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24 Ore A Tobruk


Visitatore Requin Blanque

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Visitatore Requin Blanque

Titolo: 24 ORE A TOBRUK

Autore: Renato Migliavacca

Casa editrice: Mursia

Anno di edizione: 2009

Pagine: 228

Dimensioni(cm): 22,5 x 15

Prezzo originale: 18 euro

 

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Da tempo cercavo questo libro. Migliavacca racconta, con dovizia di particolari, la notte fra il 13 e il 14 settembre 1942. Narra il valore di pochi uomini, Fanti del Battaglione S. Marco, di fronte al tentativo di attacco dei numerosi Commandos Alleati, d'assaltare Tobruk per distruggerla. Gli inglesi provarono, quella notte, un'audace colpo di mano. Non riuscì. Il tentativo di minare depositi di carburante, assaltare l'officina dove si riparavano i carri armati dell'Afrika Korps, e annientare le difese portuali, fallì miseramente. Distrussero solo, con lacio scriteriato di Bombe a mano, un'Ospedale da campo pieno di feriti, scambiandolo per un'accampamento di soldati: molti degli inermi feriti restarono uccisi.

L'avessimo fatta noi o i tedeschi una simile....No comment!

Un ottimo libro, ma con un finale che lascia l'amaro in bocca. Come al solito, i "Tommies" invece di riconoscere il valore del Soldato italiano, hanno dato il merito del successo all'Afrika Korps. Nascondendo, vigliaccamente la realtà dei fatti. Chi ha letto, o chi avrà la voglia di leggere questo libro, capirà in che modo i "Marò" del S. Marco, hanno fronteggiato uomini meglio e più pesantemente armati.

Modificato da Totiano
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Visitatore Requin Blanque

Pesce persico ha pienamente ragione; facemmo un figurone. Sopratutto il S. Marco. Gli inglesi li apostrofarono come "Truppe di III^ categoria"; le presero di santa ragione. Se poi aggiungiamo che i Commandos erano equipaggiati con armi automatiche, mentre i nostri avevano il moschetto; la figuraccia è tripla. Solo che non lo ammisero, anzi esaltarono i tedeschi che erano 4 gatti! E questa è una cosa ignobile; indegna e vergognosa.

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Propongo il seguente racconto sulla vittoriosa giornata di Tobruk; trovo il "crescendo" dei cacciabombardieri contro le navi entusiasmante!

 

Tobruk, operazione “Agreement”

 

La notte del 14 vede uno sbarco inglese a Tobruck e il 13° gruppo è protagonista di una pagina tutta particolare con i soli nove aerei efficienti, ce ne parla lo stesso Magg. Viale comandante il Gruppo:

 

« Eravamo sul campo di Bu Amud a est di Tobruck e da pochi giorni aveva avuto l'ordine di addestrare i miei piloti al bombardamento in picchiata. Appena arrivate le bombe avevo deciso di esercitarci su un relitto di piroscafo inglese proprio davanti a noi ma la sorte decise altrimenti.

Nella notte del 14 dalle 20.30 alle 5 del mattino fu un impressionante incrociarsi di fuoco tra batterie costiere e navali, un succedersi di aerei inglesi che gettavano bombe, razzi. Vedevamo la girandola fremendo di impazienza, attendevo ordini che non arrivavano. Piloti e specialisti erano pronti, cento volte fui sul punto di dare il via, passeggiavo in prossimità del centralino telefonico attendendo il trillo. Al limite della sopportazione chiamai io ma la linea era interrotta e rispose un posto intermedio dell'esercito; erano le 1,30 quando il telefonista mi disse — Comandante, la fanteria ha avvisato che gli inglesi sono sbarcati qui di fronte al campo, ci faranno prigionieri, e io ho un mucchio di sigarette e 1500 lire! Porta a me tutto che lo distribuisco — mi guardò indeciso poi capì che scherzavo.

