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Diario Personale Del Comandante Lupo Bianco - U196


Lupo Bianco

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Questo non è un diario di bordo ma è il mio diario personale che ho tenuto nel periodo bellico.

Non inizia dal primo giorno di imbarco ma i miei appunti, le mie storie, la mia vita sono riportati solo dal Luglio del ’43.

Tutto quel che è accaduto prima non è che ormai uno sbiadito ricordo anche se ancora mi rivedo quando, con gli altri cadetti mi pavoneggiavo per le strade di Berlino, fiero della mia uniforme e delle mostrine . Noi, la Marina, eravamo il futuro della Germania.

 

Purtroppo gli entusiasmi e gli ardori dei primi mesi si sono spenti con una parte di noi. Le parole, le adunate, le fanfare che tanto ci facevano fremere ed esultare, che ci davano l’orgoglio e la fierezza di appartenere alla grande nazione tedesca rimbalzano ora beffarde nella mente.

I nostri occhi hanno visto troppe cose orribili, abbiamo dovuto prendere tante terribili decisioni , abbiamo avuto potere di vita o di morte su nostri simili, siamo stati costretti a dimenticare le leggi del mare e della marineria, siamo a piangere i nostri Caduti ma, adesso che la Germania ha ancora più bisogno di noi, è il momento nel quale dobbiamo tirare fuori il meglio che abbiamo. Fedeli al giuramento prestato gettiamo le nostre vite nel grande gioco del Destino. Se gli abissi ci chiameranno al “grande oblio”, lo avremo fatto per la Patria!

Dovevamo, volevamo rialzare la testa dopo lo smembramento dell’Impero ma stiamo pagando un prezzo troppo alto, un prezzo che mai ci era stato fatto presente né mai, colpevolmente, avevamo mai pensato dovesse esserci richiesto.

 

 

Che dire di me, potevo solo scegliere di arruolarmi nella Kriegsmarine: nelle mie vene non scorre sangue ma acqua salata!

 

La mia famiglia, da parte di padre e di madre, ha una lunghissima tradizione marinara. I miei avi hanno solcato le acque del mondo intero. Mio padre e, prima di lui il suo, avevano sempre servito sulle navi della Kaiserliche Marine, poi Reichsmarine. La famiglia di mia madre, italiana, dai tempi della Marina Borbonica, ha dato illustri figli che hanno fatto la storia italiana: insomma il mio futuro poteva essere solo sul mare!

 

Questi anteposti ed una lontana parentela con l’adesso GroßAdmiral Karl Dönitz, zio Karl, hanno fatto in modo che sin dai primi anni della mia giovinezza io passassi moltissimo tempo negli ambienti della Reichsmarine che, dopo la quasi totale distruzione, sembrava stesse rinascendo, nonostante le limitazioni imposte dalle potenze vincitrici, piena di floride aspettative.

 

Ho frequentato la Unterseebootsabwehrschule / UAS a Neustadt .

Le mie parentele non mi hanno portato alcun tipo di favoritismo, ogni gallone me lo sono guadagnato con dedizione e sacrificio.

L’unico vantaggio che ho ricevuto è stato quello di essere assegnato ad una sezione speciale della 7^ Flottiglia sommergibili, attualmente di base a St. Nazaire, che si occupa dello sviluppo e del collaudo operativo degli armamenti e degli apparati imbarcati sugli U-Boote .

E’ vero, ho ricevuto uno dei primi battelli di tipo IX/D, i nuovi armamenti disponibili erano sempre per il mio gruppo, così i siluri sempre più perfezionati come anche gli apparati radio, sonar e radar o i lanciatori di falsi bersagli, eravamo sempre noi della 7^ ad averli per primi ma: quante morti ci sono costate le loro avarie, quanti uomini, fraterni camerati di una vita pericolosa abbiamo perso per i malfunzionamenti?

 

Basta con i sentimentalismi, il destino ci chiama all’arduo compito della difesa della Patria e noi, io, il mio equipaggio, tutti i camerati della Kriegsmarine, della Luftwaffe e della Wermatch siamo pronti a dare le nostre vite per lei.

