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Norme Per La Navigazione-art.6-1960


Red

Messaggi raccomandati

Da "Le Vie del Mare" del Giugno 1960 N°6

 

NORME PER LA NAVIGAZIONE

 

E' ncessario che si appresti ad andar per mare sia a conoscenza,

per navigare con sicurezza,delle principali norme che regolano la

navigazione e,nel nostro caso,come essa praticamente deve essere

condotta.

Riferendoci alla condotta pratica della navigazione costiera sarà in-

nanzi tutto necessario :

1°-Conoscere la distanza (in miglia) dell'orizzonte marino (o orizzonte

visibile),ossia la distanza di quella linea-limite ottica che determina

nav1u.jpg

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la saldatura del cielo col mare,e conoscere a quale distanza (in mi-

glia) si trovi il natante rispetto ad un oggetto o altro natante che si

avvisti sull'orizzonte.

La distanza- d (in miglia) alla quale si trova un natante rispetto al pro-

prio orizzonte marino (o visibile) in perfette condizioni atmosferiche,si

determina con la formula :

nav2.jpg

 

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La nave in ogetto si troverà quindi ad una distanza di 6,1 miglia dal natante.

 

2°-Conoscere a quale distanza (in miglia) sarà possibile avvistare,sulla

linea dell'orizzonte marino (o visibile) un punto della costa (faro,castello,

monte,ecc.) di cui sia nota la sua altezza h sul livello del mare.

 

In perfette condizioni atmosferiche,tale distanza d si determina con la

formula :

nav3e.jpg

 

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in cui h= altezza in metri sul livello del mare del punto che di dovrà avvistare.

Esempio : A quale distanza è in vsta un faro disposto a 12 m. sul livello del mare

tenendp presente che l'occhio dell'osservatore si trova a m.5 sullo stesso livello ?:

nav4.jpg

 

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(Avvertenza-L'altezza dei monti è facilmente reperibile essendo essa segnata sulle

Carte nautiche,mentre quella dei fari figura su una apposita raccolta pubblicata

dallo Istituto Idrografico della Marina,con Sede a Genova,e denominata:"Elenco dei

fari e segnali da nebbia".Gli stessi dati possono rilevarsi anche sulle similari pubbli-

cazioni americane,francesi,inglesi.

Nell'elenco suddetto pubblicato a cura dell'Istituto Idrografico della Marina una ap-

posita tavola permette di risolvere il problema di cui al paragrafo 2° senza alcun

calcolo.)

 

3°-Conoscere (navigando di notte) la posizione geografica del natante all'istante in

cui si avvista all'orizzonte la luce di un faro (o fanale) conoscendone il raggio della

circonferenza limite di visibilità.

 

Vogliamo quì ricordare,innanzitutto che la "circonferenza limite di visibilità di un faro

o di un fanale" (e in generale di una sorgente luminosa)

nav6z.jpg

 

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è quella circonferenza c (fig.1) che ha per centro il faro A e per raggio r la distanza

massima (in miglia) alla quale la luce del faro è visibile (o cessa la sua visibilità)

sull'orizzonte.(1)

Ovvio che nell'istante in cui il natante avvista sull'orizzonte la luce di un faro si trovi,

nello stesso istante,in un punto della circonferenza limite di visibilità dello stesso faro.

Se, sulla carta nautica,Rv è la direzione della rotta vera (Fig.1) ch segue il natante,si

tracci con un compasso la circonferenza limite (di centro A e raggio r) di visibilità del

faro

nav5e.jpg

 

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della quale si avvista la luce;il punto N di intersezione della rotta vera Rv e della

circonferenza limite ci indicherà la posizione approssimata del natante all'istante

in cui si è vvistata la luce del faro.

Una posizione più approssimata della precedente può essere ottenuta quando,nell'istante

in cui si avvista all'orizzonte la luce del faro,si rilevi tale la luce della bussola

nav7p.jpg

 

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Tracciando, infatti,sulla carta nautica il rilevamento vero Rlv della luce del faro (Fig.1) il

punto d'intersezione N' della direzione del rilevamento con la circonferenza c, ci indicherà

la posizione del natante all'istante dell'avvistamento della luce del faro.

 

(1) La distanza r detta (portata luminosa) o (portata ottica),dipende principalmente

dalla intensità luminosa del faro e dallo stato di trasparenza dell'atmosfera.

La " portata luminosa" dei fari e fanali è indicata nella pubblicazione dell'Istituto

Idrografico della Marina di cui al paragrafo 2°.

 

4°- Conoscere la profondità del mare in cui si trova il natante navogando sotto costa

o andando all'ancoraggio.

 

Navigando sotto costa,in zona sconosciuta,per andare all'ormeggio,o,infine,per dare fondo

all'ancora in un determita punto d'ancoraggio è necessario conoscere la profondità alla

quale si trova il fondale rispetto alla superficie del mare.

Tale profondità è possibile a rilevarsi leggendola sui valori riportati dalla carta nautica o

determinarla direttamente con l'apposito strumento detto "Scandaglio"

Sulla carta nautica (Fig.2) i valori della profondità dei fondali vengono riportati attraverso

numerosissimi piccoli numeri segnati a fianco di altrettanti piccoli punti,più fitti verso la costa

e diratati verso il largo.Tali valori vengono riferiti ad una deteminata altezza della super-

ficie del mare(e specificatamente indicata su ogni carta nautica) rispetto al fondale;tenendo

conto,cioè,della "marea" e dei suoi due movimenti caratteristici di innalzamento (alta marea)

della superficie (s,Fig.3) del mare e di abbassamento (bassa marea) della stessa rispetto

al fondo (f,Fig.3).