Il pericolo di essere attaccato non mi impressionava, eravamo in 250 armati formidabilmente, oltre alle due batterie da 20 regolamentari all'estremità dello schieramento di aerei, durante l'ultima avanzata ci eravamo procurati mitragliatrici, fucili e mitragliatori con abbondanti munizioni, una arma fissa ogni cinque uomini, ma gli inglesi non vennero, arrivò invece verso le tre una telefonata dal solito posto di fanteria avvisandoci che molte unità navali erano ferme alla rada. Non resistetti più e ordinai di preparare le bombe, finché si approntavano decollai con Turchetti per rendermi conto della situazione alle 5,30. Dall'alto uno spettacolo impressionante. Per le vampate delle salve di artiglieria la costa sembrava ardere tutta, il mare illuminato a giorno dai razzi illuminanti dei cannoni e degli aerei, le navi vomitavano fuoco da sembrare vulcani in eruzione. Un primo gruppo era di fronte al campo, più lontano a 5 Km. nord ovest di Tobruck uno più forte aveva un incrociatore classe Coventry e tre cacciatorpediniere che, riuniti in una zona ristretta, emettevano fumo. Seguito dal gregario feci quota a 1.000 m., un rovesciamento a sinistra e giù verso l'incrociatore. Mi avevano scorto troppo tardi perché la reazione era debole. La nave si avvicinava rapidamente e a quota utile sparai ma le armi non fecero fuoco. Imprecando alla mala sorte richiamai il velivolo sfiorando quasi l'alberatura e mi ficcai nel fumo che cortesemente mi avevano preparato. Fuori dall'inquadramento provai ancora le armi ma c'era un guasto all'aria compressa. Prima di tornare feci una piccola ricognizione sulle navi vicino al campo, una dozzina di siluranti e alcune corvette. Su loro e il c.t. più arretrato del primo gruppo avrei diretto il reparto. Mentre dalle 5,55 alle 6,20 un aereo restava sul posto, appena posate le ruote a terra impartii gli ordini per l'azione che doveva svolgersi a ondate contro il cc.tt.; dopo aver sganciato ogni pilota doveva mitragliare le unità minori. Stabiliti i turni di volo risalii sul mio aereo con le mitragliatrici rimesse in funzione e iniziai, lasciatemelo dire, la più appassionante esercitazione di bombardamento che mai sia stata sognata.

Il sole era ormai sorto e nel mio breve volo di avvicinamento scorsi verso Tobruck i segni della battaglia notturna. Sul mare relitti alla deriva, a terra il fumo di qualche incendio. Giunsi sui bersagli alle 6,30, le unità vicino al c.t. aprirono un fuoco d'inferno ma quando picchiai si sparpagliarono a raggiera. A meno di 100 m. sganciai e vidi chiaramente le bombe esplodere vicino alla prua. Se non gli ho fatto un gran male certo stava meglio prima, pensai, e subito mi diressi verso le siluranti raggiungendole attraverso un nutritissimo fuoco antiaereo, ne puntai una sparando. Non mi sarei mai aspettato un simile risultato. Dalla coperta ferita si alzarono istantaneamente le fiamme, feci un altro passaggio su altro mezzo e avvenne lo stesso. Era come avvicinare uno zolfanello acceso alla benzina, esaurii le munizioni. Evidentemente per aumentare l'autonomia era stata sistemata sul ponte nafta di scorta e si incendiava ai primi colpi sui fusti. Erano sopraggiunti altri miei velivoli e ove passavano si sviluppavano incendi. Dalle imbarcazioni in fiamme si vedevano gli uomini gettarsi in mare o cercare di allontanarsi in barche di salvataggio, alcune erano però squarciate dai siluri che le fiamme facevano scoppiare.

Tornato a terra accennai brevemente quanto era accaduto a quelli che dovevano ancora partire raccomandando di eseguire bene il puntamento sul c.t. che doveva andare giù ad ogni costo. Seguivo le fasi dal rapporto dei piloti, il numero delle navi incendiate aumentava sempre, il c.t. continuava ad essere preso di mira e una prima volta mi si disse « rallenta la sua corsa », poi « l'ho certamente colpito ma sta ancora a galla », successivamente « è fermo », « sta inclinato su un fianco ». Erano picchiate da 2.500 m. con sgancio fra 500 e 1.000 m. e mitragliamento a pelo d'acqua a due o tre alla volta.

