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Tutti A Bordo


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Titolo: TUTTI A BORDO - I marinai d'Italia e l'8 Settembre 1943 - Tra Etica e Ragion di Stato

Autore: Patrizio RAPALINO - Giuseppe SCHIVARDI

Casa editrice: Mursia

Anno di edizione: 2009

Pagine: 347

Dimensioni(cm): 22,5 x 15

Prezzo originale: 18 euro

Reperibilità: facile (appena uscito)

 

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Il libro, con una prestigiosa ed interessante prefazione di Gianni Riotta, affronta il delicato tema del comportamento della Marina Italiana nei drammatici giorni del Settembre 1943.

Gli autori alla luce di documentazione inedita reperita presso gli archivi americani ed inglesi forniscono una descrizione dettagliata e sotto molti punti di vista soprendente delle trattative che portarono alla consegna delle Flotta Italiana. Rapalino e Schivardi non si fermano tuttavia alla descrizione dell'Armistizio, ma fanno un analisi dettagliata della preparazione della Marina al conflitto mondiale, dei suoi rapporti con il Fascismo e la Monarchia ma sopratutto degli aspetti "culturali" e psicologici delle professione dell'Ufficiale di Marina, spesso ignorati da molti autori.

I capitoli finali sono dedicati alle vicende della Marina post-1943 e alla sua lenta ricostruzione. Il lettore troverà inoltre nel libro le (vere) ragioni strategiche per cui la Guerra era persa già alla fine del 1940 e le ragioni del comportamento delle Flotta alla luce del suo efficiente sistema di Comando e Comunicazione (Supermarina).

 

A mio parere, "Tutti a bordo" merita di entrare nel novero dei "Classici" per la sua precisione storica, l'originalità (..e validità) delle tesi sostenute, la vastità di documentazione inedita riportata alla luce dagli autori, che unite ad uno stile avvincente e privo di fronzoli ne fanno un ottimo acquisto per il 2010.

 

Buona Lettura

Moreno 1975

Modificato da moreno1975
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che bello rivederti Manuel, era una vita! problemi "umidi", immagino....

 

anche io sto leggendo questo volume, mi pace molto lo stile degli autori e sanno trattare la storia osservando i fatti. senza contare che credo l'argomento sia davvero inedito. mi ripropongo di fare la recensione appena ultimato..

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Ho finalmente ultimato il libro (non che fosse pesante da leggere, era proprio il tempo da dedicargli che mi mancava!)

confermo la buona impressione e la facilità di lettura, con moltissime note per chi vuole apporfondire le citazioni riportate. Entrando nel merito del volume, invece, devo sonnfessare che è shoccante! Gli ayutori hanno raccolto molto materialee lo hanno assemblato davvero bene, senza interferire con pensieri personali o trarre conclusioni azzardate come molti presunti storici. Si calano nella parte di chi c'era e provano a interpretare lo stato di confusione che si crea prima, durante e dopo la fatidica data, confrontandolo con il giuramento di fedeltà e il senso dell'onore.

Riscontrano (un'altra pecca di alcuni storici moderni) con chiarezza come non esistano solo il bianco e il nero quando si tratta di prendere una decisione ma anche diverse tonalità di grigio. Riscattano, per certi versi, il vertice della Marina dell'epoca ma non esitano a criticarli (e senza mazzi termini) quando evidenziano incopentenza e superifialità.

 

E' un nuovo punto di riferimento per chi vuole approfondire quel triste e tormentato periodo

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Dir anch'io dopo aver letto ben 2 volte sono giunto alle tua conclusioni. Il volume riesce a trarre un filo conduttore unico in vicende talmente complicate che solo ora (grazie a questo libro) si chiariscono in maniera definitiva. I vertici della Marina ne vengono fuori abbastanza bene, ma rimangono le critiche alla mancnaza di una chiara strategia di impiego dei mezzi, che fu la vera pecca della nostra Marina. Per il resto un pietoso no comment su Badoglio e Castellano...

 

Buona Lettura a chi si vorrà avventurare nei mendri del peggior periodo della Storia Patria...

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  • 1 year later...

Titolo: TUTTI A BORDO

I marinai d´Italia l´8 settembre 1943 tra Etica e Ragion di Stato

Autori: Patrizio Rapallino e Mario Schivardi

Editore: MURSIA Milano

Anno: 2009

Pagine:350

Dimensioni: cm 14,5 x 21,5

Prezzo: 16 Euro

reperibilità: ancora possibile in libreria

 

Interessantissimo e profondo testo, la cui presentazione trae in inganno: gli autori, comandanti in sevizio attivo della Marina Militare attualmente in prestigiosi incarichi, si sono proposti, riuscendoci, di stimolare una riflessione critica sulla filosofia e strategia della Marina Italiana, dalla sua fondazioni indirettamente sino ad oggi, partendo dal “pretesto” delle vicende dell’ infausto 8 settembre 1943.

