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La Guerra Per Bande


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Titolo: La guerra per bande

Autore: Ernesto “Che” Guevara

Casa editrice: Arnoldo Mondadori editore, Milano (Gli Oscar settimanali)

Anno di edizione: 1967

Pagine: 220 con cinque disegni bn

Dimensioni: 18,5 X 11 (16° grande)

Prezzo originario: £ 350

Prezzo di acquisto: Euro 10

Reperibilità: comune

Sinossi: abbiamo avuto modo più volte di ragionare, sotto il profilo militare, del fenomeno della guerriglia: lo abbiamo fatto esaminando “La guerriglia storia e dottrina"La guerriglia storia e dottrina” che riassume il fenomeno nel suo divenire e quindi con due opere, “Bandenkampf” e “La montagna più alta” che permettono la considerazione del fenomeno visto dalle due parti in conflitto: tedesca e jugoslava.

Per certi versi il testo di Guevara non ha bisogno di presentazioni, trattandosi di uno dei testi cult del secolo scorso. Per parte mia opero un primo fondamentale distinguo: compiendo un’astrazione sulla parte politica dell’autore. Non si tratta, sia chiaro, di una ipocrisia ma di inserire Guevara in a catena di uomini in cui si può includere: John Brown, Giuseppe Mazzini, Carlo Bianco di Saint Jorioz, Carlo Pisacane, Mao Tse Tung, Tito. Personalità profondamente differenti per le finalità politiche, civiltà ed epoche storiche ma con in comune il metodo di lotta della guerriglia. Nette ed evidenti sono le similitudini dei luoghi e dei metodi della lotta: la montagna, la foresta o comunque il luogo privo di vie di comunicazione, l’assoluta moralità del combattente che porta a dire che “ il guerrigliero deve essere un asceta ”.

La pratica della guerriglia non è solo un fatto militare e di ferrea disciplina ma anche logistico, anche negli aspetti meno considerati, può infatti destare stupore ma torna perfettamente logico leggere che: “ Le scarpe sono un altro dei tesori del ribelle; chi ne ha un paio buone si è assicurato un’esistenza felice in mezzo alle più gravi necessità ” .

Interessante anche il capitoletto dedicato all’informazione che si apre con una citazione di Sun Tzu: “ Conosci te stesso e il tuo avversario e potrai dare cento battaglie senza subire una sola sconfitta ” anche se bisogna osservare come l’elemento della conoscenza evocato dallo stratega sinico non sia un fatto di semplice conoscenza di fatti esteriori ma, piuttosto, una conoscenza dell’anima dell’avversario, della sua interiorità.

Un’ultima parola su Guevara: l’immagine del guerrigliero morto circondato di soldati armati è una delle foto più note del XX secolo, ma quell’immagine reca un sottinteso: in quell’immagine vincitore non sono i vivi, ma il morto. È probabilmente per questo motivo che il Governo americano si è ben guardato dal divulgare foto del cadavere di Osama Bin Laden, anch’esso guerrigliero oltre che terrorista.

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con in comune il metodo di lotta della guerriglia.

Senza volere accalorarmi troppo, aggiungerei anche il fascino personale: (hai dimenticato la barbetta confuciana di Ho Chi Minh....) Mi chiedo se davvero il Che sarebbe diventato "IL CHE" se fosse stato con gli occhiali e grassoccio.... (Pensa a quante guerriglie sono state e sono condotte senza personaggi carismatici...forse è questo un limite della guerriglia)

Certo, nessuno oggi porterebbe la sua immagine sulla maglietta per andare ai concerti rock.

Sempre senza volere assolutamente accalorarmi, su Mazzini e la guerriglia....be', francamente qualche dubbio...non lo accomunerei a.....

 

 

Un’ultima parola su Guevara: l’immagine del guerrigliero morto circondato di soldati armati è una delle foto più note del XX secolo, ma quell’immagine reca un sottinteso: in quell’immagine vincitore non sono i vivi, ma il morto. .

 

Bello, atletico e morto. Un Ettore. Appunto.

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Cara Valeria,

la relazione tra i personaggi storici che ho fatto deve essere riferita ad un elevato grado di omogeneità del loro pensiero militare. Ovvio che tra Mazzini e Guevara non esista una relazione politica, neppure " pe li rami ".

Ma Mazzini ed i mazziniani, ad esempio, affermavano: "Italiani! Guardate alle vostre montagne, perché su quelle stanno forza e vittoria immancabile", allo stesso modo i fratelli Pisacane avevano espresso il proposito di raggiungere le montagne calabre per crearvi un centro insurrezionale. Mentre John Brown poneva in valore gli strtti passi montani ove "trecento uomini sarebbero bastati a tenere in iscacco un'armata".

Concezioni militari molto vicine a quelle di Guevara, per fini politici completamento differenti.

 

Cfr. Raimondo Luraghi Storia della guerra civile americana Giulio Einaudi Torino 1966

Capitolo sesto Il capitano Brown pag. 132 - 133 - 134.

 

Aggiungo anche la foto di cui parlavo

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Modificato da dieblaureiter
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