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L'incrociatore Pesante Prinz Eugen


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Titolo: L'incrociatore pesante Prinz Eugen

Autore: Andrea Lombardi

Casa editrice: Effepi

Anno di edizione: 2009

Pagine: 158

Prezzo: Di copertina euro 28

Reperibilità: Ottima

 

Sinossi: Il libro ripercorrere molto succintamente la storia operativa dell'unità evidenziandone, nella seconda parte i principali dati tecnici, con relativo corredo fotografico. La pubblicazione si accompagna ad un DVD contenente alcuni filmati relativi all'incrociatore ed altri riferibili al condottiero da cui prendeva il nome. L'opera risulta totalmente priva di note e/o rinvii alle fonti utilizzate dall'Autore. Criticabile appare anche la scelta dell'editore di non indicare alcun credito per le immagini e/o i filmati contenuti nell'allegato, comportamento che, a margine, fa sorgere qualche dubbio sul pieno rispetto delle vigenti normative in materia di copyright. Questi ultimi peraltro, di scarsa risoluzione, mantengono inalterato il commento in lingua tedesca senza alcuna traduzione che ne renda intelleggibile il significato a chi non conosca il teutonico idioma. Anche in questo caso mi sembra che il prezzo di copertina non corrisponda al reale valore dell'elaborato.

Modificato da Corto Maltese
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  • 3 months later...

Vi dice niente il "Prinz Eugen" incrociatore pesante della Marina Tedesca?

 

E' l'incrociatore pesante che accompagnava la "Bismark" nella battaglia con la Flotta Inglese nel mare d'Islanda, con l'affondamento della "Hood".

L'ammiraglio Lutjens, che comandava il gruppo tedesco, intuendo di non potersi salvare col rientro in Francia contro la Home Fleet e la Fleet di Gibilterra accompagnate da portaerei, ebbe il buon senso o era previsto di dare l'ordine al "Prinz Eugen" di allontanarsi e di rientrare in Francia per conto suo. Infatti ha risparmiato un migliaio di morti tedeschi in più in quella sanguinosa battaglia.

 

Anche la Flotta Austroungarica della prima guerra mondiale aveva il suo "Prinz Eugen", senza un cognome. Corazzata monocalibro costruita a Trieste e gemella della più nota "Viribus Unitis".

 

Non basta, anche la Marina Italiana aveva il suo "Prinz Eugen" nella seconda guerra mondiale. La nostra Marina Militare, però, s'è permessa di mettere anche il cognome dell'Eugenio con un altisonante " di Savoia".

Infatti l'Eugenio era l'ultimo dei quattro figli della famiglia cadetta dei Savoia Carignano, che nato in Francia alla corte di Luigi XIV, lo

aveva destinato al sacerdozio.

Professione non fatta per lui da obbligarlo a scappare da Parigi vestito da donna.

 

Chi era questo Eugenio i cui resti mortali sono custoditi, unico mortale, nientemeno che nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna, mentre quelli dell'Imperatore Francesco Giuseppe sono nella Cripta dei frati capuccini? Il suo cuore mi risulta sepolto in una cripta a Torino.

Tre Marine Militari hanno onorato questo Personaggio storico.

 

Giovanissimo lo troviamo a capo di un piccolo esercito di polacchi che "disturbano" i Turchi invasori della penisola balcanica. Al nostro Eugenio piaceva combattere solo di notte, mentre i Turchi combattevano di giorno.

Quando i "disturbi" dell'Eugenio sono divenuti troppo invadenti, i Turchi inviarono un esercito di 125 mila uomini per toglierlo di mezzo. I Turchi di notte dormivano mentre l'Eugenio ed i suoi erano ben svegli.

I Turchi si ritirarono per sempre con 25 mila soldati in meno.

 

L'Europa grata all'Eugenio gli offrirono la corona della Sardegna. Lui rifiutò cedendola al cugino del ramo diretto dei Savoia Carignano. Lui come detto era ultimo del ramo cadetto. I Savoia Carignano aggiunsero il Piemonte e 150 anni fa il resto.

 

Questa é la nave Austriaca

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eugenioa2.jpg

 

Questa invece é quella Italiana

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Varo5

Modificato da Varo5
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Se non vado errato, nel 1946 circa il Prinz Eugen nazista fu tra le 10-12 navi bersaglio in un test nucleare USA, ma fu tra le pochissime a non affondare...

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Confermo: resistette a DUE test nucleari (ABLE e BAKER del 1946) subendo pochi danni. Venne successivamente rimorchiato presso le Isole Kwajalein ove si capovolse e dove si trova ora. Preciso che il trasferimento dalla Germania al Pacifico (via Panama) fu fatto con i propri mezzi nonostante lo stato di abbandono in cui il PRIZ EUGEN si trovava alla fine delle ostilità.

 

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Modificato da Alfabravo 59
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Se non vado errato, nel 1946 circa il Prinz Eugen nazista fu tra le 10-12 navi bersaglio in un test nucleare USA, ma fu tra le pochissime a non affondare...
Confermo: resistette a DUE test nucleari (ABLE e BAKER del 1946) subendo pochi danni. Venne successivamente rimorchiato presso le Isole Kwajalein ove si capovolse e dove si trova ora. Preciso che il trasferimento dalla Germania al Pacifico (via Panama) fu fatto con i propri mezzi nonostante lo stato di abbandono in cui il PRIZ EUGEN si trovava alla fine delle ostilità.

 

Sull'argomento penso possa interessare questa pagina web:

http://www.warship.org/no31990.htm

tratta dal sito della "International Naval Research Organization", che pubblica la rivista trimestrale Warship International.

L'articolo riviene dal n° 3/1990 della suddetta rivista. :s02:

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  • 3 months later...
Ma sono orbo io oppure sulla copertina cè scritto "L'incrociatore Pelante" Prinz Eugen???!!! :s03:

 

 

È una "s" in gotico. :s02:

In effetti, l'editore avrebbe dovuto usare qualche cautela! Non so se ti mai capitato di leggere testi italiani ante 18. sec.: le s sono scritte f....

E' tutto un leggere fofforiffalefsco :s03:

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Confermo: resistette a DUE test nucleari (ABLE e BAKER del 1946) subendo pochi danni. Venne successivamente rimorchiato presso le Isole Kwajalein ove si capovolse e dove si trova ora. Preciso che il trasferimento dalla Germania al Pacifico (via Panama) fu fatto con i propri mezzi nonostante lo stato di abbandono in cui il PRIZ EUGEN si trovava alla fine delle ostilità.

 

66541344.jpg

 

 

No Alfa, il PRINZ EUGEN non si trovava in stato di abbandono alla fine delle ostilità, era stato utilizzato sin quasi all'ultimo per le operazioni nel Baltico (bombardamenti dal mare sulle truppe russe avanzanti, protezione dei convogli di profughi ed evacuati dalla Prussia orientale ecc.). Il problema era quello che le sue macchine si presentavano (come per quasi tutte le navi tedesche dell'epoca) di gestione estremamente critica e sofisticata. Ben per questo una parte dell'equipaggio tedesco rimase a bordo della nave fino a Norfolk, e credo anche fino a Bikini.

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