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La Marina Militare Italiana Dal 1971 Al 1980


BUFFOLUTO

Messaggi raccomandati

La Marina Militare Italiana dal 1971 al 1980

 

INDICE

 

 

Pag. 1

 

Post 1

Indice

 

Post 2

Bibliografia

 

Post 3

Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

Testo

Elenco unità

 

Post 4

Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

(4 foto)

 

Post 5

Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

(5 foto)

 

Post 6

Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

(4 foto)

 

Post 7

Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

(4 foto)

 

Post 8

Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

(4 foto)

 

Post 9

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

Testo

Elenco Unità

 

Post 10 (De Domenico)

Nave Barbara

 

Post 11 (De Domenico)

Foto nave Barbara

 

Post 12

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 13

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 14

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 15

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 16

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

Post 17

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 18

Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 19

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

Testo

Elenco unità

 

Post 20

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Pag. 2

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...35681&st=20

 

Post 21

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 22

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 23

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 24

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 25

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 26

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 27

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 28

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 29

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 30

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 31

Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

(2 foto)

 

Post 32

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

Testo

Elenco unità

 

Post 33

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 34

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 35

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 36

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 37

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 38

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 39

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 40

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Pag. 3

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...35681&st=40

 

Post 41

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 42

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 43

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 44

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 45

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 46

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 47

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 48

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 49

Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 50

(da cancellare)

 

Post 51

1971÷1980 LE NUOVE COSTRUZIONI cacciatorpediniere classe “Audace”

Testo

 

Post 52

1971÷1980 LE NUOVE COSTRUZIONI cacciatorpediniere classe “Audace”

(4 foto)

 

Post 53 (Intervento di Pellicano)

 

Post 54

 

Post 55 (Intervento di Pellicano)

 

Post 56 (Intervento di Marpola)

 

Post 57

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI fregate lanciamissili classe "Lupo"

Testo

 

Post 58

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI fregate lanciamissili classe "Lupo"

(4 foto)

 

Post 59

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI fregate lanciamissili classe "Lupo"

(4 foto)

 

Post 60

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI fregate lanciamissili classe "Lupo"

(3 foto)

 

Pag. 4

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...35681&st=60

 

Post 61

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI fregate lanciamissili classe "Lupo"

(4 foto)

 

Post 62

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI sommergibili classe “Sauro” 1ª serie

Testo

 

Post 63

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI sommergibili classe “Sauro” 1ª serie

(4 foto)

 

Post 64

1971÷1980 LE NUOVE COSTRUZIONI aliscafo Sparviero

Testo

 

Post 65

1971÷1980 LE NUOVE COSTRUZIONI aliscafo Sparviero

(5 foto)

 

Post 66

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI navi ausiliarie

Testo

 

Post 67

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI navi ausiliarie

(4 foto)

 

Post 68

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI navi ausiliarie

(4 foto)

 

Post 69

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI navi ausiliarie

(4 foto)

 

Post 70

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI navi ausiliarie

(5 foto)

 

Post 71

1971-1980 LE NUOVE COSTRUZIONI la cantieristica navale nazionale dal 1951 al 1980

Elenco unità di costruzione nazionale dal 1951 al 1980

 

Post 72

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM

Testo

 

Post 73

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM

Testo

 

Post 74

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM

(4 foto)

 

Post 75

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM

(5 foto)

 

Post 76

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM Grumman S2-A Tracker

(4 foto)

 

Post 77

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM Breguet BR-1150 Atlantic

Testo

 

Post 78

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM Breguet BR-1150 Atlantic

(3 foto)

 

Post 79

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM Breguet BR-1150 Atlantic

(4 foto)

 

Post 80

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM Breguet BR-1150 Atlantic

(3 foto)

 

Pag. 5

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...35681&st=80

 

Post 81

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM Breguet BR-1150 Atlantic

(3 foto)

 

Post 82 (intervento di Pellicano)

Fregate classe “Lupo”

 

Post 83 (intervento di Pellicano)

Fregate classe “Lupo”

Post 84 (intervento di Buffoluto)

 

Post 85 (intervento di Pellicano)

 

Post 86

Elicottero Sikorsky SH-34G/J (HSS-1/1N)

(3 foto)

 

Post 87

Elicottero Agusta Bell AB-204AS/ASV

Testo

(3 tabelle)

 

Post 88

Elicottero Agusta Bell AB-204AS/ASV

(3 foto)

 

Post 89

Elicottero Agusta-Sikorsky SH-3D/SH-3H

Testo

(2 tabelle)

 

Post 90

Elicottero Agusta-Sikorsky SH-3D/SH-3H

(3 foto)

 

Post 91

Elicottero Agusta-Sikorsky SH-3D/SH-3H

(3 foto)

 

Post 92

Elicottero Agusta-Sikorsky SH-3D/SH-3H

(3 foto)

 

Post 93 (intevento di Alfabravo 59)

 

Post 94 (intevento di Buffoluto)

 

Post 95

Elicottero Agusta-Bell AB 212

Testo

(2 tabelle)

 

Post 96

Elicottero Agusta-Bell AB 212

(3 Foto)

 

Post 97

Elicottero Agusta-Bell AB 212

(4 Foto)

 

Post 98

Elicottero Agusta-Bell AB 212

(3 Foto)

 

Post 99

Armi navali periodo 1971-1980

Missile superficie aria RIM-2 Terrier Missile superficie aria RIM-24 Tartar

Testo

 

