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Ancore e Cubie


Varo5

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Mi sono sempre chiesto perchè le navi buttano fuori acqua dalle cubie: l'ho visto fare molte volte dalle navi sia in porto che in arrivo.Quale è il motivo? Grazie.

35cpnrr.jpg

L'irrigazione delle cubie può essere dovuto al lavaggio del ponte, ma le cubie hanno il bordo sollevato e non possono smaltire tutta l'acqua in coperta. Per questo ci sono gli "ombrinali" fatti apposta per questo servizio.

Io ritengo che il solo motivo di questo uso è la pulizia del fango che portano le ancore dopo il loro uso in fondali fangosi. Questa opportunità può essere necessaria soprattuto quando la nave è alla fonda e deve andare in banchina. Nel senso inverso si attende d'essere lontani dalla costa.

 

Varo5

 

 

irrigazionecubia.jpg

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  • 4 months later...
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Il 17 settembre 1937, causa una fitta nebbia, il "Conte Rosso" subiva una collisione vicino a Shanghai riportando danni alla prua per cui dovette assere rimorchiato a Hong Kong per le prime riparazioni, rientrando poi in Italia per il completo ripristino.

 

immagine18.jpg

Immagine la cui fonte è il libro di Paolo Valenti "I 4 CONTI"

 

Varo5

Modificato da Varo5
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Per quanto riguarda l'acqua che esce fuori dalle cubie faccio presente che talune navi hanno il sovrappieno della gavone di prora nella zona di manovra e spesso se si dimentica di staccare le pompe (spesso accade durante l'atterraggio) l'acqua di zavorra finisce per 'sfogare' dall'occhio di cubia..

 

mi confermi Varo?

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Per quanto riguarda l'acqua che esce fuori dalle cubie faccio presente che talune navi hanno il sovrappieno della gavone di prora nella zona di manovra e spesso se si dimentica di staccare le pompe (spesso accade durante l'atterraggio) l'acqua di zavorra finisce per 'sfogare' dall'occhio di cubia..

 

mi confermi Varo?

Non te lo posso confermare perché l'acqua che dovesse sgorgare dal collo d'oca, che fa da sfogo d'aria, credo sia da non sistemare vicino alle catene e l'acqua che sgorga scorre verso poppa, ove ci sono ombrinali nelle vicinanze.

Inoltre l'uscita dei tubi di cubia in coperta sono orlati con particolare grossezza e, quindi hanno un bordo che l'acqua in coperta deve scavalcare.Penso che l'abbondanza d'acqua può uscire solo da manichette fatte apposta per lavare le catene prima che arrivino in coperta.

Non mi sono mai occupato di sfoghi d'aria, perché lasciavo fare ai miei collaboratori che erano pratici di queste cose.

 

Varo5

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  • 3 weeks later...

Guardando la "MICOPERI 7000" è certamente un mostro, ma non ci si rende conto della sua grandezza mostruosa.

Per darvi un reale senso della grandezza prendo in prestito le immagini dal libro "Il Cantiere di Monfalcone" del mio amico Valenti che ci dà sulla stessa pagina (data la costruzione contemporanea) di due grandezze per il confronto. I due disegni della "Micoperi 7000" di 121.500 TSL e della nave da crociere "Crown Princess" di 71.800 TSL, sono disegnate nella stessa scala e, quindi, direttamente confrontabili.

 

Varo5

 

confrontocolmostro.jpg

 

 

 

 

Una domanda... Io ricordo una Micoperi con gru da 13.000 tn.... ricordo male o era la stessa e le 13.000 erano riferite alla portata complessiva?

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NAVE POSACAVI

La foto mostra l'armamentario dei rulli a prora di una nave posacavi.

 

Evidentemente non si tratta di funi di acciaio da tiro ma cavi elettrici sottomarini come condotte di elettricità o tubi flessibili di limitate dimensioni.

La seconda foto mostra la stiva che contiene il cavo da sfilare in mare per molti kilometri durante la navigazione.

