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Note Editoriali


malaparte

parliamo di note editoriali:  

20 utenti hanno votato

  1. 1. le note editoriali sono indispensabili ad un testo?

    • si, sono utili
      10
    • si ma solo in testi tecnici/storici
      6
    • sono utili ma non indispensabili
      3
    • appesantiscono la lettura ma aiutano
      4
    • non le leggo
      0
    • non sono utili
      0
    • sono dannose alla lettura
      1
    • indifferente
      1


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Ci risiamo…che poi ci resto pure male. :s05:

Un conoscente mi ha soavemente rivelato che lui, se deve leggere un libro con le note, piuttosto “lascia lì”.

Trattasi di persona di cultura media (superiori), età ampiamente pensionata, ex-responsabile di buonissimo livello in azienda (solo per dare un’idea del tipo).

Ricordavo che di note avevamo accennato qui (ho ripescato il post).

 

https://www.betasom.it/forum/index.php?show...c=28220&hl=

 

Non so, apriamo un sondaggio??? :s11:

 

 

Io sono favorevole, favorevolissima, entusiasticamentissima delle note a fondo pagina….e in caratteri leggibili!!! Spesso è grazie a queste noterelle che ho potuto avere indicazioni, ampliare, approfondire un argomento marginale, soprattutto divagare :s01: verso tutt’altro argomento…

Poi ci sono editori (tra i quali, purtroppo, un editore noto per occuparsi anche di faccende di mare e di storia….) che pretende – almeno così mi hanno detto, magari dipende dalle collezioni, o dal potere degli autori, non so) note a fondo testo…e con corpo minuscolo. :s05:

L’illeggibilità assoluta, ma almeno c’è la soddisfazione di dire: ci sono.

Altri editori proprio non le vogliono ( almeno così mi ha detto un autore diciamo più che famosetto al quale, dovendolo presentare, avevo preventivamente rivolto questo appunto. Ha scaricato la faccenda sull’editore e sulla collana.)

Ora, io amo le note, ma forse gli editori, che commerciano, seguono il criterio del mio conoscente : “piuttosto lascio lì”.

 

Insomma, lasciamo perdere chi già era stato coinvolto nel post di cui sopra: e vediamocela con tutti.

Che ne pensate? Voi appassionati di testi, più o meno datati, di storia??? E soprattutto voi che di testi di storia ricordate quelli delle scuole???

 

NOTA: E' STATA AGGIUNTA LA POSSIBILITA' DI ESPRIMERE LA VOSTRA PREFERENZA ATTRAVERSO UN SONDAGGIO: E' POSSIBILE SELEZIONARE PIU RISPOSTE

Modificato da Totiano
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Naturalmente, dipende dalla tipologia dell'opera.

 

Ma se ci riferiamo ad un saggio storico, ad un volume approfondito, ad un testo con caratteristiche di esaustività, completezza e autorevolezza, allora le note (a piè di pagina o a fine testo) sono assolutamente fondamentali, importanti, inevitabili ed esiziali.

 

Tutte le case editrici specializzate e serie (mi riferisco, perlomeno, al campo della storia navale e della storia bizantina, ove penso di poter dare un parere) si attengono a quanto sopra. Spesso, le note servono per inserire riferimenti a testi e volumi non riportati nella bibliografia o - più in generale - per non appesantire troppo il testo con dati, informazioni ed elementi importanti ma che, per l'appunto, potrebbero contribuire a rendere l'esposizione meno "fluent".

Autori ed editori che non si attengono a quanto sopra esulano, a mio parere, dal rigore scientifico che deve contraddistinguere un saggio e/o un volume di"reference".

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Le note, quasi sempre, sono utili. A me non piacciono quando sono inserite alla fine di ogni capitolo o tutte insieme a fine libro (quando sono tante, bisogna girare continuamente le pagine, con il rischio di perdere il filo). Però questo, non mi ha impedito di acquistare dei libri importanti, poichè ho guardato la qualità del libro e la bravura dell'autore. Per quanto riguarda quelle a fondo pagina, nessun problema.

