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Per Quali Valori Combatterranno Le Nuove Generazioni?


Corto Maltese

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Sul sito internet del Corriere della Sera sono apparsi due articoli che rilancio senza commenti. Vorrei semplicemente una vostra risposta alla domanda contenuta nel titolo del topic:

 

"Quel bimbo con il biberon vuoto. La madre: sta morendo di fame

sajjad.jpg

 

La foto simbolo dei danni delle alluvioni. Il «Guardian» rintraccia la famiglia: siamo abbandonati e assaliti dalle mosche.

 

La foto di Sajjad che ha fatto il giro del mondo. Quattro bimbetti stesi su una coperta sudicia, tormentati dalle mosche, mentre uno di loro succhia un biberon vuoto. La fotografia sulle alluvioni in Pakistan, scattata da Mohammad Sajjad per l'Associated Press, ha fatto il giro del mondo, spiegando più di qualunque statistica la situazione del Paese e la scarsità di aiuti.

Il Guardian è riuscito a identificare il bimbo con il biberon, Reza Khan, due anni, e lo ha rintracciato in una tendopoli di fortuna lungo una strada ad Azakhel, a una trentina di chilometri da Peshawar. L'accampamento è un'accozzaglia di una ventina di tende donate da varie organizzazioni umanitarie, nessuna gestisce il campo. I residenti devono arrangiarsi da soli e si affidano alla carità dei passanti. Qui vivono 19 famiglie, tutti rifugiati afgani, già sfollati dal conflitto nel loro paese e di nuovo sradicati dopo un mese di piogge torrenziali.

La famiglia di Reza viene da Butkhak, vicino a Kabul. Il padre abbandonò il paese da ragazzo, circa trent'anni fa. Quando lo abbiamo rintracciato, Reza era in una tenda con la madre, Fatima e altri sei dei sette fratelli, tutti accoccolati su una coperta azzurra stesa sul terreno fangoso. Stringe ancora lo stesso biberon. Sempre vuoto. Fatima si sforza di calmare il bimbo, che piagnucola senza sosta, come il fratellino gemello, Mahmoud. Ha coperto tre dei suoi altri figli - ne ha otto in tutto, tutti sotto i nove anni - con una zanzariera sporca che qualcuno le ha regalato, ma il telo è bucato. La figlia maggiore, Sayma, non parla. I suoi occhi verdi fissano il nulla. Le mosche hanno invaso le poche stuoie stese sul pavimento e aggrediscono i bambini. Nella tenda non c'è quasi nulla. Nell'aria calda e umida il puzzo degli escrementi umani e animali è insopportabile. Non esistono servizi igienici, solo buche poco profonde, scavate all'aperto, stracolme di liquame che attira mosche e zanzare.

«Oggi non hanno mangiato nulla. Non ho niente da dargli», dice Fatima mentre tenta di scacciare le mosche dai bambini con un ventaglio di bambù. «Piange per la fame», dice indicando Reza. «È da più di un mese che non beve latte». Oggi il papà di Reza, Aslam, si è recato in un vicino ospedale con la figlia di sette anni, colpita da un'infezione cutanea causata dalla sporcizia in cui sono costretti a vivere. Reza e gli altri fratellini sono anch'essi coperti di chiazze rosse. I radi capelli cadono a ciocche, dice la madre. «Siamo qui da un mese», si lamenta Fatima. «Siamo stanchi di queste mosche e di non aver niente da mangiare. Prima delle piogge, mio marito lavorava. Eravamo poveri, ma con la pancia piena».

Questa famiglia di dieci persone era tra i 23.000 residenti del campo di rifugiati afgani di Azakhel. Aslam si guadagnava da vivere vendendo galline su una bicicletta sgangherata. Raggranellava due dollari al giorno. La casetta di mattoni di fango in cui abitavano non ha resistito alla furia del fiume Kabul. Il clan familiare, una sessantina di persone, si è diretto verso la strada che collega Nowshera a Peshawar. Ha trascorso cinque giorni in un campo, mangiando quello che si riusciva a trovare. "Siamo costretti ad arrangiarci per procurarci da mangiare, il cibo non viene distribuito da nessuna organizzazione nelle nostre tende," dice Fatima, amareggiata. I bambini mangiano una volta al giorno, di solito la sera, grazie alle organizzazioni umanitarie che forniscono pasti iftar durante il Ramadan. Ma il Ramadan finisce questa settimana. «Vorrei solo chiedere al mondo di farci arrivare qualcosa da mangiare», implora la donna. «Guardate - dice, indicando i gemellini che tiene sulle ginocchia - vi prego, i nostri bambini stanno morendo di fame».

Rania Abouzeid"

 

"GENERAZIONE DIVERTIMENTO

Tra i forzati di Ios. Si balla dalle 3 alle 8.