 

_____________________________

 

 

Sono il Comandante Lupo Bianco dell’ Unterseeboote IX/D2, U-196 di stanza a St Nazaire e sono rientrato dalla mia 27^ missione. Molti dell’equipaggio sono con me sin dal primo imbarco, tanti altri si sono avvicendati a bordo a seconda degli armamenti o degli apparati che dovevamo collaudare.

 

 

 

Ordini di missione dal Befehlshaber der Unterseeboote (BdU)

pattugliare il settore nord occidentale della costa francese ed eseguire la messa a punto dei siluri Zaunkoning in operazioni contro naviglio nemico.

 

 

4 Luglio 1943

 

ore 06,45

 

Prime luci dell’alba, lasciamo il rassicurante bunker che ci ospita.

 

Il rombo sommesso dei diesel non riesce a coprire del tutto lo sciabordio del mare che, quasi con rispetto, accarezza le fiancate del nostro battello.

Sono in torretta, è l’occasione per scambiare alcune chiacchiere con Alfred Marbach, il mio secondo. E’ imbarcato con me dai primi mesi del ‘40, simpatico, scanzonato, di Amburgo e, come me, grande appassionato di barche a vela e di regate.

 

“Alfred, quando la guerra finirà dobbiamo comprarci una barca a vela e fare il giro del mondo…”.

“Lupo, la Marina ce lo fa fare a sue spese… “

 

Forse è poco conforme ai rigidi regolamenti militari ma con Alfred ho voluto questa informalità in questi brevi attimi di distensione, ci diamo del tu. Solo in questi momenti, in tutte le altre occasioni ritorna il rispettoso Secondo eppure ne abbiamo fatte di chiacchiere e di bevute quando, durante le licenze, sognavamo le rotte da seguire con la nostra barca a vela. Mia madre era italiana, lui è teutonico!

Meriterebbe la promozione a Kommandant, ma ogni volta che abbiamo affrontato l’argomento mi ha sempre chiesto di soprassedere. Alla prossima licenza dobbiamo parlarne, conosco il suo modo di pensare, molto simile al mio, ma la Kriegsmarine ha necessità di buoni Comandanti e lui ha tutte le capacità per esserlo… ma non vuole.

 

Seguiamo il dragamine che ci guida tra i campi minati e le reti di sbarramento poste a difesa del porto.

I bassi fondali della costa ci costringono a navigare in emersione e con gli aerei inglesi che ormai, sempre più frequentemente, ci attendono al largo delle nostre basi, la Luftwaffe manda sempre un paio dei suoi angeli custodi a vegliare su di noi.

Il mare è calmo, la visibilità ottima è siamo tutti di ottimo umore grazie all’ultima licenza.

 

Appena abbiamo fondo sufficiente ci immergiamo a 30 metri e procediamo a mezza forza.

La giornata trascorre tranquilla, i quarti si susseguono quasi monotoni , decido di riposare un poco.

 

Illuso!

 

Alle 01,12 l’operatore all’idrofono mi comunica un rilevamento di eliche in avvicinamento direzione 325.

 

“Macchine pari avanti 2/3, accostare 10 gradi a sinistra…”, gli andiamo incontro.

 

“Idrofono…?”

Herr Kaleuns, è un mercantile… piccolo… velocità 4/5 nodi… su rotta costante…”

Bravo Eppen, è alla sua nona missione ma conosce bene il suo lavoro.

 

“Motori ad 1/3, quota periscopio… su il periscopio”

E’ un piccolo mercantile isolato, a luci spente, … non può essere che nemico… 1800 in avvicinamento…

 

Nel debole chiarore notturno lo identifico dalla disposizione delle sovrastrutture: è un piccolo cargo inglese.

“ Velocità 3 nodi… immettere i dati nel TDC… preparare i tubi 1 e 2, settare profondità a 7 metri e mezzo… equipaggio ai posti di combattimento… attacchiamo…”

 

Anche se imbarchiamo alcuni nuovi G7es meglio non rischiare e lanciare con angoli di approccio sperimentati. Manovriamo per portarci perpendicolari alla sua rotta.

