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La Mia Guerra In Mare - 10 Giugno 1940 - 2 Maggio 1945


GM Andrea

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Titolo: La mia guerra in mare 10 giugno 1940 - 2 maggio 1945
Autore: Ugo Foschini
Casa editrice: Ginevra Bentivoglio
Anno di edizione: 2008
Pagine: 133
Dimensioni: 24x17
Prezzo: € 16,00
Reperibilita: medio-facile


L'Ammiraglio Ugo Foschini, già comandante del Vespucci alla fine degli anni '60 e decano (anzi Commodoro) dello sport velico della MM, racconta le sue vicende di guerra in questo volume scritto alla bella età di 92 anni.
Foschini viene da una famiglia decisamente marinara. Suo zio era l'ammiraglio di squadra Antonio Foschini. Il padre, direttore di macchina di sommergibili durante la Grande Guerra, venne poi posto in congedo assumendo l'incarico di collaudatore dei battelli presso i cantieri di Monfalcone. Foschini era inoltre imparentato col CF Brovelli (Capo di SM della I Divisione, Caduto a Matapan) e lo è divenuto dopo la guerra con l'Amm. Giovanni Galati (di cui s'è parlato qui).
L'Autore frequentò l'Accademia Navale alla metà degli anni '30, imbarcando sulla corazzata Cavour poco prima dello scoppio della guerra. Acquisita (controvoglia) la specializzazione in artiglieria, Foschini trascorse il resto del conflitto quasi sempre sui CCTT (Euro, Turbine e Da Recco), salvo brevi destinazioni in Accademia e a Tolone.
Il libro si legge d'un fiato, anche grazie a uno stile telegrafico che non si dilunga coi fronzoli.
Di grande interesse risultano la descrizione in presa diretta dell'attacco di Taranto (nonchè di quanto accadde sulla plancia del Cavour silurato allorchè giunse da Supermarina l'ordine di trasferirsi in Mar Piccolo, laddove il Comandante voleva subito andare all'incaglio) e della strage del convoglio Duisburg.

Purtroppo manca un indice analitico, che tornerebbe sommamente utile specie per la gran quantità di personaggi noti assai dei quali l'Autore ci parla. In particolare:
- Lorenzo Gasparri, suo comandante sul Cavour
- Giuseppe Cigala Fulgosi, suo comandante sull'Euro
- gli ammiragli Iachino e Bergamini
- il capitano commissario Makaus (per molto tempo imbarcato sul Montecuccoli, nel dopoguerra imprenditore e collaboratore di Nino Buttazzoni):
...e tanti altri.

Fra i molti episodi, merita ricordare che Foschini cercò a più riprese di essere destinato ai mezzi d'assalto. Cigala Fulgosi però non voleva dare il suo consenso, sicchè l'Autore approfittò dell'assenza del Comandante e del secondo per firmare lui stesso, in qualità di "responsale" dell'Euro, il nulla osta del suo comando al trasferimento. Poi non se ne fece nulla, ma per questa faccenda - di cui ancora oggi Foschini fa ammenda - Cigala Fulgosi se ne ebbe abbastanza a male. Ecco come Foschini conclude il capitolo a lui dedicato:
"Ciao Comandante, il mio comportamento è stato imperdonabile, ma ho appreso da te tante cose, soprattutto come si comanda. Ti ho molto amato".

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Modificato da GM Andrea
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  • 1 year later...

Quando ho saputo che l’amm. Foschini aveva scritto le sue memorie di guerra sono corso subito in libreria. Perché tanta fretta di acquistare un libro, vi chiederete. E’ presto detto. L’Amm. Ugo Foschini è stato compagno di corso in Accademia di mio padre. Di lui mio padre parlava spesso con affetto e ammirazione ed io, anche se non di persona, lo avevo conosciuto attraverso le foto del ricevimento di matrimonio dei miei genitori. Ne ho trovate diverse in cui Foschini è riconoscibile per via dei suoi famosi e proverbiali baffi che gli procurarono uno dei suoi due soprannomi: “baffo di ferro” (l’altro era “il cavaliere”).

