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La Marina Militare Italiana Dal 1961 Al 1970


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Complimenti! :s20:

Un lavoro di documentazione storica davvero eccezionale!

Interessantissimo davvero. :s01:

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Elettronica di bordo periodo 1951÷1970

 

Benché abbia iniziato a raccogliere dati, riguardo le apparecchiature radar impiegate dalla Marina militare italiana,

fin dagli anni ’60 grazie alle pubblicazioni di Interconair Aviazione e Marina, che fu la prima rivista ad affrontare

con coraggio questo specifico argomento, quando ho preso la decisione d’inserirlo in questa discussione, mi sono

accorto di che i dati a mia disposizione erano pochi e non molto chiari. Il lavoro da me svolto quindi non vuole

avere la pretesa di presentare una trattazione esauriente su questo specifico argomento, ma semplicemente

tracciare una strada per cercare d’illustrare l’evoluzione e l’impiego di queste apparecchiature, adottate dalle unità

italiane nel corso degli anni. Purtroppo oltre al velo di segretezza a cui sono soggette queste apparecchiature,

si associa la circostanza che i sistemi sono poco visibili agli occhi dei non addetti al lavoro, perché si trovano

all’interno della struttura delle navi e la loro presenza è palesemente percepibile soltanto grazie alla necessità

di esporre le antenne nei punti più elevati della sovrastruttura; sono questi sensori che ci indicano la presenza

degli apparati e soprattutto, per chi ha una certa conoscenza di tecnica radar, individuarne anche l’impiego;

credo che chiunque sia appassionato di argomenti di carattere navale sia in grado di distinguere le funzioni e

l’impiego delle diverse apparecchiature radar, in caso contrario spero che questa trattazione possa essere un ausilio,

con l’aiuto delle numerose immagini presentate.

Chiedo scusa in anticipo nel caso abbia introdotto delle inesattezze e ringrazio chiunque sia in grado di potermi

documentare ulteriori notizie o rettifiche sull’argomento.

 

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Modificato da BUFFOLUTO
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Analisi conclusiva periodo 1961÷1970

 

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La decisione di suddividere la flotta in diversi gruppi si è resa necessaria per dare ordine alla caotica disomogeneità

che nel dopoguerra si era creata nella Marina italiana; per maggior chiarezza si riporta la tipologia dei diversi gruppi:

 

A – Unità superstiti della seconda guerra mondiale in servizio nel periodo 1961÷1970

B – Unità della seconda guerra mondiale entrate in servizio nel periodo 1951÷1970

(nella presente trattazione si è preferito accorpare i gruppi A e B)

C – Unità ottenute con acquisizioni varie a partire dal 1946 in servizio nel periodo 1961÷1970

D – Unità cedute dall’U.S.Navy in servizio nel periodo 1961÷1970

E – Unità di costruzione nazionale a partire dal 1951 in servizio nel periodo 1961÷1970

 

Analisi dei dati in relazione ai periodi 1951÷1960 e 1961÷1970

 

Dall’esame dei grafici allegati il primo dato da mettere in rilievo è la riduzione del dislocamento totale da 320.930 t a 281.861 t.,

che ha interessato in maniera molto rilevante principalmente il gruppo A, dovuto alla radiazione di una serie di unità ormai obsolete,

in conseguenza della quale il dislocamento è passato da 209.909 t a 91.113 t (Doria, Duilio e Duca degli Abruzzi hanno comportato

un abbattimento del dislocamento di ben 66.992 t); l’incidenza dei Gruppi A e B sul dislocamento totale si è praticamente dimezzato,

passando dal 65,4% al 32,3%.

Il gruppo C, costituito prevalentemente da unità ausiliarie acquisite negli anni del dopoguerra in attesa dei finanziamenti necessari

per la loro sostituzione, è rimasto quasi invariato e registra un leggero calo del dislocamento, a causa della necessaria radiazione delle unità più obsolete.

Nel gruppo D non si registra nessuna radiazione, per cui con la cessione da parte U.S.Navy effettuate negli anni ’60 si ha un incremento del dislocamento di 41.157 t.

