Vai al contenuto

Nazario Sauro Eroe O "improvvido Pilota Pratico"


Corto Maltese

Messaggi raccomandati

Nel volume di Achille Rastelli "Carlo Fecia di Cossato - L'uomo, il mito e il marinaio", Mursia, pag. 17, l'Autore riferendo gli avvenimenti tragici che condussero Nazario Sauro al martirio descrive l'eroe nazionale come un "improvvido <<pilota pratico>>" affermando che "imbarcato come <<esperto>> della costa istriana presso la quale doveva operare l'unità italiana (il sommergibile Pullino n.d.r.), la fece incagliare, nottetempo, presso l'isola della Galiola (vicino a Pola), fra la rabbia dei marinai italiani che, pare da alcune loro testimonianze rese agli austriaci, lo avrebbero anche picchiato, lasciandolo andare via da solo su un canotto". La circostanza evidenziata nel testo citato non mi era nota e l'Autore purtroppo non indica alcuna fonte: vi risulta che se ne tratti in qualche altra pubblicazione?

Modificato da Corto Maltese
Link al commento
Condividi su altri siti

ho trovato solo un'altra citazione simile nel libro di Paul Kemp "Mediterranean Submarines". ma gli inglesi hanno il pessimo difetto di evidenziare i loro successi e insuccessi come perfetti e tutto quanto fanno gli altri come avventato, pericoloso eccetera. le parole citate sono molto simile e potrebbe essere la stessa fonte.

 

a parte queste considerazioni, strettamente personali, Nazario Sauro era ufficiale della Mercantile e operava proprio in quei mari. il semplice fatto che abbia deciso di combattere per l'italia sapendo cosa lo poteva aspettare lo rende un'eroe.

 

Sull'"improvvido", spesso molti storici (anche quotati) tendono a dimenticare le difficoltà che si affrontano sul mare.

Link al commento
Condividi su altri siti

Assolutamente d'accordo con Totiano e CortoM!

Fra l'altro aggiungerei che la figura degli Eroi, comunque siano andate realmente le cose, è utile alla memoria dei contemporanei in primis, e successivamente dei posteri. Tanto vale, per esempio, per i Santi e soprattutto per le loro reliquie: poco importa che quel pezzetto d'osso sia appartenuto davvero a quel santo, se esso ha suscitato e suscita nel credente devozione e preghiera... :s19:

Modificato da Bob Napp
Link al commento
Condividi su altri siti

da base artica, marco (molto artica)

 

non per voler solo parlare.....! :s01:

 

la figura dell eroe ee sempre legata alla parte per cui esso era al momento die fatti.

tutti hanno eroi, almeno sino a quando il ricordo viene esaltato.

la navigazione di allora ( e sovente di oggi) non era solo un fattore di matematiche e rotte su carte nautiche, se poi in vicinanze di ´coste, peggio anora.

gli inglesi poi anche e da parecchi di noi sempre ammirati, forse perche in parecchie cose piu veloci ed organizzati (non piu furbi!!) di noi, hanno come sopra da altri detto il vizio comunu di tutti di vedersi alla guida del mondo nel quale gli altri hanno solo la funzione dei rematori. anche perche nessuno ha ancora le qualita di prendergli il timone di mano!!

di eroi ns. o lavoranti per gli interesi del ns. paese sia per patriotismo o per altri motivi, ci sono (ancora oggi) tanti.

solo che i piu lavorano nel ombra e silenzio.

fatti publici sono per cronaca e solo sovente per fatti riguardanti "alla memoria!!".

 

Dei fatti accaduti realmente sul pullino, lasciamo il tuto tranquillo, chissa cosa successe veramente tra gli uoimin di bordo. ci sono fatti che bisogna lasciarli.

 

il mondo non ee mai stato pronto per la "vera verita".

saluti marco

Link al commento
Condividi su altri siti

L'illazione ripresa da Rastelli è nota, e fondata - più che su "testimonianze" dell'equipaggio tutte da documentare - su alcune fotografie scattate a Sauro dopo la cattura, in cui sul suo volto compaiono alcune ferite.