Post 100

Armi navali periodo 1971-1980

Missile superficie aria RIM-2 Terrier Missile superficie aria RIM-24 Tartar

(4 foto)

 

Pag. 6

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...5681&st=100

 

Post 101

Armi navali periodo 1971-1980 Missile superficie-aria RIM-7 Sea Sparrow

Testo

(3 foto)

 

Post 102

Armi navali periodo 1971-1980 Missile superficie-superficie OTOMAT Teseo

Testo

(3 foto)

 

Post 103

Armi navali periodo 1971-1980 Cannone da 127/54 mm Compatto OTO Melara

Testo

(4 foto)

 

Post 104

Armi navali periodo 1971-1980 Cannone da 76/62 mm Compatto OTO Melara

(4 foto)

 

Post 105

Armi navali periodo 1971-1980 Mitragliera da 40/70 mm Compatto Breda

(2 foto)

 

Post 106

Armi navali periodo 1971-1980

(6 foto)

 

Post 107

Elettronica di bordo periodo 1971-1980

Testo

 

Post 108

Elettronica di bordo periodo 1971-1980

(3 foto)

 

Post 109

Elettronica di bordo periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 110

Elettronica di bordo periodo 1971-1980

(4 foto)

 

Post 111

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

Elenco alfabetico unità periodo 1971-1980

(9 tabelle)

 

Post 112

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

Grafico con testo

 

Post 113

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Post 114

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Post 115

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Post 116

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(3 foto)

 

Post 117

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Post 118

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(3 foto)

 

Post 119

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(3 foto)

 

Post 120

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Pag. 7

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...5681&st=120

 

Post 121

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Post 122

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

(4 foto)

 

Post 123

Missione soccorso profughi Vietnamiti

testo

 

Post 124

Missione soccorso profughi Vietnamiti

(4 foto)

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Top Posters In This Topic

La Marina Militare Italiana dal 1971 al 1980

 

 

Bibliografia

 

LA MARINA ITALIANA Quarant'anni in 250 immagini (1946-1987) Erminio Bagnasco

Supplemento alla Rivista Marittima N. 6 - Giugno 1988

 

ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861-1995 Giorgio Giorgerini e Augusto Nani Ufficio Storico della Marina Militare - Roma 1996

 

UNITA' VELOCI COSTIERE ITALIANE Erminio Bagnasco Ufficio Storico della Marina Militare - Roma 1998

 

LA MARINA MILITARE ITALIANA 1959 Erminio Bagnasco, Giorgio Giorgerini, Augusto Nani

Supplemento della Rivista LE VIE DEL MARE n° 12 - Dicembre 1958

 

DAL TRATTATO DI PACE ALLA LEGGE NAVALE Lo sviluppo della Marina Militare dal 1945 al 1975

Michele Cosentino Supplemento alla Rivista Marittima N. 4 - Aprile 1996

 

DALLA LEGGE NAVALE AL TERZO MILLENNIO La Marina Militare dal 1975 al 2000

Michele Cosentino Supplemento alla Rivista Marittima N. 10 - Ottobre 2000

 

I SOMMERGIBILI DI MONFALCONE Alessandro Turrini

Supplemento alla Rivista Marittima N. 11 - Novembre 1998

 

ESPLORATORI FREGATE CORVETTE ED AVVISI ITALIANI 1861-1968 Franco Bargoni e Franco Gay

Ufficio Storico della Marina Militare - Roma 1969

 

LE TORPEDINIERE ITALIANE 1881-1964 Ufficio Storico della Marina Militare 2^ Edizione 1974

 

ORIZZONTE MARE incrociatori leggeri classe "Condottieri" gruppo "Montecuccoli" Vol. 7/I Elio Andò

Edizione dell'Ateneo s.p.a. Roma 1982

 

ORIZZONTE MARE incrociatori leggeri classe "Condottieri" gruppo "Montecuccoli" Vol. 7/II Elio Andò

Edizione dell'Ateneo s.p.a. Roma 1982

 

Navi italiana della 2^ guerra mondiale - nuova serie incrociatori leggeri classe "Luigi di Savoia duca degli Abruzzi" Vol 8/I Franco Gay

Ermanno Albertelli Editore 1993

 

Navi italiana della 2^ guerra mondiale - nuova serie incrociatori leggeri classe "Luigi di Savoia duca degli Abruzzi" Vol 8/II Franco Gay

Ermanno Albertelli Editore 1993

 

ORIZZONTE MARE immagini A7 incrociatori leggeri classe "Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi" Franco Bargoni Edizione dell’Ateneo s.p.a. - 1982

 

Navi italiana della 2^ guerra mondiale - nuova serie incrociatori leggeri classe "Capitani romani" Vol 9 Elio Andò Ermanno Albertelli Editore 1994

 

ALMANACCO NAVALE 1964-65 Giorgio Giorgerini e Augusto Nani Rivista Marittima Roma

 

DIMENSIONE CIELO aerei italiani nel dopoguerra vol. 12 Emilio Brotzu e Giancarlo Garello Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri - Roma 1978

 

L'AVIAZIONE DELLA MARINA MILITARE Allegato al Notiziario della Marina N. 5 - Maggio 1996

 

L'insegnamento e l'opera di Ugo Tiberio Allegato al Notiziario della Marina N. 10 - Ottobre 1998

 

MARINELETTRO E IL RADIOTELEMETRO ITALIANO Lo sviluppo e l'evoluzione del radar navale (1933-1943) Enrico Cernuschi

Supplemento alla Rivista Marittima N. 5 - Maggio 1995

 

Articolo SILURANTI DI TRANSIZIONE di Erminio Bagnasco pubblicato sulla Rivista STORIA MILITARE N.197-ANNO XVIII Febbraio 2010

 

Ala rotante rassegna dell'elicottero Anno XVI n. 4-6 aprile-giugno1971 Edita a cura delle Costruzioni Aeronautiche Giovanni AgustaS.p.A.