 

2posacaviimmag29.jpg

 

1posacaviimmag30.jpg

 

Varo5

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Una domanda... Io ricordo una Micoperi con gru da 13.000 tn.... ricordo male o era la stessa e le 13.000 erano riferite alla portata complessiva?

Non mi risulta che una "Micoperi" abbia una gru da 13.000 tonn. Sono d'accordo con Melekhin - Varo5

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Qualcuno può aiutarmi a ottenere qualche informazione su questa ancora, come età approssimativa e magari provenienza geografica. E' spiaggiata ai caraibi.

 

anchor-galleon-beach.jpg

Ritengo che sia un ancorotto fatto in casa di qualche pescatore. Sotto l'acqua deve essere la traversa che la tiene in quella posizione, altrimenti sarebbe caduta di fianco e non servirebbe a nulla.

Simula l'ancora ammiragliato.

 

Varo5

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Grazie Varo ma purtroppo non credo sia questo il caso, le proporzioni possono trarre in inganno.

Credo che sia un'antica ancora di galeone, di quelle col fuso in legno (ormai sciolto) il ceppo ha il diametro di una palma ed è molto lunga, almeno quattro metri, la marra della parte non interrata non c'è più, sarebbe stato un buon indizio..

Di ancore antiche non so davvero nulla, spagnola, portoghese, inglese.. non saprei. Precisamente si trova ad Antigua, che ha una grande tradizione inglese.

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Non mi risulta che una "Micoperi" abbia una gru da 13.000 tonn. Sono d'accordo con Melekhin - Varo5

 

Evidentemente ricordo male, anche se a suo tempo (Fine anni 80), nel leggere l'articolo (devo anche averlo conservato troppo bene perchè non lo trovo più), mi era venuto in mente che in teoria avrebbe potuto sollevare il Garibaldi.....

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Confermo, due da 7000, qui trovate la brochure del nuovo proprietario (nei giorni del disastro della Concordia, vidi che stava lavorando nel golfo del Messico): http://www.saipem.com/site/download.jsp?idDocument=1019&instance=2

 

Questa invece, potrebbe essere un'ancora restaurata uguale a quella spiaggiata di cui sto cercando informazioni:

 

3797601065_0db809a019.jpg

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Grazie Varo ma purtroppo non credo sia questo il caso, le proporzioni possono trarre in inganno.

Credo che sia un'antica ancora di galeone, di quelle col fuso in legno (ormai sciolto) il ceppo ha il diametro di una palma ed è molto lunga, almeno quattro metri, la marra della parte non interrata non c'è più, sarebbe stato un buon indizio..

Di ancore antiche non so davvero nulla, spagnola, portoghese, inglese.. non saprei. Precisamente si trova ad Antigua, che ha una grande tradizione inglese.

 

Dall'immagine non si capisce la grandezza di quell'ancora e sono sorpreso dei quattro metri. L'ancora monumento che hai postato invece mi è familiare perché è l'ancora Ammiragliato nelle sue forme primitive ed ha mantenuto il ceppo di legno per tanto tempo. Varo5

Modificato da Varo5
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E' un fatto sicuro, la Micoperi ha due gru che solleva 7.000 tonnellate.

Varo5

 

Si, evidentemente ricordo molto male. Sulla rete ho trovato questa foto di una parte del colosso, mentre esce dal cantiere. Dietro, si può osservare un bel delfino... di quelli che nuotano nella nostra base .......

 

micoperi.jpg

Modificato da STV(CP)
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Una foto davvero bellissima! il sommergibile sarà un II^ serie?

Gli unici tratti distinguibili (per me) sono la presenza degli MPD e la forma dello scafo. Sicuramente Sauro I^ o II^ serie.
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gli MPD (o meglio,i mock up degli stessi) furono montati per breve periodo anche sui 3^ serie

 

pelosi19880001copy.jpg

 

in questa discussione https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=29738&st=210 del bravo Buffoluto c'è la foto di cui sopra, che si riferisce alla consegna della bandiera di combattimento al Pelosi nel 1990.