Libro profondo, da meditazione, che deve essere riletto ed approfondito, anche da coloro che hanno seguito la”professione” e la carriera in Marina.

Libro di fatti, richiami di personaggi ma anche specchio di un mondo in bilico, analisi di “Ragion di Stato” verso Etica Militare, di una spaccatura tra politica, vertici militari e fedeli servitori della Patria, a bordo; una situazione che l´Italia, scevra dalle contrapposizioni postbelliche, non si può permettere di replicare, ne’ ora ne’ in futuro

Partendo – ritengo in forma pretestuosa e positivamente provocatrice di riflessioni - da un tentativo di approfondimento sui comportamenti della Regia Marina all’ 8 settembre, ed evidenziando la differenze di risposta tra la Flotta e la complessa struttura della Forza Armata, porta il lettore a riflettere non solo su quale era la vera funzione delle forze navali da battaglia rispetto alle altre componenti e su quale era la vera preparazione, prima ancora dell’ efficienza, dello strumento navale italiano.

Un libro che dopo cinquanta anni, andando ben oltre gli avvenimenti, seppur tragici, presi a spunto, supera le tre fasi della storia e della documentazione navale che hanno caratterizzato il dopoguerra: il superamento del complottismo tipico della letteratura navale sino a tutti gli anni 50, il livellamento su tesi “neutre” e “super partes” impartito dalle prime e copiose (valide ma non critiche) pubblicazioni dell’ ufficio Storico MMI sotto la guida dell’ Amm Fioravanzo, il taglio cronistico e giornalistico dato da vari autori a partire dagli anni 70. Un testo che finalmente introduce nella letteratura navale italiana non solo il tema della strategia ma anche delle basi della stessa e della formazione del pensiero navale; un libro che induce alla critica revisione delle proprie radici, utile per tutti gli appassionati ma fondamentale per le giovani leve, di una forza armata ormai professionale e su base volontaria che non puo’ basarsi acriticamente su miti.

Rispetto per le tradizioni, ma nessuno sconto per gli errori, l´impreparazione, i vizi, anche quando riferiti a personaggi ormai entrati nell’ agiografia nazionale e navale.

Un libro che si legge di un fiato, e poi si deve tornare a rileggere, partendo dalle accurate note e dalla bibliografia, un testo che mette gli autori a livello dei (pochi) rinomati opinión makers internazionali in materia navale, che propone finalmente motivi di riflessione e di studio alle nuove generazioni di marinai. La MMI ha purtroppo mancato di una scuola di pensiero condivisa da pubblico e politica; oltre sessant´anni dall’ultima edizione del (non sempre condivisibile) testo del Di Gianberardino, ma finalmente qualcosa che farebbe pensare( e sperare) in una nuova scuola italiana di pensiero navale, (e gli autori si trovano incarichi opportuni per moltiplicare influenze ed indirizzi)

Come diceva Confucio : Studia il passato se vuoi prevedere il futuro

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bellissima recensione Pellicano, complimenti!

 

il libro però era gia stato recensito qui:

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=32131

 

non preoccuparti, nessun problema! dopo che mi avrai dato l'assenso provvedero ad unire la tua recensione alle altre per rendere il post su questo bel libro sempre piu completo.

 

peraltro penso che gli autori ne saranno contenti, visto che (compatibilmente con gli impegni di lavoro) ci frequentano e il c.te Rapalino è anche un nostro membro (che ha spesso attinto notizie dalle nostre pagine).

 

se posso permettermi un consiglio, prima di postare dai un'occhiata all'indice dei libri (lo trovi qui https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=19611 ) e se non c'è apri un nuovo topic, viceversa aggiungi i tuoi commenti.

 

continua, mi raccomando!

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  • 5 years later...

Libro tosto! Nel senso che gli AA. con le loro considerazioni (anche "politicamente scorrette"...) offrono al lettore numerosi spunti di riflessione. Il corposo (30 pagine...) capitolo delle "Note" sono un ulteriore fonte di approfondimento.

Per comodità e piacere di lettura suggerirei agli AA. (o all' Editore :huh: ), in una prevedibile ristampa/edizione, d' inserire tali "Note" a fondo pagina. Questa è un' altra mia "fissa :smile: " al pari della brevità dei capitoli.

 

Nelle 275 pagine, al "netto" delle appendici, note, bibliografia ecc. ecc, ho posto 57 "linguette adesive" in corrispondenza di frasi che mi hanno maggiormente interessato: se leggessi il libro una seconda volta probabilmente ne aggiungerei delle altre.