 

Marina Militare scelte e programmi anni '80 DOSSIER jp4 Supplemento al N. 5/1980 di JP4 Mensile di Aeronautica

 

IL MEZZO AEREO NELLA LOTTA ANTISOM DOSSIER jp4 Supplemento al N. 2/1984 di JP4 Mensile di Aeronautica

 

INTERCONAIR AVIAZIONE E MARINA Anno XIII N. 96 Gennaio 1973

 

INTERCONAIR AVIAZIONE E MARINA Anno XVII N. 149 Dicembre 1977 - Gennaio 1978

 

Sito: http://www.marina.difesa.it

 

Sito: http://www.navsource.org/

 

Sito: http://it.wikipedia.org

 

Sito: http://wapedia.mobi/it/Classe_Lupo_(fregata)

 

Sito: http://digilander.libero.it/

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Unità in servizio nel decennio 1971-1980 superstiti della seconda guerra mondiale

 

 

Dedicare ancora attenzione, dopo oltre due decenni dal termine della seconda guerra mondiale, a queste

unità non è semplicemente dovuto alla loro longevità, ma soprattutto all’importante ruolo che hanno assunto

dopo la fine delle ostilità; a causa del loro stato di usura, causata dalla lunga ed intensa attività svolta, a partire

dal 1971 fino al al 1980 tutte, ad eccezione di alcune, andarono in disarmo ed avviate alla demolizione.

 

Il Garibaldi nelle previsioni iniziale avrebbe dovuto restare in servizio ancora per alcuni anni, ma i soliti problemi

di carattere finanziario, aggravati dalla crisi economica mondiale all’inizio degli anni ‘70, costrinsero i vertici della

Marina a decidere per il disarmo, avvenuto nel 1971, non appena effettuato il passaggio di consegne con il Vittorio Veneto.

Quello che balza agli occhi nella consultazione della tabella relativa a questo gruppo è che numerose furono le unità minori,

soprattutto ausiliarie, che continuarono il servizio attivo fino al decennio successivo; la scelta fu adottata a causa

della penuria del naviglio ausiliario, per il quale a distanza di vent’anni non era ancora possibile trovare adeguati

fondi per nuove costruzioni; basti pensare che la nave cisterna Frigido, entrata in servizio nel lontano 1916, deteneva

il record d’anzianità; alla data del disarmo nel 1975 aveva accumulato ben 59 anni di servizio.

Nel 1971 le unità ancora in servizio erano 93 per un dislocamento totale di 50.069 t.

 

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Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1971-1980

 

Si è già parlato dell’importanza che questo eterogeneo gruppo di unità ha rappresentato nella ripresa dell’immediato

dopoguerra per la Marina Militare, che a partire dal 1946 aveva iniziato ad acquisire una serie di bastimenti per le

proprie necessità immediate, colmando i vuoti che gli eventi bellici avevano creato; primaria esigenza fu quella di

acquisire naviglio per il dragaggio delle acque nazionali, seguita dalla necessità di ricreare quello ausiliario;

si approfittò anche, con un la tipica lungimiranza del difficile periodo storico, a rafforzare la difesa delle coste italiane

con un nutrito gruppo di motosiluranti di provenienza americana e le motozattere della Regia Marina insieme a quelle

di provenienza tedesca costituirono il primo modesto nucleo delle forze da sbarco.

Nel periodo esaminato con la massiccia radiazione di tutte le imbarcazioni adibite al dragaggio e di altre ormai obsolete,

il gruppo, costituito da 53 unità per un dislocamento di 41.134t, era rappresentato (escludendo Vedetta, M.O.C.,

M.T.C. ed M.T.F.) esclusivamente da naviglio ausiliario e portuale, incremento con poche altre acquisizioni,

in attesa di adeguati fondi per la loro completa sostituzione.

 

v42ucy.jpg

6se7ar.jpg

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Ecco fatto.NAVE BARBARA.

 

Su richiesta del buon Marcello, ha raccolto informazioni qua e là su questo battello, dalla storia abbastanza unica.

BARBARA era stato costruito come peschereccio d'altura (trawler) dai Cantieri Navalmecc. di Senigallia nel 1970 (o 1974), 130 tonn. di stazza lorda, 195 t di dislocamento, 30 x 6.3 x 1.5/2 m, 2 motori diesel, 600 hp, 12 nodi. Non avendo trovato alcun compratore come peschereccio, è stato acquistato nel 1975/inizio 1976 su impulso del Consiglio Tecnico-Scientifico della Difesa per la Marina Militare come "nave per esperienze" (identificativo NATO A 5315), destinata ai servizi a mare del poligono interforze del Salto di Quirra e attrezzata (dal cantiere Castracani di Ancona) per il lancio e il recupero degli aerobersagli teleguidati Meteor CT 20 vers. XXI e per il recupero dei missili lanciati contro gli stessi bersagli durante le esercitazioni di tiro, ad es. da Perdasdefogu. In questo periodo il battello faceva base ad Arbatax.

