banale litigata con mia figlia.

La fotografia di un ufficiale tedesco intento a scrivere all'ombra di un albero, e un caccia sullo sfondo, avevano legittimato l'autore della didascalia a parlare di un aeroporto in "territorio di Acireale".

Mia figlia ha passato ad Acireale tutte le estati comprese fra zero e ventiquattro anni, e ne conosce ogni pertugio. Mi é sembrato un caso da antologia per illustrare come fosse cosa reale il potere di creare "documentazione storica" da panzane non solo arbitrarie ma anche "impossibili" (il territorio di Acireale é talmente accidentato che non ci si potrebbe ricavare nemmeno una pista per aeromodelli.

Bene: mia figlia mi ha rimbeccato: 1) Che sono nato dopo la guerra e che quindi non c'ero; 2) Che il territorio può essere mutato in modo radicale, e come faccio io a dire che non é così; 3) Che, se lo hanno scritto su un libro, sapranno bene cosa scrivono, e che pertanto lei ci crede.

Morale: ai giornali puoi replicare (anche se l'ultima parola ce l'avrà sempre il redattore che ti risponde a pesciate in faccia) ai libri no (non é proprio così, ma ci assomiglia assai). Quindi, fra qualche decennio ci sarà qualcuno convinto che a Matapan avevamo incrociatori lanciamissili, e che abbiamo perso la guerra magari perché avevamo inventato gli incrociatori ma non ancora i missili.

 

 

Ma tua figlia attribuisce a Wikipedia la stessa credibilità che annette ai libri, oppure diversifica i livelli di attendibilità dei diversi media?

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A proposito.

Il Corriere ha appena fatto dire al Ministro della Difesa che la portaerei Bersagliere non ha subito danni dall'attacco missilistico libico. "Portaerei" ripetuto due volte e virgolettato.

Chi glie lo va a dire (al Ministro o al giornale, non so) che il Bersagliere é in realtà una portaelicotteri ?

 

 

 

 

Ma tua figlia attribuisce a Wikipedia la stessa credibilità che annette ai libri, oppure diversifica i livelli di attendibilità dei diversi media?

 

Mia figlia attribuiva credibilità a quel libro proprio perché era un libro, e in quanto tale lo riteneva inattaccabile dalle mie considerazioni.

E' il problema dell'attendibilità delle fonti. Mio padre l'aveva risolto in un modo che mi ha segnato per la vita.

Ma non posso parlare di tutta la mia famiglia: te ne parlerò prima o poi a voce.

Modificato da marat
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Il bello è che il ministro appena pochi giorni fa ha parlato dei risparmi in forze dispiegate conseguiti sostituendo il GARIBALDI con la LPD SAN GIORGIO (mi pare), e affidando solo all'Aeronautica (Tornado, AMX, EFA) le missioni aeree sulla Libia...

"Il Sole 24 Ore" poi ha scritto che in realtà gli Harrier avevano esaurito le munizioni, nonostante i rifornimenti USA, e che quindi la ragione del ritiro sarebbe stata quella...

 

EDIT: è la SAN GIUSTO, che serve da piattaforma per gli elicotteri di soccorso di eventuali equipaggi di aerei NATO abbattuti.

Modificato da de domenico
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Non c'è niente da fare e non mi meraviglio più di niente.

Una volta si plagiavano le canzoni (tanto le note sono soltanto sette), ora si copiano libri, tesi, fotografie ...

Una rivista di cose militari italiana che va per la maggiore (RID) non mette quasi mai i crediti (a meno che non siano state scattate dall'autore dell'articolo), figurarsi se il quasi fin'ora sconosciuto editore Odoya (sa tanto di incrociatore leggero giapponese) se ne deve preoccupare per un libro.

Il problema delle cura delle nuove edizioni o della traduzione di opere specialistiche è divenuto una cancrena, gli editori risparmiano, la qualità diminuisce, noi trasecoliamo ...

 

D'altra parte, leggendo l'ultimo libro di Umberto Eco qualche dubbio può arrivare sul confezionamento di un libro, di una notizia, di un attentato, di una rivolta.

Viviamo tempi duri, ma anche quelli di una volta non erano "morbidi".

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Mia figlia ha passato ad Acireale tutte le estati comprese fra zero e ventiquattro anni, e ne conosce ogni pertugio. Mi é sembrato un caso da antologia per illustrare come fosse cosa reale il potere di creare "documentazione storica" da panzane non solo arbitrarie ma anche "impossibili" (il territorio di Acireale é talmente accidentato che non ci si potrebbe ricavare nemmeno una pista per aeromodelli.

Bene: mia figlia mi ha rimbeccato: 1) Che sono nato dopo la guerra e che quindi non c'ero; 2) Che il territorio può essere mutato in modo radicale, e come faccio io a dire che non é così; 3) Che, se lo hanno scritto su un libro, sapranno bene cosa scrivono, e che pertanto lei ci crede..

Vorrei risponderle in PM,ma troppa gente (giustamente) chiede accesso.

Resto in lista d'attesa.

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Sicuramente non acquisterò il libro, ma ho seguito il consiglio di acquistare il volume del Bragadin (già ordinato). Certo che per mandare alle stampe un libro così pieno di castronerie ci vuole coraggio. Probabilmente, Betasom, come associazione culturale, potrebbe collaborare con gli editori che abbiano la voglia di mettere in circolazione materiale più serio.

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  • 4 months later...

Ciao a tutti!

 

Ahimè, avrei dovuto leggere questo topic prima di comprare avventatamente il libro in questione, fidandomi del nome dell'autore...inutile dire che sono rimasto orripilato dalla quantità e qualità degli svarioni presenti nelle illustrazioni, al punto che ho voluto raggrupparli in un unico documento (che ho inviato anche all'editore, senza ricevere risposta) per fornire una patch a quanti (spero pochi!) hanno commesso il mio stesso errore: comprare questo libro. Spero possa essere utile!

 

 

http://www.scribd.com/doc/75889335/Lista-errori

 

 

Una domanda: è solo una mia impressione, o qualcun altro ha notato che a pag. 156 c'è uno screenshot preso da Silent Hunter V? Perchè mi sembra paradossale...

 

Michele

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