“…900 metri… 800… macchine ferme… aprire i tubi 1 e 2… 700…” Corre nelle fauci del lupo…

“600 metri… fuori 1…” “Idrofono ?”

“Siluro fuori… Corsa regolare Herr Kaleuin…”

“… 500 metri… Fuori 2!... Giù il periscopio”

 

L’Ufficiale di tiro scandisce i secondi, lunghi, interminabili, poi a liberare i nostri respiri si sente nitida l’esplosione del primo siluro e dopo poco quella del secondo.

 

“Su il periscopio”

Un rapido sguardo, al bagliore delle fiamme si vedono sagome che corrono sul ponte, altre che si gettano in acqua, mi sembra di scorgere una scialuppa… quanti non torneranno.

 

“Perché… perche?”

 

“Macchine pari avanti 2/3… 20 gradi a dritta… riprendere la rotta”

 

“Herr Kaleuns, eliche in avvicinamento a forte velocità… 160 gradi… nave da guerra”

Ci ha sorpresi sfruttando l’angolo cieco, di poppa, del nostro sonar. Non sembra averci rilevato, forse ha captato lo S.O.S. del mercantile e corre in suo soccorso.

 

… ping… ping… ping, l’incubo di tutti i sommergibilisti!

 

Non possiamo giocare a nascondino, dobbiamo assolutamente ricaricare le batterie, ventilare lo scafo e trasferire i siluri dalle riserve esterne…

 

“Macchine pari avanti tutta… mantenere l’assetto… su il periscopio, 10 a sinistra…”

 

“Herr Kaleuns…???”

 

Adotto un sistema di rotazione dei siluri nei tubi prodieri, in quelli poppieri faccio sempre tenere pronti gli Zaunkoning … ed allora vediamo come funzionano!!!

“Pronti tubi 5 e 6” E’ un maledetto caccia che però non sembra ancora averci individuati con precisione.

 

… ping… ping… ping, la frequenza aumenta, si avvicina veloce.

 

“Siluri a 3 metri… aprire tubo 5”

 

Procede a zig zag, 11 nodi… 12… 15… distanza 1.500 metri… 1300…, “SILENZIO A BORDO!”

 

“fuori 5… giù il periscopio… timoni a scendere 5 gradi, macchine a 50 giri… 90 gradi a sinistra… livellare a 20 metri”

Quasi sussurrando chiedo: “tempo…?” … “tempo …?”

“Herr Kaleuns… bersaglio mancato…”

“Scendere a 170 metri, fermare i moto…ri “

 

“Impatto siluro Herr Kaleuns!!!” La voce sorpresa dell’idrofonista interrompe i miei pensieri che già erano proiettati a come eludere la caccia.

 

“Allora funzionano!” Penso. Bisognerà analizzare il perché di questo ritardo nell’impatto anche se comincio a formulare un’ipotesi:

il siluro sfila di fianco alla nave ma probabilmente l’innesco magnetico ha dei problemi e non esplode. Superata la nave, gli idrofoni del siluro lo dirigono sulla scia del rumore e, forse, dopo aver compiuto un cerchio, impattano nel settore poppiero o sulle eliche.

Do disposizioni al Primo ufficiale sulla quota e sulla rotta e faccio chiamare a rapporto l’Ufficiale di tiro ed il Capo silurista.

 

Noto che, ancora una volta, la tattica seguita di simulare rumorosamente la fuga, ha avuto successo. Per nostra fortuna gli equipaggi alleati ancora non l’hanno capita o meglio, pochi son tornati per raccontarla!

 

 

4 Luglio 1943

 

Siamo al tramonto, lontani dalla costa, emergiamo. Mare calmo e la solita nebbiolina estiva dell’Atlantico. Effettuiamo varie “spazzolate” con il radar FUMO30 quando l’addetto segnala “aereo in avvicinamento”.

 

Dobbiamo rischiare, dobbiamo verificare la bontà di questo apparato e ci occorre quindi un’identificazione visiva. La vedetta di babordo indica allo Wachoffizier un punto nel cielo: identificato! E’ un Catalina.