Finito un decennio d'impiego, nel 1985 viene ridesignata "pattugliatore costiero" per il supporto alla pesca (identificativo P 492), operando da Cagliari: si veda la foto del buon Stefano Cioglia a Cagliari negli anni '90 che ho preso a prestito da naviearmatori.net. Radiata dai ruoli della Marina Militare nel 1996.

Il 1998 vede tuttavia una sua terza incarnazione, questa volta presso la Guardia Costiera, per campagne di studio sui fondali, ma sempre nelle acque sarde.

Finita anche questa stagione, il battello viene acquistato dalla Soc. Interpromos e ristrutturato per noleggi come nave da diporto, e come tale viene pubblicizzata sui siti http://www.navebarbara.it e www.raffaele staiano.com/mn_barbara.html

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Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

 

Il contributo dell’U.S.Navy alle esigenze della Marina italiana negli anni ’70 si concretizzò

verso due settori importanti della nostra flotta.

L’arma subacquea, dopo la realizzazione della classe “Toti”, aveva subìto una battuta

d’arresto dopo la decisione di annullare la costruzione di altri battelli di questa classe,

perché non ritenuti completamente idonei alle necessità della Marina militare.

A causa dei tempi occorrenti per la progettazione e la costruzione di quegli ottimi

battelli che in seguito costituirono la classe “Sauro”, fu necessario il trasferimento

di quattro unità dell’U.S.Navy di costruzione post-bellica.

 

Nel 1972 giunsero in Italia due sommergibili: Gianfranco Gazzana Priaroggia ex SS 490 Volador e

Primo Longobardo ex SS 524 Pickerel della classe “Tench”, che differivano dalle precedenti

classi “Gato” e “Balao” solamente per particolari secondari quali: posizione diversa dei doppi

fondi e casse di nafta, motori elettrici con accoppiamento diretto all’asse portaelica, la torretta

di dimensioni maggiori e l’artiglieria potenziata. Originariamente costituita da 146 battelli,

ne furono completati solamente 33, in quanto era evidente che l’esito della guerra evolveva in favore

degli alleatati; 29 entrarono in servizio tra il 1944 ed il 1946; quattro di quelli, la cui costruzione

era stata sospesa (tra cui Volador, e Pickerel), in vista della crisi in Corea, furono completati

nel corso del periodo 1948÷1951 direttamente nella versione GUPPY II, che prevedeva tra l’altro

diversi profili per la prora, con disegno arrotondato, e per la falsa torre.

All’inizio degli anni ’60 subirono la trasformazione in GUPPY III, la cui variazione più apparente

fu la modifica della falsa torre e l’adozione del sistema PUFFS,

che elaborava i dati provenienti da tre sensori (il primo a prora, il secondo a poppavia della falsa torre,

il terzo ad estrema poppa), i quali determinavano passivamente, sfruttando l’elettroacustica,

la distanza del bersaglio; l’installazione di tre nuovi alberi (due per l’induzione e lo scarico dello

Schnorkel e l’altro per l’antenna ESM), l’imbarco di nuovi motori elettrici a basso numero di giri,

una maggior presenza di elementi delle batterie, nuove apparecchiature elettroniche ed elettroacustiche,

potenziamento dei sistemi di refrigerazione e condizionamento, imposero l’allungamento dello scafo,

per cui i battelli vennero tagliati in due tronconi all’ altezza del locale di manovra.

Volador e Pickerel furono ceduti in temporaneo prestito all’ Italia ed il 18 agosto 1972 furono consegnati

alla Marina Militare nella base navale di Charleston nel South Carolina; alla fine di agosto 1972 i due battelli

partirono per New London per completare l’addestramento e contemporaneamente dalla stessa base partirono

per l’Italia il 30 settembre per giungere a Taranto il 18 ottobre; al termine della loro vita operativa in Italia

furono restituiti alla U.S.Navy.

 

Nel 1974 dopo l’acquisizione del Gazzana Priaroggia e del Longobardo furono trasferiti alla Marina Militare,

in temporaneo prestito, altre due battelli, in questo caso della classe “Tang”: Livio Piomarta ex SS 564 Trigger

e Romeo Romei ex SS 568 Harder. La classe ”Tang” era composta da sei battelli, che furono realizzati nel dopoguerra,

avendo come riferimento i sommergibili germanici classe “XXI”, alcuni dei quali erano stati catturati e trasferiti negli Stati Uniti.

Furono dotati di caratteristiche molto spinte; la velocità massima in immersione, grazie alla forma dello scafo e

due Motori Elettrici molto potenti, era di 18,3 nodi, superiore di quella in emersione, ragione per cui furono concepiti

come sottomarini; i primi quattro battelli (SS 563 Tang, SS 564 Trigger, SS 565 Wahoo, SS 566 Trout) furono

equipaggiati con quattro motori stellari di nuova concezione con asse verticale classificati “pancake”, che non

dettero buoni risultati e furono sostituiti con tre Motori Diesel a cilindri contrapposti di dimensioni maggiori, per cui

fu necessario l’ allungamento dello scafo di 9 piedi (2,7 m) (per l’ SS 567 Gudgeon e l’ SS 568 Harder l’ allungamento

dello scafo fu effettuato in fase di costruzione); erano stati inoltre progettati per poter imbarcare motori diesel a

circuito chiuso in immersione e addirittura per poter ospitare un impianto nucleare in maniera da imprimere

al battello una velocità in immersione di 25 nodi. Tang, Wahoo, Gudgeon e Harder furono sottoposti a ulteriori lavori

di allungamento dello scafo di 18 piedi (5,49 m) per permettere l'installazione di un nuovo tipo di sonar passivo,

che determinò una lunghezza di questi battelli di 296 piedi (90,24 m). Un’ altra innovazione di queste unità era

l’assenza della torretta, perché le funzioni di comando e controllo avvenivano in camera manovra.