 

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GM Andrea ha ragione. Il libro si legge d'un fiato, ma io ho avuto uno stimolo in più per farlo: ero alla ricerca, ad ogni pagina, di qualche riferimento a mio padre. E non sono rimasto deluso. Nella parte in cui racconta il periodo di imbarco sul Duilio per il corso DT, Foschini ricorda di avervi ritrovato molti compagni di Accademia tra cui mio padre che è anche ritratto in una delle foto che corredano il volume, mentre si trova schierato a bordo del Duilio durante una cerimonia di consegna decorazioni presieduta dall’Amm. Bergamini. La lettura mi ha talmente emozionato che alla fine ho deciso di scrivere all’Amm. Foschini per rivelargli quali sentimenti avevano suscitato in me le sue memorie. Riporto qui di seguito alcuni brani della mia lettera che (ma quando l'ho scritta non lo sapevo), mi ha offerto l'occasione di conoscere finalmente di persona l'Ammiraglio Foschini:

 

Egregio Ammiraglio, …..

…non ho resistito all’impulso di scriverle dopo aver letto il Suo libro di memorie “La mia guerra in mare” in cui ha ricordato anche mio padre definendolo il “sardo tetragono Murroni, testa dura ma la bontà personificata”.

In quelle poche, sentite parole con cui lo ha efficacemente descritto, ho colto il sentimento di affettuosa amicizia che vi legava e ho ricordato di quando mio padre parlava con il medesimo affetto dei suoi amici dell’Accademia. Con lui ancora in vita ne ho conosciuto personamente alcuni che aveva continuato a frequentare anche dopo essere andato in pensione: Agrippino Cocuzza e, in particolare, la “lenza” Giulio Bernoni del quale conservo un ricordo vivissimo perché con la sua ironia arguta e pungente di “romanaccio” purosangue mi aveva simpaticamente soprannominato “lo smilzo” per via della formidabile stazza che già mi distingueva da ragazzino.

Ho letto il libro con grande interesse e una volta terminatolo è riemersa forte ed improvvisa la nostalgia di mio padre insieme al rimpianto di non aver fatto in tempo a farmi raccontare ogni particolare della sua vita e delle sue esperienze in Marina e in guerra. Il Suo libro, pertanto, è stato per me un prezioso regalo che mi ha fatto rivivere in modo coinvolgente, seppur indiretto, gli avvenimenti, gli stati d’animo e le emozioni che, come Lei, anche mio padre ha vissuto in quegli anni di guerra......

.....nel suo baule insieme alle Divise ho ritrovato anche diversi documenti delle sue esperienze militari. Più volte ho sfogliato con affettuosa curiosità anche l’album di foto del matrimonio al quale parteciparono molti dei suoi amici Ufficiali. In alcune di queste foto è ritratto anche Lei, Ammiraglio. L’ho riconosciuta dai baffi che sono sempre stati, mi risulta, il Suo segno distintivo. In una Lei, Bernoni, Cocuzza e un altro ufficiale che non riconosco, alzate mio padre con i pugni sotto il mento con il famoso “OTTO DI PUNTA” che insieme allo “ZA” erano prerogative del vostro corso in Accademia. Prima di leggere il libro del Mak P 100 non avevo capito il senso di quel gesto ma poi mi sono commosso nel rivedere quell’immagine che esprimeva con affettuosa rudezza il forte vincolo della vostra amicizia. Ciò mi ha spinto a fare alcune ricerche. Quando ho scoperto alcuni articoli in internet che parlano di Lei e delle sue eccezionali imprese veliche, anche recenti, mi sono finalmente deciso a contattarla…... ……se dovesse ritenere questa mia richiesta degna di considerazione, La prego di contattarmi.

Diversamente, voglia comunque accettare il mio sentito ringraziamento per avermi concesso, con le Sue memorie, di ravvivare in modo così intenso e inaspettato il ricordo di mio padre.

 

Dopo qualche giorno mi giunse una telefonata. Era lui, che emozionato quasi quanto me, mi invitava a casa sua a Roma. Sono andato a trovarlo alla prima occasione. Seduto sul divano, nella elegante semplicità del suo soggiorno, ho trascorso un intero pomeriggio a far domande e a sentirgli raccontare i mille episodi della sua straordinaria esperienza militare e di velico.