 

 

in effetti la Micoperi è datata 1987 per cui quel battello penso sia un 3^ serie e proprio il Pelosi.

Datando meglio la foto (se qualcuno ne ha la possibilità) potrebbe al limite essere Il Marconi ai lavori di fine garanzia a Monfalcone nel 1984

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Dal calendario inglese 2012 trovo al mese di gennaio 2012 la foto di questa fregata che deve essere attrezzata per i mari polari come impianti di riscaldamento, perché devono affrontare temperature adatte al clima polare.

Non gli usuali meno dieci gradi sotto lo zero, ma - 40 °C o forse di più.

 

2ingl.jpg

 

In questo caso è interessante vedere tutta la nave a poca distanza dai ghiacci polari antartici.

 

3immag28.jpg

 

Varo5

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  • 1 month later...

La prua della motonave "Vulcania", gemella della "Saturnia" dell'armatore Lussignano poi triestino Cosulich, 1927, in bacino di carenaggio.

Le due navi da 24.000 tonn. di S.L. dell'epoca antecedente al "Rex" ed al "Conte di Savoia", sopravissute alla seconda guerra mondiale.

 

pruadellavulcania.jpg

 

Varo5

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Dal calendario inglese 2012 trovo al mese di gennaio 2012 la foto di questa fregata che deve essere attrezzata per i mari polari come impianti di riscaldamento, perché devono affrontare temperature adatte al clima polare.

Non gli usuali meno dieci gradi sotto lo zero, ma - 40 °C o forse di più.

 

2ingl.jpg

 

In questo caso è interessante vedere tutta la nave a poca distanza dai ghiacci polari antartici.

 

3immag28.jpg

 

Varo5

 

Per caso hai informazioni sulla zona? grazie

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  • 9 months later...

Il varo della "Cristoforo Colombo", gemella dell'"Andrea Doria", a Genova - Sestri, il 9 maggio 1953 nel cantiere Ansaldo.


La foto è interessante perché mostra al pubblico i vasi di scorrimento della nave, mai mostrati alla curiosità del pubblico. La nave giace in una specie di portantina (invasatura) che scorrendo, anzi scivolando sui vasi "trasporta" la nave dal terreno sul quale è stata costruita al suo elemento naturale (il mare).
Le immagini successive mostrano l'invasatura sotto la prora e la nave in mare con l'invasatura che si vede a poppa del rimorchiatore.

 

I vasi non costituiscono un piano inclinato ma una curva adeguata a regolare la velocità di scorrimento.
A questo punto l'invasatura ha compiuto il suo scopo e la nave, rimorchiata alla banchina di allestimento, sarà rapidamente liberanta dall'invasatura e lo scafo alle sue forme naturali.


ny34.jpg

 

pt0h.jpg


i54o.jpg

 

q62d.jpg

 

q6iv.jpg

 

didascalia: Quando lo scafo è finito, si prepara sotto una specie di barella, denominata invasatura, che scorrerà sul piano inclinato, come si vede nella immagine del varo, costituito da due corsie di scorrimento prolungate anche sotto il livello del mare in modo che la nave si stacchi da sola quando galleggia.

 

L'invasatura sarà demolita sotto il livello del mare per liberare lo scafo, dopo l'ormeggio alla banchina di allestimento.


Varo5


Modificato da Varo5
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Questa è la Micoperi 7000 con le sue 2 gigantesche grù della portata di 7000 tonnellate ciascuna,costruita nel cantiere navale di Monfalcone.n5cg.jpg

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  • 2 weeks later...
  • 1 month later...
  • 7 months later...

Vedo che in questo interessante thread si fa riferimento oltre a particolari ancore e cubie anche a catene navali.

Non vorrei essere andato OT con questo accenno ad un inusuale tipo di catena.

 

Anno 1975: una crisi economica ante litteram coinvolse quasi indistintamente tutti i paesi più progrediti, ripercuotendosi particolarmente nel settore dei trasporti marittimi.