 

“Sgombrare la torretta… immersione rapida” Risuona il segnale e tutti gli uomini sono ai loro posti… che splendido equipaggio che comando!

Forse non ci ha avvistati ma ci portiamo a 60 metri e proseguiamo per la rotta tracciata.

 

 

5/6/7 Luglio 1943

 

Solo pochi contatti lontani. Limitiamo al massimo le emersioni, siamo in acque nemiche ed ogni imprudenza potrebbe costarci cara.

Giorni dedicati a prove varie della strumentazione tra cui lo “snorkel”. Lungo tubo alloggiato in una nicchia ricavata sulla tolda, anteriormente alla torretta, che permette ai battelli di navigare immersi a quota -15 aspirando aria in superficie. Batterie sempre cariche ma il mare deve essere calmo, le valvole devono funzionare perfettamente e non devono esserci aerei nemici in giro. Lasciamo una scia visibile da molte miglia!

 

 

8 Luglio 1943

 

Siamo in zona operativa, in acque battute dagli “Hunter Killer”, convogli militari composti da cacciatorpediniere, fregate, corvette ed alcune volte anche da portaaerei di appoggio della classe Bogue.

 

Chiamo gli uomini allo “sporco lavoro” : controllare, ingrassare e caricare anche nei tubi prodieri gli Zaunkoning.

 

Il barometro scende, mal tempo in arrivo. Le cose si mettono al meglio per noi.

 

Un messaggio dal BdU ci informa che un gruppo Hunter Killer è stato segnalato a circa 30 miglia dala nostra posizione, nel settore AM89. L’adrenalina inizia a circolare. Osservo le reazioni degli uomini, i veterani eseguono i loro compiti con gesti calmi e precisi, i novellini non riescono a nascondere il loro nervosismo, serrano le mani sui volantini, di sfuggita mi guardano, io sono l’artefice del loro destino, io sono la loro vita, io potrei essere la loro morte, io sono il loro dio! Una sensazione di onnipotenza mi pervade. Spiano il volto in un largo sorriso e subito li vedo rilassarsi, hanno la più cieca fiducia in me: “Forza uomini, prepariamoci alla battaglia!”

 

Tutti sono ai propri posti, i compartimenti sono assicurati, il ronzio regolare dei motori ci rassicura, l’U-196 corre minaccioso nella fredda oscurità del mare a tendere l’insidia.

 

Ore 22,47

Eccoli!!!

 

L’idrofonista comunica i suoi rilevamenti, il nemico procede veloce, controllo con Alfred gli ultimi dettagli, avremo una sola possibilità, dobbiamo essere nel posto giusto al momento giusto.

 

Al periscopio distinguo all’orizzonte 5, 6 navi, una sagoma molto grossa, una Bogue? Distanza stimata 4.500 metri, ci vengono incontro veloci, circa 40 gradi sulla sinistra. Non abbiamo una soluzione di tiro buona ma i siluri saranno guidati dal rumore delle loro eliche.

 

“Accostare a sinistra per 10 gradi… eliche ferme…”

“Aprire i tubi 1,2,3 e 4”

 

Adesso distinguo abbastanza bene le navi, navigano a circa 15 nodi, procedono su due linee di fila, una…, no, due fregate, sono River… inglesi. Seguono due corvette…

 

Ore 22,53

… 2000 metri… ancora due fregate poi in fondo, leggermente defilata la portaerei, è una tozza classe Bogue.

 

Non c’è più tempo per pensare, non c’è più tempo per pregare.

 

Devo prima colpire le fregate e le corvette che fanno da schermo alla portaerei, la preda più consistente.

Ruoto lentamente il periscopio, lo confesso, un brivido mi corre lungo la schiena, se dovessimo fallire con la prima salva…

 

“Vieni…, vieni…, stop… , silenzio a bordo…, fuori uno…”

 

Punto sulla seconda nave:”Fuori due!” “Ricaricare 1 e due”

 

“Siluri fuori… in allontanamento… corsa regolare”

 

Bene!

