Alfabravo 59* Inviato 16 Aprile, 2010 Segnala Share Inviato 16 Aprile, 2010 (modificato) t> Questa è la famosa STOCKHOLM, la nave che affondò il nostro T/n ANDREA DORIA. Ha cambiato vari nomi ed ora dovrebbe chiamarsi ATHENA. La domanda è molto semplice: qual' è la funzione delle due antiestetiche "gonne" poppiere? Forse per attenuare le vibrazioni? Grazie per l' aiuto. Modificato 6 Maggio, 2010 da Totiano Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 29 Aprile, 2010 Segnala Share Inviato 29 Aprile, 2010 Mi hai fatto una bella domanda ! NON so darti una risposta tecnica, posso solo esprimere un'ipotesi in base alla mia esperienza professionale "giovanile". Sono stato all'inizio della mia vita professionale in uno studio d'ingegneria navale per nove anni lavorando solo su piccole navi (le leggi fisiche sono le stesse delle grandi navi). I mei compiti erano: calcoli di stabilità, piani di costruzione degli scafi, resistenza della carena al moto, eliche di propulsione, sezioni maestre, piano dei ferri e scafo in generale, attrezzature marinaresche. Sulla base di queste esperienze formulo qualche giudizio. La gonna, mai vista prima, copre qualche cosa che stà sotto il livello del mare. Non credo alla riduzione delle vibrazioni. STABILITA': escluderei questa ipotesi, perché alzare il metacentro con l'aggiunta di superficie di galleggiamento, non è quella la posizione migliore. La superficie aggiunta conta con il quadrato della distanza dal piano di simmetria nave. In quella posizione la superficie dovrebbe essere più del doppio rispetto una controcarena al galleggiamento a metà lunghezza nave. PROPULSIONE: la resistenza al moto ha due componenti legate alla velocità, ma indipendenti tra loro. attrito dell'acqua-mare che scorre lungo la superficie bagnata della carena - il parametro è lineare. Le seconda componente è la resistenza d'onda il cui parametro è una cubica. In navigazione lo scafo forma delle onde che assorbono energia motrice per formarle. Poiché le eliche rendono intorno al 55%, questa energia dispersa richiede doppia potenza alla motrice. Cioè, se per provocare le onde ad una determinata velocità sono necessari 1000 HP, la motrice deve sviluppare 2000 HP per ottenere quelle onde. Quindi sono le onde che fa la nave durante il moto che bisogna ridurre, creando forme di scafo capaci di farlo. Questo è il nodo del problema. A prora si tenta con il bulbo. Sulle piccole unità ci sono riusciti con gli aliscafi. Con tutta l'esperienza che ho sulla formazione delle carene, non riesco ad immaginare una struttura aggiuntiva in quella posizione che possa ottenere risultati positivi. Deve essere qualche cosa d'altro. Ho pensato anche alle eliche intubate, ma non credo. Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marat Inviato 30 Aprile, 2010 Segnala Share Inviato 30 Aprile, 2010 Giro abbastanza spesso per porti, anche se quella che frequento é la piccola nautica. Sono anni che vedo "aggonnellarsi" scafi da diporto dai sette ai dodici metri e piccoli pescherecci amatoriali. Non ho un'opinione che possa valere qualcosa, ma l'ultima di Varo mi pare che abbia senso (anche se poi le "gonne" non serviranno a niente). Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sertore Inviato 30 Aprile, 2010 Segnala Share Inviato 30 Aprile, 2010 (modificato) Non vorrei sembrare banale, ma ho cercato la STOCKHOLM su Wikipedia, e nella sezione ricostruzione ho trovato la spiegazione di quanto chiesto da Alfabravo 59: le "gonne" sembrano essere semplicemente controcarene per aumentare la stabilità della nave. Spero di non aver detto o segnalato qualche idiozia... :s68: Modificato 30 Aprile, 2010 da sertore Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
bussolino Inviato 30 Aprile, 2010 Segnala Share Inviato 30 Aprile, 2010 da base artica, marco salve ho posto la domanda a chi veramente si intende e conosce la nave x motivi ... questa e la risposta che mi ha inviato x mail, tengo a precisare che la persona in merito ee veramente una delle ns leggende viventi italiane nel settore marittimo. testo della mail inviatomi: Servizio dopo la collisione Dopo la collisione con l’Andrea Doria, il transatlantico Stockholm fu riparato a New York dalla Bethlehem Steel Company Shipbuilding Division, con un costo di un milione di dollari americani, e tre mesi dopo l'incidente riprese il servizio nella Swedish America Line fino al 1960, quando venne acquistato dal governo tedesco orientale. La VEB Deutsche Seereederei lo utilizzò fino al 1985 con base a Rostock. Dal 1966 e fino al 1985, nei mesi invernali fu in servizio presso la società marittima Stena Line. In seguito, nell'aprile 1985, l'unità fu venduta ad una società marittima panamense, la Neptunus Rex Enterprises, che la utilizzò fino alla fine dell'anno. La nave fu quindi lasciata in disarmo a Southampton dal dicembre 1985 fino al 1989, con una parentesi in veste di nave caserma e ricovero per rifugiati politici a Oslo, in Norvegia . La ricostruzione Nel maggio 1989 la nave venne venduta alla società marittima Star Lauro Lines, che la fece