Il gruppo E rappresenta naturalmente quello più importante, in quanto completamente costituito da unità di recente costruzione nazionale,

che nel periodo considerato non ha usufruito di fondi MDAP; risulta evidente lo sforzo della Marina militare verso la strada dell’ammodernamento

della propria flotta e della costituzione di un nucleo di unità efficienti e moderne; l’incremento del dislocamento è pari a 43.198 t e l’incidenza

su quello totale è passato dall’ 8,5% al 25,0%.

Modificato da BUFFOLUTO
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Analisi conclusiva periodo 1961÷1970

 

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Rimorchiatore Abbazia radiato negli anni ’60 dopo essere affondato in porto a Napoli per un colpo di mare;

Affondato come bersaglio a fine estate 1983 nei pressi di Salto di Quirra, colpito da unmissile OTOMAT Teseo

lanciato dalla fregata Maestrale (fonte dell’informazione Francesco De Domenico).

Modificato da BUFFOLUTO
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Analisi conclusiva periodo 1961÷1970

 

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MC 485, in funzione di capo flottiglia, insieme a motosiluranti tipo C.R.D.A., Higgins e Vosper

in rientro a Taranto dopo esercitazioni.

 

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La corvetta Sentinella, in funzione di capo flottiglia, partecipa all'attività addestrativa delle motosiluranti.

 

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Saluto alla Bandiera durante il passaggio della MS 443 nel canale navigabile.

 

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da sinistra: le quattro motosiluranti tipo C.R.D.A., MC 490, MC 491, MC 492, Sentinella.

Modificato da BUFFOLUTO
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  • 3 months later...
  • 4 years later...

Sono stato contattato via e-mail dal signor Gianni Giudici, testimone oculare di quel che accadde l'11 settembre 1960, a cui si riferisce Buffoluto in questa frase nel suo post del 2010:

 

L’11 settembre 1960 un S2F-1 dell’87° Gruppo cadde nel lago di Como, provocando la morte del sottotenente Giovanni Tosches e del sottotenente di vascello Riccardo Ugo.

 

Il Sig. Giudici ci terrebbe a raccontare come avvennero le cose, per questo quoto quanto mi ha scritto:

 

Le volevo chiedere se gentilmente, avendo lei accesso diretto, potesse avvisare Buffoluto che il Grumann citato come precipitato l'11 Settembre 1960 "non" cadde nel lago di Como, bensì nel Lago Maggiore e precisamente a Laveno (il pilota era del posto).

Ci tenevo a comunicarlo anche perché quel giorno io ero presente, proprio con mio padre (mamma e sorellina) e da tutta la vita il ricordo di quella disgrazia mi torna nella mente, al punto che solo pochi giorni fa sono riuscito a sapere nomi., data e circostanze, dal curatore di un sito sulla storia di Laveno Mombello (Va).

La voce che girò per Laveno in quei momenti drammatici era che il pilota si fosse abbassato (forse) troppo per salutare così dei parenti che erano presso l'imbarcadero, ma durante una virata l'aereo scivolò d'ala (a sinistra) sfiorando i tetti e lo stallo, forse tocco i tralicci della vicina stazione ferroviaria, fino a cadere a pochi metri dalla parte anteriore del traghetto in partenza, evitando all'ultimo momento una sciagura ancora più grande, dato che era pieno di passeggeri.

Presi quel traghetto poco dopo e, nonostante avessi solo sette anni, ricordo con angoscia la vista delle macchie oleose sulla superficie di quel lago profondissimo e alcuni rottami galleggianti, poi recuperati..

Dell'equipaggio non si trovò nulla, purtroppo (amen).

Se possibile inoltri la presente al curatore della sezione (Buffoluto) insieme ai miei saluti ammirazione e scuse per il disturbo.

 

Insieme al racconto, mi ha inviato anche un articolo e una foto, che ripropongo qui di seguito:

Incidente%20aereo%20Laveno%2011%20Settem

Incidente%20aereo%20Laveno%2011%20Settem

 

Non è mai troppo tardi per aggiungere dettagli o fare i giusti accorgimenti :wink:

 

Grazie al Sig. Giudici per averci contattato e a Buffoluto!

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Un esemplare di SF2 Tracker è esposto al museo dell'aviazione di Vigna di Valle che è praticamente attaccato a casa dei miei genitori, un giorno di questi ci faccio un salto e scatto qualche foto e le posto qui se è cosa gradita.

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