Francamente non ritengo la tesi attendibile, e ciò non solo e non tanto perchè i documenti ufficiali e la pubblicistica (le memorie del com.te Degli Uberti o volumi quali La vita di Nazario Sauro non ne fanno cenno): questo sarebbe anche plausibile per non gettare fosche ombre sull'Eroe, o meglio sulle vicende che portarono alla sua cattura.

Piuttosto, ritengo che le cose non siano andate così in quanto:

 

1) Sauro era indubbiamente molto popolare fra gli equipaggi, non solo dei sommergibili, e non era certo alla sua prima missione

2) Ritengo estremamente improbabile che su un battello con equipaggio limitato, con a bordo un Ufficiale superiore quale com.te e un TV quale secondo, qualche sottufficiale o marinaio si prendesse la briga (in quei frangenti!) di aggredire fisicamente un ufficiale. Vista la disciplina regnante a bordo, non credo la cosa versomile, e certo non sarebbe passata sotto traccia.

3) In caso contrario tanto valeva pestare direttamente il comandante, dal momento che tutti sapevano come avesse per sua sfortuna all'attivo già un incaglio (quello, da incolpevole ufficiale di rotta del San Giorgio, a Ganzirri).

Link al commento
Condividi su altri siti

Il signor Achille Rastelli quella notte, a bordo del sommergibile Pullino, presso l'isola della Galiola (vicino a Pola), NON C'ERA.

Aggiungerò che di marinai da scrivania ne abbiamo già parecchi.

Link al commento
Condividi su altri siti

non ho elementi ne. voglio entrare nel merito della vicenda propria di Nazario Sauro, eroe per scelta di vita e di campo e per la forma come affronto' il supplizio, ma vorrei spezzare una lancia in merito a Rastelli

Achille rastelli e' uno storico serio e documentato, che prima di scrivere una virgola si documenta: non si tratta di un marinaio da scrivania, ne' si mette in giudizi di carattere marinaresco; notoriamente, ed i suoi scitti lo dimostrano, cerca di passare dalla cronaca o dalla leggenda alla realta' storica, attingendo a tutte le fonti, senza appiattirsi su relazioni ufficiali preconfenzionate ma anche senza mai cadere nella ricerca di scoops.

Siamo tutti amanti di storia navale, ed alla ricerca dei particolari, dalle navi agli eventi: ben vengano gli stimoli, ma non attizziamo ne' entriamo in polemiche cjhe snaturamo la portata e la qualita' di questo sito

Link al commento
Condividi su altri siti

Personalmente ritengo che una delle prime regole cui ci si deve attenere quando si decide di dare alle stampe una pubblicazione di carattere storico sia quella di affidarsi a fonti (scritte o orali) documentabili. La mancata ottemperanza, nel caso di specie, a tale "precetto" svaluta in parte l'opera dell'Autore enfatizzando una lacuna del suo modus operandi tanto più grave se si considera che l'affermazione contestata (relativa alle violenze perpetrate dall'equipaggio del Pullino in danno di Nazario Sauro succesivamente all'arenamento del battello) tradisce l'ortodossia fornendo una ricostruzione degli eventi significativamente diversa da quella che la storiografia più quotata ci ha sino ad oggi tramandato in merito all'episodio.

Modificato da Corto Maltese
Link al commento
Condividi su altri siti

Desidero commentare l'intervento di Pellicano, con il quale concordo relativamente al giudizio su Achille Rastelli, autore preparato e non superficiale, che conosco personalmente e stimo da numerosi anni.

Riconosco che la mia affermazione relativa ai "marinai da scrivania" - per il contesto in cui è stata inserita - poteva apparire riferita al solo dr. Rastelli medesimo, e di questo nel caso me ne scuso: si trattava di un'affermazione di carattere più generale (di cui, peraltro, sono fortemente convinto) che cercherò quindi di dettagliare meglio di seguito.