Prive di noli, numerose grandi petroliere, anche oltre le 240.000 tonnellate di portata, fino a 335 metri di lunghezza, 50 di larghezza avevano fatto richiesta di stazionamento a Venezia.

Mai in passato navi di simili dimensioni erano approdate in laguna; in assenza di precedenti esperienze relative a quei colossi, con tanta superficie esposta ai venti, enorme volume di carena alle correnti, il caro amico comandante Ferruccio Falconi elaborò numerosi elementi tecnici (ed ambientali) per giungere all'approvazione degli opportuni piani di ormeggio da parte dell'Autorità Marittima.

Io ottenni l'incarico di allestire nell'area di Malamocco, Poveglia e Canale Fisolo, i campi boe, le stesura delle catenarie e dell'approvvigionamento di gran parte dei materiali necessari per l'ormeggio contemporaneo di una decina di navi, in aggiunta alle proprie ancore di posta.

In assenza di banchine, pontili o bitte adeguate, dopo adeguate prospezioni, furono posizionate valide ritenute di catene da 90 a 115 mm di diametro, boe, ancore ed ancoresse. Con i forti venti di traversia laterali le ancore dei traversini, hall da 9/15 t erano soggette ad arare.

La soluzione fu quella di ampliarne la superficie saldando alle marre un grande piastrone d'acciaio sagomato, di grosso spessore, aumentandone così il peso fino a circa 20 t con risultato che le ancore non aravano più, ma di conseguenza le catene da 80 mm si spezzavano in corrispondenza dei passaggi ai panama ed alle bocche di rancio; si rese pertanto necessario aumentarne in quei punti il dimensionamento.

Vengo al punto saliente del post: catene di tipo anomalo.

Il reperimento dei materiali, considerata la grande quantità, non fu semplice.

Per aumentare la ritenuta delle ancoresse da 6,5 e 9 t reperimmo in Olanda ed in Scozia delle catene navali a maglia rettangolare della lunghezza di circa un metro, a sezione quadra da 115 mm, senza traversino. Pare venissero usate durante la guerra dagli inglesi per stendere ormeggi fissi di fortuna, anche in assenza, o con ancore di modeste dimensioni, vista l'eccellente tenuta su fondali fangosi. Ovviamente non sono impiegabili nei passaggi a bordo, in cubìe e barbotin.

Questo tipo di catena, fornito stranamente in lunghezze standard di soli 22 m, contro le normali da 24/25 pesava 5 t per tesa, un quarto di tonnellata per maglia ! Ogni stesa di ancoressa aveva uno sviluppo di 220 metri.

 

Tra le varie unità disarmate, le petroliere da 234.000 t Anita e Caterina Monti, Ernesto e Antonietta Fassio, l'inglese Irfon le 250.000 Volere e Nai Mario Perrone (ancora in corso di allestimento), così pure le sei 100.000 OBO Almare ( dalla 2^ alla 7^) man mano queste venivano varate dai Cantieri Navali Breda, poi Italcantieri/Fincantieri.

A termine dei disarmi Italmare alcune ancoresse e qualche lunghezza di catena del tipo a maglia rettangolare sono state cedute ai cantieri di costruzione.

Le prime fanno bella mostra nel piazzale di entrata dello stabilimento di Portomarghera, mentre le seconde vengono tuttora usate come catenarie – ammortizzatrici degli ormeggi alla lunga realizzati in cavo d'acciaio delle nuove costruzioni passeggeri in banchina d'allestimento, in aggiunta ai cavi wiking o in polipropilene.

Purtroppo non ho fotografie di questo tipo di catena ma cercherò di fare qualche ripresa del materiale, in opera presso lo stabilimento dell'odierna Fincantieri

 

Allego due piani degli ancoraggi citati, compreso quello della Nai Mario Perrone, nuova costruzione dell'Italcantieri di Monfalcone che doveva ancora completare l'allestimento ed effettuare modifiche ai cuscinetti delle teste a croce del motore diesel principale Fiat GMT da 38.000 cavalli.

xs6t.jpg z4s9.jpg

Chissà se anche in quel progetto il nostro Aldo/Varo 5 ci ha messo del suo, o si occupava esclusivamente di naviglio militare.

