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la profondità massima dei sommergibili


marco pozzi

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Una curiosità: la profondità massima di immersione in relazione a quale elemento si può determinare?

Nella mia assoluta ignoranza in materia sapevo, per esempio, che la circolarità fosse molto importante ... Tempo addietro mi ero occupato di questo aspetto da un punto di vista informatico per elaborare un software che verficasse se le "bugne" e le sporgenze rientrassero nei limiti di tolleranza ... Problema della circolarità.

Quello che so è che i sommergibili sono "tarati" per certe profondità massime oltre cui rischiano l'implosione... Sbaglio?

 

Ringrazio anticipatamente quanti vorranno (se possibile) soddisfare questa mia curiosità ...

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ciao Marco, ho separato il tuo post da quello della propulsione per non mischiare gli argomenti e anch eperchè porebbe uscirci "qualcosa" di interessante.

 

se ne è gia parlato in diversi post e il punto focale è la filosofia di impiego della marina che impiegherà i battelli. faccio un esempio con numeri a casaccio:

 

la Marina x chiede al cantiere di progettare un battello che navighi in sicurezza a 300 metri e gli impone anche il grado di sicurezza: 2. significa che, in teoria, il battello implodera a 600 metri

 

la marina y mette fiducia nel comandante del battello e gli dice: il tuo battello imploderà per quote superiori a 600 metri, regoilati di conseguenza perchè la responsabilità è tua.

 

al posto di battelllo che implode sarebbe piu esatto dire che si snerva il metallo con cui è stato costruito lo scafo resistente ma credo di avere reso meglio l'idea cosi.

 

Passiamo ai battelli adesso: i fattori che influenzano la quota massima sono l'uniforme disribuzione della pressione sullo scafo (la circolarità dello scafo), le caratteristiche del metallo impiegato, lo spessore del metallo impiegato, le dimensioni delle costole e la distanza tra di esse. All'interno di queste esistono una infinità di "distinguo", ma la base è questa...

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Ti va Marco di spendere qualche parola in più sul CDS, quali sono i fattori che lo compongono e come le varie Marine lo intendono?

 

Inoltre, recentemente nel Quiz del luogo abbiamo parlato di pressatura, l'argomento calza a pennello in questa discussione, come viene effettuato in Italia il test della quota massima di collaudo e la manutenzione volta a verificare e nel caso rettificare la quota operativa massima?

 

Grazie

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i due esempi fatti sono gli eccessi tra le filosofie che conosco e che, comunque, hanno sempre un certo "limbo" di incertezza. sono dati talmente sensibili che nessuna Marina dira mai "tutta la verità".

 

il collaudo dello scafo avviene in mare e credo che ormai piu nessuna marina adotti il bacino di test per sommergibili. questo è un "autoclave" nel quale viene fatto entrare il sommergibile e, una volta chiuso, portato alla pressione di test. è certamente piu sicuro ma costa una follia!

 

L'aumento delle quote dei battelli e, sopratutto, delle dimensioni, ha visto la scomparsa di questo mezzo (fino a tutta la 1^GM ne avevamo uno al Muggiano) e credo che uno degli ultimi sia ancora in germania per i vecchi 206.

 

parliamo del collaudo in mare. per chi non è avvezzo ai segreti dei metalli, prego di credermi sulla parola circa l'elasticità dei metalli stessi e la loro capacità, fino a un certo limite, di riprendere le loro dimensioni normali: avete presente una molla? entro questo limite il comportamento del metallo è prevedibile e se applico un sensore di allungamento (o accorciamento) avrò il dato della forza che agisce in quel punto.

 

il test in mare avviene proprio cosi: l'interno dello scafo è cosparso di sensori di allungamento (sembrano una miriade di francobolli) che danno il loro dato in continuazione. se ad una determinata quota lo sforzo sul metallo coincide con quello di progetto va tutti bene, viceversa ... si adotteranno gli accorgimenti necessari

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Grazie per l'approfondimento!

 

Sono mai stati registrati casi in cui il metallo ha superato il punto di snervamento e iniziato una plasticizzazione? questa sarebbe un'ipotesi grave o ovviabile con la rettifica della quota operativa massima?

 

Ecco alcune foto dei bacini di cui abbiamo parlato:

 

2-4.jpg

 

1-3.jpg

 

Senzatitolo-2-8.jpg

 

Senzatitolo-22.jpg

 

Le immagini storiche provengono da "L'opera di Cesare Laurenti, realizzazioni e progetti", USMM, 2002.