 

Ho una buona soluzione per la “Bogue” che nel frattempo ha manovrato e si è avvicinata al centro del convoglio.

 

“Fuori 2… fuori 3…, giù il periscopio, 50 giri…, accostare per 90 a diritta…, scendiamo a 40 metri”.

 

Troppi siluri acustici in acqua, le direttive sono di scendere a 60 metri ma le esperienze precedenti hanno dimostrato che dopo i primi 400 metri di corsa i siluri agganciano il bersaglio verso il quale sono stati lanciati e non ci dovrebbero essere pericoli per noi. Tentiamo di entrare al centro dello schieramento per usare anche i siluri poppieri.

 

“Impatto siluro…”

 

River.jpg

 

 

L’ingegnere scandisce i secondi :“Ottantacinque…, novanta… novantacinque…”

 

“Impatto siluro Herr Kaleuns”

 

“Centodieci… “

 

“Herr Kaleuns, bersaglio colpito”

 

“…e sono tre!” Qualcuno si fa sfuggire un grido soffocato di esultanza ma manca ancora un siluro all’appello!

“Silenzio!!!” La voce di Alfred bassa ma decisa fa subito ammutolire gli uomini, ora siamo noi nella bocca dei lupi!

 

Sentiamo nettamente i sonar che ci cercano, in lontananza… l’idrofonista conferma rumore di eliche veloci in allontanamento su rilevamento 240… esplosioni di bombe di profondità…

 

Stupidi inglesi non hanno capito nemmeno da che parte sono stati attaccati!

 

Prendo la cuffia, scricchiolii, rumori di paratie che cedono, esplosioni soffocate, gorgoglio di aria, affonda…, affondano… non sembra la portaerei.

Eppen, l’idrofonista mi conferma il precedente rilevamento. Sono consapevole che è rischioso ma devo controllare.

“Timoni 20 a salire, stabilizzare a quota periscopio… fermare le eliche”

 

Pochi secondi bastano per inquadrare la situazione: abbiamo lasciato una scia di distruzione, dietro di noi vedo la prua di una corvetta che si inabissa, una fregata è agonizzante completamente coricata sull’acqua e la portaerei è ferma, fortemente appoppata con alte fiamme che salgono dalle sue viscere!

 

Fregata.jpg

 

 

Fregata1.jpg

 

Sono le 23,25 il tutto non è durato che mezz’ora. Quasi mi coglie una vertigine, abbranco il periscopio, sono l’Angelo della Morte, sono der Teufel, il Demonio… sono uno che sognava solo di solcare i mari alla scoperta di nuove emozioni. No, sono il Kommandant Lupo Bianco dell’ U_Boote 196.

 

Incrocio lo sguardo di Alfred, la pensiamo allo stesso modo! Scruto i volti degli uomini presenti, non gioiscono, sono Uomini di Mare, non possono gioire! Sporca cosa è la guerra ma continuiamo…

 

Abbiamo avuto fortuna, approfittiamo dello scompiglio creato e del fatto che ci cercano da tutt’altra parte e ci allontaniamo di circa 50 miglia. La scorta tornerà a soccorrere i superstiti . Dobbiamo ricaricare i tubi.

 

Siamo in immersione e gli uomini lavorano alacremente per ricaricare i tubi, cerco di riposare ma i volti dei Camerati caduti per mano nemica mi danzano nella mente: Bruno U-58, Horst U-73, Hans-Joachim U-137…

 

 

9 Luglio 1943

 

ore 12,00

Siamo a meno di 10 miglia dal luogo degli affondamenti, il personale ai siluri è distrutto ma tutti gli uomini hanno compiuto il loro dovere, i tubi sono stati ricaricati. Abbiamo ancora 4 G7es e 2 siluri standard. Dobbiamo affondare la Bogue!