 

Alle pag. 15 - 16 si parla della nostra "bella fama" di doppiogiochisti, ingannatori e traditori. Giustamente gli AA. rilevano la differenza che corre tra l' interesse nazionale della Ragion di Stato ed il Senso dell' Onore dei singoli individui.

QUESTO E' UN ARGOMENTO DEGNO DI UN LIBRO! (Se già non esiste) Chi si offre "volontario"? :laugh: Intanto potrei suggerirne il titolo: "I TRADIMENTI DELLA RAGION DI STATO: traditori, traditi...e doppiogiochisti" :laugh: . E' pur ora che si sappia che noi Italiani non siamo stati più infedeli alle alleanze degli altri!

 

Alla pag 30 si parla dell' adesione al Partito Fascista da parte degli Uff.li Ammiragli: :devil: sarei curioso di sapere se anche l' Amm. Franco MAUGERI, così "antifascista" nel suo libro di memorie, era fra coloro che avevano fatto richiesta della tessera :devil::laugh: ...

 

Pag. 163: "L' onore militare...nell' impossibilità di dare battaglia a causa della proclamazione dell' armistizio...richiedeva l' autoaffondamento. La ragion di Stato e il futuro del Paese esigevano un sacrificio ancora più grande: il rispetto integrale dell' articolo 4 dell' armistizio, ossia fare rotta verso l' ex nemico".

A tal punto (pag. 164 ed anche a pag.266) c'è l' immancabile paragone con i Tedeschi di Scapa Flow!

E' questo l' unico punto in cui non concordo con gli AA.

 

Per amor di brevità vi invito a leggere le mie idee nel Topic "SCAPA FLOW 1919 - MALTA 1943: IL PERCHE' DI UN NON PARAGONE".

 

Infatti a pag. 202 gli AA. scrivono: "La marina ricevette direttive tutto sommato chiare..." Direttive a cui GIUSTAMENTE tutti (o quasi) aderirono "TUTTI A BORDO!", appunto!

Von REUTER autoaffondò le proprie navi internate proprio perchè il 21 Giugno 1919 PREVEDEVA LA RIPRESA DELLE OSTILITA' al termine dell' armistizio concordato con gl' Inglesi nel Novembre 1918.

 

A pag. 257: "Il PWB è stato uno dei principali elementi di disgregazione dell' unità nazionale e deve essere considerato come uno dei più dannosi, se non il più dannoso dell' istitutodell' organizzazione angloamericana in Italia..."

Parole sante! Per molti anni dopo la II G.M. in Italia certe parole come Patria, Tradizioni Militari e via dicendo erano sinonimi di fascismo e quindi qualcosa di assolutamente negativo.

Un concreto esempio di questo stato di cose è il Museo del Risorgimento del Vittoriano che è stato chiuso al pubblico per molti anni in quanto custode di cimeli non in linea con quella politica che divideva gl' Italiani in "buoni e cattivi".

Fu per volontà del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI che ne fu decisa la riapertura.

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A causa di quell ' "eccesso di autocritica o per autolesionismo" citato a pag. 15 noi Italiani riteniamo "disonorevole" l' aver consegnato le navi ai vincitori...

D' accordo che si tratta di un evento negativo: quelle nostre navi erano pur sempre un patrimonio dello Stato!

 

Ma ai Tedeschi è capitata la stessa cosa! Se hanno consegnato agli Alleati MENO navi di noi è SOLO perchè nel Maggio 1945 avevano rimasto poche unità.

 

Vado a memoria: il PRINZ EUGEN andò agli Stati Uniti insieme al veliero GORCH FOCK, la portaerei GRAF ZEPPELLIN ai Russi con l' incr. leggero NURNBERG ed altro naviglio minore. Alla Francia alcuni cacciatorpedinieri, del naviglio ausiliario ed il transatlantico EUROPA. Quest' ultima come "Ship of State" aveva il prestigio di una nave militare!

 

Una sconfitta è una sconfitta. Ma il punto è che non dovevamo perder la guerra in QUEL modo!

Alle pagine 237 - 238 gli AA. riportano una lettera del Gen. EISENHOWER che dimostra "che l' Italia dopo l' 8 settembre non si era soltanto guadagnata soltanto il disprezzo della Germania, ma anche la sfiducia e la disistima degli Alleati".

Gli Americani vollero concretizzare tali disprezzo e disistima nel campo di prigionia di Coltano: le guardie armate, ovviamente, erano Statunitensi, ma l' organizzazione interna era stata affidata agli altri prigionieri Tedeschi!

Modificato da Alfabravo 59
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