Modificato da Lefa
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In argomento segnalo il librettino di A. Turrini "La Conquista degli Abissi - Storia del Battello Subacqueo da Aristotele al sottomarino nucleare", Vittorelli Editore, Gorizia, Seconda Edizione 2006, pagg. 95, prezzo € 15 (ma acquistabile ad € 8), forse non adatto per soggetti navigati come il nostro buon Lefa (non prendo nemmeno in considerazione il Dir che si colloca nell'empireo dei Super Esperti :s03: ) ma sufficientemente chiaro per la divulgazione della materia ad un profano come il sottoscritto. Appena avrò un attimo seguirà una breve recensione :s02: .

 

P.s.: Ne approfitto per rivolgere (in primis a me stesso) un invito a tutti i Comandanti della Base ad indicare, tra parentesi, il significato degli acronimi che utilizzano. Credo ne guadegnerebbe l'intelleggibilità dei topic, resi comprensibili anche per coloro che si avvicinano a Betasom per mera curiosità e quindi non solo per i cultori della materia. C.S. (Cari Saluti) da un sorridente Lago di Garda :s55:

Modificato da Corto Maltese
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stiamo andando sul tecnico, speriamo che gli utenti riescano ancotra a seguire....

 

si, ci sono stati casi e le soluzioni applicate sono state 2:

1-disarmare il battello (la piu frequente)

2-sostituire la parte di lamiera snervata

 

non sono a conoscenza di battelli che siano rimasti in servizio attivo (nel senso che continuassero a navigare) dopo un simile incidente.

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grazie per le chiarissime delucidazioni ... vedrò anche di acquistare il librettino suggerito dal conterraneo Corto Maltese ...

(il collaudo in mare del battello è ciò che ha fatto mio padre dall'85 all'87 come Comandante d'Armamento presso la Fincantieri di Monfalcone ...)

 

Hai fatto benissimo Totiano ad estrapolare questo tema dal post della propulsione ... Si sta evolvendo, mi pare, in una interessante direzione :s20:

 

Saluti da una Vallesabbia abbacinata dal sole ... :s01:

Modificato da marco pozzi
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ringrazio Corto ma sono ben lntano da quell'empireo....

 

mentre come temevo i tencicismi fanno danno. l'acronimo usato da Lefa sta per Coefficiente di Sicurezza (vds qualche post piu sopra).

 

l'esempio piu semplice lo possiamo fare proprio con la citata molla: hai presente quando la si stira troppo e non riprende piu la dimensione iniziale? è successo perchè il metallo è passato da uno "stato elastico" a uno "stato plastico" (se mi sentisse il mio prof di tecnologie penso mi ucciderebbe!). in termini tecnici si dice che il metallo ha subito una deformazione permanente e come tale ha perso le sue caratteristiche

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P.s.: Ne approfitto per rivolgere (in primis a me stesso) un invito a tutti i Comandanti della Base ad indicare, tra parentesi, il significato degli acronimi che utilizzano. Credo ne guadegnerebbe l'intelleggibilità dei topic, resi comprensibili anche per coloro che si avvicinano a Betasom per mera curiosità e quindi non solo per i cultori della materia. C.S. (Cari Saluti) da un sorridente Lago di Garda :s55:

 

My bad: CDS (Coefficiente Di Sicurezza) :s01:

 

stiamo andando sul tecnico, speriamo che gli utenti riescano ancotra a seguire....

 

si, ci sono stati casi e le soluzioni applicate sono state 2:

1-disarmare il battello (la piu frequente)

2-sostituire la parte di lamiera snervata

 

non sono a conoscenza di battelli che siano rimasti in servizio attivo (nel senso che continuassero a navigare) dopo un simile incidente.

 

Allora siamo nella sezione giusta!!

Grazie per l'approfondimento :s02:

 

che s'intende???

 

Per plasticizzazione si intende il passaggio delle caratteristiche meccaniche di elasticità di un materiale (non per forza metallo) da reversibile ad irreversibile.

Prendendo in considerazione una barra di metallo, la stessa avrà un range nel quale il momento flettente non andrà a modificare la struttura del materiale, ovvero la fletto e lei ritorna alla forma originaria (da non confondere con la memoria di forma). Se durante la flessione si supera una certa forza (variabile a seconda della caratteristica del materiale) la barra non tornerà più nella posizione originale, ma rimarrà piegata, questo perchè la forza applicata ha superato il punto di snervamento.