sottoporre, presso le riparazioni navali di Genova, a profondi lavori di trasformazione, nelle sovrastrutture e nello scafo. Quest'ultimo fu dotato, nella zona poppiera, di controcarene per aumentare la stabilità, modificando profondamente lo specchio di poppa ed il profilo della nave. In occasione della trasformazione sono anche stati sostituiti i motori con altri più potenti. Contestualmente l'unità, riconvertita in nave da crociera, venne ribattezzata Italia I; rimase inattiva fino al 1993, anno in cui iniziò effettivamente il servizio crociere. A questo punto aggiungo alcuni ricordi personali. Della vecchia Stockholm, fu utilizzato soltanto lo scafo perché ritenuto di uno spessore eccezionale. Quando la nave ricostruita divenne la Italia 1°, fu immessa in bacino, ma ben presto le maestranze s’accorsero che la nave aveva una pessima stabilità e, se non ricordo male si appoppò notevolmente, qualcuno aveva sbagliato i conti… almeno queste furono le voci che circolarono in porto (io ero in piena attività). I provvedimenti presi furono l’applicazione di quelle minigonne che tuttora sono visibili a poppa. Simili provvedimenti furono presi quando la Tirrenia S.p.a (traghetti di stato) modificò i traghetti della classe Poeti. Furono alzati alcuni ponti per aumentare la capacità pax ed ovviarono alla modificata stabilità con l’applicazione di controcarene laterali con la funzione di allargare lo scafo. La modifica funzionò perfettamente. saluti marco Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
de domenico Inviato 30 Aprile, 2010 Segnala Share Inviato 30 Aprile, 2010 La ATHENA della Classic Intl Cruises (noleggiata a Page & Moy), ex CARIBE, ex VALTUR PRIMA, ex ITALIA PRIMA, ex ITALIA I, ex... , 16.144 tsl del 1948 (costr. Goteborg) è attualmente la più vecchia nave da crociera oceanica in servizio. Quindi la miniskirt serve a qualcosa. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Alfabravo 59* Inviato 1 Maggio, 2010 Autore Segnala Share Inviato 1 Maggio, 2010 :s55: Buongiorno e Buon Primo Maggio a Tutti! Grazie per le Vs risposte. Data la particolare posizione non avevo pensato alle controcarene. Ed a proposito di controcarene posto due foto del traghetto BOCCACCIO prima e dopo la "cura" Ricordo che questa nave nel Febbraio 2006 (?) affondò in MAR ROSSO mentre, sotto Bandiera Egiziana, trasportava dei Pellegrini diretti alla MECCA. Ci furon 1.032 morti... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
bussolino Inviato 1 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 1 Maggio, 2010 da base artica,marco x incendio se ricordo bene. saluti marco Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 2 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 2 Maggio, 2010 (modificato) Avevo già pronta la risposta, dopo le spiegazioni di bussolino su cosa nasconde la gonna, che giungono nuove e belle foto che confermano le mie ipotesi. Stockholm - si tratta di assetto e non di stabilità. Traghetti Tirrenia - si tratta di stabilità. Sono due problematiche differenti senza alcun rapporto tra di esse. Poiché avverto un po' di confusione tra i due problemi, permettetemi di fare chiarezza. Il sottoscritto in fatto di stabilità nave è stato un "addetto ai lavori" e posso chiarire molte cose. Un esperto sa che per rendere più stabile una nave con precaria stabilità, è necessario alzale l'altezza metacentrica. Esistono due alternative: 1) ABBASSARE IL CENTRO DI GRAVITA' della nave mettendo sul fondo (dentro allo scafo) alcune centinaia di tonnellate di ferraglia, impastata con cemento, che la nave si porterà dietro per tutta la vita. Questa soluzione è anche una spesa di carburante, che consumerà la nave portandosi in giro carico non rimunerativo (riduce la portata della nave). 2) ALZARE LA POSIZIONE DEL METACENTRO aumentando il momento d'inerzia del galleggiamento. La posizione di questa aggiunta di galleggiamento, conta con il quadrato della distanza dal baricentro di queste due superfici, al piano di simmetria nave. La posizione delle controcarene citate per i traghetti è perfetta, perché hanno la detta distanza massima possibile. Superiore alla semi larghezza nave. La posizione delle superfici in oggetto sulla Stockolm è infelice, perché l'aumento delle superfici devono compensare la minore distanza baricentrica, al quadrarto, dal piano di simmetria nave. L'aumento di superficie di galleggiamento per stabilità in quella posizione non ha senso. La sostituzione dell'apparato motore con uno più potente, e perciò più pesante, e certamente spostato verso poppa, suggerisce che si tratta di assetto e non di stabilità che è tutt'altra cosa. L'ottimo risultato ottenuto sui traghetti non mi meraviglia, perché si stabilisce non per tentativi, ma con precise operazioni matematiche. VOLETE DEGLI ESEMPI ? Il metacentro si trova con operazioni matematiche abbastanza precise, invece il calcolo del baricentro nave può dare sorprese. A nave finita c'è un sistema per controllare la posizione del baricentro e del metacentro, quindi gli errori di calcolo fatti. La "Stockholm" costruita a Monfalcone nel 1940 da 28.000 TSL e finita nel cimitero delle navi nel vallone di Muggia (TS), è risultata poco stabile. Sono state inserite le controcarene ai fianchi della nave per aumentare il momento d'inerzia della superficie di galleggiamento. Le controcarene si applicano solo in corrispondenza del galleggiamento. La prima alternativa è impensabile per navi grandi, ci vorrebbero migliaia di tonnellate di zavorra fissa, che la nave non è in grado di imbarcare. Navi nuove del Lloyd triestino sorelle, quasi gemelle. "Africa" "Europa" "Victoria II" "Asia". Le prime due costruite nel 1950 sono risultate poco stabili ed è stata scelta la prima alternativa. 