È meglio lavorare, parola di sedicenne

Mangiare? Non c'è tempo. In spiaggia? Neppure. Solo disco pub, alcol a poco prezzo e gente che vomita. E neppure un nuovo amico

MILANO - A Ios, si va per star fuori fino a tardissimo e per conoscere nuova gente. Io sono tornata a casa con gli amici con cui ero partita e l’indirizzo facebook di un australiano che faceva il butta dentro al My Way, uno dei bar dell’isola. E basta. Fuori fino a tardissimo, però, è stata la regola. La spiaggia l’ho vista il primo e l’ultimo giorno. Dieci giorni a ballare o ad aspettare che si iniziasse a ballare. Alla fine odiavo quell’isola. Ho 16 anni e con tre amici avevamo scelto la vacanza a Ios perché tutti dicono che è il paradiso dei ragazzi. Casette bianche e azzurre, zone desertiche e aride, e un centro città pieno zeppo di localini. Il bello di Ios, dicono, sta proprio nei locali che attirano ragazzi da tutto il mondo. Molti dai paesi anglosassoni, dal Nord Europa, dall’Australia e dalla Nuova Zelanda. E tantissimi italiani. Ios è frequentata da 16-20enni. I grandi non ci sono, quelli vanno a Mikonos. Le discoteche, due in realtà, lo Scorpion e l’Irish, aprono alle 3 del mattino e stanno aperte fino alle 8. Alle 8 si va a dormire. A Ios, non si dorme. Si balla. Si dorme fino alle 4 del pomeriggio. E non c’è tempo di fare niente perché bisogna ballare. Divertirsi. Qualche volta non ne potevo più. Mio cugino era il leader. Impossibile non seguirlo. Lui organizzava, decideva gli spostamenti. E noi lo seguivamo. Non è che non mi divertissi.

RITMO - Il ritmo che tutti inseguono all’isola di Ios è un inferno. Le giornate funzionavano, più o meno così: sveglia alle 4 del pomeriggio. Un panino alle 5 perché per mangiare non c’è tempo, appunto. Un incubo. Si passa un’oretta in spiaggia. Quella vicino al Far Out, bar e piscina dove alle 6 comincia la musica e si balla fino alle 9. Poi in albergo. Doccia, ci si prepara per uscire. Si aspetta. Tutta la giornata è un aspettare che inizi la serata. Alle 11 a cena, per aspettare mezzanotte, quando aprono i dico pub. E si balla. Si balla ore. È lo stesso ritmo che non ti fa smettere. La musica è bella, anche se è quasi sempre la stessa. Tutti i giorni e in tutti i locali. Tornavamo in albergo alle 8 di mattina con le orecchie tappate e le gambe doloranti. Le strade sono un fiume di ragazzi e di disco club con la musica a palla.

2 COCKTAIL 5 EURO -Avevamo affittato i motorini per muoverci meglio, molti li affittano ma per molti altri è un su e giù a cambiar locali, ballare per aspettare che aprano le discoteche per continuare a ballare. Noi, in realtà andavano sempre nello stesso disco club, il My Way, dove c’era l’australiano. Ci eravamo affezionati a lui. Un ventenne che aveva finito gli studi ed era da un mese e mezzo nell’isola. Una spugna. Lavorava tre ore al bar. Con la sua simpatia invitava i ragazzi a entrare: 2 cocktail 5 euro. C’era meno bolgia che dalle altre parti. Almeno per un po’, si ballava ma si stava nella calma. Qualche volta si passava pure dal Lemos. Stessa cosa ma più incasinata. Giri per i posti perché ci sono quelli frequentati da italiani e quelli frequentati da stranieri, che poi sono più divertenti, più strani sia come gente che come abbigliamento. E poi gli stranieri, e le straniere a differenza delle italiane che snobbano le altre italiane, quando entri in un locale ti vengono incontro, ti salutano. Per fare amicizia. Li conosci. Ma di parlare proprio non se ne parla. Fai nuove amicizie ogni sera. Ma le saluti lì. E sempre così frenetico perché devi correre a divertirti da un’altra parte. Davanti a ogni locale ci sono ragazzi che urlano le offerte, e i locali si fanno così concorrenza. Per 5 euro due cocktail ti danno una cosa leggerina. Se lo vuoi più forte sono 7 euro. Non ho visto offrire altro che non fosse alcol. Ma lo sballo musicale e alcolico è già devastante. Io non bevo molto, perché l’ho fatto una volta, sono stata male. E mi è bastato.