Erano dotati del sistema PUFFS, che elaborava i dati provenienti da tre sensori (FWD Dome, MIDSHIP Dome, AFT Dome),

i quali determinavano passivamente, sfruttando l’elettroacustica, la distanza del bersaglio. I battelli di questa classe

furono continuamente afflitti da molti problemi, che richiesero molti interventi prima di poter raggiungere la completa efficienza.

L’ Harder il 22 ottobre 1963 entrò nel cantiere navale di Charleston per un periodo di ammodernamento durante il quale

lo scafo fu allungato di 18 piedi (5,49 m), la struttura fu ridisegnata, fu dotata di nuovi motori e furono migliorate le

apparecchiature elettriche ed elettroniche; i lavori furono completati nel 1967.

 

Agli inizi degli anni ’70 la situazione della componente da sbarco della Marina non era ancora ben delineata; la consistenza

navale era semplicemente basata su quattro unità di caratteristiche molto diverse tra di loro; Anteo ed Etna, a causa della

loro anzianità di servizio, erano destinate al disarmo; il Bafile dopo alcuni lavori di adattamento, durante i quali fu realizzato

a poppa un ponte di volo per elicotteri, era impiegato per interventi di fanti elitrasportati; la forza da sbarco avrebbe

dovuto basarsi sull’impiego di almeno quattro unità della classe “Quarto”; il proseguimento del programma era comunque

subordinato all’esito delle prove dell’unità eponima, effettuate a cavallo degli anni ’60 e ’70 con risultati deludenti, in quanto

non furono considerati idonei all’esigenze specifiche della Marina italiana, che per non sprecare inutilmente i pochi fondi

a disposizione per la ricostruzione della flotta soppresse il programma “Quarto”. Di fronte a questa imprevista circostanza

fu naturalmente necessario ricorrere ancora una volta alla grande disponibilità del mercato americano, attingendo alla

riserva della U.S.Navy. Grado ex U.S.S. LST-1171 De Soto County e Caorle ex U.S.S. LST-1175 York County

entrarono in servizio nella M.M.I. nel 1972; erano delle Tank Landing Ship della classe “De Soto County”, costituita da sette unità,

di cui una sola la LST 1172 fu cancellata dal programma, entrate in servizio nella U.S.Navy tra il 1957 ed 1l 1958. Come la nave

da sbarco Anteo che originalmente nata come AVB fu poi trasformata in LST, Grado e Caorle erano in grado di effettuare

sbarchi direttamente sul litorale ed erano dotate di due ampi portelloni prodieri, ad apertura laterale; a causa delle loro

maggiori dimensioni e dislocamento l’avvicinamento al litorale risultava più critico, per cui erano state dotate di un ingegnoso

sistema denominato “Causeway”, costituito da un pontone costituito da quattro sezioni, che durante il trasferimento erano

alloggiate lungo le murate della nave, ed erano poi posate in acqua per formare un pontile in direzione della spiaggia,

in maniera di rendere più agevolare e più rapido lo sbarco di mezzi ed uomini.

 

A distanza di vent’anni delle prime cessioni, avvenute nel 1951, la maggior parte delle unità erano ormai diventate obsolete

e non più idonee ai compiti di squadra e da tempo erano impiegate prevalentemente in compiti vari.

I cacciatorpediniere della classe "Fante", ceduti dall'U.S.Navy alla fine degli anni '60 alla M.M.I., ebbero vita operativa molto

breve; il Lanciere fu radiato nel 1973, con il preciso scopo di fornire parti di scorta a Fante e Geniere, che furono rispettivamente radiati il 1977 ed il 1975.

L’Artigliere, utilizzato come unità appoggio per l’attività addestrativa delle motosiluranti a Brindisi, fu poi trasferito a La Maddalena

a disposizione della Scuola Sottufficiali; l’Aviere terminò la sua carriera come nave esperienze; le corvette della classe “Aldebaran”,

da tempo utilizzate per la vigilanza delle coste italiane, soprattutto nel canale di Sicilia, furono messe fuori servizio

nel periodo 1972-1976; l’ingresso in servizio dei quattro battelli classi “Tench” e “Tang” permisero la restituzione all’U.S.Navy

di Tazzoli, Da Vinci, Torricelli, Cappellini e Morosini; le vecchie cannoniere d’appoggio della classe “Alano”, da tempo impiegate

per la sorveglianza delle coste italiane furono poste in disarmo tra il 1971 e 1974; Abete, Acacia, Betulla, Ciliegio, Faggio,

Ontano e Pino, che non furono convertiti in cacciamine e non ebbero altri ruoli, furono posti fuori servizio tra il 1974 ed il 1980;

infine anche Anteo ed Etna furono radiati tra il 1973 ed il 1977.