Mi ha sorpreso notare che nonostante la brillantissima carriera ed i grandi successi raccolti nelle innumerevoli regate alle quali ha partecipato, l’Amm. Foschini nel suo appartamento non fa sfoggio di fotografie e di trofei. Pensate che nel 1964 con il grado di C.F., al timone di nave Corsaro II, stravinse la famosa regata Lisbona – Canarie – Bermuda di 3.464 miglia arrivando al traguardo così in anticipo rispetto alle attese (il secondo classificato arrivò il giorno dopo) che prese alla sprovvista il cerimoniale di accoglienza non ancora pronto all'evento. Ciò nonostante, la sontuosa coppa d’argento vinta in quell’occasione, che avrebbe meritato una teca solo per sé, l’ho vista invece appoggiata con noncuranza su di un mobile, declassata ad anonimo portavaso dove la rigogliosa pianta che vi era contenuta nascondeva la targa commemorativa!

Solo poco prima di accomiatarmi l’Ammiraglio mi ha condotto, con una curiosa espressione di complicità, in una piccola, defilata stanzetta stracolma di oggetti e di trofei. Ho avuto, così, la fortuna di ammirare testimonianze storiche e sportive che rappresentano il distillato di una vita entusiasmante condotta sul mare e per il mare. A farla da padrone il Vespucci rappresentato da un grande modello in legno e dalla bandiera, quella vera, donatagli dall’equipaggio all’atto del suo sbarco dall’unità. E già, perché quale comandante della nostra nave scuola, Foschini ha lasciato il segno. Nel 1968, infatti, risalì e ridiscese a vela il Tamigi fino a Londra lasciando a bocca aperta i londinesi ai quali sembrava di essere tornati di colpo alla marineria di due secoli prima. I giornali inglesi commentarono l’impresa così: "Quel comandante o è un pazzo, o è un grande marinaio". Beh, Foschini a me è apparso nel pieno delle sue facoltà mentali……specialmente mentre mi raccontava, con una lucidità di ricordi davvero invidiabile a dispetto dell’età, che le favorevoli condizioni del vento lo avevano spinto a lasciar perdere i motori e a mollare le vele, mantenendo ammainate quelle basse per favorire la visuale. Come saggia precauzione, tuttavia, fece preparare le ancore in modo da poterle immediatamente calare qualora fosse stato necessario frenare la nave. Quando Foschini si rese conto che la sua manovra, riuscita alla perfezione, stava suscitando l’entusiasmo della folla che si era assiepata sulle rive del Tamigi, fece issare il tricolore più grande che si trovava a bordo. Tutti dovevano vedere e sapere che quello spettacolo eccezionale, offerto con spavalda sicurezza in casa degli Inglesi, era opera di Italiani.

Mi sento onorato di aver conosciuto un marinaio straordinario ed un uomo affabilissimo, con un tratto ed una cortesia da gentiluomo d’altri tempi. Sono sicuro che anche mio padre da Lassù se ne sarà rallegrato.

Ultima cosa: prima di congedarmi l’Ammiraglio ha firmato con dedica la mia copia del suo libro che, inutile dirvi, conservo tra le cose a me più care.

 

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Modificato da Totiano
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insieme al rimpianto di non aver fatto in tempo a farmi raccontare ogni particolare della sua vita e delle sue esperienze

 

Nessun problema. I figli/e per definizione sono insipienti. Sono troppo impegnati a guardare il proprio ombelico (chiedendosi come diavolo sono venuti al mondo) o al massimo, se guardiamo non nell'attualità :s06: , ma nella Storia, a guardare al futuro.

Di solito, da quel che ho visto, cominciano a guardare al passato all'età in cui appunto cominciano a loro volta a proiettarsi al futuro tramite figli ( e quindi, cominciando a preoccuparrsi della propria memoria, si incuriosiscono sulla memoria dei predecessori...). Purtroppo non sempre , a questo punto, le età coincidono per una indagine conoscitiva.... soprattutto per i figli dei padri impegnati nella 2 GM, padri che generalmente solo in età matura hanno potuto fondare famiglie, e si sono trovati figli poco più che adolescenti quando loro già erano in età avanzata.