SIAMO MINORENNI - Chi arriva a Ios, arriva per bere. I vicoletti ai lati della strada sono pieni di gente che vomita. O vomitano o stanno sdraiati per terra. Una sera un inglese era così ciucco che ha preso per le gambe una ragazza svizzera che ballava sul bancone. Lei è caduta ed è rimasta ammaccata per il resto della vacanza. A me è andata bene. Non ho dovuto tenere la testa a nessuno dei miei amici. Cosa che invece mi capita con le mie amiche a Ginevra, dove abitavo. Lì i fine settimana sono organizzati all’insegna della sbronza. Comperano gli alcolici al supermercato, e poi organizzano feste in casa. Abbiamo 16 anni, siamo minorenni e non possiamo entrare in discoteca. Per questo avevo voluto andare a Ios: provare a stare in discoteca fino a tardi. L’ho provato. Basta così. Sarebbe stato meglio andare a lavorare. Mi sarebbe piaciuto di più: capire che significa e mettermi in tasca un po’di soldi per non dover chiedere sempre ai miei. Ma il prossimo anno farò così. Mio padre dice che potrei andare tutta l’estate da uno stilista a New York, così sto in negozio e imparo meglio l’inglese. Ma due mesi mi sembrano tanti. Io lavorerei un mesetto. Di giorno lavoro, la sera esco. E poi ho i soldi per pagarmi una vacanza. I miei amici in campagna lavorano tutti. E li vedo più felici. Io quest’anno non vedo l’ora di andare a scuola. Mi sono trasferita in Italia, a Genova. Magari potrei lavorare facendo un po’ di volontariato al Gaslini. Bianca Maria"

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È un discorso temo complesso che non può essere risolto in poche righe. Da un lato la fame e la disperazione di popolazioni che pagano errori nostri e loro, dall'altra giovani che sfogano la noia di un'esistenza senza pensieri nell'alcol o in altre droghe. Un amico dice che fino al 1945 ogni generazione europea aveva una bella guerra che toglieva ai sopravissuti i grilli dalla testa... mi chiedo se non abbia ragione. E cosa sia peggio.

 

Non so per cosa combatteranno le nuove generazioni, forse per nulla, magari per tutto. Messi alle strette forse sapranno dimostrarsi molto migliori di quanto pensiamo, dopo tutto, droga, violenze, stupri, incesti e altro sono sempre esistiti, anche se nascosti nelle pieghe dell'omertà di una società che si è aperta solo dopo il 1945 (parlo dell'Italia). Ma non mi sento molto ottimista, forse per l'età ormai non più verde.

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Il fatto che, dalla nostra generazione in poi (ho 54 anni), in Europa non si siano più combattute vere guerre lo vedo come un fatto estremamente positivo: se non altro perchè, nel caso contrario, una buona parte di noi non sarebbe più qui a preoccuparsi per le nuove generazioni ma starebbe ingrassando i campi della soglia di Gorizia o i pesci del Mediterraneo. :s06:

 

Non so per chi o che cosa combatteranno le nuove generazioni, ma penso che, come sempre è avvenuto, combatteranno per le proprie idee, per i propri interessi, per i propri amori, per i loro comodi: cosa direbbero i nostri nonni di noi ? I miei nonni ... i maschi si sono fatti in prima persona tutta la I GM (uno in Cavalleria e l'altro nel Genio) e poi, nel fronte interno, i bombardamenti a tappeto alleati, la II GM, ma hanno anche vissuto le ristrettezze causate prima dalle necessità dell'autarchia e poi dalla sconfitta, insieme alle loro mogli, rigorosamente casalinghe con quattro figli ciascuna. Essendo Messinesi, in tenerissima età si erano anche sciroppati il Terremoto del 1908, cui sono scampati tutti (abitavano in periferia in case ad un piano ben costruite).

Io cosa ho fatto ? La nostra generazione cosa ha fatto ? Chi ci ha creduto (ed era un po' più grandicello) ha fatto il '68, in parecchi abbiamo subito il '77, ma abbiamo goduto tutti (o gran parte di noi) del miracolo economico, dell'espansione, della quasi piena occupazione ...

Se i nostri nonni ci avessero visto in discoteca ad imitare Tony Manero, cosa avrebbero pensato ? mio nonno (che guidava un calesse altrui), vedendomi sulla mia rombante BMW crederebbe ai suoi occhi ? l'altro nonno alzando gli occhi dal campo che coltivava e vedendomi nella mia postazione in ufficio tra personal computer, stampanti, scanner, climatizzatori, segretarie, e così via, mediterebbe sulla qualità del tabacco fumato, che gli da le allucinazioni.

 

I nostri nipoti (i vostri io non ho discendenza) saranno migliori di noi, saranno nati e cresciuti digitali, avranno avuto in tempo reale tutte le notizie ed informazioni che noi ci andavamo a scovare in biblioteche ed edicole, andranno in giro per il mondo prima come erasmini e poi sui jet, senza valigie di cartone.