 

Glossario

AVB (Advance Aviation Base Ship)

GUPPY (guppy è il nome di un pesce tropicale colorato, ma in questo caso si identifica nell’ acronimo Greater Underwater Propulsion Program

e non si comprende cosa rappresenti la presenza della Y, forse Year)

LST (Landing Ship Tank)

PUFFS (Passive Underwater Fire-control Feasibility System)

 

 

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Unità cedute dall' U.S.Navy in servizio nel periodo 1971-1980

 

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Tra il 1971 ed il 1973 tutte le unità inquadrate nella forza da sbarco cambiarono

il distintivo di riconoscimento ottico, che prevedeva la lettera L seguita da

un numero a quattro cifre che iniziava col 9.

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Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1971-1980

 

L’impegno della Marina militare energicamente mirato negli anni ’50 e ’60 a garantire la ricostruzione e l’ammodernamento

della propria flotta fu messo a dura prova all’inizio del decennio successivo da una serie di eventi, che rischiarono di mettere

in serio pericolo la sua stessa esistenza. Il boom economico italiano del dopoguerra aveva prodotto effetti positivi soprattutto

nei confronti dei settori produttivi ed avevano consentito aumenti salariali ed agevolazioni per il personale impiegato, che

avevano creato una forte tendenza inflazionistica, causata dal costante aumento del costo della vita; nessuna agevolazione

salariale invece era stata concessa nei confronti del settore del pubblico impiego e naturalmente anche nelle Forze Armate

iniziava a profilarsi un serio e ben motivato malessere. L’imbarazzo, creatosi in seno agli effettivi della Marina militare, fu tale

da costringere l’allora Comandante in Capo della Squadra Navale ammiraglio Gino Birindelli a promuovere, nel febbraio

del 1970 a bordo del Garibaldi, una conferenza stampa, in occasione della quale ebbe l’opportunità di divulgare pubblicamente

il disagio, che da tempo affliggeva il proprio personale. La classe politica fu così sollecitata a risolvere in maniera salomonica

il problema dei salari, mantenendolo nei limiti del bilancio ordinario annuale; per effetto di una coperta troppo corta il nuovo

Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Virgilio Spigai fu costretto, persistendo la carenza finanziaria, a ritirare dal

servizio il naviglio più anziano e più oneroso da mantenere, tra cui l’incrociatore Garibaldi, ad appena dieci anni dal suo rientro

in servizio dopo la conversione in unità lanciamissili. Una ripercussione negativa si riflesse anche nel programma delle nuove

costruzioni, per cui furono rimandate ad un futuro migliore le realizzazioni dell’incrociatore Trieste, di altri due unità della

classe “Audace” (Animoso e Ardimentoso), di due fregate della classe “Alpino” (Perseo e Polluce); furono invece definitivamente

annullati, anche per la mancata disponibilità da parte degli U.S.A. nel voler concedere il materiale fissile per i reattori, il programma

per la costruzione di due unità a propulsione nucleare: il sommergibile Guglielmo Marconi e la nave ausiliaria Enrico Fermi.

In conseguenza della guerra dei Sei Giorni, in cui Israele si battè contro una coalizione araba formata da Egitto, Siria e Giordania,

il 21 ottobre 1967 per la prima volta nella storia, un’unità navale fu affondata da un missile superficie-superficie; si trattava

del cacciatorpediniere Eilat (ex H.M.S. Zealous) colpito da un missile lanciato da un’unità egiziana classe “Komar” di costruzione

sovietica; l’avvenimento creò una certa preoccupazione da parte delle Marine occidentali e immediatamente quella italiana

decise la sospensione della costruzione delle motocannoniere Dardo e Strale ed avviò uno studio, al fine di potersi dotare

di unità lanciamissili leggere e veloci.

Nel settembre del 1972 la corvetta De Cristofaro venne attaccata e mitragliata da un Mirage libico, durante una missione di

vigilanza pesca in acque internazionali a 40 mg a nord-est di Tripoli; la sortita determinò il ferimento di tre membri dell’equipaggio,

danni lievi alla nave e prontezza di risposta al fuoco del velivolo.

Nell’ottobre 1973 scoppiò il quarto conflitto arabo-israeliano, noto alla storia come la guerra dello Yom Kippur, con il risultato

di creare ulteriore tensione nell’area mediterranea, con un massiccio schieramento delle forze navali della Sovmedron,

contrapposte a quelle della NATO; ad aggravare maggiormente la crisi, che assunse connotazioni economiche, fu l’embargo

del petrolio adottato verso i Paesi, che appoggiavano apertamente Israele, ed la posa di mine del canale di Suez e del Golfo Persico,

costringendo il trasferimento del greggio dai Paesi arabi con navigazione più lunga intorno al continente africano.

Nel novembre 1973 il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Gino De Giorgi, presentò un documento, denominato “libro bianco”

ed intitolato “Prospettive e orientamenti di massima della M.M. per il periodo1974-1984”. La relazione analizzava la grave

situazione politico-militare che si presentava in quel periodo nell’area mediterranea, con particolare accenno agli impegni

che la flotta militare italiana era chiamata a svolgere per i propri interessi economici con la necessità di assicurare libero

transito delle vie di rifornimento, ed in ambito NATO, soprattutto dopo la formale uscita dal Patto Atlantico della Francia, e la

diminuita presenza della Royal Navy nel Mediterraneo; si metteva in rilievo la crescente presenza di unità subacquee e di

superficie sovietiche nel Mediterraneo e l’impossibilità da parte della Marina italiana a poter proseguire nella strada del

rinnovamento della propria flotta, a causa della carenza dei bilanci ordinari; si elencavano con dettaglio le priorità da perseguire

con un obiettivo minimo di 160.000 tonnellate di naviglio operativo; l’iniziativa riuscì ad aprire un serio dibattito a livello

nazionale e la classe politica fu messa in condizione di dover fare una scelta tra l’inesorabile estinzione della flotta oppure uno sforzo

economico eccezionale per riportare la Marina italiana a livelli di efficienza accettabili; scelse la seconda strada approvando

una legge, il 22 marzo1975, con un finanziamento straordinario di mille miliardi, da attuare in un periodo di dieci anni.