La faccenda è labirintica, lo ammetto... :s03:

Se questo è il tuo primo intervento, mi sembra interessante.

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E’ vero. Il labirinto a cui accenna malaparte lo sto percorrendo già da tempo e non sono ancora riuscito a trovarne l'uscita, ammesso che esista. Mio padre si è sposato molto tardi, all’età di 43 anni, ed è mancato quando ero ancora un ragazzo. Il desiderio di conoscere qualcosa di più della sua vita e dei suoi trascorsi in Marina mi è venuto solo più avanti quando lui non c’era più. Quanta amarezza per quelle curiosità che, purtroppo, mi hanno assalito quando era troppo tardi e che in larga parte sono ormai destinate a rimanere insoddisfatte.

 

Tornando all’Ammiraglio Foschini, invece, mi sembra interessante riportare questo aneddoto. Mentre parlavamo del suo libro mi ha raccontato che al momento di presentare le sue memorie ad un editore per la pubblicazione, si era inizialmente rivolto alla Mursia. La famosa casa editrice lo aveva trattato con troppa supponenza per i suoi gusti dicendogli di andare a Milano per un colloquio preliminare con un suo incaricato. Figurarsi, chiedere ad una personalità come Foschini che all’epoca, tra l’altro, era arrivato alla veneranda età di 92 anni, di sobbarcarsi un viaggio Roma-Milano con tutti i disagi che ne potevano conseguire. Un atteggiamento che all'Ammiraglio non è piaciuto. Infatti a Milano non c’è andato e ha trovato a Roma, praticamente dietro casa, la piccola casa editrice Ginevra Bentivoglio subito disposta a pubblicare le sue memorie.

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  • 2 years later...

 

Il libro si legge d'un fiato, anche grazie a uno stile telegrafico che non si dilunga coi fronzoli.

 

Purtroppo manca un indice analitico, che tornerebbe sommamente utile specie per la gran quantità di personaggi noti assai dei quali l'Autore ci parla.

Stile eccessivamente telegrafico! E' proprio questo il maggior difetto del libro ed il motivo per cui forse la casa editrice Mursia non lo ha pubblicato. Infatti al "netto" di presentazioni, note, appendici fotografiche e quant' altro l' opera vera e propria si concentra in circa 80 pagine su 148.

Il valore del contenuto è importante, ma conta altresì il modo con cui si sviluppa un libro.

Concordo sulla questione dell' indice analitico.

 

Comunque, grazie all' Amm. FOSCHINI ho potuto "conoscere" molti personaggi ed episodi inediti dalla storiografia ufficiale.

 

Mi è piaciuto vedere che di Uff.li di carattere non c' era solo G. GALATI, ma anche altri come il C.V. BRUGNOLI della corazzata DUILIO (pag. 28) che, in occasione della "TAranto night" disobbedendo agli Amm. CATTANEO (quello che morì a Matapan) e BRIVONESI, fece sì che la propria nave fosse più facilmente recuperabile rispetto alla CAVOUR il cui C.te CIURLO, pur non condividendo i medesimi ordini, alla fine obbedisce gettando a terra il berretto.

 

A pag. 49 si cita un veramente increscioso episodio avvenuto a bordo del ct. TURBINE: lo scasso dello stipetto di un marinaio avvenuto proprio durante un "Posto di Combattimento": poichè il colpevole non fu trovato per probabile omertà dell' equipaggio, a tutti i marinai venne imposto la tosatura "a zero" dei capelli.

 

Un episodio divertente è quello descritto a pag. 93. In breve, dopo il tragico8settembre sulle ns. navi c'era un Uff.le di collegamento Inglese. Poichè a bordo era festeggiata la "Befana" come oggi la intendiamo ancora, l' Uff.le Albionico, memore della "Befana Fascista" di mussoliniana memoria, rimase mal impressionato nel vedere che ancora a bordo venivan celebrati riti del "ventennio"!

Modificato da Alfabravo 59
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