 

Vorrei cioè puntualizzare che per tutti - e magari, nello specifico caso, per tutti noi aggiungo - è facile dare giudizi ed affermare più o meno categoricamente qualcosa in mancanza di un'esperienza personale e diretta in uno specifico campo: si ha un'idea di che cosa è una navigazione notturna? Una navigazione notturna condotta - si badi bene - molto sottocosta e in acque infide, all'epoca quasi prive di segnalamenti e - nella fattispecie degli eventi che coinvolsero il Pullino - in zona di guerra ove i pochi fari e/o altri riferimenti luminosi erano verosimilmente stati spenti onde evitare alla parte avversa di disporre di riferimenti precisi. Non a caso, gli inglesi chiamano la "navigazione stimata" dead reckoning, ove il termine "dead" vorrà stare a significare ben qualcosa. :s02:

Personalmente, la mia esperienza di navigazione è limitata alla conduzione di imbarcazioni da diporto, anche se in taluni casi dalle dimensioni non propriamente piccole, ma posso assicurare che trovarsi di notte e privi di riferimenti, anche nelle vicinanze di una costa ben conosciuta può condurre pure chi dispone di una buona esperienza ad errori, interpretazioni non corrette di ciò che si vede e ad una situazione generale in cui l' "apparire" delle cose è spesso ben diverso dal loro "essere", e può portare ad agire di conseguenza.

"Chi è senza peccato scagli la prima pietra" ecc. ecc.: frase già detta parecchio tempo fa (e da un personaggio ben più autorevole del sottoscritto...), ma sempre valida - in questo come in tutti i casi della vita.

 

Per il resto, concordo con quanto già detto da tanti fra noi, ossia che l'essere Nazario Sauro "Eroe" non dipende certo dal fatto che l'azione del Pullino sia andata più o meno a buon fine: deriva da una scelta di campo attuata preventivamente, ben conscio delle conseguenze che ciò avrebbe potuto comportare e dalla serenità e dignità con cui affrontò gli esiti finali della vicenda. In questo è faro ed esempio: forse, altri (studiosi, pubblicisti, marinai, utenti di Betasom e quant'altro) avrebbero saputo fare meglio quella notte a bordo del Pullino, ma quanti tra questi saprebbero affrontare con pari spirito il capestro o il plotone di esecuzione?

 

Mi sia, infine, consentita un'ultima notazione: se il sacrificio di tanti irredentisti dovesse essere valutato sulla base degli errori che commisero, dovremmo allora revisionare anche la posizione di chi - come ad esempio Chiesa, Filzi, Battisti ecc. - sbagliò in qualche modo, facendosi catturare dagli austriaci (per poi venire fucilato, peraltro). Non mi sembra proprio il caso! :s03:

Modificato da Alagi
Link al commento
Condividi su altri siti

I miei giudizi nei confronti dell'opera di Rastelli mirano esclusivamente a stigmatizzare una prassi invalsa anche in molte altre pubblicazioni e cioè quella, in presenza di affermazioni di significativa rilevanza storica, di non citarne la fonte. Gli Autori non sembrano percepire il senso di frustrazione che ingenerano nel lettore quando di fatto gli impediscono di approfondire una notizia. Spero, con queste mie riflessioni a voce alta, di non avere offeso il Sig. Rastelli della cui preparazione non dubito.

Modificato da Corto Maltese
Link al commento
Condividi su altri siti

Ritengo opportuno evidenziare che il brano di Rastelli presenta due aspetti "critici" che non vanno confusi:

 

- laddove si definisce "improvvido" Sauro e gli si attribuisce la responsabilità dell'incaglio. Sul punto mi rimetto a quanto scritto da Alagi. Non sono fra quelli che ritiene che i "non marinai" non debbano scrivere di faccende marittime (altrimenti...), ma sempre cum grano salis e col dovuto rispetto, prassi che il dott. Rastelli ha sempre indubbiamente seguìto.

 

- il riferimento alla presunta aggressione a Sauro e al suo allontanamento dal Pullino. Qui in effetti mancano riferimenti bibliografici o archivistici, e parmi alquanto sbrigativo fondare una simile tesi su un "pare che..."