350 tonnellate di zavorra fissa sul fondo nave. Le due seguenti, già in costruzione, non è stato possibile dare loro una larghezza nave maggiore, per alzare il metacentro. Per abbassare il loro baricentro, al fine di avere un'altezza metacentrica positiva, sono state costruite tutte le sovrastrutture in lega leggera. E' stata migliorata la stabilità della nave non in modo sufficiente, se ho sentito dire che in chiglia di queste due navi, hanno messo zavorra fissa per 100 tonnellate. ALTRA SPIEGAZIONE PRATICA Prima di queste quattro unità (Victoria II), a Trieste sono state costruite tre navi di 13000 TSL, tipo "Australia", un poco troppo stabili. La nave in mare ondoso s'inclina per azione delle onde e, se troppo stabile, ha una azione raddrizzante troppo forte, (cioè si raddrizza troppo veloce) provocando il mal di mare a tutte le persone a bordo. Per ovviare a questa incresciosa situazione, il comandante ha fatto riempire d'acqua la piscina alta, vicino alle imbarcazioni di salvataggio. Il baricentro della nave si è alzato riducendo l'altezza metacentrica e la nave è diventata più "morbida". Lo stesso comandante guidando la "Victoria II", visto il mare ondoso ha fatto riempire la piscina della "Victoria II" pensando ai comportamenti dell' "Australia". La "Victoria II", povera di stabilità, si è buttata su un fianco e non si è raddrizzata. Di corsa a vuotare la piscina. In corso dello svuotamento il baricentro della "Victoria II" si è abbassato andando sotto al metacentro, costituendo un'altezza metacentrica positiva e la nave si è raddrizzata. L'altezza metacentrica (che si conta in centimetri e non in metri) è il lato maggiore di un triangolo rettangolo, il cui lato minore è il braccio d'azione della spinta (dislocamento), che fa ruotare la nave lungo il suo asse longitudinale. Si chiama "momento radrizzante" ed è definibile con la matematica. La nave inclinata allarga la superficie di galleggiamento che a sua volta alza il metacentro. Se l'allargamento della superficie per inclinazione non è sufficiente ad alzare il metacentro sopra il centro di gravità, la nave si capovolge. L'intervento di Bussolino è provvidenziale, perché svela cosa c'è sotto la gonna. La modifica della poppa dovuta alla sostituzione dell'apparato motore, linee d'assi ed eliche. La nave va giù di poppa per il maggiore peso. La nave va giù di fianco se è scarsa di stabilità. Il problema della Stockholm è l'assetto e non la stabilità. I traghetti della Tirrenia hanno un problema di stabilità, risolto correttamente con le contro carene simmetriche al centro nave. Dalla foto di Alfabravo si nota che la nave è stretta, e perciò si capisce il perché di controcarene enormi, ma ben fatte. Le sacche poppiere della Stockholm, devono invece dare dislocamento per alzare la poppa, e non superficie di galleggiamento per stabilità. Sono un obbrobio tecnico che hanno fatto bene a nascondere con la brutta gonna. Ciao a tutti e scusate le mie lungaggini. Grazie a Bussolino e Alfabravo che hanno dato gli elementi per capire. Varo5 Modificato 2 Maggio, 2010 da Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Alfabravo 59* Inviato 2 Maggio, 2010 Autore Segnala Share Inviato 2 Maggio, 2010 Stockholm - si tratta di assetto e non di stabilità.Traghetti Tirrenia - si tratta di stabilità. Sono due problematiche differenti senza alcun rapporto tra di esse. Poiché avverto un po' di confusione tra i due problemi, permettetemi di fare chiarezza. Il sottoscritto in fatto di stabilità nave è stato un "addetto ai lavori" e posso chiarire molte cose. Ciao a tutti e scusate le mie lungaggini. Grazie a Bussolino e Alfabravo che hanno dato gli elementi per capire. Varo5 Grazie a Te, VARO 5! In effetti è un discorso molto tecnico...e difficile a capire per dei profani. Comunque oggi ho imparato che "stabilità" e "assetto" son due concetti diversi e non sinonimi. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
bussolino Inviato 2 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 2 Maggio, 2010 da base artica, marco grazie x complimenti :s12: ma ripeto spiegazioni mi sono state date da una persona :s02: che di queste cose ci mangia da sempre, oltre ad essere stato ai lavori a genova durante la trasformazione. salutimarco Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 2 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 2 Maggio, 2010 grazie x complimenti :s12: ma ripeto spiegazioni mi sono state date da una persona :s02: che di queste cose ci mangia da sempre, oltre ad essere stato ai lavori a genova durante la trasformazione. Mi dispiace per le tue convinzioni. Io sono un esperto di questi calcoli di teoria della nave. le informazioni che hai riportato per i traghetti della Tirrenia sono esatte. ma parlare di lavori all'estrema poppa per migliorare la stabilità di una nave non ha senso. Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
