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I Terribili 56 Giorni


dieblaureiter

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Titolo: I terribili 56 giorni

Autore: Bernard B. FALL

Casa editrice: Rizzoli, Milano

Anno di edizione: 1969

Pagine: 575 con numerose cartine e 5 appendici

Dimensioni: 22 X 16 (8°)

Prezzo originario: Lire mancante

Prezzo: Euro 16,00

Reperibilità: media (prezzo /20 Euro)

Sinossi: Nel novembre 1953 i francesi, già impegnati da sette anni nella guerra d’Indocina, con un ben predisposto sbarco aereo occuparono la verdeggiante valletta di Dien Bien Phu, distante trecento chilometri dalla base di rifornimento, con l'intento di stabilire un ottimo punto fortificato nell'interno del paese. Erano lontani dal supporre che il nemico, privo di mezzi aerei, potesse ammassare circa 50.000 uomini e un nutrito contingente di artiglieria intorno a un luogo circondato da foreste percorse da sentieri appena tracciati. Invece i vietmin, a prezzo di incredibili fatiche e grazie a una insospettata capacità organizzativa, riuscirono nell'impresa e, inaspettatamente, il 14 marzo 1954, i 13.000 uomini che costituivano la guarnigione francese di Dien Bien Phu si trovarono assediati, intrappolati senza possibilità di rifornimento e di comunicazione con l'esterno se non per mezzo di un ponte aereo. Cinquantasei giorni durò l'assedio, e i vietmin non allentarono la stretta nonostante gli attacchi reiterati dell'aviazione francese. A una prima fase di violenti assalti, sempre respinti dagli assediati, i vietmin fecero seguire una fase di vero e proprio soffocamento che portò inesorabilmente alla paralisi ma¬teriale e psichica dei superstiti della guarnigione. Alle ore 17,30 del 7 maggio 1954 un piccolo gruppo di vietmin irrompeva nel bunker del comando dove il generale de Castries, impeccabile nella sua divisa di spahi costellata di decorazioni, era ad attenderli dopo il "cessate il fuoco". Così si concludeva la tragica avventura di Dien Bien Phu che segnava l'inizio del crollo della Francia come potenza coloniale e accendeva una amara diatriba gravida di conseguenze tra la Francia stessa e gli Stati Uniti che l'avevano spinta a te¬nere ostinatamente le posizioni in Estremo Oriente con promesse di aiuti che non furono mantenute: L'Autore ha speso tre anni a raccogliere il materiale e a redigere il libro. Si è impegnato nell'opera con acuto senso critico e con calda eppur imparziale comprensione umana, illuminando ogni fatto e ogni momento dell'avventura, durante la quale gli uomini si videro veramente "nudi", con le loro generosità e le loro piccinerie, con i loro eroismi e le loro animosità personali: ne é uscito un documento di obiettiva indagine storica che possiede inoltre l'attrattiva e il fascino d'un vero e proprio racconto.

Mentre i due precedenti volumi recensiti (36 statagemmi e L'arte della Guerra) sono relativi alle scaturigini del pensiero militare orientale ed a un passato a volte remoto questo riguarda uno snodo fondamentale della storia dei popoli orientali: a Dien Bien Phu un generale orientale (Giap), con una strategia orientale (di cui prossimamente daremo conto) riesce a sconfiggere dei generali occidentali (l’esercito è multirazziale) dotato del più moderno armamento. Vincente è frugalità, spirito di sacrificio, adattamento a condizioni ambientali estreme dei combattenti vietmin che, peraltro, dimostrano una capacità di utilizzo delle armi in loro possesso superiore a quella degli avversari. Queste capacità, trasportate dal campo di battaglia a quello economico, formano le basi dell’attuale successo delle economie dell’estremo oriente.

Termino con un’osservazione: i popoli estremo orientali sono stati per centinaia d’anni depositari di conoscenze tecniche e scientifiche molto avanzate che, almeno in linea di principio, potevano costituire un motivo di supremazia (rammento che il numero, nella maggior parte dei casi, NON è potenza) se ciò non è avvenuto, né avverrà è perché quelle società non hanno il minimo interesse ad una proiezione oltre i loro confini come, per esempio, l’Europa compì con la dominazione coloniale.