L’elenco delle unità da costruire col bilancio della “Legge navale” era:

 

- una incrociatore tuttoponte: Giuseppe Garibaldi

- due sommergibili: Leonardo Da Vinci e Guglielmo Marconi

- due cacciatorpediniere lanciamissili: Animoso ed Ardimentoso

- otto fregate lanciamissili: Maestrale, Grecale, Libeccio, Euro, Espero, Scirocco, Zeffiro, Aliseo

- sei aliscafi: Nibbio, Astore, Gheppio, Grifone, Falcone, Condor

- una nave da sbarco San Giorgio

- dieci cacciamine classe “Lerici”

- un rifornitore di squadra Vesuvio

- una nave salvataggio Anteo

- aliquota di elicotteri Agusta-Bell AB-212ASW e Agusta-Sikorsky ASH-3D

 

A causa del processo inflazionistico, che aveva di conseguenza elevato i costi di costruzione, non fu possibile la realizzazione

dei due cacciatorpediniere e di 6 cacciamine, che furono costruiti in un secondo momento con bilancio ordinario.

Prima di affrontare l’analisi delle nuove costruzione, che saranno trattate a parte, è bene fare un veloce riesame delle condizioni

operative di tutte le unità già in servizio, alcune delle quali entrate in servizio nel primo lustro degli anni ’50.

Il Vittorio Veneto, nave ammiraglia della Squadra navale, operò intensamente negli anni ’70; essendo un’unità di nuovissima

costruzione non subì in questo periodo nessun lavoro migliorativo, a parte l’adozione dei nuovi elicotteri SH-3D e AB-212ASW

in sostituzione dei vecchi SH-34G/J e AB-204AS; al rientro dell’attività estiva del 1979, tenutasi nelle acque del Tirreno e del Ligure,

l’unità rientrò a Taranto, duramente provata dal cattivo stato del mare durante la navigazione e fu tenuta al suo posto abituale

d’ormeggio in mar Piccolo in attesa dei previsti lavori di ammodernamento.

Doria e Duilio nel corso del primo lustro degli anni ‘70 subirono una serie di lavori: il radar di scoperta aeronavale R.C.A. AN/SPS-12

fu per breve periodo sostituito dal Lockheed Electronics AN/SPS-40, che in seguito ad intervento di modifica della mensola di

sostegno della parabola dell’antenna rotante, cedette il posto al nuovo radar MM/SPS-768 per la scoperta aeronavale a grande

distanza di costruzione nazionale e prodotto dalla Selenia, che divenne la dotazione base per le moderne unità di grandi dimensioni;

il vecchio radar tridimensionale di scoperta aerea lontana Frescan AN/SPS-39 fu sostituito con il più moderno Hughes AN/SPS-52;

furono create lungo il ponte di coperta all’incirca a metà lunghezza, una su ciascun lato, due piazzole sporgenti semicircolari,

per creare spazio sufficiente e permettere l’installazione di due rampe multiple del sistema lanciarazzi da 105 mm SCLAR Breda/Elsag;

l’originale apparato TACAN valvolare fu sostituito con una moderna apparecchiatura allo stato solido.

Impetuoso ed Indomito, per i quali si prevedeva nel corso degli anni ’60 il loro un ammodernamento, che avrebbe potuto

prevedere l’imbarco di una rampa lanciamissili Tartar e la sostituzione delle ormai vecchie mitragliere con cannoni da 76/62 mm,

furono sottoposti a leggeri lavori di aggiornamento dei sistemi di bordo per permettere un prolungamento della loro attività

almeno fino alla fine degli anni ’70; da notare la ricostruzione della plancia dell’Indomito, sostituita con una di tipo chiuso.

Sfumata la possibilità della dotazione dell’elicottero a bordo, Impavido ed Intrepido, uniche unità moderne della categoria

piuttosto esigua di cacciatorpediniere, furono sottoposti a lavori di aggiornamento, soprattutto nei riguardi dell’elettronica di

bordo e dell’armamento; le novità introdotte dopo i lavori eseguiti per l’Intrepido dal 1974 al 1975, per l’Impavido dal 1976

al 1977 furono: adozione di una rampa singola Mk. 13 per missili Standard SM-1 con capacità di magazzino di 40 missili;

imbarco di due rampe multiple per lanciarazzi da 105 mm SCLAR Breda/Elsag; sostituzione del vecchio radar tridimensionale

con il più moderno Hughes AN/SPS-52; sostituzione delle vecchie Direzioni di Tiro con tre centrali Orion RTN 10X sia per

il calibro principale che per quello secondario e collocate in posizione elevata: una sul cielo della plancia di comando e le altre

due in posizione laterale e simmetrica.

Delle classi “Centauro” e “Rizzo”: Cigno, Centauro, Bergamini e Rizzo furono sottoposti agli stessi lavori di trasformazione,

che per le altre unità erano stati eseguiti negli anni ’60.