bussolino Inviato 2 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 2 Maggio, 2010 da base artica, marco no, non ci siamo capiti, noi. intendevo dire che io non ci capisco molto di queste cose, e se tu e altri esperti avete conoscenza, ben venga, il mio conoescente ee un marittimo (navigazione e conduzzione navi) di alta caratura, non un tecnico. percio legendo posso darti retta. salutoni marco Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sniper Inviato 2 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 2 Maggio, 2010 Intervengo nell'interessante discussione, portando il mio contributo mirato all'analisi generale di quanto già riportato: ...Nel maggio 1989 la nave venne venduta alla società marittima Star Lauro Lines, che la fece sottoporre, presso le riparazioni navali di Genova, a profondi lavori di trasformazione, nelle sovrastrutture e nello scafo. Quest'ultimo fu dotato, nella zona poppiera, di controcarene per aumentare la stabilità, modificando profondamente lo specchio di poppa ed il profilo della nave. In occasione della trasformazione sono anche stati sostituiti i motori con altri più potenti. Contestualmente l'unità, riconvertita in nave da crociera, venne ribattezzata Italia I; rimase inattiva fino al 1993, anno in cui iniziò effettivamente il servizio crociere. A questo punto aggiungo alcuni ricordi personali. Della vecchia Stockholm, fu utilizzato soltanto lo scafo perché ritenuto di uno spessore eccezionale. Quando la nave ricostruita divenne la Italia 1°, fu immessa in bacino, ma ben presto le maestranze s’accorsero che la nave aveva una pessima stabilità e, se non ricordo male si appoppò notevolmente, qualcuno aveva sbagliato i conti… almeno queste furono le voci che circolarono in porto (io ero in piena attività). I provvedimenti presi furono l’applicazione di quelle minigonne che tuttora sono visibili a poppa. Simili provvedimenti furono presi quando la Tirrenia S.p.a (traghetti di stato) modificò i traghetti della classe Poeti. Furono alzati alcuni ponti per aumentare la capacità pax ed ovviarono alla modificata stabilità con l’applicazione di controcarene laterali con la funzione di allargare lo scafo. La modifica funzionò perfettamente. Wikipedia ed il conoscente di Bussolino evidenziano indiscutibili trasformazioni della nave che necessariamente hanno stravolto le condizioni di assetto e stabilità della nave: nel caso specifico sarebbe infatti opportuno approfondire i concetti di teoria della nave legati alla Stabilità di Forma e Stabilità di Peso peraltro affrontati in maniera esemplare da Varo5 e che vado semplicemente a sintetizzare con la figura seguente: Permettetemi quindi di condividere le considerazioni di Varo5 che risultano assolutamente pertinenti ed indiscutibili. Devo però aggiungere che probabilmente una certa relazione tra assetto e stabilità non necessariamente viene meno se parliamo di Stabilità Statica Longitudinale. lo studio della stabilità statica longitudinale serve soprattutto per la verifica della variazione di assetto e per i calcoli relativi al movimento di beccheggio della nave (la sicurezza della navigazione non risulta influenzata proprio in virtù dell'elevato valore di altezza metacentrica longitudinale e della conseguente positività di stabilità longitudinale...). Ciò potrebbe spiegare le affermazioni riportate su Wikipedia "...trasformazione, nelle sovrastrutture e nello scafo. Quest'ultimo fu dotato, nella zona poppiera, di controcarene per aumentare la stabilità...", dando per scontato che evidentemente l'imbarco dei nuovi motori principali ha determinato una variazione di assetto importante "...e, se non ricordo male si appoppò notevolmente..." risolta probabilmente attraverso quelle poco estetiche controcarene poppiere che garantiscono sicuramente maggiore "spinta". Sniper Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 5 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 5 Maggio, 2010 (modificato) Al Com.te Alfabravo 59. Sono lieto d'aver risposto alla tua non facile domanda. Le tue belle foto del traghetto aiutano a capire per i già numerosissimi visitatori del topic. Al Com.te Bussolino. Il tuo intervento è stato risolutivo, anche se ho dovuto un po' "elaborarlo". Le notizie che hai portato hanno svelato il mistero che stà sotto la gonna, altrimenti non sarei giunto in porto; Al Con.te Sniper. Grazie per le tue espressioni di assenso. Mi hanno fatto piacere perché dette da una persona che certamente conosce bene la materia; All'Ammiraglio Totiano. Il sito ha successo e merita di assecondarlo con i seguenti provvedimenti