Aldo, se mi leggi e se mi consenti di darti del tu, nella grande famiglia del “tuo” cantiere, allora Cosulich CNT, nel riparto guerra, iniziò la sua lunga carriera di ingegnere navale mio nonno materno nel lontano 1912, ma questa è un'altra storia....

jvjv.jpg

Postkarte di mia nonna, marzo 1912

Modificato da danilo43
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Prive di noli, numerose grandi petroliere, anche oltre le 240.000 tonnellate di portata, fino a 335 metri di lunghezza, 50 di larghezza avevano fatto richiesta di stazionamento a Venezia.

 

Io ottenni l'incarico di allestire nell'area di Malamocco, Poveglia e Canale Fisolo, i campi boe, le stesura delle catenarie e dell'approvvigionamento di gran parte dei materiali necessari per l'ormeggio contemporaneo di una decina di navi, in aggiunta alle proprie ancore di posta.

In assenza di banchine, pontili o bitte adeguate, dopo adeguate prospezioni, furono posizionate valide ritenute di catene da 90 a 115 mm di diametro, boe, ancore ed ancoresse. Con i forti venti di traversia laterali le ancore dei traversini, hall da 9/15 t erano soggette ad arare.

 

Molto interessante!!!! :smiley19:

 

Su quanti metri d'acqua di fondale?

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Molto interessante!!!! :smiley19:

 

Su quanti metri d'acqua di fondale?

Queste navi vennero ancorate in canali soggetti solamente a traffico locale e non alla grande navigazione. La cunetta centrale navigabile ha una profondità di circa 10 m. con scarpate laterali degradanti. Vuote di carico e di zavorra il minimo pescaggio in entrata era di 8 m (le Monti a pieno carico pescavano oltre19 m) per cui arando i traversini la la nave si poteva spostare trasversalmente di 20/30 m andando così a toccare la scarpata opposta senza arrecare danni allo scafo, essendo il fondale lagunare fangoso. L'unico inconveniente era dato dal fatto che, andando in bando, l'effetto della catenaria non era più sufficiente a riportare lo scafo nella posizione originaria, ostacolando il transito di altre unità. Saranno maggiormente esplicative le foto successive, tratte dal libro di Ferruccio Falconi "Grazie Venezia", edizione C.A.M. Idrografica, Lido di Venezia, 2013.

Come puoi notare dai piani, le ancore dei traversini erano posizionate in fondale anche inferiore al metro d'acqua, per cui per la stesura era necessario attendere l'alta marea (diurna, ma molto spesso notturna). I piastroni saldati portavano la superficie d'attrito delle Hall a circa 8 metri quadri e inoltre queste venivano posizionate in fosse prescavate.

 

s4op.jpg

Panoramica di navi in disarmo lungo il canale di Malamocco. La piccola unità in primo piano non c'entra: è solamente ormeggiata alla boa dell'Ottagono, in attesa d'entrata

 

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Un rimorchiatore spinge una Monti verso il margine del canale, per consentire il passaggio di un 'altra grande unità.

 

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La OBO "IRFON" da 150.000 tpl in manovra a Malamocco.

 

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La motonave IRFON ormeggiata per il disarmo a fianco dell'isola di Poveglia.

Modificato da danilo43
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  • 1 month later...

Le ancore e cubie del "Vittorio Veneto" da museare a Trieste nell'ampio spazio del Porto Vecchio, (mezzo kilometro quadrato) se si decideranno a cancellare le regole austroungariche, che vigono ancora, dopo quasi un secolo che è finita quella prima guerra mondiale.

 

Oppure vigono ancora gli interessi politici di bassa bottega.

 

0n3e.jpg

 

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  • 10 months later...

