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La Rotta Della Morte


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Titolo: LA ROTTA DELLA MORTE – Canale di Sicilia 1942-1943

Autore: Libero ACCINI

Casa editrice: Mursia

Anno di edizione: 1970

Anno di riedizione: ?

Pagine: 261

Dimensioni(cm): 14.5 x 21.5

Prezzo originale: Lire 2.800

Prezzo di mercato: 20€ circa

 

 

Questo libro è abbastanza triste ma allo stesso tempo avvincente, narra degli anni che hanno visto bastonare maggiormente sia la Marina Mercantile che quella Militare.

E’ una storia di svariati episodi con riscontri spesso drammatici, ma l’autore, imbarcato su diverse unità, riesce a trasmettere molto bene il racconto. Mi ha ricordato a tratti “Cento sommergibili non sono tornati” ma è più scorrevole da leggere.

In brossatura telata blu con fregi oro, con 30 fotografie.

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  • 2 years later...

Lo sto leggendo, ma già mi son fatto un idea.

da notare che vi compaiono alcuni nomi di betasom conosciuti da Accini, Todaro in missione su di una MAS nel canale di Sicilia, Polacchini quando era comandante a Palermo e Gazzana Priaroggia compare nella emblematica e mistica parte sui sommergibili di betasom. Emblematico il suo incubo in cui è con un motoveliero mentre viene affondato, e Polacchini gli dice di aver fatto un sogno simile sul Morosini quando era a bordeaux.

 

la sua rabbia contro la guerra in generale è anche spiegata dal suo nome Libero, a quel tempo appannagio dei figli degli anarchici.

 

alla fine un libro che affascina, da sconsigliare a quelli che vogliono leggere la guerra dei bollettini e non la guerra delle persone che muoiono e soffrono

Modificato da Iscandar
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  • 1 year later...

 

la sua rabbia contro la guerra in generale...

Tale rabbia è troppo presente nell' opera che ne risulta così appesantita. La rabbia contro la guerra è un naturale sentimento del "vero" Militare per il semplice motivo che tocca a lui farla...

A parte questo difetto il libro è ben scritto e ben strutturato.

 

Scrivendo della "Battaglia dei Convogli" l' Autore dà al lettore l' idea che sia stata persa, mentre invece è risaputo che la R.M. riuscì a trasferire in Africa oltre il 90% dei Militari ed oltre il 70% dei materiali a lei affidati.

 

Parlando di mine sul Forum a volte io uso il termine "arma dal tradimento nell' anima": tale modo di dire l'ho preso proprio da questo libro.

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Scrivendo della "Battaglia dei Convogli" l' Autore dà al lettore l' idea che sia stata persa, mentre invece è risaputo che la R.M. riuscì a trasferire in Africa oltre il 90% dei Militari ed oltre il 70% dei materiali a lei affidati.

 

Dato preciso: 91 % del personale ed 86 % dei materiali (80 % dei carburanti) in Libia; 93 % del personale e 71 % dei materiali (71 % del carburante) in Tunisia.

 

Comunque questa è l'impressione che emerge un po' da tutti i libri scritti da chi vi partecipò di persona, Miccinesi, Cocchia, anche Roberti sebbene questi si premuri di riportare i dati e di sfatare miti che ancora oggi fin troppi sostengono, come che El Alamein sarebbe stata persa perché la Marina non sarebbe riuscita a far arrivare il carburante ("La miserabile favola delle quattro petroliere"). Mi sembra in fin dei conti più che comprensibile per la visione che ciascuno ne poté avere di persona: i summenzionati dati furono comunque raggiunti al costo di più di trecento mercantili, decine di navi da guerra, migliaia di vite... Per chi la visse "sulla propria pelle" penso che la visione di una singola petroliera avvolta dalle fiamme, di un mercantile che si disintegra con il suo equipaggio, rimanesse più impressa di decine di convogli che giungevano salvi in porto...

Forse l'impressione che più traspare da questi libri (tranne forse Cocchia) è che, alla fine, sia stato un sacrificio inutile. Che d'altra parte è vero, visto che, nonostante tutti gli sforzi fatti ed i convogli giunti a destinazione, la guerra in Africa fu persa, e la Marina si prese pure, immeritatamente, colpe che non aveva e che ancora oggi le vengono affibbiate da autori poco informati od in aperta malafede.

 

Parlando di mine sul Forum a volte io uso il termine "arma dal tradimento nell' anima": tale modo di dire l'ho preso proprio da questo libro.

 

Arma senz'anima e priva di diretto controllo umano, sempre pronta a punire i soccorritori, l'arma più crudele...

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Devo trovare il tempo di recensire il "seguito" della Rotta della morte, vale a dire il meno noto Organizzazione Bianco: missione speciale in Liguria (1944), nel quale Accini narra le sue vicende in Marina dall'estate del 1943 sino a dopo l'armistizio e la missione cui prese parte in Liguria per conto degli Alleati. Arrestato dalle SS, fu torturato e poi inviato a Mauthausen (il periodo del lager è narrato nel suo L'uomo che ha visto il peggio)

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Gran bel libro, l'ho letto da poco, a mio avviso rende bene lo stato d'animo dei nostri in quel contesto e in quel periodo (1942-43) che stressati da logoranti missioni e dallo stillicidio di perdite, finivano persino per ingigantire le perdite subite (l'ho riscontrato parlando con diversi reduci) Libro scritto da chi quegli avvenimenti li visse in prima persona e non da qualche remote scrivania.

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