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Io personalmente come autore (non mi piace farmi pubblicità, ma ho al mio attivo una ventina di scritti, tra cui due monografie; in genere scrivo di storia locale: gli ultimi due miei saggi hanno riguardato due politici democristiani della provincia dove abito, quella di Cremona) preferisco le note a piè di pagine, perchè permettono una maggiore leggibilità dello stesso anche nell'immediato, senza necessiatre di "fughe in avanti" alla ricerca della nota.

 

Capisco però che le note "appesantiscono" un testo e quindi, a volte, ho acconsentito (anche di recente) al posizionamento delle stesse in coda al lavoro: si fornisce così un testo scientifico al lettore che può tanto farsi "avvincere" dalla narrazione tout court quanto approfondire successivamente, attraverso le note, quegli aspetti che hanno maggiormente incontrato il suo interesse.

 

In ogni caso penso sia inevitabile che le note, ovunque vengano messe, siano scritte in un carattere più piccolo di quello del testo, anche perchè la loro funzione, in ultima analisi, è secondo me complementare a quella del testo (oserei quasi dire di approfondimento, visto che uso le note per dare al lettore ulteriori sfumature rispetto ad un fatto o ad una sua interpretazione).

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A me, quando scrivevo la mia tesi, piaceva molto aggiungere note a piè di pagina: trovavo molto interessante l'insieme di esercizi di giudicare se la nota fosse necessaria, decidere la sua collocazione ideale e scriverla di modo che si integrasse bene col testo e che restasse il più possibile breve.

Direi però che come regola empirica l'insieme delle note non deve superare una certa ridotta percentuale di spazio sulla pagina, oltre la quale si dà un'impressione sgradevole, sia dal punto di vista dell'impaginazione sia da quello dell'impostazione del lavoro, perché inconsciamente si va a pensare che l'autore che fa troppo ricorso alle note non sappia distribuire bene il proprio materiale o decidere delle priorità.

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io mi definisco utente, nonostante qualche sdcritto a livello amatoriale. Non amo le note e appesantiscono molto , ma sono indispensabioli per approfondire. Scritti come quelli di Giorgerini li amo e li odio allo stesso momento (ed è mio p#####o letterario!) e, per tollerare il discorso -ma serve tempo- in genere faccio una prima lettura senza guardare le note e una seconda per approfondire le note. ma da quando non sono piu per mare temo che il tempo scarseggi...

 

era da tempo che non nefacebvamo e mi sono permesso di trasformare il post di Valeria in un sondaggio. spero di avere fatto bene...

Modificato da Totiano
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Per quel che mi riguarda è un finto problema. L'argomento trattato e lo stile (basta leggere le prime quattro righe) adottato dall'Autore sono gli unici criteri che orientano i miei acquisti. Le note, che prediligo in calce alla pagina, qualora non interessino e/o appesantiscano il racconto, possono serenamente evitarsi.

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io mi definisco utente, nonostante qualche sdcritto a livello amatoriale. Non amo le note e appesantiscono molto , ma sono indispensabioli per approfondire. Scritti come quelli di Giorgerini li amo e li odio allo stesso momento (ed è mio p#####o letterario!) e, per tollerare il discorso -ma serve tempo- in genere faccio una prima lettura senza guardare le note e una seconda per approfondire le note. ma da quando non sono piu per mare temo che il tempo scarseggi...

 

era da tempo che non nefacebvamo e mi sono permesso di trasformare il post di Valeria in un sondaggio. spero di avere fatto bene...

 

 

Mi riferivo proprio ai testi da Te citati. Comunque sono libri importanti e le note utilissime, ma sono da odio e amore, contemporaneamente.

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E io che temevo di essere OT!

 

Chiaro che si parla di note a testi storico-scientifici: le note ai romanzi si trovano solo nelle tremende edizioni scolastiche!

Concordo con Alagi: a parte che le note vanno rispettate, perché richiedono agli autori "sudore e sangue" (la fatica di rintracciare il numero di pagina o il nome che nella fotocopia è venuto tagliato :s68: ... di cercare e scrivere approfondimenti sul tal argomento...),

spesso mentre leggevo mi sono trovata a chiedermi, a proposito di qualche passaggio dubbio, oppure particolarmente interessante: "ma questo dove l'ha scovato? Mi piacerebbe saperne di più; se sapessi da che testo l'ha preso me lo andrei a cercare..." oppure, più malignamente: "Ma questo se l'è inventato? Ma da dove diavolo ha preso questa notizia?!".