 

:s03: Li odio tutti, hanno vent'anni ed io più di cinquanta: siamo vecchi Comandanti miei; li invidiamo perchè hanno possibilità ed opportunità che noi non potevamo avere ...

 

Saranno migliori di noi e ne sono felice, anche se non sono figli miei. :s01:

 

Buona notte e non vogliatemene se remo controcorrente.

 

Odisseo

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E' un ciclo che si ripete, ma non mi sognerei assolutamente di fare un trattato storico dal Medio Evo ad oggi, anche perchè non nè sarei in grado Noi abbiamo vissuto un momento storico (anche io come Giuseppe ho 54 anni) di contrapposizione con due concezioni di Società all'antitesi l'una dall'altra e immancabilmente quando si rompono gli equilibri la Nave sbanda, nel 1989 è fallito un sistema, è andato in avvitamento e quindi siamo vivendo l'orgia del potere all'estremo del secondo sistema in fase di declino, dove si bruciano miliardi in speculazione e rimangono solo le briciole per la produzione, (cioè il mangiare e lo sviluppo degli esseri umani). Ha ragione il C.te Odisseo quando dice che siamo stati fortunati a non avere subito guerre planetarie, non saremmo qui, ma stiamo perdendo la guerra sui valori che fondano una società, solidarietà rispetto, senso della comunità. Con l'individualismo diffuso si è rotto il collante che forma la società stessa. Mi auguro che tutto questo passi indolore per le nuove generazioni ed anche io sono sicuro che formeranno un mondo unito e sicuramente migliore, anche perchè dovranno raccogliere e rimettere insieme i cocci che gli lasceremo.

 

Marcoz

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Mi scuso nell' associarmi all' OT politico, ma concordo in gran parte col C.te "Marcoz", aggiungendo solo che in Italia il problema ideologico è aggravato da quello che definisco, in mancanza di termini migliori (e più gentili..) post-anticomunismo mantenuto molto artificialmente in vita.

 

Ma, forse perche' ho 40 anni e non 54, sono un filino ottimista, poiche' mi pare di aver capito dove sta andando a breve-medio termine l' UE, cioe' che il prossimo e finale giro di allargamento non è solo in direzione della turchia ma all' intera sponda sud e sud-est del Mediterranneo, e a quel punto, la capitale naturale dell' "UE" presumo tutti capiscono al volo quale e' (oltre al "leggero" dettaglio che si tratta dell' Iperpotenza di un paro di millenni fa....)

 

Molti Eventi in corso diventano chiarissimi, e va riconosciuto che le basi stesse di 2000 anni fa sono la migliore risposta alla globalizzazione, mi riferisco al fatto che le realta' sociali e culturali locali e regionali venivano rispettate e onorate e non omologate forzatamente ad un pensiero unico spesso incompatibile colla natura stessa delle genti del posto (il c.d. "culture clash")

 

Va da se' che in questo contesto le due minori religioni abramitiche [1] (tralaltro gia' in crisi da tempo, e questo processo e' stato accelerato dal sempre maggiore disgusto causato dai casini da non poco dell' ultimo decennio) si troverebbero di fronte al difficilissimo passo del dover riconoscere che si sta passando ad una concezione più personale e privata e non dogmatica del rapporto col Sacro e Divino (la Chiesa cattolica sembra essere ben consapevole di questo, in quanto si sta spostando verso le attivita' di natura caritativa e assistenziale)

 

Spostandoci IT, nel quadro strategico quanto pesa di più in questo futuro cambiamento rispetto a due millenni fa sono a nord-est l' avere il Limes naturale (il collo d' Euruopa, da Koenigsberg ad Odessa, e a sud-ovest il Canale di Suez, che amplifica a dismisura il peso gia' da non poco dell' UE allargata al resto del Mediterranneo, il primo garantisce sicurezza reciproca ed il secondo presumo che in un forum Navale non ci sia bisogno di dilungarsi....

 

[1] mi si deve perdonare, ma per me la religione abramitica che conta e' la più antica, ossia l' Ebraismo.

 

Mi scuso per la lunga digressione non esattamente IT, e porgo i miei

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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...cioe' che il prossimo e finale giro di allargamento non è solo in direzione della turchia ma all' intera sponda sud e sud-est del Mediterranneo, e a quel punto, la capitale naturale dell' "UE" presumo tutti capiscono al volo quale e' (oltre al "leggero" dettaglio che si tratta dell' Iperpotenza di un paro di millenni fa....)

 

...Molti Eventi in corso diventano chiarissimi, e va riconosciuto che le basi stesse di 2000 anni fa sono la migliore risposta alla globalizzazione, Saluti,

dott. Piergiorgio...

Magari.

Ma, persino a me, sembra una visione troppo ottimistica.

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