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 years later...

Benché dopo l'ultimo messaggio di questa discussione Achille Rastelli sia mancato, riprendo questa discussione, a suo tempo molto chiara vivente l'autore delle considerazioni contestate.

Per cui non parrà irrispettoso tornare su un tema in merito al quale, a suo tempo, non si ebbero riscontri.

E d'altra parte, a ben vedere, si può dire che fu degno di miglior causa l'inchiostro speso per accusare Sauro di imperizia marinaresca e al contempo di essere stato picchiato dai suoi commilitoni del Pullino, quando ciò non risulta da alcun documento in merito e tutti i protagonisti erano da tempo deceduti.

 

Si era peraltro omesso di rilevare che, in applicazione della prassi resa celebre da Don Basilio (la calunnia è un venticello), questa vecchia tesi tanto infondata e - va detto - ingiuriosa per Nazario Sauro (e gli uomini del Pullino) prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco e, come molte altre fole, giunge oltre Manica ove alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia.

Mi riferisco al volume di Michael Wilson e Paul Kemp Mediterranean Submarines : Submarine Warfare in World War One (London, Crecy, 1997) ove si legge che alcuni membri dell'equipaggio in sede di interrogatorio avrebbero svelato l'identità di Sauro, dicendo che non solo Sauro era stato da loro picchiato, ma addirittura che l'incaglio del Pullino fu dolosamente da lui cagionato "in order to ingratiate himself with his former masters" (trad.: per ingraziarsi i suoi vecchi padroni).

 

Anche in questo caso siamo di fronte a una illazione priva di qualsiasi fondamento documentale, e quindi scientifico, oltre che assolutamente assurda - sol che si conoscano la vita e il pensiero di Sauro - e quindi oltraggiosa.

D'altra parte la serietà di questi scritti è comprovata dal fatto che poche righe prima gli stessi precisano che "Sauro had been found swimming" (trad.: fu trovato dagli austriaci mentre nuotava) e non, come noto, su una barca.

Messeri, dove avete mai trovate tante fanfaluche?, verrebbe da chiedere loro come Ippolito d'Este all'Ariosto. Probabilmente risponderebbero "in Italy, Sir".

 

In ogni caso, poichè tutte queste indecorose illazioni si fondano su presunte "testimonianze" rese in sede di interrogatorio dai membri dell'equipaggio del Pullino, tanto vale allora fare riferimento ai riscontri documentali in merito.

Ebbene, la rigorosa inchiesta svolta nel dopoguerra dal Ministero della Marina, con l'escussione dei membri dell'equipaggio, escluse tutte queste voci, confermando che l'incaglio fu assolutamente fortuito e non dovuto all'imperizia di alcuno, oltre al fatto che Sauro non fu certo picchiato. E si sottolinei che il comandante del Pullino, per evitare ripercussioni sulla sua carriera, avrebbe anche potuto (se non fosse stato quel galantuomo che era) scaricare ogni responsabilità su Sauro.

Ma si dirà che questi sono documenti di parte italiana, quindi interessati a non far sfigurare nessuno.

La prova del nove sono allora le fonti austriache. Ebbene, l'allora capitano di vascello Karl Dragutin Prica, capo di SM dell'ammiragliato di Pola, che istruì il processo a Sauro e procedette ai primi interrogatori, in una lettera del dopoguerra a Silvio Stringari smentì le voci calunniose su presunte dichiarazioni negative su Sauro rilasciate dall'equipaggio del Pullino.

 

 

Preciso infine, ché allora non l'avevo sottolineato, che ricordiamo Sauro anche per le doti professionali; oltre 60 missioni in poco più di un anno non sono uno scherzo, per non parlare di veri e propri capolavori di perizia marinaresca quali il recupero del p,fo Timavo o le incursioni nei porti di Parenzo e Trieste.