E poi appunto talvolta servono ad ampliare e dettagliare "a margine", su argomenti che l'autore ritiene interessanti ( e magari lo sono....) senza interrompere bruscamente il filo del discorso.

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Sottoscrivo pienamente quanto detto da Alagi.

Naturalmente, come rilevato da altri, le note a piè di pagina non debbono divenire prevalenti rispetto al testo; tuttavia in un qualsiasi testo scientifico o comunque di ricerca le note sono indispensabili.

Teniamo pure presente che, a rigore, le note possono svolgere diverse funzioni :

 

- indicare la fonte di una citazione inserita nel testo;

- elencare opere e autori che documentano o sostengono quanto esposto nel testo

- fornire informazioni su argomenti ulteriori, marginali o complementari

- contenere riflessioni dell’autore, a margine di quanto espone nel testo o su argomenti collaterali

 

A differenza che nelle tesi, o negli articoli scientifici/di ricerca, la seconda funzione potrà anche essere demandata alla bibliografia in calce.

 

Personalmente devo dire che trovo fastidiosissima la pubblicazione delle note a fine capitolo o addirittura a fine libro. Fra i vari pregî d'un volume c'è sicuramente la fruibilità: la collocazione delle note in pagine diverse da quella in cui si trova il testo cui ineriscono obbliga il lettore a un continuo andirivieni con contestuali esclamazioni che, in presenza di signore, non sta bene riferire.

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spesso mentre leggevo mi sono trovata a chiedermi, a proposito di qualche passaggio dubbio, oppure particolarmente interessante: "ma questo dove l'ha scovato? Mi piacerebbe saperne di più; se sapessi da che testo l'ha preso me lo andrei a cercare..." oppure, più malignamente: "Ma questo se l'è inventato? Ma da dove diavolo ha preso questa notizia?!".

I curiosi casi della vita :s03: E' il problema che stiamo affrontando in altro topic in queste ore

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...

- indicare la fonte di una citazione inserita nel testo;

- elencare opere e autori che documentano o sostengono quanto esposto nel testo

- fornire informazioni su argomenti ulteriori, marginali o complementari

...

Personalmente devo dire che trovo fastidiosissima la pubblicazione delle note a fine capitolo o addirittura a fine libro. Fra i vari pregî d'un volume c'è sicuramente la fruibilità: la collocazione delle note in pagine diverse da quella in cui si trova il testo cui ineriscono obbliga il lettore a un continuo andirivieni con contestuali esclamazioni che, in presenza di signore, non sta bene riferire.

 

Le note sono gradite ma non essenziali, dipende dalla tipologia del testo.

Mi trovo daccordo con quanto quotato di Andrea, soprattutto le trovo molto utili per approfondire un tema complementare propedeutico alla comprensione/valutazione consapevole del testo, in particolar modo quando gli appunti sono interessanti ma l'insieme trasformerebbe la traccia dello scritto in un lavoro differente.

Penso che le opinioni dello scrittore vadano conciliate nel testo e non nelle note qualora non introducano rilevanti aggiunte valutative o culturali allo scritto.

Trovo irritanti le note a fine capitolo/libro, è un'impostazione arcaica che come giustamente ricorda il nostro Comandante in Capo costringe il lettore a rinunciare sia alla scorrevolezza del testo che alla rapidità di consultazione.

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Buongiorno a tutti,

dico semplicemente che le note nei testi sono semplicemente indispensabili.

Pensate un pò di leggere la Divina Commedia di padre Dante senza le note, secondo me sarebbe un bel problema.

Fatto questo piccolo esempio dico semplicemente che le note ci vogliono semprese messe a piè di pagina o in fondo al capitolo, un pò più antipatiche quando sono a fine libro,

in alcuni casi bisogna usare DUE segnalibro.

Un salutone a tutti

Fassio

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Le note sono indispensabili, per me, quando sono in qualche modo costruttive, rimandano a un testo sconosciuto, ampliano l'argomento senza appesantire il testo principale con inutili parentesi, ma data l'abitudine che colgo in molti libri di piazzare numeretti a ogni pié sospinto, che quando li vai poi a controllare scopri trattarsi di "ibidem", "testo citato", e roba simile... be', capisco la disaffezione di molti per quel dettalgio altrimenti, ripeto, per me indispensabile.