Il valore della profondità del fondale fornita dalle carte nautiche nazionali è espressa in "metri",

sulle carte redatte all'estero essa viene espressa in "fathoms (o braccia) e in "feets" (o piedi).(2)

nav8.jpg

 

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Nelle carte nautiche a fianco del valore indicante la profondità del fondale è anche riportata(Fig.2)

l'indicazione sulla natura del fondale :

s= fondale sabbioso

r= fondale roccioso

f= fondale fangoso

Un punto di tali carte indicato con 9 r vorrà quindi significare che il fondale ad una profondità di

9 metri ed è di natura rocciosa.

Si noterà,inoltre,sulle carte nautiche,che tutti i punti di uguale profondità e quindi di uguale valore

sono uniti mediante una punteggiata (Fig.2) che prende il nome di "Isobat o Batimetric" e il cui

andamento è generalmete irregolare.

Qualora il natante sia sprovvisto della carta nautica o del piano della località in cui sta navigando

e si voglia conoscere la profondità del fondale sarà necessario ricorrere allo scandaglio.Questo

strumento può essere "a sagola" o "meccanico".Tratteremo del primo accennando soltanto bre-

vemente al secondo.

 

(2) 1 fathom=6 piedi=1,83 metri: 1 foot=0,30479 feet è in lingua inglese,il plurale di foot).

 

Lo scandaglio a sagola (Fig.4) è costituito da un peso di piombo p al quale è legata una sagola l

del diametro di 8mm e, a seconda del peso del piombo,di una determinata lunghezza (3).

Sarà sufficiente,per gli scopi che ci siamo prefissi,trattare dello scandaglio a sagola lunga 25m

munita di piombo da 5 kg adatto per scandagliare piccole profondità.

La sagola di tale scandaglio,che prima di essere attaccata al relativo peso di piombo è bene

bagnata e quindi tesata,è divisa secondo il sistema seguente :

al limite del 1° metro della sagola (a),contato a partire dall'estremità del piombo viene applicato

un nodo munito di uno spezzone di comando.

 

Al limite del 2° metro della sagola (b) un altro nodo con altro spezzone di comando,e così anche

al limite del 3° e 4° metro.

 

Al limite del 5° metro di sagola viene invece inserita na strisciolina di pelle (e) nuovamnte un nodo

con spezzoni di comando al limite del 6°,7°,8°,9° metro di sagola al limite del 10° metro viene

inserito un triangolo di stamina bianca.

 

Nuovamente un nodo di spezzoni di comando al limite del 11°,12°13°,14° metro.

 

(3) Se il peso del piombo è di 8 Kg la sagola dovrà avere l=40 metri.Se il peso del piombo è

di 15 Kg la sagola dovrà avere l=100 m.)

 

Al limite del 15° metro una striscia di pelle.

Nuovamente un nodo con spezzoni di comando al limite del 16°,17°,18°,19° metro.

 

Al limite del 20° metro viene inserito un triangolo di stamina rossa.

 

Nuovamente nodi con spezzoni di comando al 21°,22°,23°,24° metro.

 

Al limite del 25° metro viene inserita un'altra striscia di pelle.

Per usare lo scandaglio a sagola sarà sufficiente lancia a mare il peso di piombo p e filare

sagola fino a che il peso abbia raggiunto il fondale contando (o contando quando si recupera)

il numero dei metri di sagola filati a mare.La profondità del fondale nell'istante della misura,

sarà data dal valore dei metri di sagola filati o recuperati diminuiti dell'altezza,ovviamente in

metri,dalla quale si trova la mano di chi fila rispetto alla superficie del mare.

Sarà bene tener presente che misurando la profondità del fondale con natante in moto,il peso

dello scandaglio dovrà essere lanciato il più possibile verso prora in modo di avere il natante

sulla verticale del peso quando questo ragginge il fondale.In caso contrario il valore misurato

della profondità sarà sempre superiore a quello reale.

Sarà infatti sia y',sia y'' maggiore di y.

Nel prossimo capitolo verrà sommariamente trattato lo scandaglio meccanico e le norme da seguire

per evitare collisioni in mare.

 

RENZO BRASSESCO

ERALDO MARIETTI

 

Fine

 

RED

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......

2°-Conoscere a quale distanza (in miglia) sarà possibile avvistare,sulla

linea dell'orizzonte marino (o visibile) un punto della costa (faro,castello,

monte,ecc.) di cui sia nota la sua altezza h sul livello del mare.

 

In perfette condizioni atmosferiche,tale distanza d si determina con la

formula :

nav3e.jpg

....

 

Interessante RED, mi son divertito nel verificarla con un esempio pratico.

Dal Santuario della Madonna della Guardia di Genova (805 m) nelle belle giornate (io ho sempre beccato foschia :s68: ) si dice che si possa vedere la "punta" della Corsica (con monti sui 1100 m).

Misurando con Google Maps abbiamo circa 192 Km contro i 187 circa della formula, i conti tornano alla perfezione :s01:

 

Grazie !!!

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