di cui ti chiedo il consenso e l'aiuto tecnologico per realizzarlo: 1) aggiungere un sottotitolo che spieghi il tema svolto - "stabilità della nave"; 2) La prima parte dove io affronto il problema, per ipotesi da escludere, va "alleggerito" perché zavorra che svia e non attanaglia subito il lettore. Io aggiungo in fondo un breve preambolo e tu lo sistemi al posto delle cancellazioni che faccio io (o assieme); 3) Invitiamo tutti a portare foto di controcarene di tutti i tipi che spiegheremo; 4) darò spiegazioni tecnico-matematiche sul loro dimensionemento e sulla loro efficacia: Che ne dici ? Cordiali saluti a tutti ed in particolare a te, totiano, che non ti sento da tempo. Mi farò vivo presto. Varo5. Modificato 5 Maggio, 2010 da Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 6 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 6 Maggio, 2010 All'Ammiraglio Totiano.Il sito ha successo e merita di assecondarlo con i seguenti provvedimenti di cui ti chiedo il consenso e l'aiuto tecnologico per realizzarlo: 1) aggiungere un sottotitolo che spieghi il tema svolto - "stabilità della nave"; 2) La prima parte dove io affronto il problema, per ipotesi da escludere, va "alleggerito" perché zavorra che svia e non attanaglia subito il lettore. Io aggiungo in fondo un breve preambolo e tu lo sistemi al posto delle cancellazioni che faccio io (o assieme); 3) Invitiamo tutti a portare foto di controcarene di tutti i tipi che spiegheremo; 4) darò spiegazioni tecnico-matematiche sul loro dimensionemento e sulla loro efficacia: Che ne dici ? Direttore, o ancora meglio Dir... non servono altri titoli :s02: 1) fatto 2) procedi 3) direi che con questo post lo hai gia fatto 4) ottimo, rimaniamo in attesa! Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rich93 Inviato 6 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 6 Maggio, 2010 domanda ai progettisti: dovendo aggiungere delle strutture esterne attorno alla poppa, potrebbe avere senso, cercare di recuperare un po' dell'energia dissipata dalla creazione dell'onda di poppa? Potrebbe darsi che, dimensionando adeguatamente la struttura (o minigonna...) sulla linea di galleggiamento e dandogli una leggera inclinazione, si possa convogliare l'onda verso poppa piuttosto che verso l'alto, aggiungendo un po' di spinta? Allego uno schizzo per spiegarmi meglio... se ho detto 1 castronata, ammirate almeno il coraggio :-) Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
iy7597 Inviato 6 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 6 Maggio, 2010 Mi sembra che sui Calafuria venga adottata una soluzione simile. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 10 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 10 Maggio, 2010 Quello che proponete non è ta stessa cosa. La proposta di Rich 93 vuol placare l'onda di uscita dalla poppa con una lunga mensola, per ricavare energia di spinta: La richiesta di iv7597 vuol sapere che fanno quelle mensole a livello sopra il mare, laterali alla poppa. Il primo problema di Rich 93 vuol recuperare energia dall'onda che fa a poppa la nave in movimento. Durante le prove in mare del "Vittorio Veneto", sono andato più volte a poppa per scrutare l'onda di uscita, quando la nave filava a 30 nodi. Per me bellissima ! La carena del "V.V" era ottima, eseguita da mano "felice". Non ho mai pensato ad una mensola sporgente che "poggiasse" su quella collina d'acqua, anche perché sotto c'era una colonna idrostatica che faceva pressione tutt'intorno, anche verso la nave dando un contributo di spinta. Placando quella "collina d'acqua" con una mensola, non so quello che si può guadagnare, ma si perde certamente il contributo della colonna idrostatica. La mensola non può sollevare la poppa per avere un reale contributo sulla propulsione. Le azioni di flessione verso l'alto richiederebbero strutture poderose (che so calcolare) e mi rendo conto dei pesi da aggiungere al dislocamento nave. Analizzando il più e il meno non credo utile realizzare una struttura del genere. Il discorso sul bulbo a prua è tutt'altra cosa, ma quì è fuori tema. Il secondo problema di iv7597 è più fattibile, ma agisce in modo diverso. Sono mensole a livello del mare e ricevono l'onda di poppa di natanti, di vecchia fattura, con poppe non adatte alla propulsione meccanica. Non sono controcarene perché sono fuori dell'acqua. Probabilmente il mare, durante il moto, produce in quella posizione onde e vortici che si mescolano in modo disordinato con la scia del motore, assorbendo energia che va sprecata. Durante il moto quelle mensole simmetriche "placano" le onde prodotte in quella posizione con i loro vortici, migliorando la scia del motore. L'acqua toccando quelle tavole fa resistenza (nulla è gratis), ma producono un riordino del filetti fluidi che scorrono nella scia di uscita, con minori resistenze. L'aspetto è più ordinato, come le scie dei motoscafi moderni. Certamente il natante risente il migliore rendimento. Sono convinto che questo fatto può influire sui consumi più che in velocità. Le "alette" vanno di moda (io ti posto