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Una tendenza che, ultimamente, sta acquisendo valenza sempre maggiore anche in testi di ottimo livello è quella di non inserire note (nè a piè di pagina, nè in fondo ad ogni capitolo, nè al termine del testo), ma di aggiungere in coda al volume una nota bibliografica che precede l'elencazione dei testi della bibliografia inquadrandone le diverse tipologie, suddividendo le opere in gruppi per argomento e indicando - per ciascun gruppo o per singoli volumi - come e dove sono state utilizzate le informazioni e i dati da essi riportati.

 

Uno dei migliori esempi di questa innovativa tipologia editoriale è riscontrabile nei due volumi della monumentale "Storia dell'Unione Sovietica" di Andrea Graziosi (1), le cui note bibliografiche sono veramente esaustive.

Peraltro, pur presentando un impianto di note, gli autori di altri recenti volumi hanno - a mio avviso giustamente - inserito ugualmente una nota bibliografica.

Si veda, ad esempio:

Lepanto 1571 di N. Capponi (recensito qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=26259 ) e

La Grande strategia dell'Impero Bizantino di E. Luttwak (recensito qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=32333 )

 

La tendenza, a mio avviso, può quindi essere proprio questa: inserire una nota bibliografica che eviti - perlomeno - un eccessivo ricorso all'inserimento di note che, tuttavia, come già ribadito devono comunque essere presenti in quanto fondamentale strumento di ulteriori approfondimenti.

 

La metodologia della nota bibliografica consente, in effetti, una riduzione delle note rispetto al passato. Con questo modus operandi siamo quantitativamente lontani, ad esempio, dal peraltro ottimo impianto di note dei due volumi de Civiltà e Imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II del Braudel. In questi due volumi, su 1338 pagine di testo si conta una media di circa quattro note per pagina (circa 5.000 note, quindi!), con un'occupazione del 12/13% dello spazio stampato.

Analogamente, l'altrettanto notissima Storia dell'impero bizantino di Ostrogorsky presenta un vasto impianto di note (a volte anche più di dieci pagine per ciascuno degli otto capitoli che compongono il volume). Va detto, però, che l'Ostrogorsky fu un precursore delle note bibliografiche, dato che ciascun capitolo è preceduto da approfonditissime "note sulle fonti" che non occupano mai meno di due/tre pagine di testo.

 

************

Una volta esaurito questo interessantissimo argomento (ma penso che ci si possano attendere ancora molti interessanti contributi), suggerirei di spostare il topic tra gli argomenti "in evidenza" della biblioteca, onde far sì che quanto detto non vada, col tempo, perso nei meandri del "Quadrato ufficiali". :s02:

 

-----

(1) L'URSS di Lenin e di Stalin, Bologna, Il Mulino, 2007 e L'URSS dal trionfo al degrado, Bologna, Il Mulino, 2008

... e così ho messo una nota! :s03:

Modificato da Alagi
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data l'abitudine che colgo in molti libri di piazzare numeretti a ogni pié sospinto, che quando li vai poi a controllare scopri trattarsi di "ibidem", "testo citato", e roba simile...

 

Gli ibidem ecc sono dovuti al fatto che è doveroso da parte di chi scrive annotare tutto ciò che non è "farina del proprio sacco".

Inoltre, possono essere davvero utili. Ti faccio un esmpio: tempo fa ho trovato in un testo che stato leggendo una semplicissima nota che riportava alle pagg. 202-204 dell'autobiografia di Hailè Selassiè (che non è mai stata tradotta in italiano) . Supponendo che forse in quelle pagine avrei magari potuto trovare qualcosa di interessante per una ricerca che stato svolgendo, ho rintracciato in quali biblioteche italiane si poteva trovare l'autobiography, ho telefonato (a caso) al bibliotecario del Dipartimento di Storia de La Sapienza di Roma (gentilissimo!), gli ho chiesto se mi poteva spedire le fotocopie delle pagine e lui me le ha mandate subito per fax.