Curiosamente, gli incrociatori nucleari USA classe Virginia avevano due ancore diverse:

  • una hall come ancora principale, al centro
  • una danforth come ancora di riserva, a sinistra

 

Link: http://en.wikipedia.org/wiki/File:USS_Mississippi_(CGN-40)_port_bow_entering_port.jpg

 

 

Soluzione poi ripresa con i DDG classe Burke, come fattoci notare a suo tempo dal Com.te "Varo5", con il suo post del 21 gennaio 2010 di questa stessa discussione.

 

Link: http://navaltoday.com/2013/01/06/uss-gonzalez-departs-naval-station-norfolk/

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ss77.jpg

Un rimorchiatore spinge una Monti verso il margine del canale, per consentire il passaggio di un 'altra grande unità.

 

4gdk.jpg

La OBO "IRFON" da 150.000 tpl in manovra a Malamocco.

 

7zub.jpg

La motonave IRFON ormeggiata per il disarmo a fianco dell'isola di Poveglia.

Una di queste navi appare fugacemente nel film di Dino RISI "ANIMA PERSA" del 1977.

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  • 5 months later...
  • 3 months later...

Sempre un po' al volo ...

 

Una notizia pubblicata nel sito della nostra Marina Militare, con vari dettagli e "storia" ... interessante! :smiley19::happy:

 

 

Nave Carabiniere supera l’Equatore, per la prima volta

La fregata della Marina, in Oceano Indiano per la missione antipirateria

Il primo passaggio dell'Equatore non si scorda mai. Così è stato anche per la “prima volta” di nave Carabiniere, che partecipa in Oceano Indiano alla missione europea antipirateria Atalanta.

Domenica 20 dicembre 2015, lasciate le acque somale in rotta verso il Madagascar, la fregata italiana ha attraversato l’equatore, entrando per la prima volta nell’emisfero australe alle 09.31 locali, in posizione 00°00’ Nord e 046°43.5’ Est.

La tradizione vuole, in occasione di questo passaggio, che la nave si fregi di un simbolo molto significativo pitturando di rosso l’“Occhio di Panama” che, nella terminologia marinaresca, rappresenta l’apertura situata nella parte prodiera della nave, attraverso cui passano i cavi d'ormeggio e da rimorchio.

Già dal tempo degli antichi Greci, i vascelli possedevano due “occhi” - chiamati “Occhi di Cubìa” - situati a prua. Due fori a sezione circolare, ricavati generalmente dal fasciame esterno della nave, attraverso cui passa la catena dell'ancora quando l’unità va alla fonda.

Anticamente, era usanza dipingerli sulla prora della nave, credendo così che l’imbarcazione si dotasse di una vista sempre vigile e all’erta contro i pericoli della navigazione.

L’Occhio di Panama è nato in occasione della creazione dell’omonimo canale nel continente americano e viene rappresentato come il “terzo occhio”, aggiunto al centro della prora delle navi per permettere lo scorrimento dei due cavi utilizzati dai rimorchiatori durante l’attraversamento dello stesso. Lontano da Panama, quest'occhio viene usato principalmente per le manovre di ormeggio alla boa o per il rimorchio.

Il colore con cui viene dipinto l’Occhio di Panama dipende dal punto della Terra che si sta attraversando. Per il passaggio dell'Equatore, come nel caso di nave Carabiniere, si usa il rosso mentre per il transito del Canale di Panama o dei Circoli Polari si usa il blu.

La pitturazione dell’Occhio di Panama viene effettuata, come vuole la tradizione, dal nocchiere più giovane della componente marinaresca che viene imbragato e calato fuoribordo, per completare l'operazione dall’esterno. Queste tradizioni accompagnano i mesi di navigazione in mare, alimentando uno spirito di corpo forte e sano, indispensabile a formare l’equipaggio della nave.

 

Dal sito MM:

http://www.marina.difesa.it/Notiziario-online/Pagine/20160118_passaggio_equatore.aspx

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