Link al commento
Condividi su altri siti

Cercando altro materiale al riguardo, una segnalazione dell'ottimo Alagi mi ha portato agli Atti del Seminario "Le fonti militari per la storia militare italiana in età contemporanea", tenutosi a Roma il 16-17 dicembre 1988.

Tali Atti sono stati pubblicati dal Ministero peri Beni Culturali nel 1993 e sono disponibili integralmente a questo indirizzo: www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Saggi/Saggi_25.pdf

 

In essi è riportato, alle pagg. 443 ss., il saggio di Achille Rastelli La fotografia come fonte per la storia navale, nell'ambito del quale sono pubblicate, sub nn. 5-6, le note fotografie di Nazario Sauro dopo la cattura.

Ebbene, relativamente alle ferite sul volto di Sauro, la didascalia a pag. 449 recita (il sottolineato è mio):

"Si potrebbe pensare ad un incidente, o a una colluttazione con gli austriaci, ma è invece la conferma di quanto risulta dai verbali d'interrogazione dei prigionieri italiani del Pullino: dopo l'incaglio l'equipaggio del sommergibile italiano picchiò Sauro accusandolo di aver provocato l'incidente con dolo. L'accusa ea ingiusta e mossa dall'ira, ma resta il fatto che Sauro venne picchiato da marinai italiani e fatto allontanare in barca da solo". Si cita poi come "fonte" il sopracitato Kemp.

Va sottolineato ancora una volta come dai verbali d'interrogatorio questo non risulti affatto; non solo essi sono disponibili negli archivi, ma altresì un tale fatto sarebbe stato citato nella sentenza di condanna (quale prova dell'identità di Sauro) e nella stessa inchiesta della R. Marina.

Spiace che simili tesi calunniose siano state pubblicate senza alcun riscontro documentale (e facendo a pugni, questa volta sì, con la logica), dandole per assodate con un "resta il fatto che".

 

2dv97gh.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

 

 

.....Sull'"improvvido", spesso molti storici (anche quotati) tendono a dimenticare le difficoltà che si affrontano sul mare.

 

Riassumibile nel noto detto: chi sta in mare naviga, chi sta in terra giudica.

Vorrei considerare il malaugurato evento da un altro punto di vista, soffermandomi sull'aspetto tecnico-nautico della vexata quaestio, riprendendo alcune parti di questo documento:

 

Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Marina

Ispettorato dei sommergibili e dell’aviazione

Reparto VI

Roma, 8 luglio 1917

N. di protocollo 2309

Oggetto: Perdita del sommergibile "Pullino"

 

RISERVATISSIMO

 

A S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA

 

Esaminati: il rapporto del tenente di vascello Ubaldo degli Uberti sulla perdita del sommergibile "Pullino", il rapporto del tenente di vascello Carlo Alberto Coraggio, ufficiale in 2a dello stesso sommergibile, il verbale dell’inchiesta eseguita dal capitano di fregata Cesare Vaccaneo sull’opera del tenente di vascello Coraggio, in occasione del suo ritorno dalla prigionia e la relazione del capitano di vascello Enrico Monelli sulle risultanze del rapporto del Comandante del "Pullino", questo Ispettorato ha l’onore di esprimere all’E.V. le proprie conclusioni sull’argomento.

 

1) Lo scarto nella rotta prefissa, che ha avuto come conseguenza l’incaglio del sommergibile "Pullino", dovuto verosimilmente a due cause: una velocità effettiva alquanto minore di quella stimata, sulla prima rotta 122° a partire dalla boa di P. Maestra, cosicché il punto d’accostata per la seconda rotta 75° è risultato più a NW di quello stabilito; l’effetto della corrente generale, che sul versante dalmato risale l’Adriatico con direzione media NW, sul terzo tratto di rotta (20°); gli effetti delle due cause si sommano.