 

[edit]

 

sovrapposto a Totiano.. :s01:

Modificato da Lefa
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  • 2 years later...

..

 

il test in mare avviene proprio cosi: l'interno dello scafo è cosparso di sensori di allungamento (sembrano una miriade di francobolli) che danno il loro dato in continuazione..

 

Sono questi i sensori di allungamento? (notare Roberto rapito dal pezzo)

 

toro2_zps4f25ccb9.jpg

 

toro1_zps9ee217f8.jpg

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Se ben ricordo però c'e' anche il fattore "prese a mare"

Anche se hai uno scafo che fa i 300mt se le prese a mare non reggono la pressione si allaga prima di poter implodere.

 

Inoltre se ricordo durante la WWII si aumentava la pressione atmosferica interna per ridurre il differenziale di pressione e quindi lo stress dello scafo

 

Rifacendomi alla foto dello scafo toroidale, idea geniale direi, come mai non è stato sviluppato?

Modificato da gilbyit
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Nell'attesa di partire con il battello italiano Maritalia è fallita. Quando il materiale è stato acquistato da Fincantieri fu proposto lo S300cc ma la Marina si era ormai orientata verso la collaborazione con i tedeschi. E quando una Marina non compra tecnologia della propria nazione figurarsi se lo fanno altre nazioni. A questo aggiungerei che spesso i governi italiani si sono opposti alla vendita di armi all'estero.

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Sono questi i sensori di allungamento? (notare Roberto rapito dal pezzo)

 

toro2_zps4f25ccb9.jpg

 

 

Alla tua domanda ti ha già risposto Totiano.

Al mio... rapimento... beh, molti passano con sacrosanta doverosa e motivata distrazione davanti a quel "coso", ma in realtà si tratta di un'idea che mi ha sempre affascinato e ne avrei voluto vedere gli sviluppi. Insomma, non è una robetta da nulla! Sono lieto che sia almeno esposto in un museo, per quanto difficilmente accessibile ai più.

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Alla tua domanda ti ha già risposto Totiano.

Al mio... rapimento... beh, molti passano con sacrosanta doverosa e motivata distrazione davanti a quel "coso", ma in realtà si tratta di un'idea che mi ha sempre affascinato e ne avrei voluto vedere gli sviluppi. Insomma, non è una robetta da nulla! Sono lieto che sia almeno esposto in un museo, per quanto difficilmente accessibile ai più.

Belandi, mi preoccupi! Inizi ad essere rapito da argomenti da ingegnere!!!

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Belandi, mi preoccupi! Inizi ad essere rapito da argomenti da ingegnere!!!

 

Inizi? E quando mai non lo è stato?!

 

Perché stupirvi?

 

« L’architettura, disciplina dell'edificare, sceglie, dirige e giudica i contributi pratici e teorici di molte altre scienze ed arti. (...) il vero architetto dovrà possedere doti intellettuali e attitudine all’apprendere… Sia perciò competente nel campo delle lettere e soprattutto della storia, abile nel disegno e buon matematico; curi la sua preparazione filosofica e musicale; non ignori la medicina, conosca la giurisprudenza e le leggi che regolano i moti degli astri... Dal momento che dunque questa disciplina è così importante, supportata e arricchita da numerose e svariate forme di cultura, non credo che possano definirsi subito a buon diritto architetti, se non coloro che siano giunti alla vetta suprema dell'architettura dopo esser stati nutriti della conoscenza della maggior parte della letteratura e dell'arte, attraverso la salita per questi gradi delle discipline. Ma forse sembrerà sorprendente agli inesperti che una natura umana impari alla perfezione un numero così grande di insegnamenti e li conservi nella memoria. Quando però avranno constatato che tutte le discipline hanno tra loro una sostanziale comunanza di oggetti, si convinceranno che può accadere facilmente; una cultura enciclopedica infatti è come un corpo unico composto da queste membra. »

 

Tanto sosteneva già nel I secolo a.C. nientepopò di meno che Vitruvio, nel suo De Architectura

 

Personalmente e più modestamente, interpreto (e riduco) tutto ciò limitandomi a coltivare una sana e costruttiva curiosità per ogni argomento, applicandomi a ciò che suscita il mio interesse con entusiasmo . :smile:

...l'architetto vitruviano è irraggiungibile :unsure: ma parafrasandolo così: « il vero architetto dovrà essere curioso » è meno umiliante confrontarcisi! :biggrin:

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