Sul campo l'entusiasmo era al colmo. Quando un pilota disse di aver contato otto siluranti e due corvette in fiamme la gioia di tutti non ebbe più limiti. Questa la successione cronologica delle azioni, ore 6.05/ 6.30 due Macchi in azione, una corvetta incendiata e una silurante immobilizzata, 6.05/6.35 altri due, una silurante incendiata un'altra ferma, 6.55/7.40 tre Saette, 7.20/ 7.45, due, due bombe sulla fiancata del c.t. 7/7.40 tre Macchi, due siluranti incendiate, 7.35/810 ancora tre aerei, due bombe sul c.t., un'altra unità centrata e affondata. L'azione porta all'affondamento delle siluranti 308, 310, 312 e 314 nonché le motozattere 352 e 353 colpite anche dalle batterie costiere, il danneggiato c.t. Zulu (classe Tribal) affonda alle 16.55, il Coventry è finito da Stuka tedeschi. All'azione partecipò anche l'8° G. da Abu Haggag, prima con due poi cinque Saette affondando una silurante. Da parte nostra avemmo due aerei colpiti e di triste solo un sergentino al quale avevano soffiato l'aereo proprio mentre stava per partire. Avevo fatto tutto senza chiedere nulla a nessuno, ero un po' preoccupato ».

Subito dopo altri 200 anche del 150° si dettero alla caccia delle camionette di guastatori che avevano attaccato il dispositivo da tergo, effettuando 31 missioni solo il giorno 14. Questo vero e proprio rastrellamento aereo sul deserto continuò per alcuni giorni.

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Il libro che ho io, "Ventiquattr'ore a Tobruk" di Renato Migliavacca, è un "Longanesi" serie "Guerra" -Classe S- I^ ristampa 1972. La prima uscita (Introvabile anche per un segugio dei Longanesi come me) è datata 1964.

Sulla II^ GM possiedo (fra libri e fotocopie di diari) circa un 400 pezzi. In maggioranza quelli scritti da protagonisti dell'Asse. La Guerra, narrata dai vincitori, è al 90% l'apoteosi delle "Patacche" (come diciamo in Romagna). Uno dei libri più belli, scritto da un'inglese MOLTO obiettivo è: (Sempre Longanesi) "Le bare di fuoco" di Robert Crisp. Uno dei pochi, a mio modesto parere, che non esaltano gli Alleati, ma che narrano obiettivamente le vicende, le difficoltà di un Carrista, rimasto ferito (quasi mortalmente) e vivo per miracolo, che ha voluto narrare la sua Guerra. Basta leggere "Ventiquattr'ore a Tobruk" per rendersi conto di come verrà, nel tempo, distorta la verità. Del perchè gli Alleati ci abbiano così "massacrato" al termine del conflitto, ognuno di noi, credo abbia la sua idea. Ma qui ci si sposta su di un'altro campo, la POLITICA, e al sottoscritto non interessa. Sono un misero appassionato di storia, un po' ne so, tanta la leggo e ne traggo insegnamento. A un telefilm, al Grande Fratello, alle 800 puntate di Vivere (& C.) preferisco ancora la mia poltrona, nella mia libreria e un bel libro (o la fotocopia di un diario personale). Unico problema? La luce! Non ci vedo più bene, adesso mi occorrono gli occhiali, e una fonte luminosa maggiore! Porcaccia paletta; la vecchiaia che brutta bestia! Ma ho risolto; uso (anche se li sopporto poco) gli occhiali, ho montato un faretto, e adesso, oltre a vederci decisamente bene, mi sembra di essere in pieno Sahara, o in una di quelle giornate estive piene di sole in mezzo al Mediterraneo (e mi viene la nostalgia del Magnaghi).