Le rotte prescelte dal Comandante, rispondevano alla necessità di arrivare senza essere scoperti, all’imbocco del Quarnero. L’opportunità prospettata dal Comandante Monelli di scegliere piuttosto il passaggio a ponente della Galiola non sembra giustificata, perché lo scarto nella direzione NW avrebbe portato verso i campi di mine che circondano Capo Promontore e dei quali non si conosce esattamente l’estensione. Sarebbe stato invece utile, come osservano lo stesso Comandante Monelli ed il Comandante Vaccaneo, di riconoscere meglio la costa di Unie per controllare più esattamente la posizione, prima di avventurarsi al Nord, e sostituire per breve tratto alla propulsione con motore a combustione quella elettrica a piccola velocità; però a queste osservazioni che il Comandante stesso prevede nel suo rapporto, egli obbietta: che non poteva avvicinarsi troppo a Unie per non farsi scoprire dal rumore del motore a combustione; che dal vago avvistamento della costa di Unie il pilota Signor Sauro aveva ritenuto di poter dare garanzie sulla sicurezza della rotta seguita; e che le speciali esigenze della missione non consigliavano di intaccare la riserva di energia elettrica durante la traversata; queste obbiezioni sono tutte degne di considerazione.

Si conclude, nei riguardi della condotta di navigazione, che il Comandante del "Pullino", nell’intento principale di raggiungere l’obbiettivo della sua difficile missione, di sorpresa ed in completa efficienza, ha rinunciato scientemente a quelle precauzioni che in circostanze normali avrebbero dovuto essere adottate e che avrebbero probabilmente evitato o almeno reso meno grave l’incaglio.................omissis

4)In conclusione questo Ispettorato ritiene che al Comandante degli Uberti non possa farsi alcun grave appunto per la perdita del "Pullino" salvo le osservazioni indicate al n.1, sui criteri adottati per imboccare il Quarnero; dopo l’incaglio ha fatto quanto era in suo potere per renderne le conseguenze meno gravi, tentando dapprima il disincaglio, poi inutilizzando, per quanto era possibile, la sua nave, infine tentando di fuggire con tutto l’equipaggio alla cattura...................omissis

 

Nella disamina delle concause prese in esame a chiarimento della motivazione dell'incidente, vengono giustamente accentuate le problematiche insite nella navigazione costiera stimata. Malgrado la malcelata accusa rivolta a Sauro dal comandante degli Uberti: dal vago avvistamento della costa di Unie il pilota Signor Sauro aveva ritenuto di poter dare garanzie sulla sicurezza della rotta seguita..... non venne nemmeno presa in considerazione l'ipotesi di una sua responsabilità oggettiva.

La motivazione è stata interpretata come volontà di non gettare discredito sulla sua figura ma, comunque, sarebbe stato difficile sostenerlo; non sono al corrente se nella Regia Marina la qualifica di “pilota” fosse prevista e in quale modo disciplinata.

l pilota, nella marina mercantile rappresenta la figura di mero consigliere del comandante e non il suo sostituto. In tempo di pace, le navi militari fanno normalmente ricorso all'istituto del pilotaggio per l'atterraggio portuale, nell'ambito del quale, come precedentemente accennato, il pilota esplica solamente un'attività di assistenza tecnica, che consiste nel fornire al comandante le indicazioni relative alla rotta ed all'esecuzione della manovra.

La determinazione della rotta e l'attuazione delle manovre necessarie per seguirla competono esclusivamente al comandante al quale viene ascritta, salvo rari casi, la responsabilità finale della condotta della navigazione. A maggior ragione credo che il medesimo concetto di attribuzione della responsabilità sia estensibile al comandante militare. Ricordando un simile precedente anche il comandante degli Uberti, allora T.V., era stato coinvolto quale incolpevole ufficiale di rotta nell'incaglio del Regio Incrociatore San Giorgio, presso la spiaggia di Sant'Agata di Ganzirri (Messina) nell'estate 1913.

 

Tornando al nostro caso, ritengo che il “pilota” Sauro, nella conclamata impossibilità di avvicinarsi maggiormente alla costa, per riconoscerne più dettagliatamente i punti notevoli al fine di ottenere un punto nave rilevato, sia stato costretto a fare affidamento, senz'altro incautamente, sulla correttezza del punto stimato, calcolato dall'ufficiale di rotta.