un'altra), vuol dire che c'è qualche vantaggio. Purtroppo io non sono in grado di quantificare questo vantaggio. L'unico modo è fare un percorso con e senza le alette. Misurare i consumi e la velocità, o tempo impiegato per il percorso. Sono convinto della loro utilità. barca con alette, per miglioramento della scia da propulsione meccanica La mia esperienza sulle piccole navi non consisteva nel studiare le onde, ma disegnare una carena adatta a farle meno importanti. Avrò disegnato dai 30 ai 40 piani di costruzione, compresi i relativi calcoli degli elementi geometrici (carene diritte). Mi sono fatto la mano a farli migliori. Nessuna barca piccola. Unica esperienza interessante è stata nel disegnare la carena portante della motocannoniera "Saetta" della M.M.I. (40 nodi). Esperienza che ricordo bene, ma credo fuori tema. Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 15 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 15 Maggio, 2010 (modificato) Grazie a Te, VARO 5! In effetti è un discorso molto tecnico...e difficile a capire per dei profani. Comunque oggi ho imparato che "stabilità" e "assetto" son due concetti diversi e non sinonimi. L'idea di approfondire non solo la fisica del problema della stabilità, ma anche come si fà a calcolarlo, mi sento in dovere di chiederti il consenso di "ospitalità". Il topic è tuo Alfabravo 59. I problemi da sviscerare sono: - aspetto pratico ( in parte già visto nel racconto fatto); - aspetto fisico - geometrico; - quali mezzi si adoperano per affrontarlo; - i calcoli da fare e come rappresentarli; - lettura dei diagrammi e conclusioni teoriche; - sistemi pratici a nave finita per controllare la posizione effettiva del baricentro nave e del metacentro; - scoperta se la nave è stabile a sufficienza e capire se è necessario metterci le controcarene; - stabilire quanto bisogna aggiungere alla stabilità (in centimetri di altezza metecentrica). - come dimensionare le controcarene per ottenere i centimetri richiesti. Con gli interventi dei nostri colleghi, ti invadiamo il tuo topic anche se andiamo "di corsa". Ciao. Varo5 Modificato 15 Maggio, 2010 da Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Anteo Inviato 15 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 15 Maggio, 2010 (modificato) Molto interessante, anche se confesso di aver capito solo in parte quanto detto. Topic molto complesso per i non addetti. Comunque, posto questa foto già vista nella sezione modellismo. Tempo fa chiesi al costruttore del modello a cosa serviva quella piattaforma, anche lui mi parlò "di filetti interrotti e riordinati" purtroppo non mi fu consentito approfondire. Mi assicurò che anche l'imbarcazione vera era così. Uploaded with ImageShack.us Modificato 15 Maggio, 2010 da Anteo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lefa Inviato 15 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 15 Maggio, 2010 Anche se non partecipo seguo con interesse questa interessante lezione di fluidodinamica. Anteo, la nave che hai postato è decisamente una spadara, chi è l'amatore che la ha costruita? Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Anteo Inviato 15 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 15 Maggio, 2010 Anche se non partecipo seguo con interesse questa interessante lezione di fluidodinamica.Anteo, la nave che hai postato è decisamente una spadara, chi è l'amatore che la ha costruita? Non lo so. Lo incontrai nel marzo scorso alla fiera di Verona, ma per una serie di ragioni potei scambiare solo poche parole. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
STV(CP) * Inviato 15 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 15 Maggio, 2010 Anni fà, pubblicizzavano un gozzo planante munito di alette simili. E' possibile che servano a tirare su lo scafo per aumentare la velocità? Parlo da quasi profano e quel poco che ho studiato tantissimi anni orsono è nascosto nelle pieghe del cervello. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 23 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 23 Maggio, 2010 (modificato) Sono Varo5. Ho qualche esperienza di questo genere, ma avete parlato di due cose diverse: - filetti fluidi - scafo planante Tutti e due i problemi sono efficaci per la velocità: I filetti fluidi - Se lo scafo non è adatto alla velocità fa una scia disordinata con vortici e schiuma. Anche se l'aqua è già a poppa, per fare quei vortici ed altro ha assorbito potenza che è andata sprecata. La sistemazione di una o due alette laterali (non grandi) sulla scia dietro la poppa, fa un po' di resistenza, ma ordina i filetti fluidi che scorrono a poppa. Più sono lineari e senza increspature più concedono potenza alla spinta. Il natante guadagna velocità (poca) e guadagna in consumi. Altra cosa è lo scafo planante In questo problema ci sono due componenti che devono essere coordinate: potenza ed assetto. Se c'è la poternza ma l'assetto è sbagliato, il natante non è veloce. Ho un'eperienza personale. La motovedetta "Saetta" 1965 ha fatto alle prove 29 nodi soltanto. Due Diesel laterali ed una turbina