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A un telefilm, al Grande Fratello, alle 800 puntate di Vivere (& C.) preferisco ancora la mia poltrona, nella mia libreria e un bel libro

 

parole

 

sante

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  • 4 years later...

Innanzi tutto suggerirei ai Moderatori di rinserire questo libro nell' indice: evidentemente con le varie "ristrutturazioni" era scomparso e per ritrovarlo ho dovuto rompere le scatole a mezzo Staff :blush::rolleyes: ...

 

Anch'io ho letto questo libro ben scritto e ben strutturato. Fra tutti, due capitoli mi hanno particolarmente interessato: "Eravamo solo in tre" e "Tante paia di gambe".

 

Entrambi riguardano i ricordi di Giovanni CALZI, attivo protagonista dell' Operazione "Agreement". Mi ha colpito l' acutezza delle sue considerazioni prima di prendere decisioni importanti non solo per l' azione militare, ma in primis per la propria vita!

Subito ho pensato che il CALZI fosse un Uff.le, certamente giovane, ma pur sempre un' Uff.le! Ed invece, leggendo la didascalia di una foto che lo ritrae con altri commilitoni, ho scoperto che era "solo" marinaio scelto! :ohmy:

Marinaio scelto, ma del :Italy: "SAN MARCO"! :Italy: ...Che è tutta un altra cosa! :Italy:

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Parlando dell'attacco a Tobruk, mi è tornata in mente una domanda che volevo fare: in questo libro (od altrove) sono fatti i nomi delle 17 motozattere che parteciparono al contrattacco? Inoltre, quali furono di preciso i mezzi da sbarco e le motosiluranti britanniche che finirono distrutte o catturate, e per mano di quali unità?

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Parlando dell'attacco a Tobruk, mi è tornata in mente una domanda che volevo fare: in questo libro (od altrove) sono fatti i nomi delle 17 motozattere che parteciparono al contrattacco? Inoltre, quali furono di preciso i mezzi da sbarco e le motosiluranti britanniche che finirono distrutte o catturate, e per mano di quali unità?

Ecco una lacuna del libro! Vi son citate solo le M.Z. 759; 750; 733 e 756. Si fanno pure i nomi di 3 torp: CASCINO, MONTANARI e CASTORE. Si ricorda anche il SAN GIORGIO, ormai ridotto ad un relitto.

Per quel che riguarda le navi Inglesi vengon citate solo le maggiori: incr. COVENTRY, ct. SIKH, ZULU, smg TAKU

 

Invece nel bel libro di Tullio MARCON "I muli del mare", V cap. (Alzo zero a Marsa Beiad) si ricorda anche la M.Z. 728 e le seguenti unità Inglesi: M.T.B. 314 (catturata), 308 (affondata). inoltre le M.L. 352 e 353.

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Parlando dell'attacco a Tobruk, mi è tornata in mente una domanda che volevo fare: in questo libro (od altrove) sono fatti i nomi delle 17 motozattere che parteciparono al contrattacco? Inoltre, quali furono di preciso i mezzi da sbarco e le motosiluranti britanniche che finirono distrutte o catturate, e per mano di quali unità?

nell'bollettino d'archivio dell'uffico storico, di marzo 213, nell'articolo sull'atacco, sono riportati tutti i mezzi che vi parteciparono, sia Italiani chi inglesi.

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nell'bollettino d'archivio dell'uffico storico, di marzo 213, nell'articolo sull'atacco, sono riportati tutti i mezzi che vi parteciparono, sia Italiani chi inglesi.

 

Perfetto! E sì che vado sempre a leggere, sul sito della Marina, i saggi di mio interesse, mi dev'essere sfuggito. (...come mai siamo quasi a giugno e non è stato pubblicato nulla dall'inizio dell'anno?)

Modificato da LColombo
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Perfetto! E sì che vado sempre a leggere, sul sito della Marina, i saggi di mio interesse, mi dev'essere sfuggito. (...come mai siamo quasi a giugno e non è stato pubblicato nulla dall'inizio dell'anno?)

E' quello che mi chiedo anch'io...

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