Chiamo Epper al sonar, lascio il comando ad Alfred e vado personalmente a controllare la camera di lancio prodiera. Alcuni ragazzi dormono dove capita, si vede, sono crollati per la stanchezza. Quelli che ancora lavorano ai siluri mi salutano, “Herr Kaleuns…”

“Shhhh… uomini, lasciate riposare i camerati” sussurro. Al diavolo la disciplina, non posso loro chiedere di più! Noto che qualcuno ha scritto su un siluro frasi ingiuriose contro gli inglesi, sorrido, non mi piace ma lascio correre, sono giovani e sono pronti a seguirmi all’inferno… “per la Patria e per il Re…” si usa dire … gia, per il re…

 

ore 14,20

Siamo in lento avvicinamento alla zona dove abbiamo silurato la Bogue, saliamo a quota -20, il battello inizia a rollare e beccheggiare, bene, il mare mosso sarà il nostro alleato migliore.

Il sonar comunica rumore di eliche che vanno e vengono: i mastini fanno la guardia!

Ci portiamo a -170, motori fermi ed attendiamo l’imbrunire.

 

ore 18,40

Manovriamo per portarci a quota periscopio con i bersagli a poppavia.

Eccoli! La poppa della Bogue sembra meno affondata ma non tanto da permettere il decollo dei ricognitori, una corvetta e attraccata alla sua fiancata di babordo. La Bogue è stata colpita da un solo siluro e tentano di tenerla a galla. C’è una River che gira in tondo, il suo ASDIC non è attivo. Grazie!

Voglio colpire la fregata con uno Zaunkoning, contro i bersagli fermi dobbiamo usare i vecchi siluri.

 

ore 19,30

Siamo in posizione, 5.000 metri dalla Bogue, attendiamo che la River faccia capolino nel suo giro.

 

“Rumore di eliche in avvicinamento… rilevamento 130… 132… 135…”

 

Spunta dalla poppa della Bogue.

 

“Aprire tubo 5… Silenzio assoluto a bordo… “

 

“2.000 metri… 1800… 1700…” Eppen scandisce con regolarità “ 1600… 1500… 1400…”

 

La River è al centro del reticolo del periscopio, 140 gradi… 150… 155…

 

“Fuori 5…” “Eppen…?”

“Siluro fuori Herr Kaleuns… corsa regolare… 200 metri… 300… 400… 430…”

 

Bene, siamo a distanza di sicurezza. “Macchine pari avanti mezza, 40 a sinistra… aprire tubi 1 e 3”

“Timoni al centro… mantenere la quota… motori ad 1/3… fuori 1… fuori 3… fermare i motori”

 

Ho lanciato a 1700 metri, tiro lungo ma il bersaglio è immobile! Voglio godermi lo spettacolo, brandeggio il periscopio tra la fregata e la portaerei…

 

“Impatto siluro… Herr Kaleuns”

Lo sapevo, lo sapevo già Eppen… La River ha un sussulto, sbanda, mette la prua nell’acqua… le eliche cavitano nell’aria… il fumaiolo esplode… ho mirato al deposito munizioni di prua. La poppa compie la sua ultima macabra danza verticale sull’acqua e lentamente si inabissa.

Uomini con le asce, sul ponte della Bogue, tentano di tagliare le gomene che tengono la corvetta ormeggiata al suo fianco. Troppo tardi!

 

Quasi simultaneamente i due siluri colpiscono a poppa ed a prua della portaerei. La Flower subisce anche lei il contraccolpo e prende immediatamente fuoco. La Bogue rimane per un attimo quasi indifferente, come attonita, poi inizia ad inclinarsi sul fianco e travolge nel suo abbraccio mortale la Flower.

 

E’ un inferno di fiamme, fumo, esplosioni è la Nemesi… “…che gli abissi vi inghiottano inglesi … Bruno…, Horst…, Hans-Joachim… presenti… Camerati, adesso troverete la giusta pace!”