a gas centrale. Ho disegnata la carena io stesso (piano di costruzione) il fondo non era piatto, ma quella era la tendenza. Capito che l'assetto era sbagliato ho disegnata un'unghia sul quadro di poppa che sporgesse verso il basso di 2 o 3 cm. per fare una resistenza la cui componente sollevasse la poppa. Alle prove... niente!. Ho aumentato la sporgenza dell'unghia lungo tutto il quadro di poppa a 4 o 5 cm. (non ricordo bene l'altezza dell'unghia). Il natante è arrivato a 29 nodi, sembrava incantato, ad un certo punto il natante è partito di scatto. Solo alcuni secondi. Ci è sfuggito sotto ai piedi perché è passato dai 29 nodi a 43 nodi, mandandoci tutti distesi sul ponte. Quando il natante ha assunto l'assetto giusto è decollato. Quelle ali della tonnara simula il fondo piatto. Se le due componenti sono giuste, potenza ed assetto potrebbe fare il salto di velocità. Anche le ali devono avere la superficie portante di adeguata grandezza. Ricordo anni fa nella laguna di Grado (GO) di aver visto una batella a fondo piatto con fuoribordo di non più di 15 cavalli, filare ad una velocità stupefacente, il doppio della mia che aveva le alette laterali di modesta superficie, ma faceva una scia da gran motoscafo pur andando a velocità modesta (fatto di almeno 30 anni fa. Aveva solo 5 HP). Ciao a tutti Varo5 Modificato 23 Maggio, 2010 da Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 23 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 23 Maggio, 2010 Molto interessante, anche se confesso di aver capito solo in parte quanto detto. Topic molto complesso per i non addetti.Comunque, posto questa foto già vista nella sezione modellismo. Tempo fa chiesi al costruttore del modello a cosa serviva quella piattaforma, anche lui mi parlò "di filetti interrotti e riordinati" purtroppo non mi fu consentito approfondire. Mi assicurò che anche l'imbarcazione vera era così. Uploaded with ImageShack.us Anche se non partecipo seguo con interesse questa interessante lezione di fluidodinamica.Anteo, la nave che hai postato è decisamente una spadara, chi è l'amatore che la ha costruita? Questa parte della discussione mi era sfuggita. Si tratta proprio di un'imbarcazione di quelle utilizzate nello Stretto di Messina per la caccia al pesce spada. Una foto dell'originale. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 23 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 23 Maggio, 2010 Anteo, la nave che hai postato è decisamente una spadara, chi è l'amatore che la ha costruita? Dimenticavo ... una precisazione semantica ed un po' OT. La barca nella fotografia non si chiama spadara, ma passerella. Le spadare sono le reti utilizzate al largo per la pesca del pesce spada e che, mi sembra, sono ormai illegali. Prima dell'avvento delle barche a motore si utilizzavano luntri e feluche. Se a qualcuno dovesse interessare, due link: http://associazionecariddi.blogspot.com/20...-sue-parti.html http://www.maridelsud.com/Stretto%20Messin.../pescespada.htm Ciao e scusatemi ancora per l'OT. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lefa Inviato 23 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 23 Maggio, 2010 Hai perfettamente ragione Odisseo, una precisazione doverosa, non so come mai, ma quando guardo quelle barche le associo sempre alle spadare, che sono giustamente reti da altura derivanti e proibite poiche non selettive. Purtroppo ogni anno se ne sequestrano svariati chilometri. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Iscandar Inviato 24 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 24 Maggio, 2010 Hai perfettamente ragione Odisseo, una precisazione doverosa, non so come mai, ma quando guardo quelle barche le associo sempre alle spadare, che sono giustamente reti da altura derivanti e proibite poiche non selettive. Purtroppo ogni anno se ne sequestrano svariati chilometri. Perchè ci si pesca lo Spada, anch'io incorro in quest'errore... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 24 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 24 Maggio, 2010 Buon divertimento ! http://www.youtube.com/watch?v=dA4a8utdUSc Se venite d'estate da queste parti ... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Charlie Bravo Inviato 25 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 25 Maggio, 2010 Ciao Varo5, grazie per il racconto delle tue esperienze con la motocannoniera Saetta. Se non ricordo male fu anche la prima unità della nostra Marina ad imbarcare un sistema missilistico antinave, quello della Contraves. Certo che l'epopea delle nostre motocannoniere convertibili del dopoguerra è stata molto interessante. Poi magari tirerò in ballo Lefa per i siluri. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 29 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 29 Maggio, 2010 Molto interessante, anche se confesso di aver capito solo in parte quanto detto. Topic molto complesso per i non addetti.Comunque, posto questa foto già vista nella sezione modellismo. Tempo fa chiesi al costruttore del modello a cosa serviva quella piattaforma, anche lui mi parlò "di filetti interrotti e riordinati" purtroppo non mi fu consentito approfondire. Mi assicurò che anche l'imbarcazione vera era così. Ora che ho visto l'imbarcazione reale, noto una notevole differenza tra l'ala del modello e l'ala della barca reale. Io non ho dubbi, si tratta di riordino dei filetti fluidi. L'aletta posteriore notevolmente più piccola non può che ordinare i filletti fluidi della scia d'uscita. Sono convinto che le pale dell'elica lavorano in "ambiente" meno vorticoso e più compatto ottenendo un rendimento migliore e la regolarità dei filetti fluidi ne è la evidente dimostrazione. Per quanto si può vedere , una simile imbarcazione non può assolutamente ottenere una andatura di tipo "carena planante". La barca reale mi suggerisce un pensiero aggiuntivo. I sostegni di quell'ala sono troppi e non servono tanti per l'effetto che deve fare. Io non conosco i metodi usati dai pescatori per sollevare a bordo la preda alquanto pesante. Quella aletta così irrobustita, può servire anche ad un marinaio per imbracare la preda in mare per poi alarla a bordo. Due servizi con lo stesso attrezzo. Varo5 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 30 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 30 Maggio, 2010 L'aletta posteriore notevolmente più piccola non può che ordinare i filletti fluidi della scia d'uscita. Sono convinto che le pale dell'elica lavorano in "ambiente" meno vorticoso e più compatto ottenendo un rendimento migliore e la regolarità dei filetti fluidi ne è la evidente dimostrazione.Per quanto si può vedere , una simile imbarcazione non può assolutamente ottenere una andatura di tipo "carena planante". Possono servire due foto ? Dimenticavo di citare l'origine delle tre foto: la mia fotocamera. :s02: Alla mia veneranda età ... quest'estate vedrò di tentare di partecipare ad una "caccia" nello Stretto. Buona domenica. Odisseo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Varo5 Inviato 4 Giugno, 2010 Segnala Share Inviato 4 Giugno, 2010 Dimenticavo di citare l'origine delle tre foto: la mia fotocamera. :s02: Alla mia veneranda età ... quest'estate vedrò di tentare di partecipare ad una "caccia" nello Stretto. Buona domenica. Odisseo Le tue foto sono fantastiche. Vedo due e non tre. Eri arrampicato in alto su una terza barca per poter fare quelle fotografie ? Per quanto vedo, l'imbarcazione ha andatura di carena dislocante. Il mare è un po' mosso e non si capisce se l'acqua attorno all'imbarcazione è dovuta al suo procedere oppure all'effetto del mare. La scia di poppa non è da imbarcazione veloce e non vedo la sua scia migliorata. Sono però convinto dell'utilità dell'ala poppiera che riesce a comprimere i vortici dell'elica con recupero d'efficienza, specialmente con motori entrobordo. L'elica è un oggetto a me familiare per averne disegnate almeno una trentina, diverse anche calcolate, ma come oggetto fermo da calcolare al fine di ottenere la richiesta velocità nave. Non ho esperienza sulle eliche in moto. Purtroppo ho solo opinioni e non esperienza pratica. L'unica esperienza che ho acquisito è stata la batella di lunhezza 5,20 m. a fondo piatto, poppa quadra, che avevo tanti anna fa. Motore fuori bordo da 5 HP. Faceva circa 7 nodi con vortici e schiuma abbondante attorno al motore. Ho sistemato lateralmente al quadro di poppa due alette metalliche di circa 40 x 40 cm. sfioranti la superficie del mare. La scia di poppa è cambiata conpletamente. i filetti fluidi che uscivano di poppa sembravano fatti con un rastrello sulla sabbia perfettamente diritti. le due scie uscenti dalle alette s'incrociavano a X alla distanza di cinque o sei metri con una leggera gobba verso l'alto all'incrocio della X. Non ho valutato i miglioramenti ottenuti. Certamente la situazione è migliorata motevolmente Se hai altre foto postale sono bellissime. Ciao Odisseo. Varo5. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 4 Giugno, 2010 Segnala Share Inviato 4 Giugno, 2010 Le tue foto sono fantastiche.Vedo due e non tre. Eri arrampicato in alto su una terza barca per poter fare quelle fotografie ? Se hai altre foto postale sono bellissime. 1 - Grazie per l'apprezzamento. :s01: 2 - Dicevo tre compresa quella in porto del primo post. 3 - Per carità ... non so nemmeno nuotare: stavo sul ponte di un traghetto, ma spero quest'anno di riuscire ad "imbarcarmi" su una di quelle passerelle. Ho saputo che fanno anche una specie di safari per i turisti. 4 - Eseguo. Sono nell'ordine in cui le ho scattate. Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us segue ... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 4 Giugno, 2010 Segnala Share Inviato 4 Giugno, 2010 Seconda parte. Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Per il resto ho qualche vecchia foto, scattata a distanza, dalla spiaggia, niente di particolare. Ti prometto, però, che se quest'estate riesco nell'idea dell'imbarco, avrai una tonnellata di foto. Ciao. Odisseo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Messaggi raccomandati
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.