Le unità della classe “Alpino”, nuove unità entrare in servizio alla fine degli anni ‘60, ebbero intensa attività operativa ed addestrativa;

nel 1973 l’Alpino fu dotato del radar sperimentale SPQ-5A, scherzosamente denominato “Sarchiapone”, realizzato in seguito ad

una collaborazione SMA/Galileo su richiesta della M.M.I.; l’antenna costituita da una vistosa parabola era montata sul cielo del

ponte di comando a poppavia della Direzione di Tiro.

La situazione delle corvette negli anni ’70 era alquanto critica, rappresentata solamente da otto unità suddivise in due classi

con caratteristiche completamente diverse tra loro; le unità classe “Albatros” nonostante un ulteriore sostituzione degli impianti

da 40/70 mm rappresentati dai nuovi Breda/Bofors da 40/70 mm, non potevano garantiva certamente un grande miglioramento

della capacità antiaerea per non parlare della loro capacità antinave completamente assente; si rilevarono comunque delle

ottime unità addestrative e per questa ragione furono anche dotate di due impianti lanciasiluri trinati.

Le uniche corvette moderne, impiegate anche nell’attività addestrativa della Scuola Comando, erano le quattro della classe

“De Cristofaro”, dotate di un equilibrato e moderno armamento antiaereo e antisommergibile, con possibilità di possedere

una modesta capacità difensiva antinave grazie all’adozione delle due torri singole da 76/62 mm.

Si è già accennato ai motivi, che indussero i responsabili della Marina a sospendere la costruzione di altri sommergibili della classe

“Toti”; i battelli prodotti si rilevarono validi e ben riusciti, ma la loro ridotta dimensioni poneva problemi di spazio e di capacità operativa.

In seguito all’affondamento del cacciatorpediniere israeliano Elat e ai risultati non soddisfacenti del sistema Contraves Nettuno Mk 1,

sperimentato sul Saetta dal 1968 al 1972 e costituito da cinque celle per il lancio di missili superficie-superficie, che nella

versione Mk. 2 avrebbero avuto una portata di 20.000 m circa, la Marina militare decise di intraprendere, per l’immediato futuro,

due distinte soluzioni; annullata la costruzione delle motocannoniere di tipo classico, previste per completare la classe “Freccia”,

avviò lo studio per la progettazione del prototipo di un aliscafo di piccolo dislocamento dotato di notevole velocità e di un

considerevole armamento in rapporto alle sue dimensioni, costituito dal nuovo cannone Compatto O.T.O. Melara da 76/62 mm

e da rampe di missili superficie-superficie; si richiedeva alle armi da imbarcare notevoli doti di compattezza e leggerezza;

l’altra strada da seguire, divenuta ormai prioritaria, era quella di dotare tutte le unità di missili superficie-superficie per la

difesa a distanza dalla minaccia recata da unità lanciamissili avversarie.

La situazione del naviglio di dragaggio, dopo la radiazione di tutte le vecchie unità del periodo bellico, era rimasta immutata

e basata sulle unità entrate in servizio negli anni ’50, che costituivano diversi gruppi di dragaggio, distribuite lungo tutta la

costa italiana; oltre alla normale attività addestrativa erano impegnate saltuariamente per la bonifica dei nostri mari in occasione

dei numerosi ritrovamenti di ordigni inesplosi, soprattutto dragati involontariamente con le reti dei pescherecci. In seguito alle

varie crisi, scoppiate nel mondo arabo tra Israele ed i loro naturali nemici, che determinarono un uso sconsiderato di mine,

che potevano recare danni anche al traffico mercantile neutrale, ci si rese conto all’inizio degli anni ’70 dell’assoluta inadeguatezza

della forza di dragaggio nazionale, concepita ancora per la neutralizzazione di ordigni a contatto, ad impulso magnetico ed acustico;

la Marina italiana, in attesa di trovare i fondi per affrontare il problema con specifiche unità progettate con lo scopo di neutralizzare

i sofisticati ordigni moderni, del resto costruiti anchein Italia, decise di provvedere alla conversione di un limitato numero di

dragamine costieri in unità cacciamine; il cambio del ruolo era necessario in quanto, di fronte all’assoluta pericolosità dei nuovi

ordigni, il processo di neutralizzazione subiva un mutamento procedurale notevole in quanto questi non dovevano essere sottoposti

a dragaggio ma dovevano essere individuati e localizzati singolarmente per poi essere neutralizzati sul luogo di ritrovamento,

mediante l’esplosione di cariche da breve distanza; è logico comprendere il diverso tipo d’approccio per risolvere il problema

e la diversa tipologia dell’attrezzatura e della tecnica da utilizzare; tra il 1978 ed il 1984 presso l’Arsenale di La Spezia furono

convertiti in cacciamine, con fondi dei bilanci ordinari, sette unità (Mandorlo, Castagno, Gelso, Cedro, Platano, Frassino e Loto);

fu effettuata la ricostruzione parziale delle sovrastrutture, l’ammodernamento dei sistemi di bordo e l’imbarco di sistemi teleguidati

di prima generazione per la scoperta e la neutralizzazione delle mine.

Il contributo dei dragamine litoranei classe “Aragosta”, in considerazione degli eventi sopra esposti non erano più ritenuti essenziali,

per cui dieci unità furono messe in disarmo nel 1974.

L’annullamento del programma “Quarto”, relativo alle forze da sbarco, fu semplicemente motivato dalla logica di non sprecare

preziose risorse finanziare per un progetto che non riusciva a soddisfare completamente le esigenze della Marina italiana.

 

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