Quanto sopra esposto non vuole sminuire la gravità intrinseca dei fatti, ma in considerazione dell'innegabile perizia di Sauro, buon conoscitore delle acque di casa, è da indagare quale altra fatalità avrebbe potuto determinare l'incidente.

La commissione d'inchiesta, convocata dall'Ispettorato dei Sommergibili, per accertare i motivi del naufragio del Pullino, non prese in considerazione un fattore che ritengo potrebbe essere stato determinante: era ben nota la scarsa affidabilità di funzionamento delle girobussole. Questi apparati di governo erano soggetti a frequenti avarie e malfunzionamenti che potevano recare notevoli inconvenienti alla navigazione, in modo particolare in immersione.

La più prestigiosa casa costruttrice, la Anschütz costruì la prima bussola giroscopica a Kiel nel 1908; la letteratura sommergibilistica germanica abbonda di esempi che confermano come questo rappresentasse uno dei punti critici per le flottiglie delle due Kriegsmarine cobelligeranti.

Nemmeno l'unica concorrente, l'americana Sperry, che forniva le Marine dell'Intesa, era riuscita a risolvere adeguatamente il problema, avendone, oltretutto, iniziato la sperimentazione con tre anni di ritardo.

In caso di avaria alla girobussola, nella navigazione di superficie utilizzando i motori termici (a combustione, nella sopracitata relazione), non restava altro che la bussola normale magnetica, che d'altro canto, richiedeva una frequente ed accurata compensazione, da verificarsi all'inizio e nel corso di ciascuna missione. Esigenza indispensabile in quanto le stesse sono notoriamente soggette oltre che alle deviazioni costanti, causate dai materiali costituenti lo scafo, anche a deviazioni occasionali, dovute agli imbarchi di consistenti masse metalliche (siluri, mine, munizionamento, ecc,) e dalla loro dislocazione a bordo.

Nella navigazione subacquea, non potendo impiegare i termici, bensì i motori elettrici, il forte campo magnetico generato da questi ultimi impedisce l'uso delle bussole magnetiche.

Questa circostanza è ben descritta nel testo di Eberhard Rössler, Die Unterseeboote der Kaiserlichen Marine, una “Bibbia” nel suo genere:

XIII. Kompasse (Le bussole)

Magnetkompasse zeigen [in] Ubooten wegen der vielen elektrischen Ströme und der stets wechselnden magnetischen Verhältnisse falsch an und sind nicht verwendbar. Auch die Versuche mit möglichst magnetfrei aufgestellten Mutterkompassen und elektrischer Übertragung auf Tochterkompasse sind fehlgeschlagen, weil die Mutterkompasse selbst auẞerhalb des Bootskörpers noch unzuverlässig blieben.

Es sind daher nur noch Anschütz-Kreiselkompasse in Gebrauch, die sich gut bewährt haben......

 

Il che significa che la bussola giroscopica, l'apparato di governo maggiormente affidabile, in caso di malfunzionamento, qualora la magnetica non fosse ben compensata, negli atterraggi, in modo particolare in condizione di scarsa visibilità, ci si sarebbe potuti trovare in serie condizioni di pericolo. Il Quarnaro è inoltre conosciuto e segnalato anche nelle carte odierne nautiche come area di anomale deviazioni magnetiche.

Posso elencare alcuni relitti di unità militari il cui punto nave venne stimato o rilevato, all'atto dell'affondamento dal personale delle altre unità di squadra. Con poche eccezioni si trovano a meno di un miglio e mezzo da quanto ritenuto, in alcuni casi anche in vista della costa, dove era possibile effettuare rilevamenti a terra e questo la dice lunga .........

Modificato da danilo43
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 years later...

Pola, 10 agosto 1916: leggendo il post a memoria dell'affondamento dello Scirè ad Haifa, il 10 agosto 1942, mi è colpevolmente sfuggita la ricorrenza del 101° anniversario del martirio di Nazario Sauro, che mi ripromettevo di ricordare.

Per non dimenticare

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...