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Un episodio che ha lasciato una traccia violenta (per un paio di decenni; ora chi se lo ricorda più?) nella coscienza europea. Se ne parlava molto, come precedente "rischioso" , all'epoca della guerra del Vietnam.

Ricordo che ho conosciuto personalmente un reduce: be', non so come fosse prima, ma credo che la faccenda lo avesse psicologicamente marchiato parecchio....

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da base artica, marco

 

ho avuto parecchi parenti stretti che ci furono o ci furono paracadutati, la maggior parte riusci a sganciarsi 4 giorni dopo la caduta, in gruppi di 2 o 3 persone e dopo 40 -50 giorni a riuninrsi al le forze francesi al centro.

storie di ...be non per tutti gli stomaci.

il problema allora pare fu lo stesso di ora, tra chi serve e chi vive (in patria) ci sono differenze troppo grandi di vita e doveri.

 

Legio Patria Nostra, saluti marco

 

maggiori notizie solo privatamente!

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Termino con un’osservazione: i popoli estremo orientali sono stati per centinaia d’anni depositari di conoscenze tecniche e scientifiche molto avanzate che, almeno in linea di principio, potevano costituire un motivo di supremazia (rammento che il numero, nella maggior parte dei casi, NON è potenza) se ciò non è avvenuto, né avverrà è perché quelle società non hanno il minimo interesse ad una proiezione oltre i loro confini come, per esempio, l’Europa compì con la dominazione coloniale.

 

Un ottimo affresco her Dieblaureiter che ben si accompagna alla sua familiarità con la tela :s03: . Tuttavia devo confessarle che dissento dalla sua ultima affermazione. Il colonialismo cinese sul debito pubblico americano insegna che le mire espansionistiche di questi paesi sono una realtà e trovano sfogo nelle guerre finanziarie in corso. Machiavelli docet :s02:.

Modificato da Corto Maltese
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da base artica, marco

 

ho avuto parecchi parenti stretti che ci furono o ci furono paracadutati, la maggior parte riusci a sganciarsi 4 giorni dopo la caduta, in gruppi di 2 o 3 persone e dopo 40 -50 giorni a riuninrsi al le forze francesi al centro.

storie di ...be non per tutti gli stomaci.

il problema allora pare fu lo stesso di ora, tra chi serve e chi vive (in patria) ci sono differenze troppo grandi di vita e doveri.

 

Legio Patria Nostra, saluti marco

 

maggiori notizie solo privatamente!

 

Bussolino,

in ogni caso cosa c'era scritto in ogni caserma della Legione?

"siete Legionari votati alla morte, e la Legione vi manderà dove potrete morire"

 

vale

riccardo

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@ bussolino/iscandar

A tal proposito presenterò a breve le memorie di un legionario italiano, recentemente edite da Mursia.

Un testimone minore ma non privo d'interesse e mordente sulla guerra d'indocina.

 

@Corto Maltese

Quando arriverò a recensire "Guerra senza limiti" motiverò ulteriormente la mia affermazione. Indubbiamente la Bank of China è la seconda detentrice di valuta estera del pianeta resta il fatto che il Celeste Impero non ha avuto storicamente un pensiero geopolitico.

Modificato da dieblaureiter
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@Corto Maltese

Quando arriverò a recensire "Guerra senza limiti" motiverò ulteriormente la mia affermazione. Indubbiamente la Bank of China è la seconda detentrice di valuta estera del pianeta resta il fatto che il Celeste Impero non ha avuto storicamente un pensiero geopolitico.

 

E' un piacere leggere i tuoi contributi sempre ricchi di spunti interessanti. Forse mi preoccupo eccessivamente dei nostri amici cinesi ma sotto il profilo geopolitico non posso fingere di non vedere quello che stanno facendo in Africa. Recentemente peraltro sono venuti a trovarci anche per dare un'occhiata alla nostra flotta.

Modificato da Corto Maltese
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