 

Bogue.jpg

 

Sono il primo a lanciare un urlo liberatorio, l’equipaggio mi imita, volti ilari, grandi pacche sulle spalle, occhi al cielo. Un ultimo controllo al periscopio ed emergiamo Dobbiamo allontanarci subito è troppo pericoloso, gli inglesi staranno arrivando in forze, c’è stato tutto il tempo di lanciare lo SOS…

“Guardia in torretta… Flak Personal alle mitragliere… occhi aperti ragazzi… motori avanti tutta, rientriamo”

 

ore 23,12

Invio al BdU un dettagliato rapporto e finalmente: “Alfred, chiama gli ufficiali in mensa… dobbiamo brindare”

 

L’invito viene subito raccolto, ho ancora alcune bottiglie di Spalletti, un nobile vino italiano prodotto da amici di famiglia che regolarmente riforniscono la mia scorta. Non è regolamentare ma la dura vita del sommergibilista richiede qualche strappo alla regola. Lascio sempre qualche bottiglia a disposizione degli Ufficiali, la birra è la loro bevanda nazionale ma, da buoni intenditori, gradiscono sempre questo mio omaggio.

 

11 Luglio 1943

 

Stiamo ormeggiando a St. Nazaire, dal giornale di bordo dello U-196:

Naviglio nemico affondato

- Mercantile costiero – tons 1.970

- Cacciatorpediniere – tons 1.710

- Corvetta Flower – tons 925

- Corvetta Flower – tons 925

- Fregata River – tons 1.370

- Portaerei di appoggio Bogue – tons 16.620

Tons totali: 23.520

Pochi danni allo scafo, malfunzionamenti al radar, 2 siluri fuori bersaglio per avarie.

 

 

 

A Voi Comandanti le repliche.

Modificato da Lupo Bianco
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Grazie Comandanti, pensavo di essere stato un po' troppo retorico e prolisso.

La ripetitività delle azioni e dei comandi fa purtroppo parte della routine operativa delle missioni.

 

Preso dalla foga ho dimenticato alcune informazioni:

 

Realismo 54% - quello che mi fa dannare è la CO2, ormai bisogna passare moltissimo tempo in immersione;

 

Mod a morire, quasi tutte grafiche

- Lite Harbor

- No medals on crew

- Integrated orders

- Life boat&debris

- Ice age

- No instant death

- Water stream

- Thomsen sound pack

- Enhanced damage effect

- Open hate

- Depth charge shake

- Skin per il battello (Carotio????) che lo fa apparire molto "vissuto" con tutta la vernice scrostata...

 

La pagina della vergogna è costituita da :s19:

- Sub ready

- Additional ammo

- Coloured contact tails

- All weather guns

 

ma allora non conta niente che ho "... una lontana parentela con l’adesso GroßAdmiral Karl Dönitz, zio Karl..." :s03: :s03: :s03:

 

Ho in preparazione il seguito con la speranza che sia gradito a chi avrà la pazienza di leggermi.

 

 

 

Auf Wiedersehen mein Freunde

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Grazie Comandanti, pensavo di essere stato un po' troppo retorico e prolisso.

La ripetitività delle azioni e dei comandi fa purtroppo parte della routine operativa delle missioni.

 

Preso dalla foga ho dimenticato alcune informazioni:

 

Realismo 54% - quello che mi fa dannare è la CO2, ormai bisogna passare moltissimo tempo in immersione;

 

Mod a morire, quasi tutte grafiche

- Lite Harbor

- No medals on crew

- Integrated orders

- Life boat&debris

- Ice age

- No instant death

- Water stream

- Thomsen sound pack

- Enhanced damage effect

- Open hate

- Depth charge shake

- Skin per il battello (Carotio????) che lo fa apparire molto "vissuto" con tutta la vernice scrostata...

 

La pagina della vergogna è costituita da :s19:

- Sub ready

- Additional ammo

- Coloured contact tails

- All weather guns

 

ma allora non conta niente che ho "... una lontana parentela con l’adesso GroßAdmiral Karl Dönitz, zio Karl..." :s03: :s03: :s03:

 

Ho in preparazione il seguito con la speranza che sia gradito a chi avrà la pazienza di leggermi.

 

 

 

Auf Wiedersehen mein Freunde

 

Ciao Lupo Bianco... non mi sembri affatto ripetitivo...

D'altronde cambiavano i bersagli... è logico che la sequenza di lancio richiede la solita prassi...

 

No,.. no,.. Va benissimo così

 

Sehr Gut!!

 

markus

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