Nel giro di un'ora e mezza dalla lettura, grazie a quella noterella, avevo sottomano quel che cercavo, e che mi è stato davvero utile. Se ci fosse stato solo un generico riferimento bibliografico , magari a inizio o fine testo, e senza l'indicazione delle pagine, la faccenda sarebbe stata assai più complicata.

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Sinteticamente. Ritengo che le note editoriali abbiano una duplice essenziale funzione: quella di richiamare le fonti (archivistiche, bibliografiche ed altro) utilizzate dall'autore nella stesura del suo lavoro e favorire l'ulteriore percorso di ricerca del lettore. Esse hanno, quindi, una funzione importantissima e costituiscono il corredo di ogni serio studio.

Solo come immodesto esempio nel mio sito internet ad ogni scheda o argomento trattato ho collocato un elenco dei testi consultati, questo appunto in relazione alle due esigenze suesposte.

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Nell'uso universitario, le note sono de rigueur per dimostrare a quali fonti si è attinto (per attestare quanti testi si sono consultati). Il tutto in nome dell'imperativo che la produzione scientifica debba essere pubblica, trasparente, verificabile. E fin qui, va bene anche se le note stanno a fine capitolo o a fine libro (per esigenze "tipografiche"). Tanto non le legge nessuno, salvo il ricercatore accurato o il componente della commissione di concorso alla caccia dell'errore (come qualche buon frequentatore della base atlantica).

 

Ma se invece si usano le note per integrare o sviluppare il testo principale in qualche sua parte, esse devono essere collocate necessariamente in calce alla pagina: in caso contrario - non infrequente, purtroppo - si compie un'operazione di semplice sadismo editoriale a spese del lettore.

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:s01: Dopo aver esercitato il mio diritto al voto :s03: ed aver letto le Vs osservazioni concordo sul fatto che le note debbono essere nella medesima pagina od al massimo a fine capitolo se sono poche.

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meh, a mio sommesso parere la cosa migliore sarebbe di usare le note a piè di pagina per note brevi, e note a fine di volume per le note lunghe (evitando cosi' pagine 90% note e 10% testo...) e a fine di volume, dopo le note lunghe, le note bibliografiche (citazioni e riferimenti) seguita dalla bibliografia (anche "evoluta" come quella descritta dal C.te Alagi)

 

I segnapagina esistono per questo ;) e sono un "professionista" di questo, biglietti ferroviari, trasporti pubblici, materiale elettorale ecc. sono riciclati a questo e classificati x dimensione, grammatura e spessore, e associati ai libri sulla base della rilegatura e grammatura dei medesimi,

nella massima parte dei volumi un segnapagina indica la pagina corrente del testo e un altro la pagina corrente delle note, ed un terzo indica l' inizio della bibliografia (per tacere di quelli indicanti "punti interessanti")

 

Raccomando come fonte massiccia di segnapagine una visita alle sezioni di partito dopo una tornata elettorale ;)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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meh, a mio sommesso parere la cosa migliore sarebbe di usare le note a piè di pagina per note brevi, e note a fine di volume per le note lunghe (evitando cosi' pagine 90% note e 10% testo...) e a fine di volume, dopo le note lunghe, le note bibliografiche (citazioni e riferimenti) seguita dalla bibliografia (anche "evoluta" come quella descritta dal C.te Alagi)

 

I segnapagina esistono per questo ;) e sono un "professionista" di questo, biglietti ferroviari, trasporti pubblici, materiale elettorale ecc. sono riciclati a questo e classificati x dimensione, grammatura e spessore, e associati ai libri sulla base della rilegatura e grammatura dei medesimi,

nella massima parte dei volumi un segnapagina indica la pagina corrente del testo e un altro la pagina corrente delle note, ed un terzo indica l' inizio della bibliografia (per tacere di quelli indicanti "punti interessanti")

 

Raccomando come fonte massiccia di segnapagine una visita alle sezioni di partito dopo una tornata elettorale ;)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

 

 

Sarebbe ottimo, suggerire agli editori che quando stampano libri con note a fine pagina, adottino 2 segnalibro tipo fettuccia attaccata (non so come si chiamano). Anche io ho decine di segnalibro diversi, come segnalato dal dott. Piergiorgio, ma quando si legge in circostanze orizzontali (a letto per esempio), si rischia di fare battaglia con i foglietti e di perdere pagina e filo.

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e sono un "professionista" di questo, biglietti ferroviari, trasporti pubblici, materiale elettorale ecc. sono riciclati a questo e classificati x dimensione, grammatura e spessore, e associati ai libri sulla base della rilegatura e grammatura dei medesimi,

 

Non ho capito, ma mi interessa: che lavoro è?

Per quanto riguarda i vari "segnalibro", temo che la faccenda sia applicabile (così come attuamente è) solo per edizioni di pregio e di un certo costo...

 

Però postate, postate....così magari certi editori :s10: cambiano idea....

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Non ho capito, ma mi interessa: che lavoro è?

Per quanto riguarda i vari "segnalibro", temo che la faccenda sia applicabile (così come attuamente è) solo per edizioni di pregio e di un certo costo...

 

..... :s07: :s12: :s68:

 

Mi sembra che ti sia sfuggito il virgolettato intorno a "professionista", intendevo che ogni pezzo di carta di dimensioni e formato adatto all' uso come segnapagina che finisce nelle mie mani viene considerato da me come tale (a volte senza pensarci troppo, viste le 1000, 2000, 5000 lire e 5 euro che occasionalmente mi sono ritrovato tra le pagine di un libro.... :s68: :s68: :s68: ) e che associo i segnapagina ai libri basandomi sulle grammature e rilegature dei libri e dimensione e grammature della carta del segnapagina.

 

Spero di aver chiarito l' equivoco, ed i miei

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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ma quando si legge in circostanze orizzontali (a letto per esempio), si rischia di fare battaglia con i foglietti e di perdere pagina e filo.

 

Io leggo quasi sempre a letto o sul divano (tralaltro sospetto che aumenti la concentrazione mentale...) e personalmente trovo che questo tipo di problemi succedono massimamente nelle pagine iniziali o finali; in genere si risolvono avendo cura di"artigliare" il blocco di poche pagine (quasi sempre coincidente con un quinterno) all' inizio o fine del volume colla mano interessata.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Io leggo quasi sempre a letto o sul divano (tralaltro sospetto che aumenti la concentrazione mentale...) e personalmente trovo che questo tipo di problemi succedono massimamente nelle pagine iniziali o finali; in genere si risolvono avendo cura di"artigliare" il blocco di poche pagine (quasi sempre coincidente con un quinterno) all' inizio o fine del volume colla mano interessata.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

 

 

Nei libri di notevole spessore, quando le note sono a fondo libro, è più difficile artigliare il blocco pagina. Comunque, questo non mi blocca nel continuare a leggere (i libri di G Giorgerini, che a me piacciono molto, hanno questo problema, ma ciò non mi ferma dall'acquistarli e leggerli).

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Un problema ancora più drammatico: quando in un libro "di spessore" (thick) si deve fare spesso e giocoforza ricorso alle mappe (ho adesso in mano "On to Victory" di Mark Zuehlke sulla campagna dei canadesi in Olanda nel 1945), che sono o tutte insieme in testa al libro, o sparse qua e là (come in "The long hard slog. Eighth Army in Italy 1943-45" di Doherty), ma pretendono di esser lette in orizzontale anziché in verticale e poi magari sono anche incomplete.. Non ci sono artigli né leggii che tengano. Mi sono comprato una mappa stradale Michelin dell'Olanda e l'ho inserita nel libro (anche se il paesaggio olandese è molto cambiato da allora).

Modificato da de domenico
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Un problema ancora più drammatico: quando in un libro "di spessore" (thick) si deve fare spesso e giocoforza ricorso alle mappe (ho adesso in mano "On to Victory" di Mark Zuehlke sulla campagna dei canadesi in Olanda nel 1945), che sono o tutte insieme in testa al libro, o sparse qua è là (come in "The long hard slog, Eighth Army in Italy"), ma pretendono di esser lette in orizzontale anziché in verticale e poi magari sono anche incomplete.. Non ci sono artigli né leggii che tengano. Mi sono comprato una mappa stradale Michelin dell'Olanda e l'ho inserita nel libro (anche se il paesaggio olandese è molto cambiato da allora).

 

Se può esserle utile un suggerimento ho risolto lo stesso problema con una fotocopiatrice

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